lunedì 20 settembre 2021

Dejà-vu

Rephona (Deep one by  douzen)

Giungla di Tiwia, mattino del 10° tahner pieno (22 agosto)

La barca esce a rilento da “baia del serpente” sospinta e sostenuta a fatica dagli uomini-rana e imbarcando acqua. Il lago rapidamente diventa molto profondo e una leggera foschia non permette di vedere l’altra sponda. Il lago è comunque molto grande. Tutti sembrano distratti e non tengono traccia dello spostamento perdendo subito l’orientamento. Improvvisamente ci si risveglia al mattino come dopo aver fatto uno strano, ma estremamente vivido, sogno.

Bastiano vuole vedere come si comporta la pietra blu in prossimità della caverna subacquea e infatti il sospetto che possa essere attirata da ogni pezzo di cometa diventa quasi una certezza. Diomira spronata ad indagare da Bastiano sostiene che delle potenti forze soprannaturali sono state all’opera. Giannunzio invece tiene per se una premonizione: il lago nelle profondità è salato.

Sponde sud del lago Hruka, primo pomeriggio del 10° tahner pieno (22 agosto)

Gli eventi della mattinata si ripetono uguali con un senso di dejà-vu che scompare dopo qualche ora lasciando i componenti del gruppo con una sensazione transitoria di intorpidimento come appena destati. Dopo 3 ore di viaggio arrivati quasi all’altra sponda la barca devia in una insenatura ben nascosta di una trentina di metri sulla cui spiaggia con dei tavoli improvvisati è stato allestito un banchetto per i visitatori. Una trentina di uomini rana escono dall’acqua per l’evento. Tutti gli occhi sono per Wotan nonostante cerchino di rubargli la scena Giannunzio la polena maschile a torso nudo e Diomira magicamente illuminata a magnificenza.

Anuran invita a gustare il cibo e mentre si pensa ad accendere un fuoco per rendere commestibile le “crudità di lago” tutte le rane gracidando e si girano in direzione di nuovi arrivati. Una rana più piccola delle altre (apparentemente una femmina a parere di Bastiano) seguita da una creatura umanoide con capelli da polpo e mani e piedi palmati e uncinati non certo rassicurante. La rana si chiama Pepe, e grazie ai suoi poteri telepatici fa da traduttore. La creatura è la regina eletta Rephona dei hroak del lago Hruka.

La leggenda narra di un gruppo di terrestri aiutati a sconfiggere il "grande serpente" e la regina si chiede perché mai i terrestri ora abbiano tentato di distruggere la camera sepolcrale del loro antico eroe Re Gorundo. Estrarre la pietra blu ha come effetto il dover dare ulteriori spiegazioni per evitare di esser scambiati per ladri.

Durante il banchetto di benvenuto un gruppo di uomini rana armati cappeggiati dal generale Jabka esce dall’acqua e inizia una discussione con la regina. Il generale non si fida dei terrestri e si viene a sapere che preferirebbe che la regina fosse sostituita da altri in particolare da una rana maschio. Forse occorrerebbe dare prova al generale di esser degni della sua fiducia per poter visitare la tomba anche se lui non ritiene questi terresti in grado nemmeno di affrontare tale prova figurarsi di superarla. Il generale è molto fisico ed è una mente semplice, serve una idea semplice. Un trofeo più grande della testa di serpente gigante che usa come elmo potrebbe funzionare.

Andato via il generale il pranzo diplomatico continua.

Pare che le femmine hroak non possiedano la sacca vocale e prima che la regina inventasse il nuovo linguaggio non potessero parlare. Tuttavia l’abitudine ad usare la vecchia lingua nei maschi è molto forte. Il generale sembra infastidito dal fatto che la regina abbia dato un modo alle femmine di comunicare.

La regina come il grande Re Gorundo discende dalla sacra bottarga del profondo e ha poteri particolari. Le leggende inoltre dicono che nelle profondità le acque siano velenose (il sale per una creatura di acqua dolce forse è sufficiente ad essere considerato veleno forse).

Il popolo degli uomini rana è molto riservato e ci tiene al proprio isolamento, ritiene inoltre il lago sacro. Chiunque rispetti bosco fiume e lago non sarà mai considerato nemico. La regina è preoccupata delle intenzioni dei terrestri e che altri possano arrivare fino alle sponde del loro territorio. Bastiano rimarca il fatto che i terrestri sono esploratori e che cercano amici, i cavalca-lupi non si sono rivelati tali ma la speranza è di vivere pacificamente almeno con gli uomini-rana. Di altri popoli e pericoli particolari la regina non fa menzione, solo di grandi serpenti pericolosi nel bosco e nei fiumi.

Per le emergenze i terrestri potranno comunicare con loro con uno strumento che sarà affidato a Wotan (l’unico degno di fiducia per la sua somiglianza con l’antico eroe terrestre) ma se altri lo useranno sarà considerato tradimento. La leggenda dice che quando compare il terrestre cornuto un grande pericolo incombe. Se ciò dovesse accadere, gli uomini-rana onoreranno le leggende aiutando i terrestri.

La regina prima di andare avverte il gruppo di guardarsi le spalle dal generale che potrebbe tendere loro un agguato.

Pepe viene lasciato col gruppo perché possa comunicare con le rane incaricate di predisporre dei ripari per la notte. Finalmente si accende un fuoco per cuocere il cibo e molte rane curiose si avvicinano per degli scambi culturali. Diomira cerca di imparare qualche parola e la lingua delle femmine sembra più facile da riprodurre rispetto a quella gracidante dei maschi.

Dopo il banchetto si decide di partire in esplorazione nei dintorni. Giannunzio che è stato tutto il tempo a prua per vedere la rotta è certo della posizione attuale: a metà della sponda sud del lago. Mentre Wotan guida il gruppo nella giungla sconosciuta, Bastiano cerca tracce di grandi animali. Il suo occhio esperto nota la regolarità anomala degli avvallamenti sul loro cammino. Sono orme enormi di una creatura bipede probabilmente alta otto metri che è passata di li da più di un mese. Le orme vengono seguite fino a che spariscono in un ruscello. Salendo su di un albero Wotan vede in lontananza delle alture. Arrivato ormai l’imbrunire si decide di tornare al campo.

Fine diciottesima puntata.

Diario a cura di Bastiano
Immagine by douzen