lunedì 7 ottobre 2024

La strana coppia

Dr. Aerin Alken (Medic by Bri-in-the-Sky)

Sede della Corporazione, mattino del 3° ahner crescente (3 aprile)

La chiacchierata con Autolycus ha dato grossi risultati, ma a Rollone è venuta l'idea di parlare con qualcuno della Corporazione. Autolycus si ricorda della dottoressa Aerin Alken da cui andava per controlli e riparazioni quando era piccolo. Rollo non si fida a lasciare solo il compagno perché suppone che il suo problema possa dipendere da un meccanismo che qualcuno fra i suoi dottori gli ha impiantato. Autolycus ha una fiducia incrollabile nella Corporazione che gli ha salvato la vita ma promette comunque all’amico che avrebbe cercato di farlo rimanere nell’ambulatorio durante la visita. Prima di andare alla Corporazione Rollo racconta una favola motivazionale sul vento e il sole per la fiducia in sé stesso di Autolycus. 

C’erano una volta il Vento e il Sole che iniziarono a litigare su chi dei due fosse il più forte.

– Il più forte sono io, che con il mio soffio spazzo via le chiome degli alberi! – esclamava il Vento

– No! Il più forte sono io che coi miei raggi brucio le sabbie del deserto! – rispondeva il Sole

Decisero allora di fare una gara per stabilire chi fosse realmente il più forte dei due.

– Facciamo così mio caro Sole, vediamo chi per primo riesce a togliere i vestiti a quel viandante – disse il Vento.

– Ci sto! – rispose il Sole.

Il vento allora prese a soffiare impetuosamente contro un povero viandante che passava vicino a loro. Ma l’uomo si strinse più forte nelle sue vesti. Il Vento allora soffiò ancora più forte e più freddo, ma il viandante tirò fuori dalla sua bisaccia un mantello e si coprì ulteriormente. Prova e riprova per il Vento non ci fu nulla da fare…

– Ora, se permetti, vorrei provare io… – disse il Sole mentre il Vento gli cedeva di malavoglia il posto.

Il Sole iniziò a splendere timidamente, il viandante sentendo i tiepidi raggi del sole risplendere sul suo viso si tolse la mantella e la ripose nella bisaccia. Il Sole sorrise e piano piano aumentò l’intensità dei suoi dolci raggi. Il viandante dapprima si allargò il collo della giacca, poi tolse anche quella iniziando a sudare. Il Vento che si vedeva ormai sconfitto, non era per nulla contento. Il Sole continuò a scaldare il viandante finché questo non si tolse tutti i vestiti, e non appena scorse un fiume lì vicino vi si buttò dentro per rinfrescarsi. Il Sole fece un largo sorriso nei confronti del Vento, che indispettito per aver perso la scommessa, se ne andò via senza farsi più vedere per mesi e mesi.

I due riescono a farsi ricevere subito dalla dottoressa. La receptionist li invita a seguire una palla fluttuante robotica che li conduce nei meandri del labirintico complesso. Mentre avanzano di corridoio in corridoio, Autolycus butta l’occhio oltre una porta socchiusa, dove vede qualcuno legato ad una sedia dalla quale si protendono diversi attrezzi e tubi metallici. Prima di vedere altro, gli si para davanti un uomo: il volto pallido incorniciato da capelli lunghi e neri, poco curati. Una vistosa cicatrice da fuoco o acido su tutto lo spazio della mandibola, su fino alle orecchie. Il vestito nero, forse un camice, con svariati apparecchi da cui si diramano e convergono diversi tubi. Non dice nulla ma lo guarda con ira. Gli si fa incontro quasi a volerlo attaccare, ma si limita a sbattergli la porta in faccia.

Arrivati al laboratorio e dopo le presentazioni, la dottoressa Alken promette a giorni un esame approfondito e intanto procede ad un esame rapido. Attacca dei fili dietro il collo di Autolycus in prese che nemmeno ricordava di avere. All’improvviso si spengono tutti i macchinari, dai cavi escono scintille e Autolycus diventa rabbioso. La dottoressa viene mandata gambe all’aria con un colpo, Rollone stacca velocemente i cavi nella speranza di poterlo calmare con più facilità. Alken si rimette in piedi e rovistato nella scrivania e ne estrae una sorta di balestra. Autolycus ancora più rabbioso scaglia una bolla di energia su Rollo, che fortunatamente schiva. Il whirn si fa avanti per calmare Autolycus, e riesce a distrarlo il tempo necessario alla Alken di colpirlo con un dardo soporifero.

Sede della Corporazione, primo pomeriggio del 3° ahner crescente (3 aprile)

Autolycus si sveglia dopo qualche ora. E' stato trasportato in infermeria ed assistito da Rollo (che nel frattempo ha leggiucchiato un libro di erboristeria) e da un'infermiera anche lei in parte meccanica. Autolycus viene dimesso con la raccomandazione di non fare sforzi eccessivi e soprattutto evitare i luoghi affollati. I due tornano al bosco dove hanno avuto a che fare con i topi: Rollo vuole trovare delle erbe per mettere ko l'amico casomai dovesse avere un'altra crisi.

Distretto Halda, pomeriggio del 3° ahner crescente (3 aprile)

Nonostante l'aria aperta si sente un debole odore di decomposizione, ma non se ne trova la causa. Qualche topo saltella qua e là, ma nulla di preoccupante, a differenza dell'insistente gracchiare dei corvi.

Mentre Rollo va in cerca di erbe Autolycus rimane di guardia. La ricerca dà buoni frutti e nel viaggio di ritorno si decide di fare domande in giro sull’odore di morte. Si avvicinano ad un fattore, ma questo va subito su tutte le furie scambiandoli per dei ladri di verdure. Chiama a rinforzo due ragazzoni armati di forcone. Rollo scatta veloce uscendo dalla vista mentre Autolycus, nel tentativo di imitare l'amico, cade rovinosamente. Gli avversari subito gli sono addosso colpendolo alla schiena; è solo grazie alla tempra sovrumana di Autolycus se ha subito solo danni superficiali.

I contadini vorrebbero portare Autolycus dai guardiani erranti, ma solo dopo una lunga ed estenuante discussione Rollo riesce a convincerli di averli confusi con qualcun altro e finalmente possono tornare a casa.

Palco 51, sera del 3° ahner crescente (3 aprile)

Si torna al palco per rifiatare ed effettuare le riparazioni del caso in modo da mettere la parola fine alla giornata impegnativa. I due decidono di andare al più presto all’orfanotrofio sia per cercare informazioni su Torrin Xuthi che sul passato di Autolycus stesso.

Fine quattordicesima puntata.


Diario a cura di Eros Rollone
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Bri-in-the-Sky

lunedì 23 settembre 2024

Pubbliche relazioni

Ignea by  AdamLutodelle

Teatro dell'Arcinbobolo, tarda mattinata del 2° enhor crescente (2 aprile)

Belletto incontra Wren e Amaranta degli Oleandri, la cui chimica, Amaranta, è specializzata in effetti speciali. Successivamente, si rivolge a Stella Mara e alla misteriosa Nimerona, una figura immobile e inquietante che la segue come un'ombra.

Autolicus non trova il coraggio di parlare con Stella Mara e offre il suo aiuto a Klik che ha la sensazione che nuovamente i suoi attrezzi siano stati spostati. Infatti con la coda dell’occhio si avvede che uno di essi si è mosso. Klik preoccupato porta cleto alla luce del sole per una accurata ispezione.

Rollo, desideroso di scoprire le origini dell'ARCA, si rivolge all'arbitro. Questi gli suggerisce di consultare il decano Baydin, solitamente oberato di impegni ma ora libero dopo la gara. Baydin, affascinato dalla storia apparentemente bizzarra del ciabattino fondatore, lo indirizza verso una ricca documentazione che ne attesta l'autenticità. Sembra che tutto sia iniziato con delle marionette create per intrattenere i figli dei clienti, per poi evolversi in un vero e proprio teatro. Tuttavia, mancano prove fisiche concrete. Per facilitare le ricerche di Rollo, Baydin gli promette l'accesso alla sua biblioteca personale, invitandolo a condividere le scoperte.

Klik fa un'inaspettata scoperta tra i suoi attrezzi: una fatina meccanica, Ignea, nascosta per sfuggire a qualcuno. La creatura, precedentemente imprigionata, si era infilata in una scatola e, una volta libera, aveva seguito un ragazzone mezzo meccanico per poi infilarsi nella sua curiosa borsa degli attrezzi. Commosso dalla sua storia, Klik decide di costruire una piccola dimora per lei, ma mentre sta predisponendo tutto, Ignea si nasconde all'apparire di Stella Mara e della misteriosa donna velata, Nimerona. Questo episodio rafforza i sospetti di Klik sulla vera natura di Nimerona.

Capitaneria di porto, primo pomeriggio del 2° enhor crescente (2 aprile)

Mentre Klik rimane a lavorare in segreto alla casa delle bambole, gli altri si recano alla capitaneria di porto. Fingendo di aver trovato una cassa timbrata e voler ottenere una ricompensa dal destinatario si ottiene un nome: Cedak, un mercante con vari magazzini.

Ritornati alla casa del vicolo perlustrano i dintorni nella speranza di identificare le attività che si svolgono all’interno dell’edificio. E’ una zona benestante anche se non nobiliare prevalentemente di abitazioni prestigiose e qualche attività. Per avvicinarsi Belletto finge di dover orinare nel vicolo, e nota che la porta, anche se non è un portone, è abbastanza grande da far supporre che dietro vi sia un magazzino.

Belletto parlando con Alissa scopre che il capofamiglia Granar Cedak commercia in vini pregiati ed altro e riesce, non senza difficoltà, a strapparle l’impegno di fare qualche domanda senza smuovere troppo le acque.

Autolycus è in cerca di suggerimenti per trovare il modo di mettersi fuori gioco nel momento in cui perde il controllo per evitare di far male ai suoi amici. Vorrebbe capire da dove viene il suo problema. Rollone si offre di fare con lui una chiacchierata per stabilire l’origine del problema e indirizzarlo verso il giusto specialista.

Fine tredicesima puntata.


Diario a cura di Eros Rollone
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) AdamLutodelle

Onori e amori

Ilyo Baydin (Commissioned Space Noble by Ilya Baydin)

Teatro dell'Arcinbobolo, mattino del 2° enhor crescente (2 aprile)

Prima della gara Rollo carica i suoi attori con un discorso di incoraggiamento:

Parole per ogni occasione evenienza e convenienza: parole leggere come piume e pesanti come macigni, parole dolci come zucchero e amare come il fiele, parole penetranti come lama e tenere come il burro. Tutti le possono avere, parole corte e parole lunghe, parole tanto per dire, parole per fare, parole bugiarde e parole vere, parole di conforto e di circostanza, parole di guerra e di pace, parole di speranza e disperate, parole a caso e per tutti i gusti. 

Le parole vanno dette nel modo giusto al momento opportuno, non puoi usarle senza precauzioni potrebbero bruciare alla velocità degli sterpi o scaldare come il fuoco in inverno. Qual è dunque il nostro mestiere?! ATTORI!!!!

L'arbitro Clement Cartridge riepiloga brevemente le regole della disfida:

  • Due palchi si contendono i giudizi dei giurati recitando a canovaccio delle scene.
  • Le scene, o atti, vengono comunicati dall’arbitro. I palchi hanno 30 secondi per prepararsi.
  • Le scene possono includere dei vincoli. La violazione dei vincoli, a giudizio dell’arbitro, genera una ammonizione. Se un palco riceve un totale di tre ammonizioni, anche tra scene differenti, perde la scena corrente.
  • Nella scena possono prendere parte più partecipanti in modo diretto (sul palco) o indiretto (es. effetti di scena). La presenza di attori sul palco può essere limitata dall’arbitro.
  • Al termine di ogni scena i giurati votano la loro preferenza per le performance di un palco o l’altro. Chi ha la maggioranza dei voti vince la scena.
  • Vince il palco che si aggiudica tre scene.

I tre giurati sono: Wren, membro della compagnia "Teatro degli oleandri"; Ilyo Baydin, docente dell'ARCA e Stella Mara, del Consiglio di Amministrazione dell'ARCA.

Sono presenti anche alcuni spettatori:

  • Una donna il cui volto è celato da un velo scuro
  • Aline De Gavrillac de Bourbon, su invito di Jean Jaques
  • Una giovane donna in abiti viola che dalla foggia fanno pensare ad un adepto
  • Ariagan, l'oste dell'Accademia dell'Ancora
  • Alissa Redwyne, impresario del Palco 51

I titolo della sfida è "Onori e Amori", si tratta di una commedia ambientata nel periodo della guerra.

Atto 1: Il contendere

Lara e Mara, due nobildonne, sono ad un bistrot con i rispettivi mariti e si contendono le attenzioni del giovane Marcantonio.

  • Lara e Mara sono interpretate da attori/attrici dei palchi in competizione
  • Marcantonio è una presenza passiva fuori campo. Le attrici possono dargli voce in modo indiretto (“Come dite? Preferite il the al bergamotto? Oh ma che coincidenza!”)
  • Lara e Mara devono far attenzione a non essere scoperte dai rispettivi mariti. I mariti sono presenze passive fuori campo, sarà il giudice a stabilire se le azioni di Lara e Mara sono troppo palesi, nel caso assegnando una ammonizione.
  • Sul palco possono apparire al massimo due attori per ogni squadra. Gli attori non principali (Lara e Mara) possono comunque scambiarsi.
  • La scena si conclude a discrezione dell’arbitro che annuncia che i mariti di Lara e Mara desiderano tornare a casa.

Jean Jaques sale sul palco interpretando Lara, mentre per i Pagliacci sarà Feliziana ad interpretare Mara. La recitazione di Jean Jaques viene osteggiata da Elbidio, che sale sul palco da secondo attore e nei panni di un cameriere innamorato si frappone geloso tra Lara e Marcantonio decantando il suo amore per la donna. Belletto sale sul palco come gendarme e tenta di liquidare il cameriere arrestandolo per violazione di una qualche legge. A questo punto l'arbitro ammonisce il Palco 51 per aver fatto deragliare la trama dal tema iniziale. Non solo: Feliziana sembra essersi istantaneamente innamorata di Belletto.

La recitazione di Jean Jaques è buona, ma l'ammonizione li penalizza troppo ed il punto va ai Pagliacci.

Uno a zero per i Pagliacci.

Atto 2: Il difendere

Antonmarco è il marito di Mara. Appresi gli interessi della moglie, affronta a viso aperto Marcantonio, per intimargli di rinunciare alle attenzioni della donna.

  • Mara è una presenza passiva fuori campo, ed ancora una volta può esserle data voce in modo indiretto.
  • Antonmarco deve essere un attore dei Gravi Pagliacci, che si sono aggiudicati la scena precedente. Marcantonio deve essere un attore del Palco 51.
  • Oltre ai due attori principali sul palco possono esserci altri tre attori nello stesso momento, a prescindere dalla squadra. Se troppi attori salgono contemporaneamente, è l'arbitro a decidere chi è salito prima.
  • La scena si conclude a discrezione dell’arbitro con l’arrivo di una staffetta che intima ad Antonmarco e Marcantonio di recarsi immediatamente in caserma per prender parte alla guerra.

Belletto interpreta Marcantonio, Omar Antonmarco. Nella corsa al palco vincono Jean Jaques che intende interpretare la fidanzata di Marcantonio, Eros Rollone che interpreta il "gemello" di Marcantonio e Piergiangiacomo Franco Maria che fa da portavoce di Omar.

Nonostante la recitazione dei tre del Palco 51, Piergiangiacomo Franco Maria reinterpreta ogni parola come offesa al "suo signore". Omar sembra prendere molto sul serio quello che dice Piergiangiacomo Franco Maria, tanto che mette mano alla sua spada - che è vera e non di scena - ed attacca Belletto, che non reagisce. L'arbitro prontamente ammonisce i Pagliacci, che perdono la scena.

Uno pari per il Palco 51

Atto 3: L'onore

Il Generale Takeshi deve scegliere chi mettere al comando di un battaglione per una missione importante. Il sergente Foglioni ed il sergente Festicoli dovranno argomentare perché questo comando vada assegnato a loro. E’ importante che Foglioni e Festicoli risultino agli spettatori degli incompetenti.

  • Il Generale è una presenza passiva fuori campo e può essergli data voce in modo indiretto.
  • Foglioni e Festicoli devono essere interpretati da attori di palchi differenti.
  • Sul palco può apparire un ulteriore attore per ogni palco, oltre all’attore principale.
  • La scena si conclude a discrezione dell’arbitro, che interpretando Takeshi dirà “Ho deciso. La guida del battaglione sarà affidata a…” (senza dire il nome)

Autolycus - che non riesce a staccare gli occhi da Stella Mara tanto ne è affascinato - interpreta Foglioni, ed è affiancato da Azlyn che interpreta il caporale Fagina. Festicoli è interpretato da uno "sgorbio" dei Gravi Pagliacci, affiancato da Puguglio che interpreta il soldato semplice Astemio. Lo "sgorbio" farfuglia parole incomprensibili che suscitano ilarità, mentre Puguglio le traduce a beneficio di Takeshi ed il pubblico.

Autolycus si impappina per l'imbarazzo quando si rende conto di essere in scena e soprattutto sotto lo sguardo attento di Stella Mara. L'effetto è esilarante, tanto che anche Ilyo Baydin trattiene a stento le risate, mentre Wren ride scompostamente tra le lacrime.

Le votazioni dei giudici sono a favore del Palco 51, ed anche alcuni tra i Gravi Pagliacci applaudono la performance di Autolycus.

Due a uno per il Palco 51.

Atto 4: Il lutto

Il marito di Mara è morto in battaglia. Marcantonio è incaricato di comunicare l’evento alla vedova.

  • Gli attori devono essere gli stessi che hanno interpretato i ruoli di Mara e Marcantonio.
  • Sul palco sono ammessi due altri attori per ogni squadra.
  • La scena avviene in un luogo affollato. Comportamenti eccessivamente non adeguati saranno penalizzati da un’ammonizione.
  • La scena si conclude a discrezione dell’arbitro, che interpretando un attendente di Marcantonio gli dirà “Signore, è il momento di andare, ci sono altre vedove da informare”

Belletto torna sul palco come Marcantonio, affiancato da Azlyn che interpreta Fagiana e Leucosia che interpreta il fantasma di Antonmarco. Feliziana torna ad interpretare Mara, affiancata da Elbidio.

Feliziana non riesce a trattenere i suoi sentimenti per Belletto, e nonostante l'intervento di Elbidio va spesso fuori tema o si comporta in modo troppo esplicito. Azlyn e Leucosia inoltre danno un apporto molto importante, portando il palco ad aggiudicarsi la scena.

Tre a uno per il Palco 51.

Sipario

Il pubblico sembra aver apprezzato molto. Dopo aver ringraziato i presenti i Gravi Pagliacci si defilano ed i membri del Palco 51 possono interagire con i presenti. Leucosia finalmente può parlare faccia a faccia con Ilyo Baydin. Eros Rollone cerca informazioni sulla storia dell'ARCA rivolgendosi a Clement Cartridge. Jean Jaques si dirige verso la bellissima Aline, che lo attende con un sorriso. Nel frattempo Autolycus nota che la figura velata si avvicina a Stella Mara; le due scambiano alcune parole e con notevole sorpresa si accorge che stanno parlando di lui...

Fine dodicesima puntata.


Diario a cura di Eros Rollone
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Ilya Baydin

lunedì 16 settembre 2024

Prove generali


Distretto Wenval, pomeriggio del 2° ahoer crescente (31 marzo)

Mingher Alish esce di casa col vestito della domenica. Jean Jaques lo pedina a poca distanza, fino ad arrivare nella zona bene della città. Non sembra essersi accorto di essere pedinato, e dopo aver imboccato una stradina laterale sparisce in una porta, la stessa dove un tizio sta facendo avanti ed indietro evidentemente portando all'interno delle casse timbrate. Jean Jaques passa con noncuranza e memorizza il marchio (lo stencil di un cerchio diviso orizzontalmente da due righe), ma mentre sbircia oltre la soglia il suo sguardo incrocia quello di una guardia armata. Questa si fa avanti e dopo un breve scambio di insulti Jean Jaques viene allontanato. Più tardi si scoprirà che il simbolo viene usato al porto per indicare il destinatario della merce. Facendo domande con discrezione si potrebbe scoprire di più.

Palco 51, pomeriggio del 2° ahoer crescente (31 marzo)

Nel frattempo gli altri si recano all’Accademia dell'Ancora per ritirare il premio per il lavoro svolto per conto di Slavyach e si fa la conoscenza con la nuova cameriera, una tal Carenna di ritorno dall’isola di Tiwia. Anche la nuova cameriera come Ariagan sembra essere interessata a Leucosia. Autolycus posa gli occhi su un’altra missione della bacheca del valore di ben 20000 drog che consiste nell'infiltrarsi nell’organizzazione dei repubblicani, e si convince di essere in grado di portarla a termine. Leucosia riesce a farlo temporaneamente desistere, almeno fino alla sfida con i pagliacci, allorché, gli suggerisce, che probabilmente Rollone potrebbe essere in grado di addestrarlo alla missione di spionaggio.

Palco 51, 2° tehner crescente (1 aprile)

La compagnia passa la giornata ad esercitarsi su vari stili di improvvisazione teatrale. Azlyn e Klik progettano e realizzano complementi di vestiario che possano identificare i membri della compagnia. Dato che quello che sarà l'arbitro del match è il fratello di un noto avventuriero brone, optano per spallacci protettivi (di scena) e come simbolo si decide per una coppia di maschere.

Tutto è pronto per la sfida del giorno dopo.

Fine undicesima puntata.


Diario a cura di Eros Rollone
Revisione a cura di Ohmnibus

lunedì 2 settembre 2024

Kaboom!

△kira Unit by Marcin Rubinkowski

Bosco ai margini del distretto Halda, tardo pomeriggio del 2° nehener crescente (30 marzo)

Mentre Belletto, Leucosia, Rollone e Aileen corrono lontano dalla tana, Autolycus, Jean Jaques e Klik fanno amicizia con la creatura rattogena.

La via davanti a loro è sgombra, essendo più veloci dei topi, ma arrivano dei corvi che “radunano” i roditori che li circondano. Sembra non esserci via di fuga.

La creatura rattogena abbraccia con inquietante gentilezza Autolycus, che lascia fare finché non si rende conto che le parti biologiche del rattogeno si stanno fondendo con le sue. I tre cambiano improvvisamente registro ed attaccano la creatura, finché questa non inizia a fumare al che i nostri pensano bene di darsela a gambe.

I quattro in fuga verso la fattoria iniziano ad avere mal di testa e percepiscono nelle loro menti la frase “Nemici dei corvi!”, al che capiscono trattarsi di una vendetta dei tengu. Leucosia parlamenta ed ottiene una tregua, ma mentre i corvi mettono in fuga i ratti, il tronco sradicato dietro di loro ed un’ampia parte di terreno esplode. L’onda d’urto stermina i ratti e manda i nostri a gambe all’aria.

Quando si ripigliano vanno a cercare i compagni e li trovano malridotti ma vivi. Una qualche forza li ha protetti dall’esplosione.

Avvisano Slavyach del lavoro completato e si vanno a fare un bagno.

Autolycus sogna di fuggire da un luogo pieno di vasche e cilindri pieni di liquido e qualcos’altro. Il suo corpo è piccolo e non sembra umano. Nella fuga scardina un tombino, che gli resta attaccato addosso e diventa parte di sé. Fugge per tubature buie fino ad arrivare al mare.

Bosco ai margini del distretto Halda, mattino del 2° ahoer crescente (31 marzo)

Il giorno dopo tornano sul posto per cercare i resti del rattogeno, ma non trovano nulla. Probabilmente qualcuno deve aver fatto sparire ogni traccia. La Corporazione?

Distretto Wenval, tarda mattinata del 2° ahoer crescente (31 marzo)

Tornano in città per parlare con i tengu. Questi non vogliono sentire ragioni: devono avere il colpevole della morte di Breda.

Jean Jaques non è per niente contento della situazione, ma alla fine acconsente, insieme a Belletto, di tornare a parlare con Alish. I due si scusano di quanto accaduto con i compagni e lo avvisano che l’anello è un oggetto pericoloso. Alish sembra essere scosso quando apprende che l’oggetto è stato costruito con lo scopo di assorbire energia vitale, ma si rifiuta di dire chi glielo ha dato.

Belletto non insiste, e dopo essersi fatto firmare la ricevuta per poter riscuotere il premio della missione, saluta cordialmente. Quello che non dice è che si apposterà per pedinare Alish.

Fine decima puntata.

Diario a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Marcin Rubinkowski

lunedì 26 agosto 2024

Viaggio al centro dell’anello di terra

Two mouse by yang qi917

Bosco ai margini del distretto Halda, pomeriggio del 2° nehener crescente (30 marzo)

Rollone riesce a calmare il furioso Autolycus e convincerlo ad inseguire il mostro invece che trovarselo di fronte. La creatura sembra girare intorno a qualcosa e secondo Rollone per risolvere la situazione bisogna trovare quel qualcosa.

Leucosia tenta la comunicazione telepatica, ma la creatura non sembra essere senziente.

L’anello non ha deviazioni e l'unico accesso è tunnel d’ingresso. Se quel "qualcosa" non è sotto potrebbe trovarsi in superficie, immagina Rollone. Belletto si offre per andare a controllare. Cospargendosi di melma puzzolente si camuffa con successo e infatti i topi sembrano non vederlo, mentre esce osserva il teschio incastrato fra le radici. Il teschio di volpe si trova lì da tempo immemore . Ha qualcosa di strano ma non sembra legato all’infestazione di topi. Quando lo tocca per un istante il dito resta attaccato, come se il teschio avesse una temperatura molto al di sotto dello zero, ma subito dopo l'oggetto si riduce in polvere conferendo a Belletto il potere di creare una singola esplosione di gelo a distanza.

Ad Autolycus torna in mente una triste favola sentita in orfanotrofio di uno straccione talmente sporco che dei topi nascevano da sotto i suoi stracci luridi, allontanato dalla città morì in solitudine nel bosco. 

Rollone stima la posizione esatta del centro e Belletto esce nuovamente in esplorazione per cercare magari una tomba nascosta dal sottobosco. Raggiunto il centro e scavando con attrezzi di fortuna non trova altro che nugoli di topi che escono dal terreno. In quel punto le aperture sono più piccole e la cosa potrebbe suggerire che il centro non sia la meta dei giri del verme ma magari l’origine e ingrandendosi mano a mano si allarghi il raggio.

Mentre Belletto ragiona su quello che non ha trovato viene sorpreso da una creatura con due teste da topo, che si frappone fra lui e l'ingresso al tunnel. Chiede aiuto telepaticamente a Leucosia (la ragazza aveva precedentemente attivato una connessione telepatica con lui e con gli altri), e in pochi secondi ottiene manforte. Leucosia torna a ad osservare meglio il verme e Rollone rimane nel tunnel come si trovasse (ben protetto) nella sua buca del suggeritore. Chiunque si affacci dalla buca viene rincorso dai tanti topi presenti tranne JJ che è abbastanza veloce da evitarli. Lo spadaccino raggiunge il grosso topo  bicefalo e lo colpisce con la sua tecnica mordi e fuggi aiutando Belletto con i suoi movimenti. Belletto però è lento e viene colpito dal mostro con una sciabola d’osso. Ferito balza indietro e proclama "Attenti! La creatura sembra muoversi tra i rovi senza esserne intralciata!". Tanto basta ad attivare la sua aura di menagramo e far inciampare e cadere la creatura.

Aslyn sbaglia il lancio di una freccia e ferisce gravemente Belletto che arretra nuovamente e Autolycus tenta un placcaggio, mancando pure lui il bersaglio. La battaglia continua ma la creatura è in chiaro svantaggio. Dopo che JJ finisce il mostro, tutti rientrano nel buco e Rollone presta soccorso al compagno ferito.

Leucosia osserva da lontano il passaggio del verme: è un essere biomeccanico dal torso è umanoide. Si trascina con un enorme braccio irto di aculei o forse dita, mentre con l'altro arto, molto più piccolo, porta il cibo alla bocca. Dalla vita in giù si gonfia in un'enorme sacca vermiforme che occupa tutta la sezione del tunnel. Il ventre gonfio contiene qualcosa che si contorce come una sorta di gigantesca incubatrice per topi. Sembra ignorare la luce ma toccandone la coda pare in grado di percepire sensazioni tattili. Rollone propone di prepararsi con veleno e olio incendiario prima di affrontarlo mentre Autolycus scende seguito da JJ per tentare di parlare col verme biomeccanico.

Belletto esce e ispeziona la carcassa del topo a due teste e osserva essere vestito con cuoio malamente cucito ma in cui vuole vedere la mano dell’uomo. Mentre JJ ed Autolycus restano nella tana, gli altri decidono di fuggire verso la fattoria. Belletto, Aslyn e Leucosia riescono a lasciarsi i topi alle spalle ma Rollone rimane indietro e inizia ad essere morso dai ratti. Riesce a divincolarsi per un soffio e raggiunge le compagne trasformato in una maschera di sangue.

Nel tunnel, la testa del verme sbuca dalle tenebre verso al luogo dove Autolycus è in attesa. Quando lo raggiunge la creatura si ferma, si gira verso di lui e...

Fine nona puntata.


Diario a cura di Eros Rollone
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) yang qi917

lunedì 24 giugno 2024

Loop

Ront Slavyach (Head by Vyacheslav Safronov)

Fattoria Slavyach, distretto Halda, primo pomeriggio del 2° nehener crescente (30 marzo)

La fattoria Slavyach si trova poco fuori le mura nord di Belkar, in lontananza prima delle colline si intravede un bosco.

Ront Slavyach è un brone calvo dalla barba rossa e lavora con tutta la famiglia nella fattoria, dodici persone in totale. Le attività principali consistono in coltivazione e allevano di ovini e suini. Da circa una settimana lottano contro una terribile infestazione di topi mai vista prima di allora. Sono solo topolini, ma talmente aggressivi da attaccare anche le bestie. Infatti semplicemente spostando una zolla di esce una moltitudine di topini. Jean Jaques ne infilza qualcuno che Autolycus e Klik prontamente esaminano: pur sembrando topi normali non hanno l’ombelico.

Vengono fatte le prime domande di rito su vicini e concorrenti per cercare di far luce sulla vicenda, quindi si procede ad ispezionare la fattoria a partire dalle cantine. La compagnia è accompagnata dalla dimessa Ivanka, la moglie di Ront. Conversando con lei, Belletto si fa raccontare che la sera prima dei primi avvistamenti il marito era ritornato tardi dal lavoro abbandonando l'ascia all’entrata - cosa che non fa mai. Ispezionando l’attrezzo si scoprono dei residui di liquido nero, residui di decomposizione vegetale. Da Ront stesso si viene a sapere che, avendo avuto in concessione dalla giunta di castello un terreno ai margini del bosco, la settimana scorsa ha iniziato i lavori di disboscamento ed ha fatto tardi per sradicare un grosso tronco marcio.

Bosco ai margini del distretto Halda, pomeriggio del 2° nehener crescente (30 marzo)

Con pochi dubbi in merito la compagnia si avvia verso il luogo. Avvicinandosi alla zona i topi si fanno via via più numerosi e audaci finché un nugolo di queste creature punta il gruppo. Tutti si lanciano in una corsa forsennata verso l’albero, mentre Jean Jaques si attarda per rallentarne l’avanzata. Arrivati al tronco in anticipo rispetto agli animali si fa appena in tempo ad esaminare la scena: un grosso tronco marcio è stato sradicato dal terreno, lasciando un ampio cratere. Sul fianco è visibile un passaggio di circa mezzo metro di diametro. Incastrato tra le radici del tronco ora esposte all'aria Belletto nota il teschio di un animale grande circa come quello di un cane di taglia media. Prima che i topi si avventino su di loro, i membri della compagnia accendono delle torce e, con Autolycus in testa, si infilano nel cunicolo.

Solo Rollone riesce a muoversi senza troppa fatica nel tunnel, che dopo qualche metro di lenta discesa diventa orizzontale. L'odore di escrementi, urina e marciume fanno rimettere Autolycus, prima, e Rollone poi.

Il tunnel si allarga fino ad un metro e venti circa, e termina in una parete di carne in lento movimento orizzontale. Non si tratta di un essere vivente ma di una sorta di tessuto organico vivente. Dopo il suo passaggio si rivela essere simile ad un enorme verme che si muove in un tunnel delle sue dimensioni. Dall'estremità posteriore lascia una scia di gelatina grumosa. La gelatina si muove fremendo finché delle piccole bolle scoppiano facendo uscire minuscoli topolini privi di ombelico. Questi topolini si dileguano, man mano che emergono dalla gelatina, in fori laterali. Dagli stessi entrano nel tunnel esemplari adulti che appoggiano del cibo a terra, dopo che la gelatina è stata riassorbita. Questo tunnel, a giudicare dalla curvatura, sembra formare un cerchio di una ventina di metri di diametro.

Si accende una discussione sul da farsi, c’è chi vorrebbe ispezionare il tunnel e chi immagina tattiche di battaglia, come lasciare veleno per topi lungo il suo percorso o lanciare secchiate di pece infuocata sull’essere oppure ancora aprirgli uno squarcio lungo il fianco con la spada al suo passaggio.

Mentre si discute Autolycus dà segni di irrequietezza che culminano con una delle sue esplosioni di rabbia. Infuriato, si lancia gesticolando si lancia nel buio tunnel per andare incontro alla creatura...

Fine ottava puntata.


Diario a cura di Eros Rollone
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Vyacheslav Safronov