lunedì 20 dicembre 2021

Missione suicida o solo maledetta routine?

Aged Bronze Smart-Material by Vishwesh Taskar

Tomba di Re Gorundo, tarda mattinata del 10° tehner pieno (26 agosto)

La compagnia ammira a lungo i bassorilievi della tomba, che tra l'altro sembrano narrare le gesta di tre figure umanoidi di cui una cornuta. La mancanza di contesto non permette però di comprendere il susseguirsi delle immagini.

Diomira, con grande sorpresa di Jabka che inizialmente pensa ad un furto, estrae la pietra blu in suo possesso per verificare eventuali interazioni con quello che sembra essere un pezzo di meteorite. Scopre così che il pezzo in suo possesso vibra se orientato in direzione della reliquia sulla tomba del Re.

La sacerdotessa non può esimersi dall’eseguire una qualche cerimonia commemorativa che tuttavia provoca borbottii infastiditi dal pubblico - specialmente da Jabka, per cui dopo poco si imbocca il sifone subaqueo, il generale Jabka in coda. Il sospettoso Bastiano vedendo la scena dall’asciutto teme che Jabka non visto possa avere attivato qualche protezione magica nella tomba, ma del resto a lui poco importa perché mai entrerà in una grotta buia e per aggiunta subacquea.

Il generale si avvicina a Rodrigo - col quale sembra avere un rapporto di simpatia migliore che con gli altri - e tiene un lungo discorso che spazientisce notevolmente il llud, soprattutto perché non è in grado di comprenderlo. Dopodiché i hroak se ne vanno, riportandosi via la loro "imbarcazione".

Si accende quindi l'ennesima discussione sulla convenienza o meno del sottrarre la pietra agli hroak. Volano parole grosse ma alla fine si conviene che se la pietra sparisse proprio in quel momento sarebbero sicuramente incolpati, attirando l'ira dell'unico popolo di Namia che non ha dimostrato loro aperta ostilità. Si riparte dunque per la grotta abbandonata con l'intento di recuperare l’altra pietra senza creare incidenti diplomatici.

Bastiano manifesta le sue preoccupazioni per i cavalcalupi che potrebbero arrivare fino a Torana e propone di esplorare il terreno fra la città e la palude per non farsi trovare impreparati. Dato che i cavalca-lupi l'hanno già attaccato in ben tre occasioni differenti, sono diventati il suo nemico principale e li vedrebbe volentieri sterminati.

Grotta del naga, sera del 10° tehner pieno (26 agosto)

Preparato un nuovo accampamento sugli spazi rimasti dal precedente, nel gruppo si innesca un altro litigio, stavolta sul modo di procedere nei confronti del naga, o meglio se ucciderlo o controllarlo. Diomira è convinta di essere in grado di controllarlo il tempo sufficiente per sottrarre il tesoro dalla stanza, ma se dovesse fallire si rivolterebbe contro di lei diventando un nemico pericoloso. Distruggere il vincolo sarebbe complicato quanto abbattere il naga, ma almeno non risponderebbe ai colpi. In ultimo il ponte si trova ancora pericolosamente sopra una conca piena di gas tossico e forse esplosivo; dovesse caderci un torcia per errore sarebbe un grosso problema. Si decide di tentare la sorte: Giannunzio molto saggiamente si impone di non prendere fuoco a contatto col gas, e insieme Rodrigo affiancheranno Diomira nella stanza del naga mentre Wotan, Silvy e Yelena dall’altro lato del ponte saranno pronti con arco e frecce. Il claustrofobico Bastiano dall’esterno, come dice, si occuperà di tenere libera la ritirata...

La notte passa senza problemi anche se si ha la sensazione di essere osservati, forse nell’ombra i cavalca-lupi tengono d’occhio la situazione.

Grotta del naga, mattino del 10° enhor pieno (27 agosto)

Giannunzio ha uno di quei sogni premonitori che gli capitano di tanto in tanto... Non ricorda il sogno a parte lo strano dettaglio che la stanza del naga è stata creata 610 anni fa, informazione storica interessante se volesse condividerla con gli altri o con il conte.

Wotan, poco prima che Diomira tenti di controllare il naga decide di esaminare il terreno dell’ingresso della stanza. Mentre Silvy e Yelena sono concentrate sull'altra metà del gruppo, il westan mette un piede in fallo provocandosi una brutta distorsione e precipita giù dal ponte. Il salto non è alto, ma finisce nella zona satura di gas e comincia a boccheggiare. Prima di riuscire ad alzarsi perde conoscenza subendo diversi danni a causa del gas. Silvy si accorge del compagno faccia in giù e chiama a gran voce gli altri mentre tenta il salvataggio senza successo: Wotan è troppo pesante per lei e comincia a subire essa stessa danni dal gas. Rodrigo reputa "le ragazze" - come le chiama lui - in grado di gestire da sole la situazione e rimane in attesa dall’altra parte del ponte. Giannunzio reputa di non riuscire ad attraversare in tempo il ponte e quindi di non poter essere di aiuto, e subisce le male parole di Silvy con una scrollata di spalle. Diomira sembra l'unica ad aver compreso la gravità della situazione e in grado di intervenire tempestivamente: battendo il bastone a terra spicca un balzo orizzontale che in un batter d'occhi la porta dai compagni in difficoltà. Sebbene a fatica, Wotan viene recuperato. Ha le labbra cianotiche e ci vorrà tutto l'impegno di Diomira per farlo tornare cosciente. Quando rinviene tra un misto di confusione e rabbia per l'accaduto decide di uscire, malmostoso, per respirare un po’ di aria fresca.

La missione comincia male, già un membro in meno e ancora non si è fatto nulla.

Diomira non si perde d'animo, e torna dall'altra parte del ponte. Appena oltrepassato il vincolo il naga si manifesta come previsto. La sacerdotessa pronuncia le parole del potere ed in risposta la creatura si irrigidisce per poi farsi da parte. Rapidamente la custode recupera la pietra le erbe notate la volta precedente, per poi utilizzare il resto del tempo per memorizzare i pittogrammi disegnati sul muro, sperando di mantenere la presa sul naga abbastanza a lungo.

Esce quindi dalla stanza fa rientrare la creatura nel suo vincolo. Solo allora ci si rende conto che da alcuni secondi si percepisce una vibrazione che rapidamente aumenta di intensità fino a diventare un vero e proprio rombo. Rocce cominciano a cadere dal soffitto: la grotta sta crollando. Senza perdere tempo tutti si mettono in fuga verso l’esterno.

Dalla grotta escono nell’ordine Silvy, Yelena, Diomira e Giannunzio. Quest'ultimo seguito da una densa nube di polvere. Solo dopo quelli che sembrano interminabili istanti anche Rodrigo fa capolino, completamente bianco di pulviscolo. "Solo maledetta routine", dice producendosi in un largo sorriso.

Appena ripreso fiato, Diomira si annota tutto quello che ricorda dei pittogrammi osservati prima del crollo: le solite tre figure umanoidi con in pugno rispettivamente una torcia, una freccia e una lancia, stavolta sono seguite da un altra figura volante e si dirigono verso due simboli, uno triangolare in alto (che Bastiano è convinto essere una montagna ma potrebbe essere un tempio o qualunque altra diavolo di cosa) ed uno tondo con un viso stilizzato all’interno.

L’oggetto recuperato dovrà essere studiato con calma da Diomira, che ne capisce sicuramente più di Rodrigo (benché abbia dato dimostrazione di conoscere almeno in parte i rituali naga). Ha l'aspetto di una sfera bronzea dalla quale filtra una luce azzurra. Sembra che all'interno dell'oggetto ci sia un frammento più grande e potente di quello ottenuto dai cavalca-lupi, e molto più preciso. Indica infatti tre punti ben definiti nello spazio tutti nell’arco di 60 gradi. Bastiano si arrampica per avere una visuale migliore e capire se uno dei punti segnati è una montagna, ma è difficile poterlo dire con certezza.

Infine le erbe si rivelano essere un potente anti-veleno. Probabilmente sono state lavorate in qualche modo che hanno permesso loro di restare integre anche a distanza di secoli.

Fine ventiquattresima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine by Vishwesh Taskar

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