lunedì 12 giugno 2023

La danza del sole e della luna

Ix Chel - Moon Goddess by BalamTzibtah

La voragine, sera del 2° tahner pieno (26 settembre)

La stanza è un cubo di venti metri le cui pareti ai lati dell’ingresso sono orientate apparentemente come le "vele" in superficie. Nella stanza si trovano due semi circonferenze composte da otto statue ciascuna, alte circa tre metri ed incise con lo stesso stile astratto delle incisioni viste finora. In una serie di statue è raffigurato il dio sole, nell'altra la dea luna. La stanza è attraversata da un raggio di luce così intenso da sembrare solido, che esce da un buco quadrato a cinque metri di altezza al centro della parete di sinistra e finisce contro il muro opposto. Di fronte ad ogni statua c'è una pietra leggermente rialzata che reagisce al peso. Tutte le statue sono orientate verso il centro della stanza, dove un pilastro di ossidiana si alza fino a pochi centimetri dal raggio luminoso. Nella parete di destra c'è un passaggio sbarrato da una lastra di pietra. Le pareti sono decorate in modo alternato da motivi che ricordano praterie e motivi che ricordano alghe.

Ai piedi del pilastro viene rinvenuto un prisma simile a quello che azionava le scale e che si rivela essere uno specchio. Quando viene posizionato da Nimrod sopra il pilastro il raggio di luce viene riflesso con precisione in un'altra apertura sopra la porta di pietra, che però resta chiusa.

Seguono diversi coraggiosi tentativi alla cieca per azionare le piattaforme senza però capire la logica del meccanismo quando un'intuizione di Carenna riporta tutti sulla giusta via: non si tratta di un calendario lunare come ipotizzava Bastiano, bensì una danza le cui statue ripropongono le posizioni principali. Azionando all'unisono le piattaforme opposte secondo il ritmo suggerito dalle statue si arriva a toccare la parete ai lati della porta. Dopo alcuni tentativi sfortunati (Carenna si sloga una caviglia) e rivelazioni inaspettate (Wotan ha il dono innato della danza), la porta si sblocca e lentamente si alza lasciando intravedere un altro corridoio. Il gruppo decide di festeggiare il successo accampandosi per la notte.

La voragine, mattino del 2° sener pieno (27 settembre)

Bastiano, preoccupato di avere sempre chiara la via di fuga da quel luogo soffocante, traccia con cura una mappa del luogo e intuisce così che si sta girando attorno al pozzo centrale.

Più lungo del precedente, il corridoio in totale misura sessanta metri, ma già dopo venti iniziano ad aprirsi innumerevoli nicchie in entrambi i lati ed al cui interno sono riposti dei vasi di arenaria o terracotta, ognuno di forma diversa dagli altri. In fondo al corridoio si apre un’altra stanza delle stesse dimensioni della precedente. Qui non ci sono statue, ma solo un obelisco di ossidiana, sempre al centro. Vi è incisa una rappresentazione della scissione di una figura umanoide in due parti distinte, una diventa il sole mentre l’altra una figura dai lineamenti felini. La stanza è debolmente illuminata da un raggio di luce che proviene da un foro sopra il passaggio da dove è arrivato il gruppo. Anche qui alla base dell'obelisco si rinviene un cristallo come i precedenti, ed anche questa volta Nimrod lo posiziona sopra l'obelisco, ma qui terminano le analogie: infatti il raggio di luce non viene semplicemente rifratto ma moltiplicato in cinque altri raggi di luce. Uno entra in un buco nella parete di destra, sopra un passaggio chiuso, gli altri quattro sono direzionati verso gli spigoli della stanza. In quel momento la terra trema e dal pavimento si sollevano quattro monoliti di ossidiana. Diomira, che casualmente era su uno di questi, cade rovinosamente a terra. Nel punto in cui la luce colpisce gli obelischi si trova una nicchia vuota e alle spalle di ciascuno c'è la raffigurazione di una scena.

Diomira chiede un momento di silenzio, e si concentra per decifrare il significato delle scene. Nella prima c'à il dio sole che sembra osservare dall'alto tante piccole figure umanoidi al lavoro nei campi. La seconda è simile ma al posto del sole c’è la figura felina e al di sotto gli umanoidi si trasformano in tentacoli. La terza è simile alla prima ma gli umani hanno le braccia alzate al sole alcuni piangono altri sono in ginocchio. L’ultima scena rappresenta il sole che con un gesto scuoia il felino e ne fa uscire la dea luna. La pelle del felino afflosciata a terra ricorda la raffigurazione già vista dietro al piedistallo a forma di ziggurat, ed inoltre secondo Yelena somiglia al profilo dell’isola di Tiwia.

La luce colpisce le nicchie tracciando delle forme i cui profili ricordano dei vasi. E' subito chiaro che il passo successivo è trovare i vasi corrispondenti, e tutti si mettono subito a cercare. Diomira è la più fortunata e per prima trova un vaso che corrisponde ad uno dei profili, ma quando sta per sollevarlo sente un "click", per cui si immobilizza. In quel momento l'improvvisa apparizione di uno scorpione da dietro un altro vaso fa piombare nel panico un Bastiano già duramente provato dalla sua claustrofobia. Nel correre verso l'uscita urta violentemente Diomira che cade portandosi dietro il vaso. In quell'istante si apre una botola sotto i suoi piedi, e solo grazie ai suoi riflessi riesce ad attivare un rituale che la fa saltare sul corridoio appena in tempo per evitare di restare intrappolata dalla botola che subito si è richiusa.

Bastiano è fuggito e le sue grida rieccheggiano lontane. Rodrigo gli corre dietro per controllare che non si faccia del male. I restanti tre vasi vengono individuati e raccolti, dopo che Wotan identifica una trappola che si attiva se non vengono sollevati contemporaneamente. Posizionati nelle rispettive nicchie degli obelischi, la porta si apre rivelando l'ennesimo corridoio che si perde nel buio.

Fine cinquantaseiesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) BalamTzibtah

lunedì 5 giugno 2023

Discesa verso il passaggio ad ovest

Kranion by Metzae

La voragine, pomeriggio del 2° tahner pieno (26 settembre)

"Cosa simboleggia il tempio?" si domanda Bastiano con voce sommessa. Non abbastanza per non essere sentito da Diomira, che parte con un suo personalissimo "spiegone".

La luce che sconfigge l’oscurità? La dualità tra luce ed ombra che unite proteggono il tempio? Oppure è forse una prigione per qualcuno? Di certo nella zona c’è una forte presenza divina.

Mentre Diomira parla di cose complicate (o anche cose semplici ma spiegate in modo complicato), Wotan trova e decifra alcune scritte che fanno da cornice all'enorme volto scolpito. Rappresentano due date, ed il gruppo conviene che potrebbe trattarsi dei solstizi.

Prima di tentare la discesa si eseguono alcune prove per testare il comportamento delle piattaforme: sembra possibile attivare le piattaforme in modo di averne sempre almeno due estese ed eventualmente una terza, quindi è possibile procedere in sicurezza. Bastiano e Carenna per maggior sicurezza legano due corde con asole all’estremità e le usano come fune di sicurezza aggrappandole ai portatorce. Purtroppo la corda non sarebbe in grado di reggere l'intero gruppo, e la sua utilità è principalmente psicologica.

Poco dopo aver iniziato la discesa una delle piattaforme si blocca dopo essersi estesa per soli trenta centimetri. Il passaggio così ristretto risulta molto pericoloso, ma fortunatamente l'imprevisto viene superato senza troppi problemi.

A metà discesa si iniziano a distinguere alcuni dettagli. In corrispondenza del fondo e per tutto il perimetro ci sono incisioni. In alto, dalla parte opposta rispetto al volto incontrato nella prima piattaforma, c'è un altro volto delle stesse dimensioni. Dettagli di questa incisione indicano chiaramente che fa riferimento alla luna. Ad ovest, quindi esattamente sotto al volto incontrato all'inizio, c'è un passaggio che si inoltra nell'oscurità. A destra di questo passaggio qualcosa di simile ad una piccola gabbia, e dall'interno si irradia un debole riflesso viola.

Ed è proprio sopra a questo bagliore viola che, quando l'ennesima sezione di scala si estroflette dalla parete, causa una piccola frana che va ad ingombrare il passaggio. Fortunatamente sembra possibile superare i detriti senza troppo sforzo, ma Rodrigo si accorge che nel ritrarsi la scala lascerebbe cadere le macerie sull'oggetto dai riflessi viola. Rodrigo ritiene inammissibile la distruzione di quello che potrebbe essere un tesoro prezioso, Bastiano è invece più preoccupato di risvegliare qualcosa sigillato in quell'oggetto. Il gruppo impiega quindi il tempo necessario per rimuovere i detriti e farli cadere il più lontano possibile.

Arrivati in fondo si notano ulteriori dettagli. Nella parete est, a circa cinque metri d'altezza viene notato un foro quadrato di circa 25 cm di lato di cui non si vede il fondo. Probabilmente da lì arriva la luce che attiva le scale.

Ad ovest il passaggio relativamente angusto (1,5 metri per 2 di altezza, la volta è a trapezio) che pure si perde nell'oscurità. Circa dieci metri a destra un piedistallo a forma di ziggurat alto circa un metro e mezzo e sormontato da una gabbia metallica di circa 35 cm di lato, con all'interno una meravigliosa maschera in oro ed ametista che rappresenta un teschio umano. Piedistallo e gabbia sembrano privi di trappole, sempre che la maschera non lo sia essa stessa. Bastiano è convinto di vedere qualcosa muoversi nel buio, ma ulteriori indagini non rivelano nulla... che si sia autosuggestionato per via delle precedenti esperienze con le trappole?

Tutti si allontanano a distanza di sicurezza mentre Diomira utilizza un rituale per praticare un'apertura nella gabbia. Rodrigo raccoglie la maschera prima che gli altri possano fare un passo, e la trova così invitante che non ci pensa due volte prima di indossarla. La brama si trasforma in stupore e poi in preoccupazione quando la maschera resta attaccata al suo volto come se si fosse fusa con la pelle. Altrettanto preoccupante è come la maschera ora rifletta i movimenti ed anche le espressioni del volto di Rodrigo. Diomira tenta un rituale per "scollarla", ma non sortisce nessun esito. La custode tranquillizza il Ferretti dicendogli che proverà di nuovo dopo una notte di sonno.

Per analizzare in modo dettagliato tutte le iscrizioni occorrerebbe almeno una settimana di sforzi congiunti, per cui ci si divide in quattro gruppi divisi nei quattro punti cardinali nella speranza di comprendere almeno il senso delle incisioni.

Sono rappresentate figure con uno stile molto complesso, astratto ed onirico. Dopo che si è fatto l'occhio allo stile è possibile comprendere che si tratta di figure umane occupate in varie attività quotidiane, come la raccolta del mais, la caccia, la pesca. Di tanto in tanto una figura guarda dall'alto, ed è chiaro che si tratta della stessa rappresentata all'ingresso del complesso (e la stessa rappresentata nella chiave sferica).

Osservando le scene nella parte sinistra (ovest) viene rappresentato il volto che oramai sembra chiaro essere associato al sole, mentre nella parte destra (est) questa figura lascia il posto a quella che rappresenta la luna, in corrispondenza a scene che rappresentano attività notturne.

Dietro al piedistallo a gradoni si notano scene che stonano con le restanti: alcuni individui sembrano impauriti o preoccupati da un felino minaccioso rappresentato in prossimità del pavimento e di è visibile solo una parte della testa, come se ci fosse stato timore anche solo nel rappresentarlo.

Si decide quindi di affrontare l'unico passaggio disponibile, con grande sgomento di Bastiano. Dopo una ventina di metri il passaggio si apre in un'ampia stanza in cui si accede dallo spigolo. Rodrigo, che è avanti, è il primo ad entrare, e non riesce a trattenere un'esclamazione di meraviglia per quello che gli si para innanzi...

Fine cinquantacinquesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Metzae