lunedì 27 novembre 2023

Il risveglio del gigante

DAREV JUNGBAU by Ricardo Padierne Silvera for SIXMOREVODKA STUDIO

Giungla di Tiwia, 3° ahoer calante (6 ottobre)

Lungo il sentiero per Torana vengono trovate ed evitate altre trappole senza troppi problemi, finché Bastiano e Rodrigo si accorgono che più avanti è in corso una schermaglia, probabilmente tra cavalcalupi ed umani. I primi guizzano ai margini del bosco scagliando piccole frecce avvelenate a quello che sembra un accampamento. I difensori impugnano armi di fortuna e stanno avendo la peggio: quando tentano di attaccare un cavalcalupo questo fugge via mentre gli altri se ne approfittano per scagliare frecce.

Dopo essersi avvicinati quanto basta Diomira apre un portale direttamente alle spalle del capo degli assalitori. Wotan sparisce nella giungla mentre Rodrigo e Bastiano si apprestano ad attraversare il portale. Il capotribù si accorge del portale e fa per muoversi verso Diomira, ma Aileen con uno sguardo ed una frase instilla un pensiero terribile nella sua mente facendolo urlare di dolore. Rodrigo se ne approfitta per ferirlo in modo doloroso. In quel momento la cavalcatura si frappone il cavalcalupi, ed azzanna le caviglie del Ferretti. La creatura sbarra la strada anche a Bastiano, che però impugna la spada a due mani e con tutta la furia uccide prima lui e poi il suo padrone.

Diomira tenta di disarcionare un altro assalitore, ma riesce solo ad attirare l’attenzione su di sé. Rodrigo lo carica, costringendolo a focalizzarsi su di lui. Wotan usa i suoi semi infuocati per attaccare quattro cavalcalupi: sottili strisce di fuoco tracciano archi nel cielo e concludono la parabola addosso agli avversari che avvampano. Fuggono, ma le fiamme li divorano in pochi secondi. L'attacco si interrompe, e solo uno degli assalitori riesce a mettersi in fuga.

Bastiano immediatamente fruga i caduti per recuperare armi e frecce da passare ai coloni per difendersi. Nell'accampamento ci sono alcuni volti noti, tra cui Arkkon. E' stato ferito durante lo scontro e mentre viene curato racconta cosa è accaduto a Torana: una notte di due settimane prima il faraglione si è risvegliato ed ha attraversato Torana distruggendo tutto quello che ha incontrato. Dal presidio della Corporazione è stato attivato un macchinario che lo ha bloccato. La città è stata dichiarata insicura e la popolazione si è stabilita nella giungla dove lotta giorno per giorno per trovare di che sostentarsi. Qualcuno è rimasto in paese, mentre alcuni personaggi di rilievo si sono stanziati nella serra appena fuori Torana. I cavalcalupi hanno approfittato della situazione per attaccare gli accampamenti. Di Nico e la sua banda non sa nulla: Bastiano non vede tatuaggi dell’ancora che ha visto sugli sgherri che ha affrontato.

Forse a causa della figura volante che accompagna il gruppo, Diomira si accorge di sguardi ostili nei suoi confronti e ritiene che un sermone possa migliorare la situazione. Tuttavia un pescatore, tal Marcello Schiatta, si dimostra ostile e la accusa di aver portato sventura a Torana. Secondo la filosofia di Diomira “le fiammelle vanno spente subito per evitare che appicchino un incendio”, e intimorisce il pescatore facendo sfoggio di tutta la sua aura minacciosa.

Wotan si accorge che le risorse della zona sono quasi esaurite, e dà a Arkkon alcuni consigli di sopravvivenza. Diomira e Bastiano lasciano alcune delle loro razioni di cibo al campo.

Interrogata in merito, Yelena conferma che l’ing. Frontrogru aveva notato delle fluttuazioni di energia nel faraglione, poco prima della partenza del gruppo, e potrebbe aver preparato qualcosa per fronteggiare la minaccia.

Torana, sera 3° ahoer calante (6 ottobre)

Dopo aver superato un altro accampamento, più grosso del precedente ma nella stessa situazione, il gruppo arriva a Torana. Oltre al ciglio del dirupo, al centro della baia dove sorge Torana, nel buio si scorge un'enorme sagoma. Dal presidio della Corporazione irradia un debole fascio di luce violacea che arriva alla testa del gigante. In lontananza si sente uno strano ronzio.

La serra è ben più illuminata di come l'avevano vista l'ultima volta, ed il piazzale antistante è presidiato di guardie. Il primo soldato Tiralonga accoglie il gruppo e subito sono raggiunti da Lord Pendelton ed il professor Velkan della Corporazione. La discussione continua all’interno, dove però ci sono segni di tensione tra Diomira ed i due uomini. Sono accolti un una saletta interna dove li attendono anche la Baronessa Ellaria, la dottoressa Dimitrescu, la lettrice Qualhata ed il segretario Benson. Il capitano Shurmak è di ronda per carenza di personale.

Il prof. Velkan spiega che il gigante è stato immobilizzato grazie ad un dispositivo che ne assorbe l’energia, tuttavia non è possibile dissiparla abbastanza velocemente ed il rischio che si sovraccarichi aumenta ogni giorno. Non è certo che riesca a reggere prima dell'arrivo della Ithaqua, ma in ogni caso l'imbarcazione non sarà in grado di mettere in salvo tutti. Il sovraccarico del dispositivo potrebbe portare ad una potente deflagrazione in grado di distruggere gran parte della città. L'unica consolazione è che un'esplosione del genere probabilmente distruggerà anche il gigante - ma anche di questo non c'è garanzia. La teoria di Velkan è che, prima di essere immobilizzato, il gigante si stesse dirigendo verso la zona più popolosa di Torana. Occorre parlare con Frontrogru - che è al presidio - per capire se il raggio potrebbe avere effetti deleteri sulle persone o sull’arma inviataci dagli dei - così viene chiamata la donna fluttuante.

Fine sessantottesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus

lunedì 20 novembre 2023

L’ultima notte prima del destino

Ancient Goddess by Jakub Kuzma

Giungla di Tiwia, mattino del 3° sener calante (4 ottobre)

La torcia guida il gruppo in modo da aggirare ogni ostacolo, ed il viaggio procede molto rapidamente, tanto da raggiungere già nel primo giorno la sponda del lago più vicina a Torana.

La torcia non sembra più sotto il controllo di Diomira: passate oltre 24 ore la sua luminosità non si attenua come avrebbe dovuto.

Giungla di Tiwia, pomeriggio del 3° nehener calante (5 ottobre)

Mentre Bastiano sfrutta tutte le pause per istruire Wotan nell’uso della lancia, Rodrigo è di cattivo umore a causa di piccole sfortune come il cucchiaio che scivola nella zuppa, il bicchiere che si rovescia quando posato, ecc.

Le piccole sfortune aumentano di intensità, ed inizia ad essere chiaro che non si tratta di un caso. Giunti nei pressi della Grotta del Naga (ormai crollata) Diomira riesce a percepire una presenza estranea nell’accampamento. Dopo alcuni rituali la Prima Messaggera stabilisce che le cause della sfortuna sono da attribuire da un naga che in qualche modo è legato alla maschera. Dice trattarsi di un naga selvaggio, ed essendo incontrollato è troppo pericoloso per essere lasciato libero di fare danni. Secondo Bastiano distruggere lo spirito rappresenterebbe un eccesso di legittima difesa, ma nonostante le sue rimostranze il naga viene esorcizzato prima che possa arrecare danni seri a Rodrigo o al gruppo. Mentre scompare in un urlo di angoscia per un attimo se ne scorge la sagoma, ed in base al vestiario si suppone essere un antico abitante del luogo.

Forse l’uso della maschera ha come effetto collaterale l'attirare ogni spirito malevolo nelle vicinanze. Usarla nuovamente non sarà un'azione da prendere alla leggera.

Wotan, che parla per (e con) la terra, capisce che dopo il loro ultimo passaggio due gruppi di umanoidi sono stati in quel luogo. Bastiano verifica le sue affermazioni e riesce a trovare tracce non fresche del passaggio di cavalcalupi.

Diomira usa uno dei suoi poteri naga per osservare un luogo lontano e si concentra sulla La Solitaria, la locanda di Torana, per avere notizie dal paese. La locanda è vuota e sembra abbandonata. Da fuori l'unico suono che arriva è un misterioso ronzio.

In molti ritengono quella l'ultima notte prima del sempre più probabile scontro con Ungaraf, e si addormentano a fatica.

Giungla di Tiwia, 3° ahoer calante (6 ottobre)

L’indomani mattina Diomira tenta di osservare nuovamente Torana, stavolta dal porto. Qualcosa va storto e quella che appare una scena del tutto normale si rivela essere una sua memoria e non l'effettiva osservazione degli eventi.

Ci si affretta dunque in direzione del paese. Lungo il tragitto Wotan e Silvy si imbattono in un cadavere umano colpito dalle frecce nere del cavalcalupi. In un momento di distrazione Silvy fa scattare una trappola e cade in una stretta buca. Non è molto profonda ma è irta di spuntoni e sul fondo qualcosa della consistenza del fango le intrappola i piedi. Viene estratta a fatica e curata dall'infezione causata dalla "melma". Non solo nessuno riesce a riconoscere l’uomo, ma Carenna resta ferita nel tentativo graffiandosi con una punta di freccia avvelenata.

Dopo aver prestato i primi soccorsi ed essendo ormai a soli 20 km dalla città, Diomira manda in volo Nimrod per accertarsi delle condizioni di Torana. Non c’è fumo, quindi nessun incendio ma anche nessuna attività umana. Inoltre sembra che il faraglione non ci sia più... Ungaraf deve essersi già svegliato.

Fine sessantasettesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Jakub Kuzma

lunedì 13 novembre 2023

Dove tira il vento

Bartula by Bobby Rebholz

Tempio del guado, mattino del 3° sener calante (4 ottobre)

L'enorme cavalcatura non arresta la sua carica, e nel raggiungere Wotan travolge anche Diomira. Entrambi sono sbalzati lontano dall’urto.

Grimock estrae da sotto l’armatura un ossicino con venature dorate, e quando lo spezza tra le dita le sue ferite iniziano a rimarginare. Nel frattempo pronuncia parole arcane che Aileen riesce ad interpretare come l'invocazione di qualcosa chiamato Bartula. Al centro di un vicino acquitrino viene partorita dalla terra un'enorme, orribile creatura di tre metri dalle zampe filiformi.

Rodrigo sfrutta il vantaggio dell'invisibilità per colpire profondamente Grimock, che tossisce sangue. Wotan si rialza e si prepara a difendersi imbracciando il suo scudo di quercia. Bastiano approfitta della distrazione di Grimock, causata dal dolore, per assestargli il colpo fatale... il gigante sta quasi per crollare addosso al combattente, ma fortunatamente si schianta a terra dall'altra parte. I nastri d'ombra evocati da Aileen non sono abbastanza per trattenere Bartula, che compie un balzo altissimo per piombare su Wotan tentando di colpirlo con i tentacoli. La cavalcatura, impazzita di rabbia per la morte del suo cavaliere, cerca di calpestare Rodrigo e Bastiano. Rodrigo per sottrarsi agli zoccoli tenta di saltare in groppa all’animale, ma viene sbalzato di lato. Bastiano affonda la lama e ancora una volta uccide l'avversario, per poi accorciare le distanze con Bartula. 

Diomira adopera un'esplosione concussiva per ferire l’insettoide e spingerlo indietro di tre metri. Aileen riesce ad incantare Bartula, che resta immobile il tempo necessario agli altri di avvicinarsi. Il cielo si oscura, e qualche fenomeno meteorologico sembra si stia avvicinando rapidamente da ovest. Bastiano non ci bada troppo ed infligge il colpo decisivo alla creatura.

Sul campo di battaglia torna la calma. Nei dieci minuti seguenti Aileen perquisisce il corpo di Grimock e rinviene un altro ossicino venato d'oro. Bastiano raccoglie invece l'arma: troppo scomoda per essere usata, probabilmente può essere venduta a buon prezzo.

Wotan analizza la creatura, che sembra uno dei lupi dei cavalcalupi ingrandito e mutato. Sospetta che uno dei componenti che ha contribuito a questa mutazione sia una delle erbe che hanno fatto crescere a dismisura il maiale a Torana. Silvy concorda, e per precauzione decide di sventrare la bestia per prelevare quello che ha nello stomaco.

Ma ai margini della radura, nel più completo silenzio, da altrettanti acquitrini sorgono altre tre Bartula.

Nel momento in cui il gruppo si accorge delle creature un boom sonico assorda tutti: ciò che l'ha causato sta fluttuando a una decina di metri sopra il centro della radura. E' una figura femminile che subito ricorda quella dei graffiti. E' silenziosa ed impassibile a quanto sta per accadere più in basso.

Aileen non perde tempo e usa nuovamente i suoi nastri di vuoto per intrecciare una delle tre creature, ma le altre due piombano addosso alla whirn e a Rodrigo, agitando i propri tentacoli.

Diomira attacca la creatura piombata su Aileen, ma la ragazza si lancia in difesa della Bartula subendo i danni a posto suo. Con orrore la whirn si rende conto che, pur mantenendo la propria coscienza, il tocco dei tentacoli l'ha resa una marionetta senza il controllo del suo corpo.

Bastiano per evitare di colpire Aileen scatta verso l'unica creatura disimpegnata, quella intrecciata dai nastri di vuoto. Giunto a contatto la colpisce ferocemente spezzando una delle sue lunghe zampe.

Rodrigo impone la sua volontà di ferro su quella della Bartula, e in risposta al tentativo di controllo afferra rabbiosamente uno dei tentacoli e lo strappa con brutalità.

Wotan lancia uno dei suoi semi incandescenti e colpisce la Bartula che ghermiva Aileen, liberandola dal suo controllo.

La figura femminile, mantenendo il suo atteggiamento impassibile, spalanca la bocca ed emette un grido di potenza inaudita, tale da far incendiare l'aria. Le tre Bartula sono centrate dalla potenza del grido e vengono vaporizzate. La compagnia invece, a parte un fastidioso acufene che li accompagnerà per giorni, è illesa.

La figura scende fino ad un metro dal suolo. Non risponde a nessuna delle domande, ed anzi sembra notare solo l'esistenza delle armi degli eroi - in particolare la torcia.

Potrebbe essere stata mandata dal cielo a cavallo della stella cadente per seguire gli eroi e distruggere Ungaraf. All’accensione della torcia la sera prima è stata richiamata dal punto di impatto della stella fino al teatro dello scontro. La fiamma brucia in direzione di Torana a dispetto delle correnti, il che fa supporre di dover affrettarsi in quella direzione per lo scontro finale col distruttore.

Aileen consultando i suoi libri stabilisce che la creatura non è di questo modo. Non si tratta di un naga, una divinità o un essere umano. Diomira è a conoscenza di alcuni artefatti piovuti dal cielo - come per esempio uno scudo in possesso dei brone realizzato in un materiale sconosciuto e pressoché indistruttibile.

Il gruppo si incammina verso Torana seguito a poca distanza dalla figura volante. Probabilmente quando la torcia si spegnerà - verso sera - tornerà al punto di schianto della cometa e bisognerà calcolare bene quando richiamarla in modo da averla al proprio fianco nello scontro col potente Ungaraf. Fortunatamente uno dei poteri della torcia permette di effettuare viaggi nelle terre selvagge nel minor tempo possibile.

Fine sessantaseiesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Bobby Rebholz

lunedì 30 ottobre 2023

Prede

Grimock (Bone Crusher by Michał Przybiński)

Tempio del guado, mattino del 3° sener calante (4 ottobre)

La sera prima, su richiesta di Rodrigo, Diomira esamina la “maschera del morto”. Si tratta di un potente artefatto che permette di rivolgere ai trapassati una domanda sul luogo dove si passa la notte. Una volta ottenuta la risposta la maschera dovrebbe staccarsi dal volto. Le informazioni sono accompagnate da un monito di Diomira: “il rapporto con i morti porta un grave fardello”…

E' così che durante la notte nei suoi sogni Rodrigo incontra Azibar, spirito del luogo. Gli chiede se nel tempio ci sono ricchezze non ancora rinvenute, e viene a sapere che tale Sartudef ha una "sepoltura opulenta". Per ottenere tale tesoro occorrerebbe violare dei sepolcri. Non che sia un problema in sé, ma dover ridiscendere nel cuore del tempio fa desistere il Ferretti dai suoi intenti.

Il mattino si discute il da farsi. Si tenta di far reagire le tre chiavi con le armi seguendo una intuizione sbagliata di Bastiano. Quel che ne risulta è che le chiavi sembrano comportarsi solo come deboli rilevatori di magia.

Wotan si trasforma ancora una volta in pantera, e fondendosi con le ombre della foresta riesce ad avvicinarsi abbastanza da capire la sua posizione. Il nemico, un enorme umanoide molto muscoloso, li attende in una piccola radura artificiale, creata abbattendo alcuni alberi. Si tratta di un punto strategico  che gli permette di tener d'occhio l'unica possibile zona di passaggio del gruppo. Grimock è intento a divorare un cervo intero, e non sembra aver notato Wotan. Ha con sé una lunga e robusta lancia, il cui manico sembra una betulla sfrondata, oltre ad una specie di grossa piccozza d'osso. La sua cavalcatura è veramente enorme e piena di speroni ossei pericolosi. Dalle dimensioni sembrano un gigante che cavalca un ippopotamo.

Si valuta l'idea di proseguire il viaggio verso il punto di impatto della cometa, forse più per il fatto che Grimock si trova fra il gruppo e Torana. Tuttavia l'opzione non presenta particolari vantaggi tattici: il terreno è svantaggioso per il gruppo, e Grimock può comunque raggiungerli ed attaccarli. Si decide di trasformare il cacciatore in preda: il piano consiste nell’avvicinarsi furtivamente con formazione a mezzaluna; i più furtivi ai bordi e Bastiano al centro a fare da esca. Giunti a distanza di ingaggio, mentre Bastiano si lancia in un corpo a corpo Rodrigo tenta di sottrargli l'arma - come ha già fatto con  Lucinda - e gli altri lo accerchiano.

Giungla di Tiwia, metà mattino del 3° sener calante (4 ottobre)

Le aspettative vengono disattese quando Giannunzio e Diomira si fanno scoprire prematuramente. Grimock con una accelerazione impressionante raggiunge Diomira e la schianta a terra, ferendola gravemente. La cavalcatura spunta da sinistra caricando a testa bassa Giannunzio. Il nordan viene mancato, meno fortunati sono Rodrigo e Yelena che erano a poca distanza. Bastiano sbuca dal sottobosco e colpisce violentemente la bestia. Wotan e Silvy combattono in piena sintonia, ma è il westan che sfrutta meglio la sua posizione e, non visto, colpisce sia la bestia sia Grimock con spietata precisione: la bestia resta accecata da un occhio, il gigante subisce una grave ferita.

Rodrigo si muove alle sue spalle per assestare il colpo finale, ma...

Fine sessantacinquesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Michał Przybiński

lunedì 16 ottobre 2023

La corsa dei prescelti

Ark: Scorched Earth - Skull Torch Skin by Jose David Cifuentes Ulloa

Tempio del guado, pomeriggio del 3° tahner calante (3 ottobre)

Bastiano avvisa Giannunzio che il suo piano non ha funzionato. Fortunatamente il campione non sembra avere intenzione di attaccare il tempio, ma con buona probabilità aspetterà che il gruppo si inoltri nella giungla. Skidzo riferisce di un cambiamento all’interno del tempio, dell’acqua fuoriesce dal pozzo e sembra che una sorta di pavimento sia stato spinto fino in cima alla piattaforma. La via di uscita è stata azionata, ma i compagni sono rimasti di sotto... preoccupati della loro sorte i tre decidono di salire sulla piattaforma e aspettare che ridiscenda verso il fondo. L'attesa è breve.

Bastiano fa di tutto per restare tranquillo, ma non riesce a trattenersi dall'alzare lo sguardo alla ricerca dell'unica luce proveniente dalla cima del pozzo. Quello che vede, però, è un piccolo cerchio bianco che si restringe fino a quasi sparire. Ingoiato dalla terra, viene colto da un intenso attacco di claustrofobia. Nel tentare una fuga impossibile aggredisce a graffi e calci entrambi i suoi compagni. A nulla valgono i tentativi di Giannunzio per far rinsavire il combattente.

Cuore del tempio, pomeriggio del 3° tahner calante (3 ottobre)

Silvy nell'attesa ispeziona le radici e trova una rarissima specie di muffa utile per la produzione di medicine. I tentativi di Carenna di accorciare le distanze con la older si scontrano con la di lei freddezza.

Gli altri, che si sono inoltrati nel corridoio laterale, arrivano in uno slargo cubico di circa cinque metri di spigolo. Sulla destra tre piedistalli con sopra altrettanti oggetti: una lancia spezzata, un arco senza corda ed una torcia consumata. Le armi degli eroi dell'isola. Alle spalle degli oggetti la parete reca delle incisioni con dei motivi geometrici che ricordano, rispettivamente, delle fiamme, il vento e delle nubi.

Diomira percepisce una forte aura arcana provenire dagli oggetti e capisce che questo potere è stato acquisito per via di qualcosa che si è verificato attorno a loro, o per come sono stati utilizzati.

Sulla parete opposta un'incisione occupa la parete nella sua interezza. Rappresenta Ungharaf circondato da montagne. Il suo occhio è chiuso e la figura delle nuvole è sopra la sua testa.

L'esplorazione è interrotta da un forte rumore proveniente dalla stanza principale: l'ingresso all'ascensore si è aperto e ne sono usciti Bastiano, Giannunzio e Skidso in una mischia furibonda. Libero dallo spazio angusto il westan si infiamma e scotta il guerriero, che finalmente si riprende. Dopo un momento di tentennamento sembra chiaro che la crisi sia stata superata, per cui si riprende l'ispezione del tunnel. Bastiano però resterà nella stanza principale, dove c'è più luce e più spazio.

Secondo Wotan il tempio è stato costruito in memoria degli eroi che hanno compiuto l'impresa. Giannunzio afferma che loro si trovano lì perché destinati ad essere i nuovi eroi. Secondo Diomira invece sono lì solo perché sono un gruppo di testardi tombaroli.

Dopo essersi accertata che non ci fossero trappole, Diomira prende la torcia. Nelle sue mani l'oggetto si rigenera, tornando ad essere integra, quindi avvampa emettendo una luce molto intensa. La sacerdotessa viene pervasa da un senso di euforia e completezza. Ora percepisce chiaramente un enorme potere nell'oggetto. Proclama sé stessa "La Portatrice di luce", e rimugina su quale possa essere un nome consono per l'artefatto.

Silvy osserva l'arco: non riconosce il legno con cui è stato costruito, ma sembra chiaro che l'oggetto abbia fatto il suo tempo: oltre a mancare del tutto la corda, il legno ha perso elasticità ed ha un aspetto molto fragile. Ma come per la torcia, non appena viene impugnato questo riacquista vigore ed una corda appare dal nulla. Non solo l'arma emana un'aura portentosa, ma la ragazza si accorge che incoccando una delle frecce magiche trovate al tempio delle scimmie avviene un qualche tipo di sinergia.

Wotan, un po' titubante, afferra infine la lancia. Questa si ripara sotto il suo sguardo, la punta smussata di ossidiana torna ad essere affilata come un rasoio, la sua oscura brillantezza assorbe e riflette la luce emessa dalla torcia di Diomira. Piume dai colori sgargianti - di creature che Wotan non riconosce - appaiono alla base della punta. Pur non essendo esperto il westan si rende conto che l'arma è molto leggera e maneggevole.

Rodrigo pretende di poter maneggiare la lancia, ma ci si rende conto che nelle sue mani torna nello stato in cui l'hanno trovata. Sembra chiaro che funzioni solo nelle mani di chi ha toccato per primo l'oggetto. Secondo Bastiano questo spiega il perché nelle incisioni ai piani superiori è rappresentata una  moltitudine di persone che corre freneticamente verso la fossa.

Proseguendo l'esplorazione si giunge ad un vicolo cieco dopo circa venti metri. La roccia delle pareti sembra diventare più chiara man mano che si avanza, probabilmente perché il corridoio è stato allungato nel tempo.

Giannunzio si concentra sui volti rappresentati nei riquadri. Si accorge che sono rappresentati in tre stili differenti, probabilmente ad ogni stile corrisponde un gruppo etnico. Tra questi volti ne individua uno particolarmente somigliante al Re Scimmia, anche se manca della caratteristica corona. Wotan si accorge che la roccia entro i riquadri suona vuota, e si conviene che ognuno è una tomba. Sì ma di chi? Degli eroi? Dei custodi del luogo? Di quanti hanno superato la prova? O semplicemente di persone importanti?

A gruppi di due - tre persone si risale in superfice tramite l'ascensore idrico.

Tempio del guado, sera del 3° tahner calante (3 ottobre)

Dopo aver fatto una rapida ispezione, Wotan conferma quanto supposto da Bastiano: Grimock è lontano dal tempio ma probabilmente in una posizione che gli permette di sapere se il gruppo dovesse mettersi in movimento.

Mentre si prepara l'accampamento, Diomira, Silvy e Wotan cercano di capire di più sugli artefatti.

La torcia, ribattezzata da Diomira "Torcia divina" o "Luce di Tiretsu-keru", una volta attivata resta accesa per 24 ore, durante le quali chi la impugna può variare l'intensità della luce emessa. In questo periodo aiuta ad orientarsi nelle terre selvagge arrivando a dimezzare il tempo necessario per raggiungere una meta.

La lancia, oltre ad essere molto affilata, conferisce a chi la impugna la capacità di mettere in atto alcune tecniche di combattimento che obbligano l'avversario a mantenersi a distanza ed è in grado di infliggere ferite che causano gran sanguinamento.

Silvy non è altrettanto fortunata, e non riesce a capire quali sono le caratteristiche dell'arco.

Ad ogni modo sembra proprio che i nuovi oggetti dovranno essere usati presto: passata quest'ultima notte al riparo del tempio il gruppo dovrà rimettersi in cammino e sembra inevitabile un incontro con il campione dei cavalcalupi...

Fine sessantaquattresima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus

lunedì 9 ottobre 2023

Il destino di chi non è degno

The Temple's Guardian by Emiliano Delgado

Gli scivoli, mezzogiorno del 3° tahner calante (3 ottobre)

Osservando il naga appena evocato, Diomira riesce a dare una spiegazione al suo senso di deja-vù: il serpente alato ha ispirato delle divinità pagane. La creatura, per la sua maestosità o per la sua pericolosità, ha colpito la fantasia di alcune comunità isolate che si sono convinte trattarsi di una divinità. L'assenza di un custode o uno sciamano hanno fatto attecchire queste convinzioni pagane, che Diomira ha avuto occasione di studiare in passato - anche se non approfonditamente come ora vorrebbe.

Mentre la custode è assorta nei suoi pensieri, il combattimento fra le due creature infuria. La femmina si avvinghia al corpo del naga e gli morde violentemente il muso, lacerandolo e causando un fiotto di fluidi corporei che rendono il pavimento ancora più scivoloso. Aileen e Rodrigo riescono a mantenere l’equilibrio, ma nonostante la sua forma felina Wotan perde aderenza e scivola oltre la fine della discesa, cadendo ed impattando impatta pochi metri più in basso in un terreno pianeggiante. Rodrigo valuta di afferrare la coda del mostro per tirarlo verso il basso, ma si rende subito conto che l'azione è estremamente difficile. Decide dunque di correre in soccorso di Silvy, ancora impegnata con i cuccioli. La creatura emette un forte grido che lascia tutti temporaneamente assordati. Aileen è pervasa da un senso di inutilità e si spaventa a tal punto da cercare l'aiuto del dio felino. Improvvisamente la whirn si ritrova in una zona oscura e, spariti i suoi tentacoli, cade a terra - anche se nessun tipo di pavimento risulta visibile. Appare un'enorme pantera che le se avvicina con aria minacciosa: “La morte è il destino di chi non è degno”, dice il dio, e Aileen dovrà dimostrare di esserlo superando una prova. La visione si interrompe improvvisamente. Dalle pareti fuoriesce un'enorme quantità di oscuri tentacoli brulicanti . Uno di questi afferra Aileen, salvandola dal rovinare fino al fondo della discesa. Gli altri si avvinghiano alle creature volanti - anche il naga evocato da Diomira - e le stritolano violentemente, tingendo le pareti di icore e frattaglie.

Tempio del guado, esterno, mezzogiorno del 3° tahner calante (3 ottobre)

All’esterno il campione sta avvicinandosi al tempio. Bastiano è intenzionato a fare da esca per attirarlo dentro, in modo che Giannunzio, nascosto nei cunicoli laterali, possa attaccarlo ai fianchi. Bastiano sente avvicinarsi la fine e affida la sua arma a Skidzo, con la richiesta di riconsegnarla a Wotan assieme alle sue cose.

Cuore del tempio, primo pomeriggio del 3° tahner calante (3 ottobre)

Nella sua forma felina Wotan si rialza da terra e si guarda intorno. Il corridoio prosegue in due direzioni: proseguendo secondo l'inclinazione della discesa da cui arriva il cunicolo si interrompe dopo una dozzina di metri, nella direzione opposta si giunge invece ad una stanza dopo una trentina di metri. La stanza ha sei colonne molto ravvicinate alle pareti, ed è divisa in due parti. Nella prima parte, quella più vicino all'ingresso, scalini portano ad una zona ribassata il cui pavimento è decorato con un volto - il dio del sole. La seconda parte, cui si giunge dopo essere risaliti tramite scalini dalla zona ribassata, c'è una colonna di almeno tre metri di diametro, molto più grande delle altre e, a differenza di queste che sono ottagonali, è perfettamente rotonda. Robuste radici si sono fatte strada nella stanza ed hanno ricoperto parte delle pareti.

Senza rendersene conto Wotan fa scattare una trappola. Alle sue spalle dei detriti cadono dal soffitto, ma non si tratta di una frana, giacché i detriti si alzano in piedi nella forma di un enorme essere di pietra. Alla sua destra la colonna centrale si apre e ne esce un secondo essere di pietra munito di scudo. Il suo corpo è tempestato di gemme azzurre da cui sembra tragga energia. Anche la colonna di sinistra è sul punto di aprirsi, ma le radici cresciute su di essa la tengono bloccata.

I costrutti sono lenti a muoversi ma portano dei colpi veloci e micidiali. Wotan li evita a fatica dando il tempo ai suoi compagni di raggiungerlo. L'automa più piccolo oltre allo scudo sembra essere protetto anche da un campo di energia. L’esperienza di Rodrigo contro creature mostruose e la potenza della forma felina di Wotan hanno la meglio sui guardiani, anche se hanno subito alcuni duri colpi, tanto che Wotan perde il controllo ed infierisce su uno dei costrutti morenti mentre riassume la sua forma umana. La presenza del westan nudo genera un certo imbarazzo in Yelena ed una curiosità interessata in Carenna.

Tempio del guado, esterno, primo pomeriggio del 3° tahner calante (3 ottobre)

In superficie il campione si avvicina ulteriormente, tanto che Bastiano ne scorge la sagoma e viene assalito dal dubbio che non possa passare dall'ingresso del tempio. Ad ogni modo non sembra intenzionato ad avvicinarsi ulteriormente: forse qualcosa gli impedisce di mettere piede sul terreno sacro del tempio. Bastiano attende sulla porta sperando che presto i suoi compagni riemergano almeno per poter essere in superiorità numerica. Ma il tempio non potrà proteggere il gruppo per sempre, al massimo il giorno dopo dovranno mettersi in cammino per il viaggio di ritorno e il campione avrà tutto il tempo di attaccarli lungo la via.

Cuore del tempio, pomeriggio del 3° tahner calante (3 ottobre)

La grossa colonna risulta cava, come un tubo che va verso l’alto. Ai lati si trovano due piedistalli: su quello di sinistra sono allineate otto tessere di pietra, recante ognuna un simbolo diverso, mentre su quello a destra ci sono quattro cavità della stessa dimensione delle tessere. Oltre la porta a sinistra dell'ingresso si apre un corridoio le cui pareti sono caratterizzate da due file di riquadri scolpiti sulle pareti. Al centro di ognuno un bassorilievo recante un volto stilizzato, ognuno differente dall'altro. A Rodrigo ricordano qualcosa, ma non riesce a capire cosa. Aileen intanto prova ad inserire negli alloggiamenti le tessere con i quattro simboli cardinali individuati nella stanza del pozzo. Dopo pochi istanti dalla colonna proviene un rumore di movimento meccanico, e l’apertura si chiude scorrendo lateralmente. Rodrigo tenta di bloccarla mettendoci qualcosa in mezzo, ma non riesce a reagire abbastanza rapidamente. Subito dopo si sente un forte rumore di acqua e qualcosa che si muove  verso l'alto all'interno della colonna-tubo. Sembra chiaro trattarsi di un dispositivo per la risalita, ma l'occasione di utilizzarlo sembra essere sfumata. Aileen tenta altre combinazioni, ma quello che accade è che la colonna di destra - quella bloccata dalla radice - scatta nuovamente e sembra sul punto di liberarsi dalle radici. Per giusta misura Wotan utilizza i suoi poteri per rinforzare il groviglio che tiene chiusa la colonna. Dopo poco la stanza piomba nuovamente nel silenzio.

Fine sessantatreesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Emiliano Delgado

lunedì 25 settembre 2023

Il campione

Quetzalcoatl: repaint by Camelid

Tempio del guado, mattino del 3° tahner calante (3 ottobre)

Il mattino arriva senza inconvenienti, tuttavia Diomira e Rodrigo raccontano di aver sentito qualcosa di grosso che si muoveva nel bosco, a circa venti metri oltre il cortile del tempio. Diomira ha anche avuto l'impressione di sentire una cupa e secca risata sardonica.

Ci si divide in due gruppi. Bastiano, che si è svegliato male, accompagnato da Skidzo e Silvy andranno in pattuglia nei dintorni del tempio, con la speranza di procurarsi qualche provvista. Gli altri rimangono nel tempio per studiare un piano per la discesa.

Il secondo gruppo dopo un'ora di ispezione dei quattro tunne ciechi si rendono conto che non ci sono passaggi segreti. L'inutilità dei cunicoli è anomala, ci si convince che la loro funzione potesse essere quella di nascondere delle guardie per tendere una imboscata a degli eventuali intrusi.

Il gruppo all'esterno nota, ad una ventina di metri dal cortile del tempio, tracce di un quadrupede di grosse dimensioni. A giudicare dai danni provocati alla vegetazione si è trattato di una bestia molto forte e dotata di corna o rostri ossei. Le impronte sono ovali con tre tozze unghie frontali. Le stesse impronte sono state notate il mattino del giorno prima, prima di arrivare al tempio. Silvy nota delle anomalie nei pressi delle tracce e conclude che potrebbero essere causate da un bastone o una lancia impugnata da qualcuno a cavallo della bestia.

Interpellato, Skidzo ritiene non possa trattarsi di una cavalcatura della sua gente perché loro utilizzano solo lupi o grosse lucertole di fiume, che però sono molto più piccole di quanto suggeriscano queste tracce. Poi tutto ad un tratto inizia a tremare, il colorito che lo abbandona: "Tribù evocato Grimock. No buono! Grimock è campione di cavalcalupi e cavalca un lupo gigantesco!". Incalzato, racconta altri dettagli: pare si nutra di carne viva. Oltre ad essere molto forte e veloce conosce anche i poteri degli sciamani. I racconti dicono che per evocarlo è necessario lo sforzo congiunto di dieci sciamani per la realizzazione di una "pozione" miracolosa. La sua fabbricazione, molto complessa, richiede al culmine della procedura il sacrificio di dieci cavalcalupi.

Il gruppo di cacciatori fa immediatamente al tempio ritorno per avvisare i compagni e valutare il da farsi.

Vista la pericolosità della situazione alcuni sono dell'idea di tornare immediatamente a Torana, mentre altri intendono proseguire: ora che il tempio è stato aperto (e visto che togliendo le chiavi non si richiude) ciò che custodisce potrebbe cadere nelle mani dei cavalcalupi, se non viene recuperato prima.

La cosa si mette ai voti, e nonostante le premesse vince quasi all'unanimità l'idea di proseguire.

Bastiano, Giannunzio e Skidzo restano all’esterno, pronti a respingere un attacco e proteggere l’uscita per i compagni. Magari attirando nel corridoio centrale il grosso lupo potrebbero attaccarlo di sorpresa spuntando dai corridoi ciechi laterali, anche se Bastiano preferirebbe di gran lunga una morte alla luce del sole.

All’interno si scende nel buco. Silvy con calma e decisione è la prima, Wotan arriva sul bordo e dopo essersi spogliato si trasforma in una sinuosa pantera nera. Scivola scivola nell’oscurità mentre Aileen, incantata, non riesce a smettere di fissarlo. La whirn si avvale dei suoi tentacoli neri per scendere, come ha fatto anche il giorno prima. Diomira in modo più convenzionale segue i compagni, con l'aiuto però di tre dei suoi naga. Yelena è più incerta, e ad un certo punto della discesa scivola, ma il fulmine la proietta nuovamente in cima alla caverna, illesa. Il secondo tentativo non è migliore, ma stavolta è Carenna, che la aiuta dando sfoggio della sua agilità. Chiude la fila a fatica Rodrigo, che sembra trarre forza dalla sequela di imprecazioni che non smette di mormorare nemmeno per un momento.

Wotan, che nella sua forma felina è il più agile, si ferma a controllare l'origine della frana che il giorno prima ha quasi travolto Diomira e Aileen. Giunge ad un vicolo cieco dove un meccanismo in legno sembra aver spinto i massi in avanti. Il meccanismo non sembra essersi riarmato, per cui la discesa dovrebbe essere più sicura.

Raggiunti e superati i suoi compagni, prosegue quindi in avanscoperta, e vede appesa al soffitto un'enorme sacca di pelle scura - probabilmente il serpente volante visto dalle sue compagne. Vicino a questa altre "sacche" più piccole. Le creature non sembrano essere disturbate dal passaggio di Wotan, che prosegue e si accorge che dopo la terza rampa si arriva finalmente ad una zona pianeggiante. Torna indietro per avvisare i compagni tracciando segni sul terreno.

Iniziano tutti la discesa, ma a metà strada un grido stridulo lacera il silenzio, seguito dal suono di ali membranose: il serpente piomba su di loro. Silvy scatta in avanti per allontanarsi dalla creatura ma cade rovinosamente in uno dei buchi profondi in prossimità delle piattaforme, restando frastornata. Viene subito aggredita da uno sciame di creature più piccole - si tratta di non più di tre esemplari, ma delle dimensioni di un'aquila. Ferita dai cuccioli, riesce ad uscire dal buco, al quale resta aggrappata per non scivolare verso il fondo della rampa. Woran la supera con un balzo, piombando su una delle creature e sbranandola selvaggiamente. Quando il primo smette di muoversi balza immediatamente sul secondo: nella sua forma bestiale sembra essere mosso da una brama di carne insaziabile.

La creatura più grande cerca di ghermire Diomira con la sua coda, ma la custode riesce a divincolarsi dalla presa prima che questa la immobilizzi. In tutta risposta alza in alto il quo bastone ed incanala i poteri dei sacri rituali per invocare un enorme naga quasi identico al serpente alato. Quello evocato ha una pigmentazione nettamente più appariscente e ricorda a Diomira l'aspetto di alcune divinità pagane venerate in luoghi remoti. Il mostro, come se se l’aspettasse, avvolge la sua coda sull’antagonista alato appena apparso e lo morde sul muso. Diomira non sa ci vincerà la lotta: l'importante è avere una possibilità di allontanarsi da lì e di certo non se la farà sfuggire.

Fine sessantaduesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Camelid