Castello Tilean, mattino del 4° Tahner pieno (11 luglio)
Il gruppo, dopo aver passato la notte nelle brande insieme ai soldati del castello, fa la conoscenza dell’ing. Halcyon Deniels, responsabile dei dispositivi tecnologici del castello. Saltano all’occhio le protesi meccaniche ai quattro arti e le numerose medaglie che porta al petto, affisse sulla divisa della Corporazione. Con il suo forte accento delle regioni del sud ringrazia il gruppo per aver portato al castello i dispositivi di ricambio. Di lì a poco arriva anche il tenente Tamara Soleange, una donna sulla quarantina dal volto sfigurato dalle cicatrici e dal carattere ruvido. Dice senza mezzi termini di non fidarsi del gruppo, e che al primo sgarro andranno a far compagnia all’uomo nel cortile, indicando con un gesto una grande quercia. Con orrore i membri del gruppo scorgono all’ombra dell’albero un uomo crocefisso a testa in giù.
Dopo che Tamara se ne è andata, Halcyon spiega che l’uomo giustiziato si è macchiato di tradimento eseguendo dei sabotaggi, ed il tenente Soleange ha preso molto male la faccenda.
Castello Tilean, primo pomeriggio del 4° Tahner pieno (11 luglio)
Il gruppo viene convocato per discutere sulla sortita, insieme ai vari ufficiali del castello. Il piano è quello di attaccare all’alba dell’indomani e prendere di sorpresa gli assedianti. Lo scopo è quello di fiaccare il loro morale. La sortita dovrà essere rapida e causare più trambusto possibile. Sono stati individuati gli alloggi di tre ufficiali brone relativamente vicini alle mura del castello, metterli fuori gioco costituirebbe un duro colpo per i nemici.
Dopo aver pianificato i dettagli dell’attacco, il gruppo passa il resto della giornata a preparare l’equipaggiamento per l’indomani e pregare gli dèi.
Castello Tilean, alba del 4° Sener pieno (12 luglio)
Il momento è infine arrivato. Anudahabi usa i suoi poteri per evocare un’aurora boreale: al suo manifestarsi i suoi compagni e tutte le truppe del castello sentono il favore degli dèi, e con rinnovata sicurezza si mettono in marcia. Lo sciamano non li segue, ma assiste allo scontro dalle mura del castello, pronto ad usare le più temibili delle sue invocazioni contro gli avversari. Medòm e Vilkor sono a cavallo, Bodo resta nelle retrovie pronto a dare supporto con il suo arco.
E’ solo quando gli uomini del castello hanno ormai superato i cavalli di frisia che le sentinelle brone si accorgono della sortita, troppo tardi per prepararsi adeguatamente. I più vengono travolti dalla piccola armata prima ancora di svegliarsi, mentre i pochi brone svegli oppongono una fiera resistenza, non sufficiente però a fermare l’avanzata.
Gli uomini di Tilean avanzano senza sosta fino all’alloggio di uno degli ufficiali brone, che però sembra attenderli. Senza scomporsi il brone si strappa un medaglione dal collo, che poi spezza in due. Dai frammenti fuoriesce una vapore nero, che penetra nella bocca, nel naso e negli occhi del brone. L’uomo si contorce dal dolore, ed al contempo cresce di dimensioni a vista d’occhio. Bodo, dalle retrovie, scaglia una freccia e lo colpisce al petto: la pelle, già tesa per la crescita della massa muscolare, si lacera improvvisamente come una guaina troppo stretta, rivelando la massa muscolare sottostante. Il gigante non sembra essersene accorto, ed impugna l’asta di un braciere lì vicino, che si rivela essere il manico di un enorme maglio. Prende ad avanzare, mettendo in fuga gli uomini del castello. Tutti tranne Vilkor e Medòm, che lo caricano mentre Bodo li supporta scagliando frecce.
Il gigante è fortissimo, ed ogni suo colpo potrebbe essere fatale, ma Vilkor e Medòm riescono ad evitare tutti i suoi attacchi. Dopo un lungo scontro, indebolito dalle frecce di Bodo e dai colpi dei due combattenti, il gigante si accascia esanime.
Un boato di gioia corre tra gli uomini del castello. Gli ufficiali invocano la ritirata tattica, ma qualcosa va storto: mentre erano impegnati con il gigante, i brone hanno accerchiato gli uomini di Tilean bloccando loro la ritirata. Per di più, dal centro dell’accampamento giungono i suoni dei Giganti Meccanici brone in avvicinamento.
Ma anche al castello sta accadendo qualcosa. Si aprono dei portelloni, e degli oggetti piombano verso terra, scivolando sulle slitte di carico dislocate lungo i fianchi del promontorio alla base del castello. Sono i Giganti Arcani di istanza al Castello Tilean, riparati da Halcyon grazie ai dispositivi trasportati dal gruppo. I Giganti Arcani spezzano rapidamente l’accerchiamento, ed i soldati del castello riescono a mettersi al riparo dietro le mura.
Intanto, Anudahabi segue esultante le vicende dalle mura del castello. Tutti i soldati sono rientrati e le porte si sono appena chiuse, quando ode lontani alcuni tonfi portentosi. Da dietro lo colline si alzano stormi di uccelli spaventati, e poi fanno capolino loro: i Colossi.