lunedì 26 agosto 2019

[RdL] La ghoul

La ghoul ("Bring me back my sword, b*tch!" by Sergey Osmic)

Miniera abbandonata, sera del del 4° Nehener crescente (13 aprile)

Il combattimento continua. Le tre creature insettiformi si liberano e risprofondano nel terreno. La "vecchia culturista" geme ed attacca quelli davanti. Fioravante la cavalca e la uccide. Quando recuperano la spada del ghoul chi la impugna sente una sensazione di nobiltà. Sembra antica e preziosa. Cerchiamo un’uscita ma prima decidiamo di riposare un poco. Torniamo sui nostri passi cercando un’uscita, apriamo una serie di porte subito oltre la parte della sabbia e degli insetti [La stanza dove hanno combattutto contro la ghoul, N.d.GM] con un poco di sbattimento riusciamo a trovare un'uscita oltre al crollo. A questo punto decidiamo di esplorare il passaggio di mezzo. Lo allaghiamo per far salire il camminamento di legno e parte dell'acqua deborda nel terzo passaggio.
Continuando troviamo una serie di celle, una contiene un ragazzo ancora vivo, dice di chiamarsi Ricciardo, è stato ferito da una sanguisuga di Bugat.
[Sono rinvenuti anche due corpi che avevano con sé ricevute di acquisti fatti a Lisalania e Coppetti, N.d.GM]

Tempo dopo siamo di nuovo a Lisalania, all'interno dell'ospedale della corporazione. Diogenes fa pesare il proprio peso e riescono a far ricoverare Ricciardo [anticipando 750 drog dei 2500 richiesti, N.d.GM] e anche a parlare con il dottor Partaker. Gli spillano soldi.
[La compagnia consegna al dr. Partaker le due sanguisughe di Bugat catturate, N.d.Piotr]

Fine tredicesima puntata.

Resoconto a cura di Fioravante
Immagine (c) Sergey Osmic

giovedì 22 agosto 2019

ESTRATTO DA “IL SAPERE NUOVO - TUTTO SU DIOGENES” #7


In quel tempo, Diogenes amava tenere le sue lezioni in prossimità della Locanda dei Cinque Coltelli. Aveva infatti scoperto che un pubblico era meglio disposto ad ascoltare, avendo a portata di mano un buon pasto e una buona bevuta, da fare subito prima o subito dopo la lezione. Inoltre il pubblico che entrava nella taverna veniva rimpiazzato da quello che ne usciva. Un giorno, poi, Diogenes venne a sapere che all’interno della Locanda vi era un piccolo palco; decise, senza indugio, di tenere una lezione da quel palco.

Il successo fu enorme e grandi i complimenti del pubblico, ma la proprietaria della Locanda se ne ebbe a male, poiché il palco era riservato ai suoi spettacoli e non si poteva utilizzare senza il suo permesso. Per questi motivi cacciò il Maestro e i suoi allievi dal locale, con fare cortese ma deciso e minaccioso; mentre si allontanavano, gridò loro: “Spero di non rivedervi mai più.” Fu allora che Diogenes si fermò, tornò fino alla soglia della Locanda e, rivolto alla proprietaria, togliendosi il cappello in un profondo inchino, rispose: “Quello che non si spera, mia cara, avviene più spesso di quello che si spera.” E le diede un bacio sulla guancia allontanandosi lungo la strada, mentre la proprietaria lo guardava sorpresa.

giovedì 15 agosto 2019

ESTRATTO DA “IL SAPERE NUOVO - TUTTO SU DIOGENES” #6

IL SAPERE NUOVO #6

In quel tempo, Diogenes amava accompagnarsi ad un gruppo di amici provenienti dai più disparati angoli di Marahan. Aveva infatti per colleghi e compagni di bevute molti compagni di razze esotiche come Wyrn e Westan. Con loro animava le serate di Lisalania, mettendo in scena estemporanee rappresentazioni teatrali sui mali della vita e degli uomini. Con loro condivideva le sue filosofie e i piaceri della tavola e del vino. Al contempo seguiva i suoi compagni alla scoperta dei luoghi meno frequentati e nobili della città, come il mercato del porto. Impregando così la sua persona e i suoi abiti dell’odore tipico di quei luoghi.

Una persona che lo riconobbe nella folla, durante queste passeggiate, si fece avanti e gli chiese “Tu sei Diogenes, il filosofo. Apprezzo molto le tue lezioni, ma non hai vergogna di girare per le strade con gli abiti così logori e questo cattivo odore.”

Il Maestro sorrise e benevolmente e rispose “Amico mio, la vergogna sta negli occhi degli altri. Se tutti fossero ciechi ed io l’unico a poter vedere, non avrei bisogno di abiti e accessori eleganti.”

Poi si voltò e proseguì nella sua passeggiata.

giovedì 8 agosto 2019

ESTRATTO DA “IL SAPERE NUOVO - TUTTO SU DIOGENES” #5

IL SAPERE NUOVO #5

In quel tempo, Diogenes teneva le sue lezioni per mezzo di brevi aforismi circoscritti, potendo così spaziare per molteplici argomenti nello stesso tempo in cui avrebbe lungamente dimostrato una sola teoria. Il Maestro trovava interessante la soluzione retorica e notava come, per un pubblico meno istruito, i messaggi della sua filosofia arrivassero più chiari tramite brevi sentenze che a mezzo di lunghe dissertazioni.

In questo periodo, un sapiente del Tempio di Lisalania si fermò ad ascoltare una delle lezioni e la interruppe apostrofando Diogenes “Queste tue affermazioni sulla religione sono ridicole se estrapolate dal contesto…”il sapiente andò avanti per circa venti minuti ad esporre un pensiero che alla fine molto si accostava a quello del Maestro, il quale, quando il sapiente ebbe finito di parlare, fece un grande sorriso e, in tono scanzonato, disse: “Devi renderti conto, amico mio, che argomentazioni lunghe ed argomentazioni brevi portano spesso alle stesse conclusioni. Dunque perché tediare i miei concittadini con lunghe argomentazioni?”

Il sapiente rimase a bocca aperta, mentre Diogenes raccoglieva con un inchino gli applausi di coloro che ancora erano svegli dopo le lunghe argomentazioni fornite poco prima.

giovedì 1 agosto 2019

ESTRATTO DA “IL SAPERE NUOVO - TUTTO SU DIOGENES” #4

IL SAPERE NUOVO #4

In quel tempo, Diogenes soleva frequentare spesso il prostibolo di Madama Leonilda, nel quartiere nobile di Lisalania. Il Maestro traeva piacere non tanto dai rapporti carnali, che pure intratteneva con alcune e alcuni dei dipendenti di Madama Leonilda, quanto dall’ascoltare, a volte per notti intere, le loro disgraziate storie di povertà e patimenti, empatizzando fortemente con le tribolazioni delle povere anime che con lui si confidavano.

Il Maestro aveva poi sviluppato un buon rapporto con molti altri clienti abituali e anche con loro discuteva a lungo di politica, filosofia e, soprattutto, dei patimenti d’amore per i quali poi questi uomini si ritrovavano a diventare clienti di Madama Leonilda. Sempre il Maestro aveva una parola di conforto e di buon auspicio per tutti, a volte scherzava per tirarli su di morale; talvolta arrivava ad improvvisare piccoli spettacoli o a pagare i dipendenti anche solo per una lunga chiacchierata.

Una sera, un mercante di Serralmare, noto in città per i suoi modi di fare altezzosi e sprezzanti nei confronti degli abitanti di Lisalania, e delle persone di rango inferiore al suo, in generale, si fermò al prostibolo per goderne dei piaceri e, avendo ascoltato una delle orazioni sull’amore del Maestro, gli si avvicinò alla fine dello spettacolo. Il Mercante aveva da poco superato i quaranta, ma si dimostrava molto più anziano nell’aspetto; con fare arrogante chiese a Diogenes: “Se dunque sei così esperto dell’amore, dimmi, qual’è il momento giusto per sposarsi?”

Diogenes gli sorrise amorevolmente e rispose: “Quando si è giovani non ancora, quando si è vecchi, come te, non più”.

Il Maestro si allontanò con un dipendete di Madama Leonilda, lasciando il mercante a riflettere delle sue sventure tra le risate di coloro che avevano udito.