lunedì 25 settembre 2023

Il campione

Quetzalcoatl: repaint by Camelid

Tempio del guado, mattino del 3° tahner calante (3 ottobre)

Il mattino arriva senza inconvenienti, tuttavia Diomira e Rodrigo raccontano di aver sentito qualcosa di grosso che si muoveva nel bosco, a circa venti metri oltre il cortile del tempio. Diomira ha anche avuto l'impressione di sentire una cupa e secca risata sardonica.

Ci si divide in due gruppi. Bastiano, che si è svegliato male, accompagnato da Skidzo e Silvy andranno in pattuglia nei dintorni del tempio, con la speranza di procurarsi qualche provvista. Gli altri rimangono nel tempio per studiare un piano per la discesa.

Il secondo gruppo dopo un'ora di ispezione dei quattro tunne ciechi si rendono conto che non ci sono passaggi segreti. L'inutilità dei cunicoli è anomala, ci si convince che la loro funzione potesse essere quella di nascondere delle guardie per tendere una imboscata a degli eventuali intrusi.

Il gruppo all'esterno nota, ad una ventina di metri dal cortile del tempio, tracce di un quadrupede di grosse dimensioni. A giudicare dai danni provocati alla vegetazione si è trattato di una bestia molto forte e dotata di corna o rostri ossei. Le impronte sono ovali con tre tozze unghie frontali. Le stesse impronte sono state notate il mattino del giorno prima, prima di arrivare al tempio. Silvy nota delle anomalie nei pressi delle tracce e conclude che potrebbero essere causate da un bastone o una lancia impugnata da qualcuno a cavallo della bestia.

Interpellato, Skidzo ritiene non possa trattarsi di una cavalcatura della sua gente perché loro utilizzano solo lupi o grosse lucertole di fiume, che però sono molto più piccole di quanto suggeriscano queste tracce. Poi tutto ad un tratto inizia a tremare, il colorito che lo abbandona: "Tribù evocato Grimock. No buono! Grimock è campione di cavalcalupi e cavalca un lupo gigantesco!". Incalzato, racconta altri dettagli: pare si nutra di carne viva. Oltre ad essere molto forte e veloce conosce anche i poteri degli sciamani. I racconti dicono che per evocarlo è necessario lo sforzo congiunto di dieci sciamani per la realizzazione di una "pozione" miracolosa. La sua fabbricazione, molto complessa, richiede al culmine della procedura il sacrificio di dieci cavalcalupi.

Il gruppo di cacciatori fa immediatamente al tempio ritorno per avvisare i compagni e valutare il da farsi.

Vista la pericolosità della situazione alcuni sono dell'idea di tornare immediatamente a Torana, mentre altri intendono proseguire: ora che il tempio è stato aperto (e visto che togliendo le chiavi non si richiude) ciò che custodisce potrebbe cadere nelle mani dei cavalcalupi, se non viene recuperato prima.

La cosa si mette ai voti, e nonostante le premesse vince quasi all'unanimità l'idea di proseguire.

Bastiano, Giannunzio e Skidzo restano all’esterno, pronti a respingere un attacco e proteggere l’uscita per i compagni. Magari attirando nel corridoio centrale il grosso lupo potrebbero attaccarlo di sorpresa spuntando dai corridoi ciechi laterali, anche se Bastiano preferirebbe di gran lunga una morte alla luce del sole.

All’interno si scende nel buco. Silvy con calma e decisione è la prima, Wotan arriva sul bordo e dopo essersi spogliato si trasforma in una sinuosa pantera nera. Scivola scivola nell’oscurità mentre Aileen, incantata, non riesce a smettere di fissarlo. La whirn si avvale dei suoi tentacoli neri per scendere, come ha fatto anche il giorno prima. Diomira in modo più convenzionale segue i compagni, con l'aiuto però di tre dei suoi naga. Yelena è più incerta, e ad un certo punto della discesa scivola, ma il fulmine la proietta nuovamente in cima alla caverna, illesa. Il secondo tentativo non è migliore, ma stavolta è Carenna, che la aiuta dando sfoggio della sua agilità. Chiude la fila a fatica Rodrigo, che sembra trarre forza dalla sequela di imprecazioni che non smette di mormorare nemmeno per un momento.

Wotan, che nella sua forma felina è il più agile, si ferma a controllare l'origine della frana che il giorno prima ha quasi travolto Diomira e Aileen. Giunge ad un vicolo cieco dove un meccanismo in legno sembra aver spinto i massi in avanti. Il meccanismo non sembra essersi riarmato, per cui la discesa dovrebbe essere più sicura.

Raggiunti e superati i suoi compagni, prosegue quindi in avanscoperta, e vede appesa al soffitto un'enorme sacca di pelle scura - probabilmente il serpente volante visto dalle sue compagne. Vicino a questa altre "sacche" più piccole. Le creature non sembrano essere disturbate dal passaggio di Wotan, che prosegue e si accorge che dopo la terza rampa si arriva finalmente ad una zona pianeggiante. Torna indietro per avvisare i compagni tracciando segni sul terreno.

Iniziano tutti la discesa, ma a metà strada un grido stridulo lacera il silenzio, seguito dal suono di ali membranose: il serpente piomba su di loro. Silvy scatta in avanti per allontanarsi dalla creatura ma cade rovinosamente in uno dei buchi profondi in prossimità delle piattaforme, restando frastornata. Viene subito aggredita da uno sciame di creature più piccole - si tratta di non più di tre esemplari, ma delle dimensioni di un'aquila. Ferita dai cuccioli, riesce ad uscire dal buco, al quale resta aggrappata per non scivolare verso il fondo della rampa. Woran la supera con un balzo, piombando su una delle creature e sbranandola selvaggiamente. Quando il primo smette di muoversi balza immediatamente sul secondo: nella sua forma bestiale sembra essere mosso da una brama di carne insaziabile.

La creatura più grande cerca di ghermire Diomira con la sua coda, ma la custode riesce a divincolarsi dalla presa prima che questa la immobilizzi. In tutta risposta alza in alto il quo bastone ed incanala i poteri dei sacri rituali per invocare un enorme naga quasi identico al serpente alato. Quello evocato ha una pigmentazione nettamente più appariscente e ricorda a Diomira l'aspetto di alcune divinità pagane venerate in luoghi remoti. Il mostro, come se se l’aspettasse, avvolge la sua coda sull’antagonista alato appena apparso e lo morde sul muso. Diomira non sa ci vincerà la lotta: l'importante è avere una possibilità di allontanarsi da lì e di certo non se la farà sfuggire.

Fine sessantaduesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Camelid

lunedì 21 agosto 2023

La discesa

WAR BAT by dopepope

Tempio del guado, pomeriggio del 3° ahner calante (2 ottobre)

Wotan e Diomira rompono gli indugi e iniziano cautamente la discesa. Dopo aver assicurato una fune ad uno dei robusti portafiaccola in muratura procedono verso il basso. L'idea è quella di piantare dei picchetti per formare una linea vita, ma il loro peso fa abbassare il portafiaccola, e dopo un distinto "clack" delle pietre regolari si protendono per alcuni centimetri dal pavimento e dalle pareti in corrispondenza dell'inizio della discesa. Le pietre fanno quindi un rapido movimento a tenaglia e slittando l'una sull'altra tranciano di netto la corda. I due perdono l'equilibrio ed iniziano a scivolare verso l'oscurità, finché Diomira fa allungare il bastone del Re scimmia, che si incastra alle pareti e rallenta fino ad arrestare la caduta dei due. Riguadagnato l'equilibrio i due riprendono la preparazione della linea vita, che però a questo punto è assente per i primi venti metri.

Rodrigo e Bastiano vogliono provare ad attivare i due portafiaccola per vedere cosa succede ed eventualmente bloccarli per sfruttare le pietre spuntate. Sono smaniosi e a più riprese sono lì lì per attivarle prima ancora della conferma di Diomira e Wotan. Alla fine metteranno in atto il loro piano, ma si renderanno conto che le pietre spuntate dal terreno e dalle pareti non sono particolarmente utili, probabilmente una trappola per far perdere l'equilibrio a chi è impegnato nella discesa.

Diomira e Wotan proseguono la discesa, e dopo altri dieci metri circa lo scivolo finisce nel vuoto. Circa sette metri più in basso vedono un altro scivolo, inclinato però in senso opposto: in pratica prosegue sotto i loro pedi. Il soffitto è puntellato di stalattiti e gremito da pipistrelli.

Esaurita la corda e la baldanza i due risalgono per fare il punto. Bastiano è convinto ci sia un meccanismo nel pozzo che possa sbloccare le trappole, ma dopo un accurato esame non sembra essere così. Tuttavia il gruppo individua due fori ai lati del pozzo, in corrispondenza del secondo gradone. A giudicare dai segni di trascinamento nelle pareti interne del pozzo, sembra che qualcosa possa alzarsi da sotto e spingere l'acqua attraverso questi fori nelle scanalature sul pavimento, per poi scolare via.

Inoltre sui gradoni del pozzo ci sono incisi quattro simboli, ma visti prima, che secondo Wotan rappresentano "i punti del mondo", l'equivalente (ma non il corrispondente) dei punti cardinali.

Si decide per un altro tentativo di discesa, stavolta utilizzando i poteri. Diomira si fa trasportare dal falco Nimrod, mentre Aileen evoca i tentacoli di buio che la fanno scivolare nel buio, con buona pace di Bastiano, preoccupato di richiamare l'attenzione dei cavalcalupi.

Come accaduto nel tempio del Re scimmia, i pipistrelli attaccano Diomira in volo, ma l'impiccio viene superato rapidamente. Discesi nella seconda rampa - che sembra in tutto e per tutto simile alla prima - Diomira decide di testare una delle piccole piattaforme - dietro le quali nota esserci un buco largo un metro - poggiandoci un piede. Questa, pur non cedendo, scatta con un "clack", e subito dopo dalla parte alta dello scivolo arriva un rombo in rapido avvicinamento. Si rivela essere un'enorme pietra che nella discesa ha accumulato un gran numero di altri detriti più piccoli. Le due tentano di tornare indietro, ma si accorgono che la frana ha già superato la salita per la prima rampa, e si trovano quindi bloccate. Si appiattiscono quindi come possono nella parte superiore del tunnel, e  Diomira disintegra i detriti più grossi utilizzando il suo lampo tagliente. La frana le supera, lasciandole praticamente illese. Più sotto, a giudicare dal rumore, la grossa pietra finisce in una pozza di fango.

Più in basso la rampa si conclude nel vuoto, come la precedente. In questo caso però sotto c'è un pianerottolo. Più avanti si apre in un pozzo da cui proviene un odore acre, mentre dall'altra parte (sotto ai loro piedi) inizia una terza rampa. Di fronte a loro, oltre al pozzo, una parete verticale porta verso l'alto, ma è evidente che questo non è lo stesso pozzo incontrato nella stanza di sopra.

Le due ragazze riprendono la discesa, ma dopo una decina di metri sentono provenire dall'alto il grido stridulo che fa gelare loro il sangue nelle vene. Un serpente alato piomba su di loro, ma non si fanno cogliere di sorpresa: prontamente Diomira apre un tunnel spazio-temporale che la riporta più in alto, nella seconda rampa. Subito lo imbocca, ma si trova esattamente sopra uno dei buchi vicini alle piccole piattaforme, e ci cade dentro. Nimrod ed Aileen attraversano a loro volta il tunnel, ma fa altrettanto anche la coda del serpente alato, che ghermisce Aileen. Diomira, dolorante, chiude il tunnel, a la coda del serpente alato sparisce. In lontananza sentono il grido frustrato della creatura.

Il buco in cui è caduta Diomira è così stretto da non permetterle di alzare le braccia, usa un altro rituale per compiere un salto prodigioso, prontamente afferrata da Nimrod.

Spaventate, le due ragazze tornano sui loro passi per raccontare ai compagni l'accaduto e valutare come procedere.

Intanto ci si organizza per passare la notte, soprattutto per quanto riguarda i turni di guardia: sembra assodato che il gruppo riceverà presto una visita dai cavalcalupi.

Fine sessantunesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) dopepope

lunedì 14 agosto 2023

Risposte, non domande!

Sirius Aliens'Remains in Maya by Pangda 胖达

Terre brulle di Tiwia, mezzogiorno del 2° nehener calante (28 settembre)

La pioggia torrenziale non sembra avere il coraggio di varcare una soglia invisibile, tuttavia l'eccesso idrico ha creato veri e propri acquitrini nei pressi di questo confine. La vegetazione della foresta inizia a farsi largo nei terreni aridi, ma al termine della stagione delle piogge tornerà ad arretrare.

I nostri si fanno coraggio e passano - quasi senza soluzione di continuità - da un deserto arido ad una giungla pluviale.

Viaggio verso il Tempio del guado

Durante il viaggio Rodrigo continua ad avere strani sogni. Bastiano gli suggerisce di stabilire una connessione mentale con le sue apparizioni. Trattandosi di "estranei" potrebbe funzionare, e Rodrigo si ripromette di farlo alla prima occasione. Al momento si concentra sullo studio della "tibia del morto", che si rivela essere un potente artefatto taumaturgico.

Bastiano inizia a pensare al futuro sull'isola, e decide di stringere amicizia con Skidzo dato conosce i luoghi e le abitudini dei suoi nemici.

Anche Wotan lega con Skidso, e si fa raccontare i pericoli della foresta. Uno di questi è un albero  che lui chiama "mugugnino": emette dei suoni mugugnanti o lamentevoli per attrarre delle prede, ma quando queste si avvicinano sprigiona dalla corteccia delle spore. Le spore uccidono la preda tra atroci sofferenze, per poi tramutarla essa stessa in "mugugnino". Il gruppo passa nei pressi di una zona dove secondo Skidso crescono questi alberi. Per fortuna la compagnia accoglie le sue paure e se ne tiene alla larga.

Durante il viaggio vengono rinvenute tracce di un animale molto grande e forte che aveva incrociato il sentiero, ma complice la pioggia non riescono a seguirle né a ricavare altri dettagli.

Tempio del guado, mezzogiorno del 3° ahner calante (2 ottobre)

Il Tempio del guado è come lo avevano lasciato, tranne per il fatto che le piogge torrenziali hanno ripulito la superficie dello spiazzo antistante il portone dal fango per lasciare spazio ad un tappeto di detriti.

Le indagini sullo spiazzo non rivelano nuovi dettagli oltre quelli già scoperti. I tre blocchi su cui inserire le chiavi riportano altrettanti volti, ed i loro dettagli lasciano pensare ad individui ben precisi del passato. Probabilmente Re o eroi popolari.

Wotan si aggira per il cortile e raccoglie indizi. Si accorge che la struttura è stata costruita circa seicento anni fa, ed il portone è stato aperto per l'ultima volta circa trecento anni fa.

Si procede quindi al posizionamento delle chiavi, ma prima Bastiano ci tiene ad incidere sulla parete la nuova data di apertura del tempio.

Le tre chiavi vengono unite da un sottile raggio di luce azzurra, e con un forte rumore di roccia stridente il portone si abbassa, rivelando un passaggio largo quattro metri ed alto cinque.

Ai lati del corridoio si aprono quattro passaggi, due par lato, uno di fronte l'altro. Proseguono per alcuni metri prima di curvare, e per il momento vengono ignorati.

Aileen, frustrata per non poter utilizzare i suoi poteri, si mette a disegnare una mappa della zona. Bastiano osserva che la mappa somiglia ad un quadrupede.

Si giunge in una grande stanza quadrata di circa venti metri, alla quale si accede da uno spigolo. Al centro un ampio piedistallo largo circa dieci metri, costituito da tre gradoni di mezzo metro di altezza e profondità. Il piedistallo è ruotato di 45° rispetto alla stanza, per cui presenta un fianco - e non uno spigolo - a chi entra. Sulle pareti sono raffigurate scene di calca di persone, tra le quali si riconosce una figura molto simile al Re scimmia. Le figure sembrano impegnate nel raggiungere - ognuna prima delle altre - la parte opposta della stanza, dove la bocca di un'enorme rappresentazione del Dio Sole si apre su un altro corridoio.

Sul pavimento un solco traccia un cerchio intorno al piedistallo. Dal cerchio si irradiano altri quattro solchi fino al centro delle pareti, in corrispondenza di un foro del tutto simile a quelli visti nel cortile. Probabilmente i solchi rappresentano delle canalette di scolo.

Al centro del piedistallo c'è un pozzo apparentemente molto profondo. Il Ferretti, scevro da ogni preoccupazione, getta una patata, e dal ritardo con cui arriva il suono del tonfo valuta che la profondità è di ben oltre cinquanta metri.

Si decide di tornare sui propri passi per ispezionare i quattro passaggi. Tutti si risolvono in una breve spirale quadrata, ma nel primo si chiude con l'incisione di un felino i cui occhi sono stranamente bui, tanto che le luci delle fiaccole sembra affievolirsi. Aileen la vuole esaminare con i suoi occhi, ma quando gli arriva di fronte sparisce sotto gli occhi attoniti di Wotan e Skidso che la stavano accompagnando.

La ragazza si ritrova in uno spazio buio e vuoto. Una voce - quella dell'entità felina che ha già udito in passato - le chiede se è pronta per la prova. Aileen chiede dove si trova, e la voce ribatte che esige risposte, non domande. La ragazza chiede chi ha creato questo posto, e l'entità evidentemente stizzita la rimanda indietro.

Il gruppo si riunisce e si varcano le fauci del Dio Sole. Ci si ritrova in una caverna naturale formata da una spaccatura orizzontale verso il basso. Infiltrazioni hanno formato negli anni numerose stalattiti nel soffitto, mentre il pavimento è stato lavorato per renderlo regolare. L'inclinazione del pavimento è di circa 45°, e lo spazio si allarga più in basso verso l'oscurità.

Bastiano si convince che si tratti del punto di impatto della cometa caduta nel passato, e che il tempio sia stato costruito intorno.

A giudicare dall'inclinazione sembra possibile discendere senza attrezzatura, sebbene perdere la presa significhi scivolare verso il fondo senza possibilità di fermarsi, nonostante ad intervalli irregolari siano state piazzate alcune strette piattaforme...

Fine sessantesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Pangda 胖达

lunedì 31 luglio 2023

Gli intrusi

NeoFrag Show - Tesla by Yannick Castaing

La voragine, tardo pomeriggio del 2° sener pieno (27 settembre)

I nostri eroi valutano il modo migliore per recuperare il cristallo. Nel frattempo Aileen esamina attentamente la stanza in cerca di indizi sulle origini antropologiche del tempio. Sembra ovvio che sia dedicato al dio del sole, ed in misura minore alla dea della luna. Il cristallo rappresenta la fonte di energia che tiene vivo il tempio, ed il suo potere è stato in qualche modo sacrificato in onore delle due divinità.

Nel frattempo Silvy ha un'intuizione: la creatura fuggita non sembra essere stata bruciata dal raggio luminoso, per cui si avvicina ad una delle carcasse e ne rimuove parte del carapace. La scaglia dorsale prelevata sembra un ottimo strumento per coprire la luce abbagliante del cristallo, ed in pochi attimi riesce a recuperare la terza chiave.

Rimosso il cristallo il tempio si "spegne" e tutte le porte si chiudono, tranne il passaggio segreto che era stato trovato da Diomira e presidiato da Wotan, che al contrario si apre.

Rodrigo nel frattempo non ha mai staccato gli occhi dall'Osso del morto. Desidera con tutto sé stesso quell'oggetto dall'aspetto estremamente prezioso, e approfitta della distrazione offerta dal passaggio segreto. Utilizza uno dei rituali appresi per trasferire la presenza dell'Osso del morto dalla gabbia alla sua mano. La natura sovrannaturale dell'oggetto rende difficoltosa l'azione, cionondimeno riesce nel suo intento.

Imboccando il passaggio appena aperto si torna alla stanza centrale, dove ad attenderli trovano Bastiano in piena crisi claustrofobica: ora che le rampe si sono ritratte come potranno mai fare a tornare in superficie?

Aileen prova a calmarlo ma le sue parole sembrano indisporlo. Sembra che la situazione riporti alla mente del combattente qualcosa di oscuro avvenuto nel suo passato.

A netta maggioranza (o meglio con Bastiano come unico voto contrario) si decide di approntare il campo per tornare in superficie l'indomani.

Rodrigo fa sogni molto strani, in cui sono presenti delle persone che in qualche modo sono intrusi. La loro lingua è incomprensibile e il loro vestiario è strano e fuori posto. Primitivo direbbe Rodrigo. Che vivano dentro la maschera?

La voragine, mattino del 2° nehener pieno (28 settembre)

Nel descrivere i suoi sogni agli altri Rodrigo realizza che probabilmente gli "intrusi" appartengono allo stesso popolo che ha realizzato il tempio: il vestiario ed in genere l'aspetto è simile a quello delle viarie incisioni (per quanto queste siano rappresentate in uno stile molto astratto). Si convince che deve esserci un legame tra gli "intrusi" e la maschera, e questo legame è la chiave per rimuoverla.

Prima di uscire il gruppo si concede un po' di tempo per esaminare le tre chiavi. In tutti e tre i casi si tratta di una gemma azzurra incastonata in una struttura che ne fa da contenitore e sigillo; tuttavia le tre strutture sono di fattura estremamente diversa e si giunge alla conclusione che possano essere state realizzate da tre popoli diversi.

La risalita avviene lentamente, utilizzando la stessa tecnica adottata nella discesa. A metà giornata, con enorme giubilo di Bastiano, il gruppo è fuori dal pozzo.

Senza ulteriore perdita di tempo la compagnia si incammina nella direzione da cui è arrivata.

Fine cinquantanovesima puntata.


Diario a cura di Rodrigo
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) by Yannick Castaing

lunedì 24 luglio 2023

La sfida

Bone Relic by Francisco Marcen

La voragine, pomeriggio del 2° sener pieno (27 settembre)

Il corridoio, come gli altri, è parecchio lungo ed angusto: l’arco a trapezio del soffitto dà la sensazione di essere fatto su misura di qualcuno o qualcosa… dalla stanza in cui conduce arriva un bagliore diffuso azzurro.

Anche qui ci si trova in una stanza cubica con spigolo di venti metri circa. Al centro una colonna più tozza delle altre incontrate finora, alla cui sommità si trova un dispositivo che genera un raggio di luce azzurra molto intenso che si perde in un'apertura a cinque metri di altezza sul muro di destra, con tutta probabilità in direzione della prima stanza. Quattro colonne ottagonali dividono la stanza in nove aree di dimensione omogenea. Queste colonne sono di arenaria e riportano incisioni di scene mondane. Attorno all’obelisco centrale, sul pavimento, sono disegnati dei cerchi concentrici. L'obelisco stesso è diverso dagli altri in quanto il blocco che ne definisce la forma include una scalinata a chiocciola concentrica che conduce alla sua sommità, ovvero dove c'è lo strano dispositivo.

Diomira non trova trappole nella stanza, eppure si sente irrequieta. Nei pressi dell'obelisco centrale, inizialmente nascosta da una delle quattro colonne c'è una struttura a forma di ziggurat simile a quella vista nella stanza centrale. Al posto della maschera c'è uno strano osso - probabilmente un femore umano - parzialmente ricoperto d'oro. Wotan nell'iscrizione alla base della ziggurat legge "Osso del morto".

Sulla parete a sinistra rispetto all'ingresso un'enorme incisione di cinque metri ritrae Ungharaf nell'atto di seminare distruzione.

Non sembrano esserci altre uscite ma Diomira in uno spigolo trova dei segni che sembrano indicare la presenza di un passaggio segreto.

Aileen e Silvy salgono sulla sommità dell'obelisco centrale, dove in un alloggiamento di ossidiana dall'interno riflettente trovano un oggetto azzurro di forma piramidale che emette luce azzurra - con tutta probabilità la terza chiave che stanno cercando.

Sul soffitto, intorno alle colonne, sembra esserci una decorazione a sbalzo che rappresenta cerchi concentrici.

Le incisioni alla base delle colonne raccontano la storia delle persone che portarono nel tempio questo oggetto triangolare, ma viene indicato solo l'atto, non le ragioni per cui viene compiuto né l'origine dell'oggetto.

Mentre tutti sono intenti ad esaminare la stanza l'urlo di Aileen lacera l'aria: dal soffitto lungo le colonne stanno scendendo quattro enormi scolopendre. In un attimo uno degli insetti colpisce Aileen, per poi ghermirla tra le spire. Bastiano e Wotan schivano e contrattaccano mentre tentano di avvicinarsi alla ragazza catturata per salvarla, tanto basta per attrarre l'attenzione dell'insetto e permettere di Aileen di tentare di divincolarsi, purtroppo invano. Le creature sembrano essere in grado di sferrare morsi velenosi: ne è testimone Silvy che, oltre al dolore, sente irrigidire i muscoli e viene ghermita come la compagna.

Diomira evoca uno spirito dalle sembianze di un robusto gorilla che, dopo essersi rapidamente arrampicato lungo una delle colonne, raggiunge la creatura che trattiene Aileen e dando sfoggio della sua forza bruta la smembra selvaggiamente, per poi prendere al volo la whirn prima che precipiti a terra.

Wotan è in qualche modo offeso da queste creature che tentano di ucciderlo senza motivo, e si poroduce in un impressionante colpo rotante che ferisce gravemente le tre restanti. Bastiano, punto sul vivo, tenta la stessa manovra: non risulta abbastanza aggraziata, ma facendo leva sulle sue spiccate competenze da combattente riesce nondimeno ad abbattere due degli artropodi.

Silvy nel frattempo era riuscita a sgusciare dalla ferrea presa dell'ultimo insetto rimasto, rimanendo saldamente aggrappata nel tentativo di ferirlo. Il centopiedi però riesce a liberarsi dalla presa attorcigliandosi, per poi mettersi al sicuro sul soffitto della stanza. La caduta della older viene attutita da Nimrod, lo spirito-falco di Diomira, e appena messo piede atterra scaglia le sue ultime frecce verso la scolopendra. Come fosse una gara fra combattenti, Bastiano estrae i semi di fuoco sottratti tempo prima dalla sacerdotessa dei cavalcalupi lanciandoli verso l'insetto. Non sono però efficaci come quelli scagliati poco dopo da Wotan, ancora preso dal suo furore. L'insetto infine, gravemente ferito e bruciacchiato, nonostante gli attacchi di Diomira e Aileen riesce a mettersi in salvo infilandosi nella stretta apertura in cui passa il raggio di luce azzurro - anche grazie a Wotan che, calmatosi, si rifiuta di cedere il suo arco a Bastiano impedendogli quindi di contribuire all'attacco.

Il passaggio dell'insetto interrompe temporaneamente il raggio luminoso, ma dai suoni dei pesanti meccanismi sembra chiaro che poco dopo questo viene ripristinato. Bastiano decide di andare a verificare la situazione nella stanza centrale, forse per paura di restare intrappolato o nella speranza di mettere fine al tentativo di fuga dell'insetto ferito.

Fine cinquantottesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) by Francisco Marcen

lunedì 3 luglio 2023

Lotta con la morte


La voragine, mattino del 2° sener pieno (27 settembre)

Bastiano in preda alla fobia dei luoghi ristretti fugge da Rodrigo, ma invece di mettere distanza tra sé e l'inseguitore cade malamente e viene raggiunto. Probabilmente a causa della maschera da teschio, i tentativi del Ferretti di calmare l'amico non hanno successo, tanto che abbandona i suoi propositi e si vede costretto ad usare un rituale.

Nel frattempo il resto del gruppo supera il lungo cunicolo e si trova in una nuova stanza cubica con spigolo di venti metri. Per la maggior parte del suo spazio la stanza è occupata da un intrico di travi di roccia che escono dalle pareti, dal soffitto e dal pavimento. Solo una piccola sezione triangolare dalla porta al centro della stanza - dove si innalza il solito pilastro di ossidiana - è sgombro. Subito si nota l'assenza del pavimento oltre la sezione triangolare libera da travi.

Subito ci si mette alla ricerca del cristallo da porre in cima all'obelisco, ma non viene trovato. Diomira non sa dire dove sia, ma qualcosa le suggerisce che se è nella stanza, non è caduto oltre la sezione pavimentata.

Intanto Rodrigo, pur odiando con ogni sua fibra questo rituale, non vede alternativa ed entra in contatto mentale con Bastiano per calmarlo. Per un istante Bastiano vomita immagini terribili nella mente di Rodrigo, che però riesce a bloccare immediatamente senza farsi trascinare nell'abisso della follia. Ripreso il controllo, gli fa capire che la via di uscita è bloccata, e l'unico modo per uscire è andare avanti fino in fondo. Il suo tentativo riesce ed i due tornano dal resto del gruppo.

Quando i due arrivano Silvy è appena arrivata in cima all'obelisco, dove trova l'alloggiamento del cristallo e, tra le travi, scorge qualcosa sulla parete alla loro destra. Wotan ispeziona meticolosamente tutto il bordo supponendo che il cristallo sia in una nicchia più in basso, ma così non è; tuttavia rialzandosi in piedi nota un fagotto a terra, proprio al lato dell'ingresso: è il cristallo avvolto in fibre di cocco.

Nel posizionare il cristallo Silvy viene colpita in un occhio da uno dei due raggi di luce riflessi. Uno è orientato in un buco che potrebbe condurre nel pozzo centrale, mentre l’altro si riflette una miriade di volte in minuscole pietre riflettenti sulle pareti, intrecciandosi alla perfezione con i pilastri senza tuttavia toccarli. Si innesca un complesso meccanismo che fa rientrare tutte le travi e fa salire il pavimento nel resto della sala. Al posto delle travi restano migliaia di raggi che si riflettono senza lasciare apparentemente spazio di passaggio. Sulla parete destra si nota una porta chiusa, mentre al centro delle altre due pareti (quella frontale e quella di sinistra) si nota una macchia scura. Wotan allunga un machete per vedere cosa succede interrompendo il fascio di luce: con una velocità impressionante le travi si estendono nuovamente ed il pavimento collassa, tanto che una delle travi colpisce l'arma strappandola dalle mani del westan, per poi ritrarsi nuovamente quando il raggio di luce non è più bloccato.

Mentre Bastiano e Wotan vanno nel pozzo centrale per controllare se qualcosa è cambiato, gli altri fanno dei tentativi per aprire la porta: appurate che le due macchie scure sono delle piastre a pressione, Diomira e Silvy utilizzano rispettivamente il bastone del Re Scimmia ed una freccia appesantita per premerle, ed in effetti la porta si apre, per poi chiudersi dopo circa dieci minuti: resta il problema di come raggiungerla senza interrompere il raggio luminoso.

Nel pozzo centrale si nota immediatamente che il raggio luminoso si riflette in un cristallo in una delle nicchie del pilastro centrale e poi in tutti i cristalli già incontrati lungo la discesa, e le sezioni di scalinata sono tutte estese. Wotan è preoccupato che altri possano scendere mentre Bastiano si rende conto che asportando dal tempio la pietra azzurra che probabilmente origina il raggio questo si interromperebbe bloccando la via di fuga.

I due tornano indietro ed il gruppo si riunisce nuovamente. Si nota che alcune decorazioni del pavimento sembrano indicare un sentiero che conduce prima alla piastra a pressione di sinistra, poi a quella frontale ed infine alla porta. Il sentiero non è libero da raggi luminosi, ma sembra possibile evitarli - anche se non si tratterebbe di un compito semplice.

Rodrigo taglia la testa al toro ed esegue un rituale che lo rende temporaneamente invisibile. Anche i raggi luminosi lo attraversano senza risultare deviati né interrotti: riesce così ad azionare i pulsanti ed entrare nella porta, che si apre in un altro corridoio buio. Poco più avanti in una nicchia trova la leva che blocca l'apertura e disinnesca la trappola. Non resta che percorrere anche questo corridoio: in fondo un debole bagliore azzurro preannuncia forse l’ultima delle stanze...

Fine cinquantasettesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus

lunedì 12 giugno 2023

La danza del sole e della luna

Ix Chel - Moon Goddess by BalamTzibtah

La voragine, sera del 2° tahner pieno (26 settembre)

La stanza è un cubo di venti metri le cui pareti ai lati dell’ingresso sono orientate apparentemente come le "vele" in superficie. Nella stanza si trovano due semi circonferenze composte da otto statue ciascuna, alte circa tre metri ed incise con lo stesso stile astratto delle incisioni viste finora. In una serie di statue è raffigurato il dio sole, nell'altra la dea luna. La stanza è attraversata da un raggio di luce così intenso da sembrare solido, che esce da un buco quadrato a cinque metri di altezza al centro della parete di sinistra e finisce contro il muro opposto. Di fronte ad ogni statua c'è una pietra leggermente rialzata che reagisce al peso. Tutte le statue sono orientate verso il centro della stanza, dove un pilastro di ossidiana si alza fino a pochi centimetri dal raggio luminoso. Nella parete di destra c'è un passaggio sbarrato da una lastra di pietra. Le pareti sono decorate in modo alternato da motivi che ricordano praterie e motivi che ricordano alghe.

Ai piedi del pilastro viene rinvenuto un prisma simile a quello che azionava le scale e che si rivela essere uno specchio. Quando viene posizionato da Nimrod sopra il pilastro il raggio di luce viene riflesso con precisione in un'altra apertura sopra la porta di pietra, che però resta chiusa.

Seguono diversi coraggiosi tentativi alla cieca per azionare le piattaforme senza però capire la logica del meccanismo quando un'intuizione di Carenna riporta tutti sulla giusta via: non si tratta di un calendario lunare come ipotizzava Bastiano, bensì una danza le cui statue ripropongono le posizioni principali. Azionando all'unisono le piattaforme opposte secondo il ritmo suggerito dalle statue si arriva a toccare la parete ai lati della porta. Dopo alcuni tentativi sfortunati (Carenna si sloga una caviglia) e rivelazioni inaspettate (Wotan ha il dono innato della danza), la porta si sblocca e lentamente si alza lasciando intravedere un altro corridoio. Il gruppo decide di festeggiare il successo accampandosi per la notte.

La voragine, mattino del 2° sener pieno (27 settembre)

Bastiano, preoccupato di avere sempre chiara la via di fuga da quel luogo soffocante, traccia con cura una mappa del luogo e intuisce così che si sta girando attorno al pozzo centrale.

Più lungo del precedente, il corridoio in totale misura sessanta metri, ma già dopo venti iniziano ad aprirsi innumerevoli nicchie in entrambi i lati ed al cui interno sono riposti dei vasi di arenaria o terracotta, ognuno di forma diversa dagli altri. In fondo al corridoio si apre un’altra stanza delle stesse dimensioni della precedente. Qui non ci sono statue, ma solo un obelisco di ossidiana, sempre al centro. Vi è incisa una rappresentazione della scissione di una figura umanoide in due parti distinte, una diventa il sole mentre l’altra una figura dai lineamenti felini. La stanza è debolmente illuminata da un raggio di luce che proviene da un foro sopra il passaggio da dove è arrivato il gruppo. Anche qui alla base dell'obelisco si rinviene un cristallo come i precedenti, ed anche questa volta Nimrod lo posiziona sopra l'obelisco, ma qui terminano le analogie: infatti il raggio di luce non viene semplicemente rifratto ma moltiplicato in cinque altri raggi di luce. Uno entra in un buco nella parete di destra, sopra un passaggio chiuso, gli altri quattro sono direzionati verso gli spigoli della stanza. In quel momento la terra trema e dal pavimento si sollevano quattro monoliti di ossidiana. Diomira, che casualmente era su uno di questi, cade rovinosamente a terra. Nel punto in cui la luce colpisce gli obelischi si trova una nicchia vuota e alle spalle di ciascuno c'è la raffigurazione di una scena.

Diomira chiede un momento di silenzio, e si concentra per decifrare il significato delle scene. Nella prima c'à il dio sole che sembra osservare dall'alto tante piccole figure umanoidi al lavoro nei campi. La seconda è simile ma al posto del sole c’è la figura felina e al di sotto gli umanoidi si trasformano in tentacoli. La terza è simile alla prima ma gli umani hanno le braccia alzate al sole alcuni piangono altri sono in ginocchio. L’ultima scena rappresenta il sole che con un gesto scuoia il felino e ne fa uscire la dea luna. La pelle del felino afflosciata a terra ricorda la raffigurazione già vista dietro al piedistallo a forma di ziggurat, ed inoltre secondo Yelena somiglia al profilo dell’isola di Tiwia.

La luce colpisce le nicchie tracciando delle forme i cui profili ricordano dei vasi. E' subito chiaro che il passo successivo è trovare i vasi corrispondenti, e tutti si mettono subito a cercare. Diomira è la più fortunata e per prima trova un vaso che corrisponde ad uno dei profili, ma quando sta per sollevarlo sente un "click", per cui si immobilizza. In quel momento l'improvvisa apparizione di uno scorpione da dietro un altro vaso fa piombare nel panico un Bastiano già duramente provato dalla sua claustrofobia. Nel correre verso l'uscita urta violentemente Diomira che cade portandosi dietro il vaso. In quell'istante si apre una botola sotto i suoi piedi, e solo grazie ai suoi riflessi riesce ad attivare un rituale che la fa saltare sul corridoio appena in tempo per evitare di restare intrappolata dalla botola che subito si è richiusa.

Bastiano è fuggito e le sue grida rieccheggiano lontane. Rodrigo gli corre dietro per controllare che non si faccia del male. I restanti tre vasi vengono individuati e raccolti, dopo che Wotan identifica una trappola che si attiva se non vengono sollevati contemporaneamente. Posizionati nelle rispettive nicchie degli obelischi, la porta si apre rivelando l'ennesimo corridoio che si perde nel buio.

Fine cinquantaseiesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) BalamTzibtah