lunedì 14 giugno 2021

Cinico e barbaro

Blue Aqua Aura Quartz by Louis Martin

Giungla di Tiwia, pomeriggio del 9° tehner pieno (19 agosto)

Mentre Diomira, Giannunzio, Silvy e Wotan si occupano degli incendi, Rodrigo, Bastiano e Alona si occupano del prigioniero legandolo. Il fuoco viene domato grazie ai poteri di Wotan, che fa "allontanare" la vegetazione, e ad una serie di fortunate coincidenze. Intanto il prigioniero viene privato dei suoi averi: la punta della lancia è di ossidiana, mentre il resto degli oggetti è principalmente in osso, con alcune piccole eccezioni (fibbie, borchie) in metallo. La pelle è molliccia al tatto e odora di muffa e torba. In fondo alla schiena ingobbita spunta una corta coda glabra. Le gambe sono articolate come le zampe posteriori di un canide, mentre le braccia sono più lunghe del normale. Il volto ha un che di raccapricciante. L'assenza del naso e l'irregolarità generale lo fanno apparire parzialmente corroso dall’acido, e non è chiaro se si tratti del risultato di un incidente, uno sfregio o se sia naturale. Anche la cavalcatura sembra bardata in modo simile al cavaliere, ossia cinghie di pelle nera e fasciature di rinforzo o protezione. Il cavaliere aveva con sé anche un astuccio contenente alcuni dardi ed una piccola sacca da cintura contenente un piccolo blocco di torba. All'interno della torba alcune teste di anguilla e pezzi di carne - forse di cinquemani. L’arco è molto corto e fatto di due parti in osso unite tra loro da una fasciatura di cuoio.

Dopo che Bastiano intimorisce il prigioniero puntandogli la lama alla gola, Diomira esamina il suo corpo in cerca del marchio di un vincolo magico, ma senza successo. Tenta allora di ispezionare con più cura il corpo del caduto, ma anche in questo caso non trova nessuna traccia di eventuali vincoli. Si discute brevemente sull'origine di questi nativi, evidentemente diversi da quelli rappresentati nel graffito trovato: forse alla seconda creazione sono avvenute delle mutazioni negli abitanti dell’isola. O forse potrebbe essere il frutto di un esperimento, ma sembra altamente improbabile che siano stati creati dalla corporazione: pur essendo vero che questo tipo di esperimenti sono stati eseguiti, è molto strano che la corporazione abbia autorizzato e sostenuto una spedizione in un luogo dove ciò è avvenuto.

Dal momento che non sembra possibile alcun tipo di comunicazione, si discute se liberare o uccidere il prigioniero. Rodrigo, dimostrando di essere ben altro che l’avventuriero cinico e barbaro che tutti credono sia, dice di essere in grado di mettere in comunicazione la creatura con uno dei compagni grazie ad un suo potere, ma non prima di aver raggiunto il campo base.

Silvy esamina la cavalcatura uccisa da Rodrigo. Fisicamente è simile ad un lupo ma le zampe anteriori sono molto più massicce e la pelliccia è a chiazze. Una ferita è stata ricucita e pur essendo privo di briglie è dotato di finimenti utili ad essere cavalcata. Il muso, come il volto del cavaliere, sembra come corroso dall’acido.

Bastiano sembra essere l’unico contrario al piano di portare il prigioniero al campo e risponde stizzito anche a Yelena pensando che fosse più sicuro liberare la creatura e spostare il campo base il più lontano possibile. Yelena fa notare che sarebbe inutile liberare il prigioniero sperando che il gesto venga apprezzato, e spostare il campo sarebbe inutile perché non sarebbero in grado di nascondere le loro tracce ed i nativi, che sono a cavallo di lupi, sono in grado di muoversi molto più velocemente di loro e quindi li avrebbero comunque raggiunti.

Yelena cerca di rassicurare la creatura dandole da bere, mentre Diomira le cura le ferite. Quando ci si sta per incamminare per tornare al campo, Romilda rinviene un borsellino caduto al fuggitivo con della torba e all’interno di essa un lembo di pelle e una gemma azzurra debolmente luminescente. La pelle è finemente incisa e si rivela essere un talismano di scongiuro, mentre la gemma - a detta di Diomira - è chiaramente infusa di energia arcana.

Bastiano allestisce delle trappole sonore lungo le tracce lasciate di ritorno al campo, dato che eventuali inseguitori probabilmente arriverebbero da quella direzione. Rodrigo si appresta a effettuare il collegamento mentale tra il prigioniero e Giannunzio, dimenticandosi di dire che sarebbero rimasti connessi per un’ora… La prima immagine che arriva a Giannunzio mentre cerca di trasmettere sensazione di pace è la creatura che lo sta strangolando a morte… Dopo un lungo scambio di immagini le cose non vanno per il meglio, la creatura è molto ostile e non sembra credere alle buone intenzioni degli umani. Poi Giannunzio centra l’obiettivo dimostrandosi dispiaciuto per la perdita della cavalcatura...

In una delle immagini condivise dal nativo si vede nei pressi di un villaggio nella palude una sena di tumulazione nella torba di una cavalcatura, al termine della quale viene piantato un rametto di una particolare infiorescenza palustre.

Giannunzio mostra la meta del gruppo: il lago. La creatura si chiede se la motivazione sia di uccidere le creature anfibie umanoidi che sembrano essere ostili nei loro confronti. Dopo un ulteriore scambio si giunge ad una sorta di accordo, mantenersi sufficientemente lontani dalla palude per non essere attaccati da loro. La creatura viene liberata e ci si corica per la notte.

Prima di dormire Diomira esamina la gemma e scopre essere un artefatto che opportunamente illuminato vibra, ma il particolare più importante è che vibra in base al suo orientamento; tuttavia non è possibile capire quale sia il funzionamento.

Nel suo turno di guardia Silvy sente suonare le trappole sonore di Bastiano e sveglia tutto il campo. L'allarme è stato generato da una mezza dozzina di scimmie, che vengono prontamente scacciate, ma il sonno di tutti è stato ormai spezzato.

Giungla di Tiwia, mattino del 9° enhor pieno (20 agosto)

Prima di ripartire vengono fatti alcuni esperimenti sulla pietra. L'intensità della vibrazione è proporzionale alla quantità di luce alla quale è esposta. Si nota inoltre che in qualche modo i suoi riflessi luminosi siano "maggiori del normale", tanto da portare Diomira a pensare che sia una sorta di amplificatore luminoso. Sembra chiaro che si tratti di una sorta di bussola perché la sua vibrazione dipende dal suo orientamento, ma a causa della forma irregolare non è possibile stabilire quale sia il luogo indicato. Si decide quindi di controllarla con regolarità per cercare di capire se, spostandosi, vibri con un orientamento diverso, ed in base a queste informazioni dedurre quale sia l'eventuale luogo indicato.

Dopo aver smontato il campo si riprende in cammino verso il lago. Dopo pochi km si controlla nuovamente il cristallo, e risulta subito chiara quale sia la direzione a cui punta…

Fine quattordicesima puntata.

Diario a cura di Bastiano
Revisione di Ohmnibus
Immagine by Louis Martin

lunedì 7 giugno 2021

Fuoco e fiamme

Kragan (Swamp Tribe Classes by Fred Rambaud)

Giungla di Tiwia, pomeriggio del 9° tehner pieno (19 agosto)

Dopo essere stati colpiti dalle frecce, Wotan e Giannunzio sentono un leggero intorpidimento, ma non sembrano soffrire altri sintomi.

Il gruppo, colto di sorpresa, si sparpaglia. Fruscii crescenti tra la vegetazione mettono in allarme gli esploratori che si preparano a fronteggiare l’imboscata.

Giannunzio, ammantatosi di lingue di fuoco, si dirige verso il punto da cui sembra essere provenuta la freccia, alla ricerca degli assalitori, si sposta cautamente verso alcune palme aggirandole, ma non riesce a scorgere nessuno.

Wotan, si distacca dal gruppo, trovando riparo tra la vegetazione e intercettando due creature che, a breve distanza, stanno mirando al gruppo di compagni che sono rimasti in attesa dell’evolversi degli eventi.

Silvy si arrampica su di un albero, pronta ad incoccare le sue temibili frecce, quando si rende conto di essere avvolta dalle fiamme. Gannunzio l’ha nuovamente coinvolta, suo malgrado, nello strano fenomeno.

Il fruscìo tra le palme si fa sempre più crescente, rivelando la posizione degli assalitori in due punti distinti, probabilmente ci sono due coppie di ricognitori che si aggirano nella foresta, pronte ad attaccarli. Mentre il rumore cresce, dal terreno si innalzano rovi e radici che si intrecciano a dar forma ad una piccola cupola posizionata a mo' di gabbia, al margine dell’area in cui il gruppo staziona. Altre frecce piovono in varie direzioni, bersagliando Diomira e Giannunzio, prima, Rodrigo poi, ma nessuno sembra ferito gravemente. Anche Silvy scorge due figure nella foresta e cerca di tenerle a tiro, ma le fiamme iniziano a bruciare il suo nascondiglio costringendola a rinunciare al suo proposito e spostarsi.

Il gruppo che è rimasto compatto viene avvolto da uno sciame di insetti apparso da nulla, che gli impedisce di agire liberamente, solo il provvidenziale intervento di Diomira, che genera un’onda d’urto, riesce a disperderli, ma all’improvviso un enorme cerchio di fuoco li circonda. Diomira, Rodrigo, Yelena, Alona, Silvy e Romilda finiscono imprigionati dietro una barriera incandescente che impedisce loro di interagire con l’esterno o fuggire. Divisi e sparpagliati tra la vegetazione, i compagni non riescono a coordinarsi e anche le iniziative personali non sembrano portare al risultato sperato, solo Wotan, poco distante e ben nascosto, riesce ad individuare due creature e ne imprigiona prontamente una, tra la vegetazione che si piega al suo volere. All’interno del cerchio incandescente le caviglie di Rodrigo vengono avviluppate da viticci che emergono dal terreno, pervaso da una furia incosciente, si libera dai viticci e si lancia verso le fiamme, deciso a sfidare la sorte, ma nuovi rovi emergono dal terreno a trattenerlo. Il guerriero, indomito, si libera nuovamente e si lancia tra le fiamme, mentre Yelena lo rassicura sulla natura illusoria del cerchio di fuoco. La conferma che si tratti di una protezione e non di una prigione, arriva da Alona che si scopre esserne l’artefice. Mentre Wotan si ritrova da solo a fronteggiare le due creature che nel frattempo lo hanno individuato, Rodrigo si sofferma ad osservare la cupola di rovi, all’interno della quale scorge due piccoli occhi luminosi. Altre due creature si avvicinano per attaccarlo, mentre l’illusione fiammeggiante si dissolve consentendo a Silvy di mettere a segno il tanto agognato colpo, diretto ad una delle due creature che stanno fronteggiando Wotan. Giannunzio ripiega anche lui verso la cupola di rovi, incendiandola mentre tenta con molta difficoltà di romperla a mani nude, mentre Rodrigo, lì accanto, continua strenuamente a divincolarsi dai rovi che continuano ad attanagliarlo, liberatosi individua due creature e ne afferra fortunosamente una. Mentre schiva i colpi di lancia che gli vengono inferti abilmente, nota uscire da un’apertura posta dietro la cupola, una creatura simile alle altre, senza cavalcatura e con abiti leggermente più elaborati.

I fronti di combattimento vedono da una parte Silvy e Wotan che riescono ad abbattere la creatura imprigionata nella vegetazione, mentre l’altra si da alla fuga; dall’altra Rodrigo e Diomira (anch’essa resasi conto della figura nascosta dalla cupola), che riescono ad atterrare un cavaliere, abbattendone la cavalcatura e mettere in fuga l’altro. Giannunzio, resosi conto troppo tardi che il suo avversario era fuggito dal retro della cupola, si lancia al suo inseguimento, perdendolo tra la vegetazione nonostante fosse stato rallentato da un’onda d’urto scagliata da Diomira. Rodrigo afferra saldamente la sua preda vestita di pelli nere, la scruta, disgustato dall’olezzo di muffa, sudore ed escrementi, ne osserva il corpo deforme, la schiena bitorzoluta e la coda corta, ne valuta la statura di circa un metro e mezzo e ne osserva la particolare conformazione degli arti inferiori a guisa di capra, gli occhi del llud brillano di malvagi propositi, me forse è solo il riflesso del piccolo incendio che sta divampando poco distante...

Fine tredicesima puntata.

Diario a cura di Giannunzio
Immagine by Fred Rambaud