lunedì 27 giugno 2016

[RdL] Rapporto

Medieval town 4 by Hetman80

Presidio della Corporazione di Faer, sera del 4° Nehener pieno (13 luglio)

Il gruppo ha deciso di mantenere il segreto sull’accordo con Eracleo anche nei confronti di Vilkor. Non è stato difficile convincerlo di essere svenuto per aver battuto la testa a causa di una brusca manovra. Pilota e copilota del velivolo sul quale erano imbarcati hanno poi raccontato di come l’avaria si sia rivelata una cosa da poco, permettendo loro di arrivare a destinazione in giornata.

Dopo l’arrivo si sono recati tutti a rapporto dal prof. Joram per raccontargli dell’accaduto. Il professore, molto interessato al racconto, si è dimostrato piuttosto freddo quando Bodo ha riportato la richiesta di truppe di supporto da parte del Marchese di Tilean. Il professore si difende sostenendo che la decisione non spetta a lui, ma la inoltrerà - insieme ad altre informazioni strategiche - a chi di dovere.

Il gruppo viene quindi congedato.

Presidio della Corporazione di Faer, mattina del 4° Ahoer pieno (14 luglio)

Il gruppo viene nuovamente convocato dal prof. Joram, che si congratula per il loro operato. Come ricompensa offre loro una collaborazione continuativa con la Corporazione. Sulle prime sono tutti un po’ titubanti, ma poi accettano ottenendo così: vitto e alloggio in qualsiasi presidio della Corporazione, 3000 drog subito più altri 500 drog a settimana e l’accesso ad alcune discipline insegnate alla Corporazione.

Soddisfatti, i membri del gruppo passano il resto della giornata nel tentativo di spendere i drog appena guadagnati.

lunedì 13 giugno 2016

[RdL] Ritorno alla base

Hadagan Cruiser by Sidxartxa

Luogo imprecisato verso Faer, pomeriggio del 4° Nehener pieno (13 luglio)

Il gruppo è su uno degli strani velivoli della corporazione. Interamente costruito in metallo e senza quasi nessuna parte mobile, i passeggeri rimuginano su come sia possibile che si libri in aria come un uccello. Su quello e su come sono riusciti a sfuggire ancora una volta ai brone giù a Villabigia.

Il viaggio lungo il tunnel non aveva serbato loro nessuna sorpresa, ma giunti nei pressi dell’uscita hanno sentito delle voci. Evidentemente i brone eliminati all’andata erano stati sostituiti. Purtroppo non erano molto meglio dei loro predecessori, né più svegli, ed in poco furono sconfitti da Medòm, Vilkor e Bodo. Più fastidioso era stato invece il loro amico, risoluto nello scagliare frecce da un edificio di due piani. Il gruppo fu costretto a fare un giro molto lungo utilizzando le abitazioni come riparo, per poi darsi alla macchia. Non sempre le cose vanno per il meglio, eppoi la loro missione adesso è quella di tornare alla corporazione per riferire l’accaduto.

Dopo circa mezz’ora di viaggio il copilota contatta la corporazione dicendo di essere costretto ad un atterraggio di emergenza. Già in ansia per la notizia, il gruppo scatta come una molla quando, avvicinatosi al pilota, Vilkor viene colpito alla nuca e stordito dal copilota.
Il Bodo, Medòm ed Anudahabi vengono tranquillizzati: non è un tradimento né un rapimento. Il dr. Eracleo ha bisogno di parlare con loro lontano dalle orecchie della corporazione.

Il velivolo atterra ed il gruppo scende. Dopo poco appare - letteralmente - Eracleo, che li saluta. Dice di aver notato dei fenomeni anomali legati al Sacrificio - ossia Luce - il giorno prima, e chiede se ne sanno qualcosa.
Bodo e Medòm raccontano quanto successo il giorno prima, in particolare la manifestazione di Luce. Eracleo è pensieroso. Incalzato da Bodo confessa che lo scopo della corporazione è quello di sacrificare letteralmente la bambina per creare un’arma in grado di contrastare i Colossi, dei quali la corporazione è già a conoscenza. Il dottore non desidera la morte di Luce, per cui si sta impegnando, all’oscuro della corporazione, per trovare un’alternativa. Quanto successo il giorno prima suggerisce che questa alternativa esiste.

Eracleo viene interrotto da Bodo ed Anudahabi, entrambi su tutte le furie per le bugie e la crudeltà della corporazione. Il dottore comprende le loro ragioni, ma fa notare che, purtroppo, la vita di una bambina è un prezzo irrisorio di fronte a quella di migliaia di soldati, senza contare le vittime tra i civili dei paesi conquistati. Inoltre, stando alle informazioni raccolte, agli stessi Colossi viene data vita sacrificando un fanciullo come Luce. E l’unico modo per impedire queste crudeltà è quello di trovare un’alternativa sul come impiegare i poteri di Luce. Ma per questo avrà bisogno di affidare altri incarichi al gruppo, forse anche più rischiosi di quello appena svolto.

Dopo un momento di riflessione, e di certo con qualche riserva, il gruppo accetta di collaborare con lo scienziato.

lunedì 6 giugno 2016

[RdL] I costrutti colossali

Invasion by kerembeyit

Casteltilean, mattino del 4° Sener pieno (12 luglio)

Per prime apparvero le navi volanti, ed a seguirle i Colossi. Quattro enormi costrutti umanoidi alti come una torre, al cui cospetto anche i più robusti Giganti Meccanici apparivano come insignificanti moscerini. Incedevano lentamente, inesorabili come il destino. Le vibrazioni dei loro passi risuonavano nelle ossa a chilometri di distanza come tamburi funebri. Alla loro vista alcuni tra i più valorosi combattenti di Tilean lasciarono cadere le loro armi per poi lasciarsi andare ad un pianto sommesso, consci che non avrebbero visto un’altra alba.

Anudahabi per un momento rischiò di lasciarsi sopraffare dal panico, ma subito ricordò gli insegnamenti della dea Anui, e l’idea di poter essere accolto dal suo abbraccio lo confortò, calmandolo. Schiarite le idee, alzò le braccia al cielo, ed intonò un canto al dio della terra Murgh, pregandolo di mostrare il suo potere. La preghiera fu accolta, e la terra tremò. Per tre volte i Colossi furono scossi da violenti terremoti. Due di loro rovinarono a terra sbriciolandosi come palazzi abbattuti. Gli altri due dopo un momento di tentennamento ripresero ad avanzare.
Gli uomini di Casteltilean ritrovarono la loro baldanza, vedendo in Anudahabi una speranza di vittoria, ma lo sciamano aveva dato fondo a tutte le sue risorse e non era più in grado di far nulla contro gli altri due.
Il marchese Tilean ringraziò Anudahabi e gli altri membri del gruppo per tutto quanto avevano fatto per lui ed i suoi uomini, ma era il momento di andarsene. Chiese al gruppo di tornare nelle retrovie utilizzando lo stesso passaggio usato per arrivare, ed avvertire chi di dovere di quanto stava accadendo. Probabilmente Casteltilean sarebbe caduto, ma almeno l’esistenza dei Colossi sarebbe arrivato all’orecchio delle alte sfere.
Il gruppo non perse tempo ed imboccò il passaggio segreto, ma Medòm sentì il medaglione donatogli dal padre diventare sempre più caldo. Lo estrasse, ed il medaglione gli sgusciò dalle mani nella direzione opposta alla sua. Scambiò uno sguardo con gli altri: era chiaro che il medaglione intendeva farli tornare indietro. Lo raccolse e, insieme agli altri, tornò sui suoi passi. Arrivarono nel cortile del castello appena in tempo per vedere una mano mastodontica abbattere parte delle mura. In quel momento il medaglione di Medòm si aprì, ed il suo contenuto - le ceneri del padre e la sabbia del luogo della sua nascita - si disposero nell’aria secondo i lineamenti di una giovane ragazza. La ragazza cantò, e fu allora che tutti riconobbero la voce di Luce.
Sebbene i volti dei Colossi fossero un’inespressiva maschera di roccia, in qualche modo fu possibile percepire terrore nei loro occhi, allorché il canto li avvolse. Fecero un passo indietro, portandosi le enormi mani rocciose alla testa, poi collassarono in un rombo che sembrava un grido di agonia.
Anudahabi rivisse un sogno avuto qualche giorno prima, e come allora l’euforia per la vittoria fu adombrata da una forte compassione per i Colossi abbattuti.

Casteltilean, sera del 4° Sener pieno (12 luglio)

Sconfitti i Colossi, l’unica minaccia rimasta era rappresentata dalle le navi volanti che li precedevano. Sia Bodo che Medòm rischiarono seriamente di essere colpiti dai dardi di ballista scagliati dall’alto, ma i velivoli furono abbattuti prima di causare danni seri.
Mentre i cavalieri agli ordini di Tamara pattugliavano la breccia parziale causata dai Colossi, gli uomini del castello tiravano un sospiro di sollievo. Fu allestito un banchetto per festeggiare l’operato del gruppo, presenziato oltre che da Vorgél III Tilean - il signore del castello - anche dal capitano Calomero, dall’ingegnere Deniels e dal tenente Tamara.
Il marchese sottolineò più volte come le azioni del gruppo, intenzionali o meno che siano, abbiano impedito che il peggio accadesse. Se non fosse per loro non solo sarebbero tutti morti o prigionieri, ma il castello sarebbe distrutto. A nome di tutti il marchese nomina Anudahabi, Bodo e Medòm baronetti di Tilean, donando loro un piccolo terreno ed un anello recante un sigillo nobiliare.

A sera inoltrata Vilkor informa il marchese che dal momento che il castello è al sicuro la missione sua e del gruppo è quella di tornare nelle retrovie per comunicare ai superiori gli sviluppi, per cui i festeggiati si accomiatano dalla cerimonia e si preparano a tornare indietro.