lunedì 30 gennaio 2023

Raschiare il fondo del pozzo


Tempio delle scimmie, notte del 13° tehner pieno (16 settembre)

Dopo che Silvy ha inserito il codice si sente un sonoro "clack" provenire dall'altare. Dopo alcuni interminabili secondi di silenzio, la parte superiore ruota di pochi gradi, ma abbastanza da poter scorgere il contenuto. La voce spettrale prorompe nuovamente nella mente dei presenti e dice: “Le scimmie adorano le noci”.

L'altare contiene in effetti moltissime noci d'argento. Hanno lo stesso peso e consistenza delle normali noci, ma anche l'interno, incluso il mallo, sembrano d'argento. Per Diomira è chiaro che si tratta di magia pura.

Ciascuno dei presenti raccoglie diverse manciate di noci, ipotizzando possano servire per risolvere un altro enigma.

Svelato il mistero dell'altare, l'attenzione si rivolge alla porta sulla destra. Delle figure geometriche sembrano rappresentare una fontana stilizzata. Giannunzio la esamina e, ritenendola sicura, la apre senza sforzo semplicemente spingendola. Il corridoio dietro di essa prosegue per circa otto metri per poi svoltare a destra in una stanza rettangolare con un passaggio a sinistra ed un'enorme pila di grandi sfere di roccia.

Bastiano continua a non vedere. Wotan esamina le pietre e nota che sono ricoperte di una resina particolare che sottoposta a pressione e leggero calore diventa appiccicosa.

L'apertura sulla sinistra conduce tramite alcuni gradini ad una stanza ottagonale al centro della quale c'è un largo pozzo rotondo. Si sospetta che i massi tondeggianti siano una trappola, di cui però non si trova alcun meccanismo. Rodrigo si convince che sotto i massi possa essere nascosto qualcosa, ed usando delle coperte per evitare di restare incollato fa rotolare a terra la pietra più alta. Ma non c'è nascosto nulla. Wotan si convince che le pietre possano essere delle uova o forse delle creature che vanno in letargo pietrificandosi, perciò impedisce a chiunque di danneggiare le rocce, giacché qualcuno ha proposto di aprirle in due.

Rodrigo si avvicina incuriosito al pozzo. Si immagina che possa nascondere dei tesori e lo osserva meglio. All’interno ci sono uncini arrugginiti posti come se dovessero sostenere qualcosa, e quattro fori ben evidenti sotto il livello del pavimento.

A giudicare dal senso di stanchezza è notte fonda, ci si accampa quindi nella stanza dell'altare. Saranno fatti turni di guardia tenendo d'occhio l'ingresso dall'altra parte delle piattaforme sospese. I corni si sono fatti vicini e si inizia a sentire vociare provenire all’esterno. Bastiano cede a malincuore il cripto che rende incorporeo e lo affida a chi è di guardia: in caso di irruzione dei cavalcalupi, oltre a dare l'allarme la sentinella avrebbe dovuto recuperare la chiave. Il cripto di Bastiano sarebbe poi stato utilizzato per raggiungere gli altri qualora il portone si fosse richiuso da solo.

Bastiano dormirà subito fuori il portone, preferendo una morte orribile per mano di una orda di cavalcalupi piuttosto di una, per lui, ben più atroce da sepolto vivo.

Tempio delle scimmie, alba del 13° enhor pieno (17 settembre)

Alle prime luci dell’alba il vociare all’esterno si fa più intenso, ma nessuno entra nel tempio. Del resto essendoci una solo uscita conosciuta i cavalcalupi potrebbero avere modo e occasione di preparare un agguato. Si decide per proseguire senza chiudere le porte attraversate per mantenere una via di uscita aperta. 

Rodrigo è talmente interessato al contenuto del pozzo da andare a controllarne il fondo di persona. Gli altri saranno pronti a riportarlo fuori tramite una corda che si è assicurato attorno alla vita.

Dopo averne saggiato la profondità legando un martello ad un'altra corda, si immerge. Scende facilmente per nove metri, e arrivato sul fondo trova una pietra rialzata di un paio di centimetri. Gli risulta naturale premerla. In quell'istante dai bordi esterni del pozzo scattano delle lame ad altezza caviglia che tutti riescono ad evitare tranne il povero Bastiano, ancora bendato. Silvy, innervosita più che preoccupata, strattona furiosamente Rodrigo facendogli uscire l'aria dai polmoni. Il combattente riemerge tossendo, e le sue proteste vengono immediatamente rimbottate da quelle di tutti i presenti, al che Rodrigo decide di mordersi la lingua.

In quel momento Silvy ha un'intuizione: le grosse pietre vanno gettate nel pozzo, che funge da "troppo pieno". Quando l'acqua sale entra nei quattro fori azionando così un meccanismo e forse sbloccando qualche nuovo passaggio.

Nel gettarle nel pozzo però bisognerà prestare attenzione a non rimanere attaccati alla resina delle pietre, altrimenti...

Fine quarantasettesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus

lunedì 23 gennaio 2023

Chiave in vista, serratura nascosta


Tempio delle scimmie, sera del 13° tehner pieno (16 settembre)

La fonte di luce sotto la piattaforma si rivela essere una chiave apparentemente incandescente, appesa ad una lunga e sottile catena. Il gruppo valuta di scendere per recuperarla, ma Bastiano suggerisce che i due grossi pipistrelli potrebbero essere a guardia della chiave. Si fa avanti Wotan e lo chiede espressamente agli animali, tuttavia sembra che questi ignorino le sue parole. Sorge il dubbio che i pipistrelli possano essere un'illusione, e Aileen decide di avvicinarsi al soffitto per capire meglio. Ma non appena le ali nere della ragazza si dispiegano e la sollevano da terra, uno stormo dei pipistrelli più piccoli si stacca dalla parete e le sciama addosso intralciandola ed offuscandone la vista, fino a causarle alcune ferite minori. Approfittando della confusione Silvy si appende alla piattaforma con un balzo atletico. Diomira tenta di allontanare i pipistrelli. Per non far infuriare Wotan usa un approccio "soft", non ottenendo un bel nulla. Fortunatamente le piccole creature si disperdono non appena Aileen tocca terra.

Silvy, mentre gli altri sono alle prese con i pipistrelli, si avvicina alla chiave e dopo aver verificato che non è effettivamente incandescente - e quindi può essere afferrata - la prende per poi saltare immediatamente verso il vuoto sotto di lei, preferendo la caduta agli effetti di un'eventuale trappola.

Nel cadere si sloga una caviglia. Nulla di grave, ma le renderà i movimenti impacciati per tutto il giorno. Il fondo della sala è molto simile alle pareti. Secondo lei si tratta di un luogo modellato da un grande potere magico. Tramite l'aiuto di una corda viene fatta risalire sulle piattaforme. Su domanda di Carenna conferma che il fondo della sala è privo di guano, per cui i pipistrelli non possono essere reali. 

Bastiano osserva che nemmeno Nimrod, il falco di Diomira, fa delle deiezioni, e quindi i pipistrelli potrebbero essere dei naga. La sua imbeccata fa agire prontamente Diomira che si concentra e grazie alle sue conoscenze dei rituali naga riesce a tenere bloccati i pipistrelli in un'ampia area, inclusi i due esemplari più grandi. Il gruppo passa quindi oltre fino alla piattaforma successiva: invece di seguire il percorso formato dalle piattaforme si decide di prendere una scorciatoia superando un salto di circa un metro nel vuoto, colmato riutilizzando le assi sottratte ai ponti fuori dal tempio.

Quando tocca a Diomira passare all'altra piattaforma è costretta a perdere la concentrazione e quindi le creature si liberano. Per evitare di essere attaccata utilizza un altro potere che le permette di saltare rapidamente; tuttavia il salto attira un altro nugolo di creature allo stesso modo di come è accaduto ad Aileen. Fortunatamente l'aggressione si risolve altrettanto rapidamente, lasciando Diomira solo un po' scossa e leggermente graffiata dai piccoli artigli.

Arrivati al portone Wotan ha una buona intuizione e invece di inserire direttamente la chiave nella serratura cerca una porta "adatta alle scimmie" al di sotto delle piattaforme. Non trova nessuna porta, ma effettivamente al di sotto della piattaforma c'è una serratura. Dopo una breve discussione si decide di usare la chiave nella toppa inferiore nonostante i mille dubbi insinuati da Aileen e da Bastiano, che da cieco è più loquace e insopportabile del solito ("Due toppe, due chiavi! Una chiave sotto le piattaforme per la toppa sotto ed una chiave per la toppa sopra! Vanno usate di sicuro in contemporanea!").

Dopo aver appurato l'assenza quasi certa di trappole ed aver usato la chiave, il portone si apre. Non sull'esterno, come sperava Bastiano, ma su un largo corridoio che porta ad una stanza ampia e illuminata con un altare sul fondo. Sul soffitto ci sono dei bassorilievi ed alle pareti dei fori di circa dieci cm di profondità, forse usati per fissare le impalcature per scolpirli. Quattro colonne di squisita fattura adornano la sala principale, dove è presente un altare (o sarcofago), e due torce che bruciano senza emanare calore sono fissate alla parete di fondo.

Diomira si avvicina per prima all’altare. Quando lo osserva si ricopre di una sottile nebbiolina che si condensa in simboli vorticanti. Nello stesso momento nella sua mente prorompe una voce che le fa venire i brividi: “Usa il giusto codice per un premio: elevato, svettante, infimo, profondo, losco, abile, funesto, agile.”.

Chiunque si avvicini fissando la nebbia sente le stesse parole nella sua lingua natìa.

Silvy appura che i simboli vorticanti sono simili a quelli della tavoletta rinvenuta all’esterno.

Sopra l’altare c'è una sezione ovale poggiata su qualcosa, e sembra possa essere azionata nelle quattro direzioni.

Il sesto senso di Wotan lo porta a sostenere che sbagliare il codice potrebbe avere brutte conseguenze.

Silvy e Diomira sono abbastanza concordi su come decodificare il codice: elevato = SU, svettante = SU, infimo = GIU, profondo = GIU, losco = SINISTRA, abile = DESTRA, funesto = SINISTRA, agile  = DESTRA.

Subito dopo aver immesso il codice si sente un clack e...

Fine quarantaseiesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Autore dell'immagine ignoto