Tempio del guado, pomeriggio del 3° ahner calante (2 ottobre)
Wotan e Diomira rompono gli indugi e iniziano cautamente la discesa. Dopo aver assicurato una fune ad uno dei robusti portafiaccola in muratura procedono verso il basso. L'idea è quella di piantare dei picchetti per formare una linea vita, ma il loro peso fa abbassare il portafiaccola, e dopo un distinto "clack" delle pietre regolari si protendono per alcuni centimetri dal pavimento e dalle pareti in corrispondenza dell'inizio della discesa. Le pietre fanno quindi un rapido movimento a tenaglia e slittando l'una sull'altra tranciano di netto la corda. I due perdono l'equilibrio ed iniziano a scivolare verso l'oscurità, finché Diomira fa allungare il bastone del Re scimmia, che si incastra alle pareti e rallenta fino ad arrestare la caduta dei due. Riguadagnato l'equilibrio i due riprendono la preparazione della linea vita, che però a questo punto è assente per i primi venti metri.
Rodrigo e Bastiano vogliono provare ad attivare i due portafiaccola per vedere cosa succede ed eventualmente bloccarli per sfruttare le pietre spuntate. Sono smaniosi e a più riprese sono lì lì per attivarle prima ancora della conferma di Diomira e Wotan. Alla fine metteranno in atto il loro piano, ma si renderanno conto che le pietre spuntate dal terreno e dalle pareti non sono particolarmente utili, probabilmente una trappola per far perdere l'equilibrio a chi è impegnato nella discesa.
Diomira e Wotan proseguono la discesa, e dopo altri dieci metri circa lo scivolo finisce nel vuoto. Circa sette metri più in basso vedono un altro scivolo, inclinato però in senso opposto: in pratica prosegue sotto i loro pedi. Il soffitto è puntellato di stalattiti e gremito da pipistrelli.
Esaurita la corda e la baldanza i due risalgono per fare il punto. Bastiano è convinto ci sia un meccanismo nel pozzo che possa sbloccare le trappole, ma dopo un accurato esame non sembra essere così. Tuttavia il gruppo individua due fori ai lati del pozzo, in corrispondenza del secondo gradone. A giudicare dai segni di trascinamento nelle pareti interne del pozzo, sembra che qualcosa possa alzarsi da sotto e spingere l'acqua attraverso questi fori nelle scanalature sul pavimento, per poi scolare via.
Inoltre sui gradoni del pozzo ci sono incisi quattro simboli, ma visti prima, che secondo Wotan rappresentano "i punti del mondo", l'equivalente (ma non il corrispondente) dei punti cardinali.
Si decide per un altro tentativo di discesa, stavolta utilizzando i poteri. Diomira si fa trasportare dal falco Nimrod, mentre Aileen evoca i tentacoli di buio che la fanno scivolare nel buio, con buona pace di Bastiano, preoccupato di richiamare l'attenzione dei cavalcalupi.
Come accaduto nel tempio del Re scimmia, i pipistrelli attaccano Diomira in volo, ma l'impiccio viene superato rapidamente. Discesi nella seconda rampa - che sembra in tutto e per tutto simile alla prima - Diomira decide di testare una delle piccole piattaforme - dietro le quali nota esserci un buco largo un metro - poggiandoci un piede. Questa, pur non cedendo, scatta con un "clack", e subito dopo dalla parte alta dello scivolo arriva un rombo in rapido avvicinamento. Si rivela essere un'enorme pietra che nella discesa ha accumulato un gran numero di altri detriti più piccoli. Le due tentano di tornare indietro, ma si accorgono che la frana ha già superato la salita per la prima rampa, e si trovano quindi bloccate. Si appiattiscono quindi come possono nella parte superiore del tunnel, e Diomira disintegra i detriti più grossi utilizzando il suo lampo tagliente. La frana le supera, lasciandole praticamente illese. Più sotto, a giudicare dal rumore, la grossa pietra finisce in una pozza di fango.
Più in basso la rampa si conclude nel vuoto, come la precedente. In questo caso però sotto c'è un pianerottolo. Più avanti si apre in un pozzo da cui proviene un odore acre, mentre dall'altra parte (sotto ai loro piedi) inizia una terza rampa. Di fronte a loro, oltre al pozzo, una parete verticale porta verso l'alto, ma è evidente che questo non è lo stesso pozzo incontrato nella stanza di sopra.
Le due ragazze riprendono la discesa, ma dopo una decina di metri sentono provenire dall'alto il grido stridulo che fa gelare loro il sangue nelle vene. Un serpente alato piomba su di loro, ma non si fanno cogliere di sorpresa: prontamente Diomira apre un tunnel spazio-temporale che la riporta più in alto, nella seconda rampa. Subito lo imbocca, ma si trova esattamente sopra uno dei buchi vicini alle piccole piattaforme, e ci cade dentro. Nimrod ed Aileen attraversano a loro volta il tunnel, ma fa altrettanto anche la coda del serpente alato, che ghermisce Aileen. Diomira, dolorante, chiude il tunnel, a la coda del serpente alato sparisce. In lontananza sentono il grido frustrato della creatura.
Il buco in cui è caduta Diomira è così stretto da non permetterle di alzare le braccia, usa un altro rituale per compiere un salto prodigioso, prontamente afferrata da Nimrod.
Spaventate, le due ragazze tornano sui loro passi per raccontare ai compagni l'accaduto e valutare come procedere.
Intanto ci si organizza per passare la notte, soprattutto per quanto riguarda i turni di guardia: sembra assodato che il gruppo riceverà presto una visita dai cavalcalupi.
Fine sessantunesima puntata.