lunedì 24 aprile 2023

Ungharaf il portatore di morte

Skidso (Henry M.I.A 1957 by Daniel Midholt)

Giungla di Tiwia, 14° tahner pieno (19 settembre)

Rodrigo utilizza ancora una volta il rituale che gli permette di mettere in comunicazione due menti, così Diomira e Skidso iniziano a scambiarsi immagini mentali. Con enorme stupore di tutti dopo pochi minuti Skidso inizia a parlare la loro lingua, dicendo che per lui è sempre stato facile capire le lingue straniere - non che gli sia capitato frequentemente di farlo.

Il kragan si rivela una grande fonte di informazioni. Non è in buoni rapporti con la tribù: è sempre stato trattato male e alla fine è stato allontanato per avere allungato le mani sulla "anghmara" (ossia la sciamana). Proviene dal clan delle tre paludi, ma parla anche del clan del lago, probabilmente quello con cui il gruppo ha fatto il primo incontro. Sembra che i due clan non siano in stretto contatto tra loro. Lui è diventato un nomade eremita e vive  nella giungla di quel poco che raccatta. Il gruppo, preoccupato per l'imminente stagione delle piogge, chiede come fanno i kragan a sopravvivere agli acquazzoni, ma Skidso non capisce e si limita a dire che quando non piove c'è l'acqua sotto, e quando piove c'è l'acqua anche sopra.

Interrogato sulle quattro creature umanoidi delle storie dei hroak (i portatori di torcia, arco e lancia, più la figura sulla nuvola) dice che hanno disseminato distruzione tra le tribù delle paludi, ma sconfissero ungharaf, il distruttore dall'unico occhio, che portava morte con "il potere dei muscoli" e quello dell'occhio velenoso che "chiunque guarda muore". Alla descrizione del faraglione di Torana, Skidso dice che potrebbe essere ungharaf, o forse una sua rappresentazione o la sua forma pietrificata. Da quel che sa quando l'occhio si apre "è molto male".

Skidso sembra riconoscere l'entità oscura incontrata da Aileen, ma sa gran ché in merito: questo genere di storie è conosciuto bene solo dagli anghmara (gli siamani).

Il gruppo chiede al kragan se conosce l'ubicazione di altri templi, e tutto contento dice di sapere dove sono "cose fatte di bella pietra".

Bastiano è molto interessato ad imparare la lingua dei kragan per conoscere meglio i suoi nemici e saper loro dire delle frasi ad effetto prima di mandarli ai creatori.

Interrogata in merito Yelena conferma che la Corporazione sarebbe molto interessata alla collaborazione di Skidso, se lui è d'accordo a seguire il gruppo fino a Torana. Diomira non si trattiene dal sottolineare ancora una volta la cupidigia della Corporazione e dei suoi collaboratori, ancora ferita per il tradimento sul segreto degli hroak. Aileen confessa che anche per lei è sempre stato facile apprendere nuovi linguaggi, ed infatti è già in grado di parlare la lingua dei kragan. "Quindi lo sgorbio non è poi così utile", pensano i più avidi, domandandosi quanto valga per la Corporazione il suo cadavere...

Ad ogni modo Skidso viene ritenuto degno di fiducia e liberato. Il kragan sembra accettare di buon grado l'idea di fare da guida al gruppo, perché anche a lui piace esplorare. Dopo aver intrattenuto un po' la compagnia con il bizzarro suono di uno strumento mai visto prima, si addormenta per terra russando sonoramente. 

Durante la notte, nel suo turno di guardia, un rumore di ramo spezzato attira l'attenzione di Bastiano. Avvicinatosi all'origine del suono ha l'impressione di essere caduto in una trappola, e decide di utilizzare il "metodo Silvy", per cui raccoglie una grossa pietra e la lancia su uno strano cespuglio spinoso. Colpito di striscio, il cespuglio emette un suono di fasciame spezzato decisamente più intenso di quanto ci si potrebbe aspettare, di fatto svegliando tutto il gruppo. Intervenuto sul posto Rodrigo ricorda di aver letto di questi "cespugli rumorosi" i cui rami contengono sacche di gas sotto pressione che amplificano il suono quando vengono spezzati, probabilmente per tenere lontani gli animali.

La notte procede senza altri incidenti.

Giungla di Tiwia, 14° sener pieno (20 settembre)

L’indomani mattina viene fatta una deviazione di un giorno per raggiungere le "rocce belle" di cui parla Skidzo.

Nascosti da rovi emergono sezioni di pareti in pietra appartenuti ad edifici ormai crollati e inglobati dalla giungla. Affiorano i resti di una strada di cui è possibile intuire solo la direzione, che da un lato sembra essere il tempio centrale, mentre dall'altra parte ci sono, in lontananza, le montagne. Sulla parete esterna di uno degli edifici più grandi ci sono dei motivi di figure antropomorfe simili per stile a quelle del tempio della grotta. Sono raffigurati anche strani uccelli a forma di pipistrello e dei "cinquimani" stilizzati.

Wotan si aggira tra le rovine, ed osservando con attenzione giunge ad alcune conclusioni. La prima è che il posto deve essere stato abbandonato almeno 600 anni prima. La seconda è che, in base alle raffigurazioni dei cinquimani, gli umanoidi erano di taglia leggermente inferiore a quella dei llud. Infine stabilisce che la società era guidata da sacerdoti, ed i culti venerati erano legati non tanto alla vegetazione quanto alla fauna. Sembra ragionevole pensare che potessero venerare il dio mostratosi ad Aileen nell’oscurità.  

Giungla di Tiwia, sera del 14° nehener pieno (21 settembre)

Dopo essere tornati al fiume ed essersi accampati, il giorno dopo il gruppo si rimette in barca con l'idea di risalire fin dove possibile il secondo affluente del lago, quello che secondo i hroak è sbarrato da una cascata. La sera tirano in secco le imbarcazioni e preparano il campo a pochi km dal punto in cui le sponde del fiume sembrano innalzarsi. Di lì a poco il fiume potrebbe smettere di essere navigabile. La compagnia si prepara ad affrontare un'altra notte, mentre le piogge sembrano essere sempre più incombenti.

Fine cinquantatreesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Daniel Midholt

lunedì 10 aprile 2023

Enigmi nell’oscurità

Dead Snake Valley by robin saether

Tempio delle scimmie, sera del 13° enhor pieno (17 settembre)

Il campo viene allestito qualche centinaio di metri dal teatro dello scontro: è troppo tardi per rimettersi in viaggio e tra le scimmie ed i tentacoli si reputa che la zona possa essere sicura.

Attorno al fuoco ci si pone molte domante. Aileen è entrata in contatto con un'entità potentissima, forse una divinità. Racconta che i suoi poteri, che ha dall'infanzia, sull'isola si sono come risvegliati ed intensificati.

Si suppone che i kragan fossero loro addosso perché percepivano questi suoi poteri, quindi le suggeriscono di usarli se non lo stretto indispensabile. Bastiano si offre di proteggerla e si propone di fornirle una lista di persone che lui ritiene degne di punizione da parte della maschera - in particolare una certa fuorilegge dai poteri simili a quelli di Aileen.

Per quanto riguarda il viaggio si decide di tornare al lago. In base alle condizione meteorologiche decideranno poi se puntare al terzo tempio oppure se tornare a Torana.

Tempio delle scimmie, notte del 13° enhor pieno (17 settembre)

Aileen fa il turno di guardia con Bastiano. Il combattente le chiede se è in grado di percepire poteri simili al suo allo stesso modo di come faceva la sciamana. Le chiede di provare su di lui, nella speranza di essere egli stesso legato a queste terre - magari per via della sua spada. Ma Aileen non percepisce nulla se non un misto di ansia e speranza. Aileen racconta di aver posseduto da sempre questi poteri, ma di averli usati raramente per via delle reazioni di chi era presente. Sembra tuttavia che in caso di pericolo si inneschi un meccanismo di difesa che la aiuta nell'utilizzo del potere.

Rodrigo e Wotan fanno il secondo turno. Il primo è preoccupato dai poteri della ragazza, mentre il westan è più rassegnato e si domanda quando li ucciderà. Ferretti è convinto che se Aileen dovesse entrare nel tempio innescherebbe poteri troppo pericolosi per tutti, e vuole evitarlo a tutti i costi, lasciando sottintendere metodi estremi.

Diomira e Silvy fanno l'ultimo turno. La custode passa la notte a interrogare i suoi libri di religione. Ha la conferma che molte divinità legate allo Yang sono associate al buio o all'oscurità, mentre altre sono associate a forme feline, ma in nessun caso le due rappresentazioni sono usate per la stessa entità. Racconta a Silvy che quando si entrò in contatto con le popolazioni di Arborea e Torrida si ebbe un'ulteriore conferma della tangibilità degli dèi perché i culti coincidevano - sebbene ci fossero differenze minori. Alcuni rumori nel bosco attirano l'attenzione delle ragazze, per scoprire che si tratta di un gruppetto di scimmie la cui attenzione è attratta da Diomira. La custode le avvicina e le carezza, creando un legame che perdurerà anche nei giorni seguenti.

Giungla di Tiwia, 14° ahner pieno (18 settembre)

Aileen è preoccupata dal modo in cui Yelena si è astenuta di prender parte alle discussioni della sera prima. La osserva attentamente nella speranza di capire cosa le passa per la testa, ma sembra chiaro che la giovane sia concentrata sulla figura di Giannunzio e su quanto siano scolpiti i suoi pettorali.

La compagnia sta viaggiando lungo una cornice rocciosa quando durante una pausa Diomira inavvertitamente urta lo zaino con le razioni e le fa precipitare a valle.

La valle in questione è appena 10 metri più in basso, e ospita una fitta vegetazione - così fitta da aver spinto la compagnia a preferire la cornice rocciosa.

Fatto sta che Silvy e Bastiano si calano per andare a recuperare le provviste. Arrivati sul fondo vedono, riverso su alcuni tronchi spezzati, il corpo di un enorme serpente. La creatura sta ancora sanguinando, e lo zaino giace tra le sue spire. Silvy fa per legare la corda ad una delle sue frecce speciali quando la vegetazione fruscia pesantemente ed appare una mangusta grande come un pachiderma. Silvy si pietrifica e Bastiano si mette in posizione difensiva in attesa di sviluppi. Le scimmie che seguivano Diomira fuggono impaurite. Dall’alto la custode urla a Yelena di estrarre il cristallo per tentare di controllare il titano, ma a quelle grida la bestia alza lo sguardo minacciosa in direzione della voce. Wotan si cala frettolosamente urlando a Bastiano di non attaccare l’animale, ma la bestia sembra non gradire l'intromissione rumorosa e nel cercarne la fonte incrocia invece gli sguardi di Bastiano e Silvy, ancora immobile con la freccia incoccata.

Wotan si avvicina e grazie alla sua capacità di comunicare con gli animali lo convince che non hanno cattive intenzioni e di continuare il suo pasto. La mangusta gigante allora inizia a trascinare via il pesante corpo del serpente fino ad essere inghiottiti nella foresta.

La borsa viene recuperata e Silvy raccoglie una grossa squama sanguinolenta per chissà quali scopi.

Giungla di Tiwia, 14° tahner pieno (19 settembre)

Diomira racconta che durante la notte ha studiato il bastone del Re scimmia, scoprendo che può allungarsi a piacimento fino a trenta metri ed è in grado di sostenere un peso enorme. Sembra impossibile romperlo, ed ogni tentativo lo fa semplicemente accorciare. Ha una chiara aura di attrazione nei confronti delle scimmie, e sembrano essere presenti anche altri poteri latenti non ancora identificati.

La compagnia raggiunge il ponte dove hanno incontrato per la prima volta la sciamana kragan. Sembra essere stato rinforzato da viticci naturali la cui crescita è stata in qualche modo accelerata.

Dopo circa mezz’ora si sentono delle imprecazioni in una lingua sconosciuta provenire dal bosco. Secondo Wotan sembrerebbe qualcuno che si sta lamentando per essere caduto in una trappola, forse si tratta di un kragan. Avanzando cautamente si accorgono trattarsi effettivamente di un cavalcalupi la cui gamba è incastrata in una ramificazione a V, la caviglia messa in trazione da un cappio teso irraggiungibile dalle sue mani. La creatura è piuttosto brutta anche per gli standard dei kragan. Quasi completamente calvo, i lati e la parte posteriore della testa sono caratterizzati da una chioma di capelli impazziti. Il vestiario è stranamente colorato per gli standard dei kragan visti finora, sebbene i colori siano molto slavati. Anche il volto è colorato, da pitture blu, anche se l'attenzione è catturata dagli incisivi larghi e sporgenti. Sembra capire almeno in parte la lingua parlata dal gruppo, e si presenta come Skidso. Legato e liberato dalla trappola viene portato da Rodrigo per stabilire un ponte mentale, ma si rifiuta di farlo in prima persona, cosicché Diomira ancora una volta viene convinta a comunicare con lo straniero per mezzo dei poteri del Ferretti.

Fine cinquantaduesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) robin saether

lunedì 3 aprile 2023

La ragazza della notte e lo sfacciato guerriero

Bruto kragan (Three Eyed Brute by Tim Kaupp)

Tempio delle scimmie, pomeriggio del 13° enhor pieno (17 settembre)

Mentre gli altri affrontano la stretta e rudimentale scalinata, Bastiano rimane a proteggere l'affaccio sul fiume. La via porta verso il buio, dato che la parte superiore della fenditura è stata coperta da un fitto groviglio di radici e sottobosco.

Mentre Wotan apre un varco utilizzando i suoi poteri, Aileen trova un'apertura laterale nascosta da una grossa radice. Attratta dall'oscurità al di là di questa, avvisa Yelena di voler ispezionare, e si inoltra. Pochi passi ed Aileen viene letteralmente inghiottita dal buio. Yelena e Carenna notano subito che qualcosa non sta andando per il verso giusto, ed illuminano con la torcia l'apertura. Ma questa si rivela essere profonda solo un metro e mezzo, e di Aileen nessuna traccia.

Nello stesso momento il primo dei bruti raggiunge l'affaccio sul fiume e fronteggia Bastiano. Il combattente colpisce il bruto, ma il suo tremendo colpo ha il solo effetto di farlo infuriare ulteriormente. La sua risposta è come un maglio, e scaglia Bastiano addosso a Rodrigo sbilanciandolo. Rodrigo riesce comunque ad attirare l'attenzione del bruto facendolo entrare ancor più nella fenditura: sperando di ucciderlo rapidamente, in questo modo il suo corpo ostruirebbe il passaggio agli altri cavalcalupi.

Silvy e Wotan escono all'aperto, e notano la presenza di un gran numero di scimmie che stanno aggredendo i cavalcalupi. Non si sentono più i loro corni, ed è forse per questo che le scimmie li stanno attaccando.

Silvy tenta di comunicare con le scimmie offrendo una manciata di noci d'argento ed un corno da caccia (sottratto tempo prima ad un bandito), ma le scimmie non mostrano interesse, preferendo continuare ad aggredire i cavalcalupi.

Bastiano colpisce a morte il bruto, ma in quel momento arriva anche il secondo. Questi invece di spostare il corpo dell'altro per attaccarli, inizia a lanciare loro cavalcalupi come fossero bambole di pezza. Il primo cade tra Diomira e Rodrigo. La custode non perde tempo e lo attacca subito con un lampo di luce, mancandolo.

Silvy aiuta per un po' le scimmie, ma si accorge presto che il suo aiuto è di scarsa utilità e soprattutto non sembra essere apprezzato dalle scimmie.

Il bruto continua a lanciare cavalcalupi oltre Diomira, che continua ad attaccarli con lampi di luce tagliente mentre da dietro Rodrigo fa saettare la sua lancia per tenerli a bada.

Wotan utilizza nuovamente il suo potere per allargare l'uscita dalla fenditura, ma nel farlo provoca una piccola frana ai danni di Diomira.

Nella parte bassa della scalinata Bastiano capisce che il bruto non vuole affrontarlo, allora risale fino a superare Diomira per fronteggiare il cavalcalupi e sazia la sua sete di vendetta falciandone due.

Luogo ignoto, pomeriggio del 13° enhor pieno (17 settembre)

Aileen si rende conto di non trovarsi più nell'angusta fenditura. Percepisce una oscurità più profonda del buio materializzarsi in tentacoli. Vorticano e si intrecciano fino a formare una maschera dai tratti squadrati raffiguranti un felino. La maschera le parla: “finalmente ci incontriamo, è da molto che ti sto chiamando”. Aileen vede nella sua mente l’immagine dei suoi compagni e di quello che accade all’esterno come se la vedesse da ogni angolazione contemporaneamente. E la maschera parla nuovamente, questa colta ponendo una domanda: “Chi sono i tuoi amici e chi i nemici? Chi ritieni degno di essere punito dall’oscurità?” Aileen risponde.

Tempio delle scimmie, pomeriggio del 13° enhor pieno (17 settembre)

Dalle pareti della fenditura e dal terreno trasuda un liquido scuro e denso che si prolunga in tentacoli di oscurità, del tutto simili a quelli comandati dalla stessa Aileen, ma su più vasta scala. I tentacoli avviluppano i cavalcalupi rimasti per poi stringendoli fino a stritolarli tra sinistri scricchiolii di ossa spezzate.

Carenna e Yelena assistono con orrore alla fuoriuscita dalla fenditura laterale di un'escrescenza bulbosa di melma nera. Questa dopo essersi gonfiata fino a toccare la parete opposta scoppia come un bubbone, lasciando al suo posto Aileen, che ammicca come se fosse stata appena svegliata da un sogno. L'oscurità che riempiva il passaggio laterale ora è scomparsa, ed è evidente che si tratti di una nicchia di poco più di un metro.

Bastiano vuole accertarsi che la minaccia dei cavalcalupi sia finita e corre verso il cadavere della sciamana, uccidendo i pochi lupi in fin di vita che incontra. Rinviene sul corpo un sacchetto di semi di fuoco, e sembra che il suo bastone abbia residui magici in grado di dare un aiuto in caso di movimento in zone paludose. Wotan stabilisce che l'origine del potere nel bastone è sciamanico, e lo prende in custodia.

Rodrigo e Diomira senza consultarsi con gli altri decidono di richiamare lo spirito nel corpo della sciamana per interrogarla. Diomira è inizialmente perplessa, ma Rodrigo la convince dicendo di essere a conoscenza di un rituale per farlo. Scoprono così che i kragan, così chiamano se stessi i cavalcalupi, cercavano la ragazza della notte e lo sfacciato guerriero che si è opposto alla sciamana. La ragazza è portatrice della connessione con questi luoghi. I kragan avevano intenzione di piegare la sua volonta per ottenere un potere inimmaginabile.

Le pietre blu hanno invece il potere di controllare i titani.

Tuona che altri verranno dopo di lei per completare la missione e l’intero popolo dei kragan vorrà vendetta. Prima di andare per sempre maledice i due: “non ci sarà notte che voi possiate dormire tranquilli senza che ci sia qualcuno a controllarvi. Prima o poi il vostro sangue sarà pieno del veleno delle nostre frecce, e soffocherete nei vostri umori”.

I due decidono di tenere per sé queste informazioni, ma non tengono conto di Bastiano che si aggirava nei paraggi ed ha sentito tutto.

Il gruppo si riposa e prepara il campo per la notte. Aileen sfoglia i suoi libri di arcanologia, e si convince che la maschera possa essere la manifestazione di una qualche divinità terrena, anche se non sa ancora quale...

Fine cinquantunesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Tim Kaupp