lunedì 26 dicembre 2022

Bendate il cavallo!


Tempio delle scimmie, pomeriggio del 13° tehner pieno (16 settembre)

Wotan riesce a capire vagamente il senso della tavoletta: parla di qualcosa di curativo, ma anche di un pericolo di qualche genere.

Bastiano inizia a vedere un po’ di luce ma viene convinto che è opportuno bendare gli occhi. La ragione ufficiale è quella di proteggerli in questa fase di guarigione, la verità è quella di condurlo dentro al tempio nonostante la sua estrema claustrofobia. Del resto non possono abbandonarlo fuori dal tempio, tanto più che i corni dei cavalcalupi sembrano sempre più vicini.

Mentre gli altri discutono se sia opportuno farlo, Silvy scaglia un macigno contro il portone nel tentativo di far scattare le trappole, senza però ottenere risultati significativi.

Dopo aver coperto i fori di uscita delle lance con delle assi del ponte, Rodrigo e Giannunzio tentano di alzare i battacchi all’unisono, ma la prima volta non sono abbastanza coordinati e fanno scattare il meccanismo. Delle punte di mezzo metro saettano, ma fortunatamente vengono bloccate dalle assi prima di ferire i due. Al secondo tentativo il portone si apre e nello stesso momento le punte si ritraggono nei fori.

Oltre il portone si apre una enorme caverna di 60x30 metri con delle passarelle e piattaforme sospese su un baratro buio profondo una decina di metri. Sotto una di queste piattaforme Diomira scorge un debole bagliore, simile a quello di una candela. Bastiano sostiene di ricordare che l’obiettivo si trova verso destra e infatti la sfera punta in quella direzione, mentre il percorso di passerelle, un po' tortuoso, porta ad un portone verso avanti a sinistra. La forma della grotta non sembra naturale eppure le pareti non riportano segni di scavo. Le pareti sono costituite da cristalli traslucidi ed affilati. Viene valutato che in caso di caduta è possibile scalare la parete senza troppa difficoltà, tuttavia è probabile che l'azione possa procurare tagli o comunque danni all'abbigliamento.

Wotan, che vede al buio, nota che appesi al soffitto ci sono una quantità anomala di pipistrelli.

Rodrigo nota che i paletti che corrono lungo i bordi delle passerelle raffigurano ciascuno una scimmia differente per razza o per atteggiamento. Forse un tempo reggevano una corda che faceva da corrimano, ma ora non ne è rimasta traccia. 

Bastiano viene convinto suo malgrado ad entrare sempre più nelle profondità del tempio anche se avrebbe preferito rimanere all’entrata a fare la guardia, confidando che la vista gli sarebbe tornata prima dell’arrivo dei cavalcalupi. Yelena si pente quasi subito di essersi offerta di fargli da guida, Bastiano infatti non è un soggetto facile normalmente e ora addirittura intrattabile; non toglie la benda per evitare di fuggire in preda al panico ma critica ogni scelta dei compagni e pur non vedendo non si fida del loro giudizio facendo spazientire persino la corporativa.

Diomira, Rodrigo e Wotan vanno in avanscoperta e dopo una passerella parzialmente crollata Diomira si accorge di una fessura di mezzo centimetro tra questa e la piattaforma a cui si congiunge. Subito si pensa ad una trappola, e dopo ulteriori ispezioni Diomira vede che tra il pilastro che la sorregge e la piattaforma c'è uno strano meccanismo. Wotan usa uno dei suoi oggetti arcani per creare un omuncolo di terriccio che poi invia in avanscoperta. Superata la metà della piattaforma, questa si inclina in verticale. L'omuncolo reagisce in modo inaspettatamente rapido, e riesce a mettersi in salvo appena in tempo. Si nota allora che sotto la piattaforma ci sono delle scalette di ferro orizzontali. Forse delle creature agili come le scimmie sono in grado di utilizzarle per muoversi sotto di essa. Wotan chiede all'omuncolo di usarle per arrivare al meccanismo, ma l'omuncolo perde la presa e cade nel baratro, distruggendosi.

Allora con l’aiuto di un rampino, una corda ed i suoi poteri, Diomira riesce ad andare dalla parte opposta e osservare il meccanismo, poi con un pezzo di corda riesce ad incepparlo così da rendere sicuro il passaggio. Rodrigo passa senza problemi e poi si sofferma ad esaminare una piattaforma laterale più piccola. Su una delle piccole colonne c’è l’immagine del Re Scimmia su una nuvola. Istintivamente la tocca, acquisendo così la consapevolezza di poter usare una sorta di favore che lo aiuterà in situazione di pericolo. Dai suoi studi inoltre si ricorda che la scimmia è una delle rappresentazioni della divinità maggiore Riwagiru: una divinità guerriera che combatte con un lungo bastone, è istintiva e molto umorale.

Oltre la trappola si trova una salda piattaforma e poi ancora una piattaforma mobile. Stavolta Diomira tenta il sabotaggio con un lampo tagliente, ma la trappola scatta e si blocca in posizione verticale. Occorre aggirare e passare da un’altra piattaforma e per rendere sicuro il passaggio vengono prese le due travi sottratte dal ponte fuori dal tempio.

Mentre si predispongono le travi il resto gruppo avanza fino ad un punto sicuro. Bastiano è costretto ad attraversare da solo una strettoia e nel farlo perde l’equilibrio. Per un soffio e soprattutto grazie all'aiuto di Giannunzio si evita di dover andare a raccogliere Bastiano di sotto.

La piattaforma che raggiunge Diomira è quella che aveva al di sotto un debole bagliore. Non sembra appoggiare su un pilastro e non appena vi mette piede si rende conto che la luce emana anche una certa magia. Alzando lo sguardo si rende conto che sul soffitto sono appollaiati degli enormi pipistrelli che sembrano molto infastiditi dalla loro presenza. Mentre Wotan cerca di parlar loro per tranquillizzarli lei si sporge sotto la piattaforma per vedere meglio il bagliore e solo allora si accorge che...

Fine quarantacinquesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus

lunedì 28 novembre 2022

Quel maledetto ponte sulle acque scure

Leopard Gecko by Carrie Warwick

Tempio delle scimmie, tarda mattinata del 13° tehner pieno (16 settembre)

Wotan si guarda intorno e sulla parete rocciosa che si innalza dalla parte opposta del crepaccio vede un caprone intento a brucare placidamente da ciuffi d'erba dai colori verde e rosa brillanti. Non riconosce le erbe, ma i loro colori lo incuriosiscono molto. Nota anche delle scimmie che li osservano dagli alberi vicini e tenta di comunicare con loro, ma queste si allontanano rapidamente quando si accorgono di aver attirato l'attenzione del westan cornato.

Bastiano volge la sua attenzione al fiume, e quando sulle rive in fondo alla scarpata nota qualcosa di inusuale - forse una carcassa - decide di calarsi senza troppe cerimonie. Rodrigo e Giannunzio reggono la corda, ma per una discesa priva di problemi avrebbe dovuto fare attenzione a ciò che gli sta intorno. Le pareti della scarpata, infatti, sono butterate da piccoli fori dai quali escono gechi (Strophurus taenicauda) che, infastiditi, sollevano la coda dalla quale emettono spruzzi di un liquido denso e maleodorante. Bastiano è talmente incuriosito e sorpreso da questo comportamento che si accorge troppo tardi del pericolo, solo quando il liquido sta bruciando nei suoi occhi. L'ondata di dolore gli fa mollare la presa, e copre i dodici metri che lo separano dal fondo della scarpata in caduta libera fratturandosi nuovamente la mano destra.

Silvy lo raggiunge agilmente senza nemmeno accorgersi dei gechi, e gli presta i primi soccorsi. Bastiano è totalmente cieco, ed a nulla valgono i lavaggi fatti dalla older con le acque del fiume - acque che sono calde ed hanno un vago odore di uova marce.

La ragazza dopo essersi accertata delle condizioni di Bastiano controlla la carcassa, che si rivela essere uno scheletro umano risalente a diverse decine di anni prima. Rinviene una tavoletta di argilla spezzata in due con delle iscrizioni incomprensibili. Le intasca senza dire nulla agli altri.

Con l'aiuto del gruppo, dopo che Wotan ha calmato i gechi, Bastiano viene issato a peso morto: gli eventi l'hanno fatto cadere in un profondo stato di apatia, tale che non tenta nemmeno di scalare la parete.

Wotan e Rodrigo si allontanano alla ricerca di un qualche rimedio per far recuperare la vista al compagno. Gli altri si adoperano per attraversare il ponte: sembra solido, ma anche molto vecchio.

Aileen estroflette dei tentacoli di materia oscura che la portano in volo dall'altra parte del ponte, come fossero trascinati dal vento. Così facendo aiuta gli altri a tendere una corda lungo il ponte, in modo da aiutare Bastiano nella traversata. Il Contrari attraversa gattoni borbottando fra sé e sé. Aveva immaginato questo momento in modo ben diverso: lui ultimo baluardo sul ponte a proteggere l’avanzata dei compagni dentro il tempio, a cacciare in acqua a colpi di spada orde di cavalcalupi al di là del parapetto... non certo cieco e monco a gattonare su di un maledetto ponte pericolante. A metà del tragitto una folata di vento gli fa mancare la presa e per un soffio non finisce in acqua. A quel punto un Nimrod ben più grande del solito è inviato da Diomira a trarlo in salvo. Il falco afferra delicatamente l’esausto Bastiano e lo appoggia sull’altra sponda. Il guerriero si abbandona sconsolato al salvataggio poco onorevole.

Giannunzio non è più fortunato: mette un piede in fallo e nonostante i suoi tentativi di riprendere l'equilibrio precipita in acqua. In quel momento Yelena lancia un grido di angoscia, preoccupata per il nordan, e in un rombo di tuono sparisce per riapparire al suo fianco. L'energia elettrica prodotta dallo spostamento folgora entrambi e la ragazza sviene. Giannunzio subisce la scarica senza scomporsi troppo, e con possenti bracciate trae in salvo la ragazza, che da soccorritrice si è ritrovata ad essere soccorsa.

Nel frattempo Wotan e Rodrigo trovano alcune erbe medicinali adatte ad un decotto per la cura della vista. Prima di tornare sui loro passi vedono - non visti - un cavalcalupo solitario in perlustrazione. Decidono di tornare al tempio senza attirare l’attenzione

Silvy fa un calco con la matita della tavoletta e chiede a Diomira di esaminarlo. La scrittura è composta da simboli che nessuno dei presenti conosce, ma ricordano quelli visti al tempio del guado. Secondo Diomira non è legato ad alcuni rituale magico, ma comunque ha a che fare con la religione.

La pietra blu punta dietro alla parete rocciosa, quindi il posto è quello giusto.

L'ingresso è sbarrato da un portone alto sei metri e largo cinque. Due grossi anelli di roccia, dall'aspetto molto robusto, sono appesi a cinque metri di altezza. Si accede a questa porta tramite tre gradini insolitamente alti e Diomira vi riconosce subito una trappola. Se non si apre la porta in modo corretto da alcuni fori nei gradini fuoriescono delle lance, o forse delle frecce. Sulla porta sono incisi bassorilievi di scimmie, tra le quali se ne riconosce una più grande delle altre verso la quale le altre sembrano avere molto rispetto. La scimmia più grande ha una corona sottile in testa. In due immagini speculari incise sulle colonne questa scimmia - riconoscibile solo per la corona - sta usando un lungo bastone per raccogliere dei frutti tondi - forse dei cachi.

Anche Wotan e Rodrigo, una volta tornati, incontrano difficoltà nell'attraversare attraversare il ponte. Wotan fa un tuffo prima di riuscire a passare dall’altro lato. Rodrigo è più sfortunato e per ben due volte finisce di sotto slogandosi una caviglia. Alla fine decide di attraversare a nuoto anche lui, non prima di aver schiantato e distrutto il primo dei tre tronconi del ponte. Lo fa soprattutto per un eccesso d'ira, ma anche per complicare la vita ad eventuali cavalcalupi che volessero raggiugnerli.

Aileen sale sulla parete rocciosa, sempre aiutata dai nastri di buio, ed osservando i dintorni dall’alto nota che alcune scimmie, all’ennesimo suono di corno, sembrano reagire spaventate. Durante la discesa raccoglie le erbe che interessano a Wotan: si rivelano essere fusti carnosi verdi striati di rosa brillante, con un odore intenso fra anice e cipolla. Il westan vi riconosce una pianta dalle eccellenti proprietà repellenti contro i parassiti. Aileen consegna uno dei due fusti raccolti a Yelena in modo che venga consegnato in Corporazione.

Giannunzio e Rodrigo divelgono anche il terzo troncone del ponte, e ne ricavano delle lunghe assi da usare - eventualmente - per discendere nella scarpata una volta ispezionato il tempio. Ma prima intendono utilizzarli per alzare contemporaneamente i due batacchi e bussare all'enorme portone. Chissà chi sarà ad aprir loro la porta...

Fine quarantaquattresima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine by Carrie Warwick

lunedì 21 novembre 2022

Marcia forzata

The little monkey by Junling Wang

Giungla di Tiwia, pomeriggio del 13° sener pieno (13 settembre)

La marcia nella giungla prosegue fino a sera, senza tracce evidenti di passaggio di cavalcalupi (ma forse di qualche altra creatura).

Mentre si allestisce il campo Wotan e Silvy vanno in cerca di erbe. Il westan le consegna il mortaio che lei gli ha chiesto giorni prima. La avverte però che l'oggetto non potrà essere mai usato per schiacciare animali o insetti, pena le ire della sua dea. Silvy parla anche della sua ricerca delle erbe che dovrebbero rendere giganti, e Wotan si offre di parlare con il maiale gigante di Torana per chiedergli una descrizione dell’erba che lo ha ingrandito. Tuttavia il fatto è avvenuto troppo tempo fa e Silvy dubita che l'animale possa ricordarsi qualcosa.

Preparato il campo, Yelena prende da parte Bastiano e lo redarguisce per il suo comportamento spericolato sul ponte: lasciando la cima e correndo verso i cavalcalupi si è messo messo in serio pericolo senza una ragione valida. Lui sembra molto dispiaciuto e la notte dorme così male da svegliarsi peggio del solito.

Giungla di Tiwia, pomeriggio del 13° nehener pieno (14 settembre)

La notte è passata senza troppi problemi e la compagnia si è rimessa in cammino in direzione sud-est. Nel pomeriggio si iniziano a sentire, provenire da una grade distanza, suoni di corna da nord-ovest. La compagnia si sente braccata.

Rodrigo trova un luogo ben difendibile, adatto a montare il campo, e insieme a Carenna si occupa di preparare delle trappole lungo il perimetro.

Bastiano, Silvy ed Aileen si imbattono in una radura di fiori odorosi che si rivelano essere cipolle. Nella radura ci sono anche patate, ed i tre riescono a raccogliere abbastanza viveri per almeno quattro giorni.

Bastiano vorrebbe farcire dei bocconi di carne di oppio (che secondo lui dovrebbe avere proprietà soporifere) per abbandonarli nei pressi del campo in modo da mettere fuori qualche cavalcatura. Ma la sua battuta di caccia non è fortunata: trova solo una rana, e quando si incaponisce di volerla usare comunque come boccone avvelenato completa il disastro imbrattandosi le mani con i resti del povero anfibio.

Su suggerimento di Yelena si cerca di capire quale offerta potrebbe essere fatta ai cavalcalupi per poter aprire un dialogo. Secondo Bastiano restituire la scheggia azzurra che hanno trovato dopo il primo incontro con i cavalcalupi potrebbe essere la soluzione ideale, ma Diomira ha già preso in considerazione l'idea, scartandola: non ha alcuna intenzione di restituire l’oggetto. Sempre Diomira suggerisce che potrebbero preparare del pesce frollato nella torba, o costruire talismani simili a quello trovato sulla scogliera di Torana.

Diomira insiste per fare il turno di guardia con Aileen, e con l'intenzione di fare una chiacchierata finisce per farle un interrogatorio: da quanto sa controllare le ombre? Come fa? Con quali scopi le usa? Quali sono i suoi principi etici e morali? Aileen resta sulla difensiva, facendo notare sempre più esplicitamente a Diomira che non sono affari che la riguardano e che dovrebbe pensare a sé stessa. Diomira è convinta che nelle risposte di Aileen si nasconda una natura utilitaristica, e la etichetta come tale.

Nonostante le distrazioni la notte passa senza sorprese.

Giungla di Tiwia, tarda mattinata del 13° tehner pieno (16 settembre)

Le due giornate precedenti sono state piuttosto simili tra loro. Il suono di corni in lontananza, il senso di essere braccati, i febbrili preparativi di Rodrigo e Carenna per mettere al sicuro il campo. Verso sera Aileen ha scorto un piccolo fiume a circa 10 km a sud, ed il giorno dopo si mettono in cammino verso quel punto - che corrisponde a quello indicato dalle pietre.

Il gruppo è più che mai sul chi vive. I cavalcalupi potrebbero piombare loro addosso da un momento all'altro, ma i movimenti che intravvedono nella giungla si rivelano essere solo scimmie. In effetti in questa zona sembrano essere molto più numerose che altrove, sebbene restino sempre alla larga dalla compagnia.

Infine giungono al fiume. La sua larghezza varia dai sei ai quindici metri, e scorre in fondo ad una scarpata di circa 12 metri. Nella parte dove la distanza tra i bordi della scarpata è maggiore è stato costruito un ponte di legno composto da tre sezioni poggianti su due rocce che fanno da pilastro naturale. Il ponte conduce ad uno spiazzo creato sul fianco della collina. In questo spiazzo è ben visibile un enorme portone fiancheggiato da quattro colonne istoriate con scimmie.

Intanto dalla giungla continuano ad arrivare i suoni dei corni, che sembrano essere almeno quattro. Ora che le distanze si stanno accorciando potrebbe essere una buona idea inviare qualcuno a spiarli, secondo Bastiano...

Fine quarantatreesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine by Junling Wang

lunedì 14 novembre 2022

Le tre chiavi

Jungle Bridge by Connor Rigby

Tempio del guado, pomeriggio del 13° ahner pieno (11 settembre)

Giannunzio si mette subito al lavoro ispezionando i grossi blocchi raffiguranti un volto. Nota che negli occhi deve esserci un qualche meccanismo, mentre sopra ad ognuno c'è un incavo grande come un pugno, di forme differenti: rotondo, quadrato e triangolare.

Il disco sulla parete di destra ha delle incisioni ricorrenti, rappresentanti delle iscrizioni. Diomira esclude possano essere riferite ad una qualche divinità da lei conosciuta, e guardando bene nota che la ciclicità dei simboli è solo apparente: ogni ciclo contiene delle differenze sottili ma certamente intenzionali dal precedente.

Aileen scopre che sotto il pelo dell'acqua ci sono dei buchi di venti centimetri di diametro, due in direzione dell’edificio e altri due in direzione dell’esterno, questi ultimi sono otturati.

Bastiano, affascinato dalle figure geometriche della facciata, si allontana per avere una visione di insieme e riconosce un volto stilizzato in cui la porta rappresenta la bocca.

Wotan nel frattempo esamina nel dettaglio la porta e nota alcune piccole rocce trasparenti che con tutta probabilità rappresentano un meccanismo ad attivazione ottica per l'apertura. Inoltre si rende conto che non può essere un caso che questi sensori siano all’altezza degli occhi delle statue. Non capacitandosi di come ciò possa accadere, Wotan cerca inutilmente di ruotare e spostare i blocchi con i volti, finché Rodrigo non controlla accuratamente e conferma che i blocchi sono costruiti sul terreno, privi di rotaie o altri meccanismi per muoverli.

Si procede alla pulizia dell’area: dalle pareti vengono rimosse le radici, i canali di scolo vengono disostruiti e l'acqua viene fatta defluire. Le iscrizioni sulla ruota secondo Wotan rappresentano un calendario. Il deflusso dell'acquitrino mette in luce una grande quantità di detriti e fanghiglia tra i quali Rodrigo e Carenna rinvengono un antico scheletro umano in pessime condizioni.

Giannunzio ha una illuminazione e si chiede se l'oggetto sferico preso al Tempio del Naga sia delle stesse dimensioni di uno degli incavi sopra le grosse facce. Non solo Yelena pensa di sì, ma confessa che tale oggetto non è rimasto alla Corporazione come concordato, bensì è nascosto nel suo zaino su consiglio dell'ing. Bo Frontogru. Avvicinandosi all'incavo l'oggetto inizia a ronzare rumorosamente, e giunto a pochi centimetri le sfugge dalle mani per posizionarsi in una delle scanalature. Gli occhi della faccia si aprono emettendo una debole luce azzurra.

Risulta chiaro a tutti la necessità di altre due “chiavi”, probabilmente ubicate nei punti indicati dalla chiave stessa, tanto più che il tempio del guado ne risulta al centro. Cosa nasconderà di così importante questo tempio se per accedervi sono necessarie chiavi così distanti tra loro? Delle armi? La tomba degli eroi? O forse, come suggerisce Silvy, è la prigione di un'enorme creatura?

Si decide di mandare in ricognizione Nimrod, il fidato falco di Diomira. L'edificio si estende per alcune decine di metri e poi poggia in uno sperone roccioso che si alza di una decina rispetto alla costruzione. Il tetto è completamente invaso da alberi e vegetazione, tanto da renderlo indistinguibile dalla giungla circostante.

Bastiano decide di scalare la parete ed ispezionare accuratamente la parte superiore nella speranza che le radici abbiano aperto un varco. Lo accompagnano in questa ricerca Diomira, che lo raggiunge con un balzo innaturalmente alto, ed Aileen che sale aiutata da inquietanti tentacoli neri che le spuntano dalle spalle. Gli altri oramai sono abituati a tutto e non si stupiscono più di tanto.

L'ispezione si rivela infruttuosa, ma prima di scendere Aileen si accorge che anche nel centro del cortile, sebbene ancora nascosto dai detriti, si cela un volto stilizzato di cui le statue rappresentano gli zigomi ed il mento.

Una volta tornati di sotto, Bastiano effettua ulteriori ricerche nel punto di incontro degli sguardi delle statue. Sotto la melma percepisce delle scanalature nel terreno, ma non capisce se si tratta di incisioni o semplicemente la traccia tra due blocchi vicini. L'idea di ripulire il cortile viene subito accantonata a causa del tempo che una tale operazione richiederebbe.

Nel frattempo la fanghiglia ha iniziato ad asciugarsi emettendo un odore molto intenso, misto tra palude, torba e decomposizione.

Rodrigo propone di abbattere il portone a picconate. Diomira lo esamina e con tono grave ed oltremodo serioso dichiara "strane forze sono all'opera in questo luogo", tanto basta a Rodrigo per desistere dai suoi intenti.

Giunta la sera, si decide di preparare l'accampamento fuori dal cortile del tempio. L'indomani si partirà per il sito a sud, nella speranza che il fiume volga in quella direzione per impiegare meno tempo.

Tempio del guado, pomeriggio del 13° sener pieno (13 settembre)

Il giorno prima la compagnia ha dovuto abbandonare il fiume perché deviava ad ovest, e dopo un'altra giornata di cammino la strada viene sbarrata da un altro fiume, che scorre verso est in fondo ad un canyon di circa 20 metri.

Mentre si discute se cercare un passaggio a monte o a valle, Wotan vede a poca distanza un ponte di legno e corde parzialmente inglobato nella vegetazione. Sembra molto vecchio ed in disuso, ma anche abbastanza robusto da permettere il passaggio. Bastiano, assicurato ad una corda, decide di andare per primo, ma quando si trova a metà strada quattro cavalcalupi sbucano dall’altro capo del ponte e lo bersagliano di frecce avvelenate. Mentre i suoi compagni rispondono all'attacco, lui accecato dall'ira si libera dalla corda e si scaglia sui nemici con l'intento di catturarne uno - ed uno solo. Ha troppe domande sull'occhio e deve avere risposte a tutti i costi.

Appena giunto in corpo a corpo, però, scorge una strana figura metà umanoide e metà bestia delle dimensioni di un cavalcalupo. La figura batte a terra il suo bastone sibilando parole incomprensibili, e la zona rocciosa dove è ancorato il ponte si stacca dalla parete, precipitando. Bastiano con un colpo di reni evita l'ultima salva di frecce e si lancia in salvo; non altrettanto fortunati sono i cavalcalupi, che precipitano nel vuoto.

Bastiano cerca di raggiungere la strana creatura, ma questa è protetta dalla fitta vegetazione, e prima che lui possa metterle le mani addosso questa si dissolve come un'intreccio di radici che si ritirano nel terreno. Diomira, che era giunta in aiuto di Bastiano con uno dei suoi balzi, sarà l'unico altro testimone di questo evento oltre il combattente.

Passano alcuni minuti di silenzio interrotti dalle imprecazioni di Bastiano, che pur di raggiungerla avrebbe appiccato le fiamme alla giungla. Quando è ormai chiaro che non ci sarebbero state altre interazioni con i cavalcalupi si cerca un modo per attraversare il canyon.

Silvy si propone per scende lungo il ponte ed assicurare alcune corde all'estremità penzolante. Aileen, che può spostarsi nell'aria con l'aiuto di inquietanti tentacoli d'ombra, si occupa di trasportare a Diomira e Bastiano le cime. Infine Diomira dà sfoggio di un'impressionante energia nascosta e, trasfigurata nel volto dallo sforzo, riesce ad issare il ponte prontamente assicurato da Bastiano ad altri alberi della giungla.

Dopo poco il gruppo è dall'altra parte del canyon.

Fine quarantaduesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine by Connor Rigby

lunedì 7 novembre 2022

Troppi galli nel pollaio

Ovidio Benson ([#002] by Olga Slyusareva)

Torana, sera del 12° sener pieno (6 settembre)

Durante la preparazione della cena il gruppo discute il da farsi. Diomira con grande sforzo mentale esclude con sufficiente certezza che il simbolo dell’occhio fosse presente nei graffiti della grotta del naga, ora crollata.

Carenna porta una torta di patate per i compagni vegetariani, sperando ed ottenendo l'apprezzamento di Silvy. Poco dopo arriva anche Ovidio, per il quale Diomira ha riservato un posto vicino a Carenna. Giannunzio notando che i due sono seduti vicini e forse risentito dal rifiuto della donna ottenuto quel pomeriggio, si siede sguaiatamente tra i due irrompendo nella loro conversazione. Ma non sembra essere l'unico interessato a quella conversazione: Silvy poco prima aveva avuto uno screzio con il nordan per la questione della "fiamma condivisa", che lui aveva ritenuto questione di poco conto mentre per la older rappresenta un grosso cambiamento nel suo stile di vita. Lei decide allora di ripagarlo con la sua stessa moneta concentrandosi fortemente nel tentativo di avvampare... riuscendoci. Anche Giannunzio avvampa. Tutti saltano in piedi, Giannunzio per la sorpresa, tutti gli altri per lo spavento, soprattutto Ovidio che cade sulla schiena. Diomira prende molto male la situazione, che reputa a ragione un grave rischio per i presenti e per l'edificio della Chiesa del Nuovo Ordine, completamente in legno. Seguono attimi di tensione quando Giannunzio afferma di non essere avvampato per sua volontà. Yelena si preoccupa che il potere possa sfuggire al suo controllo, ma quando Silvy confessa la situazione si tranquillizza (anche se Diomira resta piuttosto scontenta dello "spirito scherzoso" di alcuni membri della compagnia).

Yelena, scortata da Bastiano, si accomiata per prima per portare in Corporazione tutte le importanti informazioni sull’occhio, nella speranza che queste siano di aiuto alle ricerche. Diomira fa conoscenza con le dodici anime salvate dai lavori forzati e aiuta come può quelli di loro che iniziano a mostrare i primi segni di astinenza da oppio.

Giungla di Tiwia, sera del 12° nehener pieno (7 settembre)

Dopo essere partiti con le prime luci del sole, il gruppo raggiunge il campo di papaveri dove non sembra essere cambiato nulla da quando l'hanno lasciato. Si decide per seguire le tracce lasciare dai banditi durante la fuga. La direzione delle tracce però è opposta a quella stabilita per il viaggio, quindi dopo alcune centinaia di metri - dopo aver valutato la strada presa dai banditi - si ritorna sui propri passi.

Giungla di Tiwia, pomeriggio del 12° tehner pieno (9 settembre)

Dopo due giorni di cammino la compagnia giunge ai resti del serpente enorme all'interno del quale è custodita la tomba del Re Gorundo. Bastiano si accerta che nessun occhio sia comparso sui resti della gigantesca creatura, e si convince che si tratti di un culto seguito solo dai cavalcalupi (dimenticando che gli stessi simboli esistono anche nella Repubblica di Barianor).

Si attraversa quindi il lago e Wotan acconsente a soffiare nel fischietto donatogli da Rephona per invocare l'aiuto dei hroak. Dal fischietto non sembra uscire nessun suono, fatto sta che dopo pochi minuti arrivano quattro hroak, ai quali chiedono udienza con la regina.

L'udienza viene accettata e si tiene la sera. Sembra che gli hroak non conoscano il simbolo dell'occhio, né hanno visto il passaggio della cometa, ma informati dell'evento entrano subito in agitazione e dicono che non c'è altro tempo da perdere: occorre recarsi sul luogo dell'impatto prima dell'avvento del grande serpente ed emulare le gesta degli antichi eroi.

Gli hroak si offrono di scortare il gruppo lungo il fiume per farli muovere più velocemente "almeno fino alle barriere, dove l'acqua scende dal cielo". La compagnia accetta l'idea ma non l'aiuto.

L'atmosfera si gela quando Wotan racconta candidamente alla regina che la promessa di mantenere segreta l'esistenza degli hroak non è stata mantenuta. Seguono interminabili attimi di silenzio in cui - probabilmente - la regina e Yelena comunicano telepaticamente. Dopodiché la regina - sempre tramite Pepe - si dice amareggiata, ma quel che è fatto è fatto e non c'è altro tempo da perdere.

Prima di congedarsi, da una domanda di Bastiano si viene a sapere che il generale Jabka, insieme ad alcuni fedelissimi, ha preso le distanze dalla regina e non si sa di preciso cosa stia facendo.

Giungla di Tiwia, pomeriggio del 13° ahner pieno (11 settembre)

Il gruppo ha esplorato il resto del lago e si è inoltrato in uno dei due rami principali che lo alimentano. L'idea è quella di recarsi sul luogo dell'impatto della cometa e nel frattempo seguire le indicazioni delle pietre azzurre.

Così facendo giungono in una zona dove il fiume si allarga e il fondale si abbassa, l’acqua è limpida e sarebbe un buon posto per un guado.

Abbandonate le imbarcazioni in secca, dopo poco viene raggiunta la prima meta del viaggio. Si tratta di una sorta di sito archeologico: degli affioramenti di strutture costruite da creature senzienti e i resti di una strada simile a quella nei pressi della grotta del naga. Seguendola si giunge ad una struttura molto più grande che potrebbe essere un tempio. Una sorta di ingresso allagato da due palmi di acqua ricoperta di una vegetazione verde brillante che la fa sembrare un prato. L'antro è circondato da mura per tre lati e mezzo, e dalla pozza si stagliano tre blocchi alti circa due metri rappresentanti volti rivolti verso il centro. Due si guardano vicendevolmente e il terzo dai piedi di una scalinata guarda verso l’ingresso dell’area. La scalinata alle sue spalle sale verso un portone abbellito da figure geometriche che sembra però murato, e le pareti laterali sono in procinto di essere lentissimamente inglobate da radici di possenti alberi. Nella parete di destra c'è un'enorme iscrizione circolare incisa nella parete, ma i cui dettagli sono resi illeggibili dall'intrico di vegetazione che la ricopre.

Fine quarantunesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine by Olga Slyusareva

lunedì 24 ottobre 2022

La stagione delle ansie

Gennaro Sipari ("Covieaux" - Fisherman by Max Schulz)

Torana, mattino del 12° sener pieno (6 settembre)

Giannunzio va al porto per raccogliere informazioni sull’occhio del faraglione. Secondo Giusilda è una benedizione del dio Tiretsu-Keru per l’apertura della Chiesa del Nuovo Ordine, ma secondo alcune voci si tratterebbe di un simbolo antico. Forse un tal Gennaro, pescatore tenuto in grande considerazione, ne sa qualcosa di più, ma sarà reperibile solo nel primo pomeriggio. Il nordan si informa su eventuali via-vai di imbarcazioni e viene a sapere che una strana lancia è andata al faraglione ed uno dei passeggeri si è arrampicato. I due passeggeri erano stranamente assortiti: uno molto piccolo, sembrava quasi un bambino, l'altro grande e grosso e dalla pelle blu. Giannunzio immagina che si tratti di corporativi. Nell’attesa di parlare col pescatore acquista il necessario per una cena a base di pesce in vista della partenza per il gruppo ed i lavoratori liberati.

Aileen nel mentre cerca informazioni sul tatuaggio raffigurante un'ancora. Nota un brutto ceffo uscire dalla Solitaria che porta un tatuaggio simile alla base del collo. Lo pedina non vista per il mercato, per vicoli e per magazzini, finché non giunge ad una scala che dà ad un seminterrato. Il ceffo bussa con un ritmo particolarmente cadenzato, e dopo aver risposto "Papavero" viene fatto entrare in un ambiente molto fumoso.

Tornata alla chiesa incontra Yelena che, ripensandoci, ricorda di aver visto un tatuaggio simile su almeno due dei banditi al campo di papaveri. Le due concordano nel dire che c'è qualcosa di strano nel modo in cui sono rappresentati quei tatuaggi. A far luce sulla questione sarà Arkkon: nei tatuaggi il ceppo dell'ancora è sostituito da una pipa da oppio, ed in effetti si tratta del tatuaggio con cui si fregiano gli uomini di Nico.

Bastiano, vittima di un attacco di depressione, decide di inoltrarsi da solo nel bosco per andare in un punto sopraelevato a vedere i faraglioni e il mare. Sedendosi per scrutare l’orizzonte sente il rumore di qualcosa che si rompe sotto il suo peso. Si tratta del teschio di una lucertola infilato in un laccio di cuoio adornato. E' annerito dall’uso e ad abbellirlo sono delle pietre scure levigate e debolmente traslucide oltre a delle piume ormai spelacchiate. La collana è aperta, e trovandosi proprio nel punto di affaccio sul faraglione a Bastiano non sembra caduta per caso. Tutto fa pensare ai cavalcalupi, e infatti ad una rapida ispezione rinviene numerose tracce del loro passaggio oltre ad un sacchetto di torba quasi asciutta che una volta doveva aver conservato del pesce, ora marcio, ed una conchiglia. Quest'ultimo oggetto attira l'attenzione del combattente: non solo ha delle chiare emanazioni arcane, ma su vi è inciso lo stesso occhio del faraglione.

Palazzo Torana, mattino del 12° sener pieno (6 settembre)

Le dodici anime rifugiatesi nella chiesa sono chiaramente vittime di un crimine, dato che la schiavitù è stata bandita ormai da tempo, dice la baronessa. E' loro compito aiutare la guardia cittadina ad identificare e catturare i colpevoli. Lord Pendelton è più duro a riguardo: se è vero che dovevano del denaro a questo Nico è altresì vero che erano coinvolti nei suoi illeciti, e se è vero che tutti hanno dei vizi è altresì vero che alcuni di questi sono più esecrabili di altri. Tutti loro hanno già una sistemazione a Torana, e la guardia cittadina svolge già egregiamente il suo compito, per cui non vede la necessità di dover trovare loro una sistemazione.

Dopo una lunga discussione Diomira stabilisce che la Chiesa del Nuovo Ordine si farà carico di tutte le spese necessarie per un paio di settimane ed anche più. Le spese vengono approssimativamente quantificate in 5000 drog, ma la sacerdotessa paga con il certificato di credito rilasciato dalla Corporazione dopo la prima missione di esplorazione, che ammonta a 11000 drog. La differenza rappresenta una donazione alla città di Torana, che essendo così alleggerita da alcune incombenze può dar precedenza alla pratica del lascito di Lady Shizuka a beneficio di Diomira.

Mentre viene stilato e firmato l'accordo, un annoiatossimo Wotan gironzola per la stanza e si accorge che sotto il morbido tappeto decorato da losanghe deve esserci una botola nascosta...

Torana, metà mattino del 12° sener pieno (6 settembre)

Giannunzio nell’attesa di incontrare il pescatore, non trovando Yelena va da Carenna e le offre la sua compagnia. La donna però lo respinge: è meglio non far ingelosire chi è più alto in grado, e anzi si raccomanda di non illuderla troppo. Alle insistenze di lui confessa che dovendo scegliere tra i membri del gruppo preferirebbe la compagnia di una certa sacerdotessa…

Chiesa del Nuovo Ordine, mezzogiorno del 12° sener pieno (6 settembre)

Bastiano, trafelato, informa Diomira di quanto trovato. Entrambi gli oggetti appaiono molto vecchi, non è chiaro come abbiano infuso i poteri nella conchiglia, e nella collana ci sono "residui di magia" come se fosse stata a contatto con qualcosa o qualcuno in grado di incanalare energia magica. Il simbolo le è sconosciuto. Bastiano ipotizza che sia un vecchio culto dell’isola, o forse collegato al meteorite e quindi alle leggende del passato, e propone di chiedere agli hroak. 

Porto di Torana, primo pomeriggio del 12° sener pieno (6 settembre)

Giannunzio e Bastiano vanno a cercare Gennaro, che conferma di aver già visto il simbolo nel sud del Barianor, nel paesello dimenticato dove è nato e cresciuto. Lì ci sono delle grotte ritenute pericolose dagli anziani. Da ragazzini, lui e i suoi amici ci andarono lo stesso. In ogni grotta vi era uno di quei simboli. Apprese in quel modo che gli avvertimenti degli anziani erano veri: alcuni dei suoi compagni di ammalarono e morirono di una strana malattia che "si mangiò le loro ossa".

Gennaro mette in guardia dall’arrivo delle piogge, che lui chiama "la stagione delle ansie". Il primo anno sull’isola fu terribile: dopo tre giorni di pioggia vi fu un'inondazione improvvisa che trascinò a largo cinque coloni, mai più ritrovati. Dopo quell’evento la Corporazione costruì dei canali per rimediare, ma rimane comunque un pericolo. Bastiano si chiede se i canali siano interrati o superficiali immaginando che potrebbero essere utilizzati per uscire dal paese non visti dalla banda di Nico.

Chiesa del Nuovo Ordine, primo pomeriggio del 12° sener pieno (6 settembre)

Diomira viene a sapere da Arkkon che quasi tutti vogliono restare in chiesa, o comunque non di certo essere ospiti delle prigioni di Palazzo Torana. Alcuni di loro sembrano prossimi ad una crisi di astinenza e potrebbero "causare problemi", come fuggire per tornare da Nico.

La sacerdotessa fa quindi un discorso rivolto a tutti loro esortandoli a parlare con la guardia cittadina per accusare i loro aguzzini in modo che vengano catturati ed imprigionati, ma la platea non sembra particolarmente convinta.

Aileen cerca di portare conforto a Salgan (il cerusico) che sembra essere prossimo ad una grave crisi di astinenza. Lui si vergogna della sua situazione, e le racconta di aver iniziato a fumare oppio per combattere lo stress, ed in breve si è accorto di non poterne più fare a meno. Aileen chiede se conosce una cura, ma lui nega. Però aggiunge che quest'isola riserva numerose sorprese: già in passato Casimira l’erborista gli aveva dato delle erbe dagli effetti strabilianti, e non dispera che ve ne siano altre che possano curare la sua condizione.

Dintorni di Torana, primo pomeriggio del 12° sener pieno (6 settembre)

Wotan decide di andare a verificare con i suoi occhi quello che ha visto Bastiano. Dopo aver cercato alcune erbe per un suo progetto, esamina il luogo indicatogli e si rende conto che si è compiuto qualche tipo di rituale anche se non ne conosce lo scopo. Raggiunto da Bastiano, restano appostati fino a sera nella speranza di un ritorno dei cavalcalupi. Bastiano spera di catturarli e interrogarli sull’occhio.

A Bastiano viene in mente che forse la corporazione dovrebbe essere informata dell’accaduto in modo da indirizzare le ricerche verso l’area mistica e non quella scientifica, ignorando che la differenza tra i due campi sia molto labile.

Fine quarantesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine by Max Schulz

lunedì 17 ottobre 2022

La pioggia sta arrivando

Weng Xi (Interrogator Weng Xi by dForrest)

Torana, sera del 12° tahner pieno (5 settembre)

Aileen, una whirn che vive a Torana da circa una stagione, viene avvicinata da Weng Xi, un membro della Corporazione della sua stessa etnia. L'uomo, oltre ad avere impianti meccanici in diverse parti del corpo, ha la sconcertante capacità di non emettere alcun suono oltre a quello della sua voce. La accompagna alla Stazione Diamante - il Presidio della Corporazione delle Scienze di Torana - dove il prof. Wallenban la convincerà ad unirsi al gruppo di esplorazione per ragioni che sono note solo ai due.

Informata della decisione di Wallenban, Yelena fa le dovute introduzioni, dopo aver presentato gli altri come "un gruppo che sa fare il suo lavoro". Aileen del resto ha già sentito parlare di loro, molti in città ne parlano bene e molti male, probabilmente per l’invidia nei loro confronti in quanto partecipanti ad un'importante spedizione.

Dopo le presentazioni si arriva subito al sodo: la stagione delle piogge comincerà tra quattro settimane e durerà almeno una stagione, per cui sarebbe meglio non ritardare troppo la partenza. Tanto più che per la Corporazione è imperativo raggiungere al più presto il punto di impatto della cometa. Si decide di lasciare a Diomira un giorno per trovare una sistemazione migliore della chiesa (ma soprattutto meno costosa per Diomira) ai 12 raccoglitori liberati.

Torana, notte del 12° tahner pieno (5 settembre)

Rodrigo, Bastiano e Giannunzio escono per un giro. Li accompagna Aileen tenendosi però nascosta in disparte per fornire assistenza qualora ve ne fosse bisogno. La loro intenzione è di fare un sopralluogo al deposito della banda e mostrare che non hanno paura. In prossimità del magazzino che si trova in fondo nella parte nord del molo, notano un paio di figure in ombra appoggiate alla parete frontale del magazzino. Alla vista della lanterna fanno un paio di passi avanti, mentre i tre continuano ad avanzare in piena vista. Poi si sente un verso di animale a basso volume, che Bastiano riconosce immediatamente come un segnale, e infatti altre tre figure escono dalle ombre ed avanzano verso di loro.  Nello stesso momento altri due tizi sbucano alle loro spalle, notati da Aileen che era in disparte e non sembra essere stata vista. Gli ultimi arrivati sono gli unici abbastanza vicini ed illuminati da capire che sono armati di daga e protetti da un corpetto di cuoio. Entrambi hanno un tatuaggio simile ad un’ancora e non sembrano avere buone intenzioni.

Bastiano inizia ad essere titubante: poche ore prima ha espresso l’intenzione di far fuori Nico, ed ora ha il timore di prendersi la colpa della morte di cinque mentecatti. Giannunzio non è assetato di sangue come gli altri due e li prende sottobraccio per farli tornare indietro - resistendo ai tentativi di divincolarsi di un belligerantissimo Rodrigo. Appena girati si trovano di fronte gli altri due scagnozzi, che però si fanno da parte per lasciarli andar via non prima di averli sbeffeggiati - con gran scorno di Rodrigo.

Rodrigo, adirato per le offese, se la prende con i suoi compagni accusandoli di codardia. Bastiano tenta di calmarlo dicendo che conoscendo il numero di uomini a guardia del magazzino possono possono tornare preparati a dovere.

Chiesa del Nuovo Ordine, notte del 12° tahner pieno (5 settembre)

Diomira vede in Arkkon la persona più adatta a fare da portavoce e lo informa che andrà a Palazzo Torana per trovare loro una sistemazione più adatta, ma forse sarà necessario che testimonino contro Nico. Arkkon non sembra propenso a collaborare con "le guardie" e preferirebbe rimanere nell’anonimato, e suggerisce che con buona probabilità ciò valga anche gli altri. Si tratta dopotutto di persone che si sono messe nei guai per aver preso parte ad azioni illecite come l'uso di oppio, la prostituzione ed il gioco d'azzardo.

Palazzo Torana, mattino del 12° sener pieno (6 settembre)

Accompagnata da Wotan e Yelena, Diomira si reca di buon'ora a Palazzo Torana per conferire col capitano delle guardie. La Shurmak ribadisce di non essere libera di agire. Per quanto le riguarda offrirebbe la protezione delle guardie al tempio a tempo indeterminato, ma Pendelton si è mostrato più volte infastidito riguardo all’uso di risorse pubbliche per proteggere persone quando non se ne è dimostrato il reale bisogno, e quindi potrebbe dirottarle altrove da un momento all’altro. Inoltre qualcuno di "viscido" potrebbe obiettare che i raccoglitori oltre a non essere "brave persone" sono stati tutti messi di fronte ad una scelta (pagare i debiti o lavorare nel campo di papaveri) ed è quindi loro la responsabilità di questa scelta. Suggerisce a Diomira di evitare di diffondere questo dettaglio.

L'incontro, che comunque stava giungendo al termine, viene interrotto da Ovidio Benson: Diomira è stata convocata dalla baronessa. Diomira aveva già intenzione di parlarle, ma quando giunge al suo studio scopre che c'è anche lord Pendelton. I due le chiedono i dettagli sull’accaduto nella foresta...

Fine trentanovesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine by dForrest

lunedì 3 ottobre 2022

Donna di legge

The silence of the fallen by Humberto Cunha

Campo di papaveri, mattino del 12° tahner pieno (5 settembre)

Nel viaggio di ritorno i 12 lavoratori esprimono il desiderio di essere protetti dalla furia di Nico e Diomira offre la protezione del Tempio del Nuovo ordine.

Si discute il da farsi e Bastiano si avvicina a Rodrigo per comunicargli sottovoce la sua intenzione di tagliare la testa di Nico prima che si vendichi.

Rando viene nuovamente interrogato e tramite il collegamento mentale di Rodrigo viene dato un volto a Nico. Uomo robusto muscoloso dal volto squadrato capelli scuri con delle trecce improbabili si trova spesso all’oppieria e a volte gira nei magazzini a nord dove ha altri interessi. Dello strano giro del banchetto del pesce non sa nulla.

Giannunzio raccoglie informazioni dalla ragazza ferita, è arrivata sull’isola con un amica che poi non si è rivelata tale, Altezza dell’emporio (chissà forse anch’essa coinvolta con la banda di Nico?). E’ finita in un giro di abuso di droga e si è ridotta così. Secondo lei per essere introdotti nell’ambiente si può provare al mercato del pesce.

Secondo Arkkon il cacciatore, la banda di Nico aveva pestato molte persone ma aveva sempre cercato di non attirare troppo l’attenzione. Ora dopo questi eventi saranno molto arrabbiati e solo gli dèi sanno fin dove si spingeranno.

Torana, tardo pomeriggio del 12° tahner pieno (5 settembre)

Arrivati in città i 12 vengono portati alla chiesa. Yelena corre a far rapporto ai suoi superiori, Carenna va in taverna per sapere le novità, mentre un improbabile gruppo costituito da Rodrigo, Giannunzio e Bastiano scorta il prigioniero dalle guardie e conferisce col capitano Shurmak.

Sembra che il capitano sia stata più volte invitata a non interferire troppo per non turbare equilibri delicati. Mentre Bastiano era sul punto di chiedere chi potesse avere l'autorità per farlo, piomba nella stanza lord Pendelton, che dopo aver chiesto il motivo di tutto quel trambusto si fa aggiornare sull'accaduto da Giannunzio. Il nordan però si attiene strettamente ai fatti legati all'aggressione, rispondendo sarcasticamente alle richieste di dettagli da parte di lord Pendelton. Il lord è parecchio infastidito dal suo atteggiamento, e dopo aver ordinato che il prigioniero fosse condotto alle prigioni in attesa di un regolare processo, se ne va troncando il dialogo.

Il capitano Shurmak, che si scopre essere a posto, ha le mani legate e fa capire che non le è chiaro se la baronessa sia coinvolta ma certamente ripone troppa fiducia in Pendelton. Purtroppo non ha alcuna prova a sostegno delle sue congetture. Offre comunque il suo appoggio al gruppo e manderà un paio di uomini a fare la guardia al tempio per proteggere i lavoratori recuperati da eventuali ripercussioni da parte della banda di Nico.

Il gruppo racconta al capitano degli strani poteri di Lucinda, e lei si dimostra molto preoccupata.

Carenna non ottiene informazioni di rilievo. Tra i tavoli si parla di poco altro che dell'occhio comparso nel faraglione.

Diomira cerca di predisporre giacigli per tutti, ma alla fine sarà necessario dormire in due per ogni coperta. Non è un problema grave dato che si è ancora nella stagione piena. Per cena ci si dovrà accontentare del pesce non proprio freschissimo, ma almeno sono ancora vivi.

Chiesa del Nuovo ordine, sera del 12° tahner pieno (5 settembre)

La sera il gruppo si riunisce alla chiesa per fare il punto della situazione. Due guardie cittadine già piantonano la zona, a conferma dell'affidabilità del capitano Shurmak. Yelena comunica che la Corporazione è infastidita non poco dalla situazione, ma non dispone dell'organico necessario ad affrontare la situazione. Sono felici della presenza delle lucertole in quanto rappresentano un deterrente allo sfruttamento non autorizzato del campo di papaveri.

Si decide di ripartire non appena Diomira avrà parlato con la guardia cittadina per sistemare il gruppo di lavoratori e garantire la loro sussistenza anche durante la sua assenza.

Bastiano esterna il suo pensiero; se non si può partire immediatamente occorre uccidere Nico prima che possa causare loro problemi. Viene immediatamente redarguito da Yelena, che con un misto di stupore e delusione spiega che non è giusto uccidere solo perché si ha il sospetto che qualcuno possa rappresentare un pericolo.

"Giustizia o vendetta?", rimugina Bastiano...

Fine trentottesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine by Humberto Cunha

lunedì 26 settembre 2022

Il Sole di Barianor sul mare rosso

Arkkon by Eularesko

Campo di papaveri, sera del 12° ahner pieno (4 settembre)

Dopo aver attraversato la marea brulicante di lucertole - che per qualche ragione non lo stanno assalendo - Wotan individua una delle lucertole alfa. L'esemplare è decisamente più grosso, ma a colpire l'attenzione del westan cornigero sono le striature luminose che ricordano per tonalità ed intensità le lucciole. Wotan implora lo sciame di ritirarsi perché gli esemplari soldato hanno già subito grosse perdite e ne subiranno altre ancora se non lo fanno. L'esemplare in risposta afferma che il mare rosso è il loro territorio di caccia e chiunque vi si trovi è destinato ad essere loro preda quanto loro sono destinati a cacciarlo. Il fuoco brucia, ma è destinato ad estinguersi presto. Wotan preoccupato delle sorti di tutti gli animali suggerisce loro di togliere i campanelli prima del loro prossimo attacco e nell’attesa che il fuoco si spenga quello essi faranno.

Silvy parlando con uno dei lavoratori viene a sapere che il raccolto si trova nella cassaforte nella tenda dei capi. Ma a lei non interessa tutto il raccolto bensì un semplice campione, quindi sottrae non vista un oggetto attaccato alla cintura del suo interlocutore che si rivela essere una sorta di lama-raschietto ricavata da un tappo di metallo per barattoli su cui è appiccicato un grumo di linfa grande come il suo pollice.

Un altro dei lavoratori spalleggiato da due compari accusa Rodrigo e tutto il gruppo di aver condannato tutti morte certa per aver pestando i piedi alla banda di Nico. Rodrigo è scocciato e rimanda il tizio da Diomira, non prima di averlo schiaffeggiato brutalmente per essere stato infastidito. Diomira, nonostante la tendenza ad irritare gli interlocutori con noiose nozioni religiose, non solo calma gli animi ma convince i tre raccoglitori a diventare seguaci del suo culto nascente, promettendo loro la protezione del tempio.

Carenna identifica tra i lavoratori quello che reputa più in gamba, un cacciatore che ha però il vizio del gioco, e dopo averlo avvicinato ottiene qualche informazione in più: il lavoro nei campi è pericoloso ma non hanno alternativa in quanto costretti chi da debiti chi da dipendenza da oppiacei. Sempre dallo stesso cacciatore viene a sapere che la pece sembra essere finita e non sarà quindi possibile respingere un secondo attacco.

Bastiano dopo aver rifiatato per dieci minuti bofonchiando una specie di ritornello incomprensibile si alza e ad ampi passi torna su per la collina verso Rando, la sentinella imprigionata. Lo ritiene colpevole di aver omesso il piano per affrontare gli invasori. Non ci pensa due volte a sottoporlo a torture violente finché Rando non dice il poco che sa: sembra che alcune delle guardia siano corrotte e loro sono liberi di agire a patto di "non farla troppo sporca". Il capitano Shurmak è invece di tutt'altra pasta ed è sempre stato un grosso fastidio per la banda di Nico. Qualche tempo fa, inoltre, ai compari più fidati di Nico è successo qualcosa che ha donato loro dei poteri che incutono timore, in particolare a Lucinda e Nico stesso. Bastiano decide quindi di consegnare Rando alle guardia cittadina come prima mossa per smantellare l'organizzazione criminale.

Dato che la sera incombe, si decide di costruire un campo in cima alla salita a ridosso del bosco, dato che la valle è territorio di caccia delle lucertole. In un primo momento Wotan e Rodrigo sono contrari all'idea di tornare a Torana, ma lasciare andare i lavoratori da soli costituirebbe un rischio troppo grande per loro e quindi si opta per scortarli anche se questo significa perdere almeno due giorni di viaggio.

Rodrigo vede due lavoratori frugare nelle casse della tenda dei capi e trova una cassa robusta chiusa da un pesante lucchetto e la fa mettere tra le cose da trasferire nel nuovo campo. Silvy decide di tentare di aprirlo usando una pesante pietra, ma dosa male la forza ed il risultato è la distruzione totale del lucchetto, della cassa e di tutto il suo contenuto. Dentro dovevano esserci, oltre ad una discreta quantità di oppio, delle altre ampolle con dentro sostanze chimiche che si sono mescolate tutte insieme. Silvy preleva comunque una zolla di terra mista ad oppio e chissà cos'altro per analizzarla in un secondo momento.

Rodrigo sconsolato continua a frugare nella tenda magazzino e trova quattro bottiglie di “Sole di Barianor”. A detta di Carenna si tratta di un buon vino con il tappo ancora sigillato nella ceralacca, non particolarmente pregiato nel continente ma di grande valore a Torana.

Intanto Carenna, intenta anche lei a rovistare, trova un oggetto molto interessante simile ad una bussola senza lancetta e che si rivela essere un sensore di movimento che prontamente si intasca.

Dopo aver preparato il campo al limitare del bosco si istituiscono turni di guardia nel timore che la banda di Nico si ripresenti. 

Nel turno di Diomira e Carenna la sacerdotessa intercede per Ovidio Benson strappando alla locandiera un assenso a conoscerlo.

In quello di Giannunzio e Bastiano il llud tenta di convincere il nordan ad addestrarsi con lo spadone che porta sulla schiena in modo da essere più utile in battaglia offrendosi di fargli da maestro, ma ottiene in risposta il consiglio di farsi i fatti propri. 

Silvy infine chiede a Wotan di aiutarlo a costruire un mortaio e pestello per proseguire nella "creazione dell’arma", ossia un potente sonnifero da usare per addormentare il gorilla gigantesco incontrato nell'esplorazione precedente. Il westan accetta purché non le venga in mente di usarlo per schiacciare insetti.

Forse distratti da questi discorsi nessuno si accorge di nulla fatto sta che la notte passa senza apparenti problemi.

Campo di papaveri, mattino del 12° tahner pieno (5 settembre)

Al mattino si discute nuovamente il da farsi e c’è attrito in particolare con Diomira, Bastiano più volte zittito si spazientisce e bofonchiando la solita cantilena si dirige di nuovo fra i papaveri seguito da Carenna che vuole accertarsi che non si metta nei pasticci. I due raccolgono qualche carcassa di lucertola. Bastiano tenta inutilmente di estrarre il veleno dai rettili: l'assenza di denti veleniferi lo confondono. Ripiega sulla raccolta di linfa dai papaveri. Si accorge che molti bulbi sono stati incisi con una lama, si fa quindi prestare uno dei coltelli da Carenna e mentre si prepara all'incisione...

Fine trentasettesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine by Eularesko

lunedì 12 settembre 2022

Feromoni

barbarian girl by Simon Gocal

Torana, sera del 12° ahner pieno (4 settembre)

Rodrigo riesce a trovare un secchio di pece col quale inizia subito a tracciare un cerchio attorno alle tende, in modo da poterli incendiare. Esorta gli altri lavoratori a dargli una mano, ma la pece è densa e il lavoro sarà molto lungo...

Wotan si avvicina agilmente e tira una freccia che si perde tra il groviglio di rettili. Rendendosi conto della scarsa efficacia delle sue armi decide di agire diversamente. Grazie alla sua lunga esperienza di vita nella natura selvaggia ricorda di rettili simili le cui azioni erano dirette da pochi individui dominanti, decide di cercarli nelle retrovie.

Intanto Diomira usa i suoi poteri per creare esplosioni che gettano le lucertole tra le fiamme.

Bastiano si produce in una micidiale raffica di colpi e, dopo aver schivato i numerosi attacchi dei rettili, cala un colpo poderoso che apre un varco nello sciame. Giannunzio usa le sue fiamme per accelerare il divampare della pece nelle canalette, riuscendo così a creare una cuspide di fuoco che blocca l'avanzata delle piccole creature. Tuttavia quelle imprigionate tra le fiamme impazziscono e, con rinnovata foga superano i difensori verso i lavoratori in fuga.

Giannunzio con uno scatto supera lo sciame e lo anticipa piazzandosi a difesa delle tende, mentre Rodrigo continua incessantemente il suo lavoro. Imprecando cerca di dare ordini ai braccianti, non riuscendo però ad organizzarli. Anche Diomira, sospinta dai naga, compie un salto di sessanta metri e si porta nei pressi del campo, intanto Bastiano rincorre lo sciame principale e con un devastante fendente riesce a deviare parte delle creature verso est. A più riprese si scontra con le creature rimanenti, fino a ridurle a poche unità che si dileguano tra i papaveri. Resta solo lo sciame che si è mosso verso est che, incontrate le fiamme, devia nuovamente verso il campo.

Wotan usa i suoi poteri per comunicare con una lucertola. Vuole convincerle a fuggire, ma questa gli comunica che l'aria odora di caccia ma allo stesso tempo hanno paura del fuoco. Nulla di nuovo. Cerca allora di convincere i suoi compagni a cercare la lucertola capo, ma la sua richiesta cade inascoltata.

Diomira da fuoco al cerchio appena completato da Rodrigo mentre il secondo sciame converge verso le tende. Giannunzio anticipa l’accensione del cerchio dei lavoratori, ma ancora non è terminato e loro per la sorpresa e lo spavento lasciano andare il secchio di pece che cade proprio sulla tenda difesa da Rodrigo. Il combattente dal cattivo carattere tenta maldestramente di evitare danni maggiori, accelerandoli. Alla fine si risolve nello sradicare il telone e con tutti i picchetti lo scaraventa via. Tenta di convincere i braccianti ad entrare nel cerchio di fuoco come riparo, ma questi sono così spaventati da non capire i suoi ordini e restano a portata dei denti dei rettili.

Lo sciame sfuggito ai colpi di Bastiano raggiunge infine l’accampamento ed attacca una ragazza, che Giannunzio tenta di difendere.

Anche Bastiano corre in suo soccorso, ma cade ed inavvertitamente fa leva sul braccio rotto. Il dolore lancinante gli impedisce di difendersi da due rettili che ne approfittano per morderlo in faccia. Il morso è subito seguito da un dolore più forte, probabilmente causato dal veleno delle creature.

Giannunzio libera la donna dalle creature, poi si dirige verso l’ultimo sciame non curandosi delle sue condizioni.

Wotan, lontano dagli altri, getta una pelle di serpente sul fuoco per dare la possibilità alle lucertole di fuggire. Il suo gesto non viene compreso, per cui decide di avventurarsi al centro dello sciame alla ricerca degli esemplari dominanti, incurante dei rischi.

Bastiano, liberatosi dalle lucertole mangiafaccia, solleva la donna ferita, incurante del dolore alla mano, e la porta in salvo nel cerchio di fuoco. Invoca l'aiuto di Diomira per curare la donna, ma la sacerdotessa è troppo impegnata a scagliare lucertole tra le fiamme, per cui il Contrari decide di dare fondo alle sue conoscenze per tentare di salvarle la vita con un bendaggio che sicuramente poteva essere fatto meglio.

Alcune lucertole iniziano a superare la barriera difensiva di Rodrigo e Diomira. Un lavoratore muore e  subito dopo un altro viene attaccato...

Fine trentaseiesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine by Simon Gocal

lunedì 29 agosto 2022

Il mucchio selvaggio

Agamidae Piraña (Concept Art by Aaron Sims)

Torana, sera del 12° ahner pieno (4 settembre)

Bastiano mette fuori uso la ballista in modo che non possa più essere usata contro di loro. I lavoratori nei campi sono nel panico, ma non riescono ad allontanarsi perché sono legati per la caviglia a dei cavi in tensione a pochi cm dal terreno. Diomira salta oltre Bastiano per arrivare a tiro (reciproco) di Lucinda. Rodrigo estrae la lancia donatagli dal generale e corre verso Ebaroth ringhiando il suo nome, ma il terreno sconnesso lo tradisce e non riesce a coprire la distanza che li separa. Ebaroth, il Santo ed il Picozza continuano a fuggire nel campo di papaveri mentre Lucinda afferra per i capelli una delle lavoratrici e le punta un coltello alla gola. Minaccia di ucciderla se fanno un altro passo verso di lei, e manda un messaggio alla Shurmak: se continua a fare di testa sua, lei fa una strage.

Giannunzio cerca il dialogo e Bastiano si blocca sul posto per non apparire come una minaccia. Rodrigo invece si avvicina in modo intimidatorio, promettendo alla donna il peggiore dei destini nel caso non si fosse arresa. A queste minacce, rincarate da Diomira, la sicurezza di Lucinda sembra vacillare.

All’improvviso si sentono in lontananza dei campanelli tintinnare. Lucinda nel sentire questo suono si terrorizza al punto di abbandonare l'ostaggio e fuggire a gambe levate. Rodrigo coglie l'occasione per sottrarle uno dei suoi pugnali per mezzo di un arcano. Anche Ebaroth devia il suo percorso così da allontanarsi dalla fonte del suono. Silvy, che ancora sta scendendo verso la valle, grazie alla posizione sopraelevata nota i papaveri ondeggiare come una marea che sta per abbattersi sul gruppo. I lavoratori sono legati e mentre tentano di liberarsi gridano di accendere i fuochi. Bastiano corre in direzione del rumore per liberare i prigionieri più vicini alla zona di pericolo, ordinando loro di accendere gli inneschi. Dà ad uno di loro il suo machete in modo da liberare gli altri compagni. Quando i raccoglitori parlano di fosse di pece Wotan corre nella direzione indicata e ben presto ne trova una. Giannunzio  è mosso dalle stesse intenzioni, ma non riesce a trovare nessuna fossa e, disperato, lancia a caso una sfera di fuoco sperando inutilmente di centrarne una. Anche Carenna contribuisce a liberare i prigionieri, e la informano che quello in arrivo è “uno sciame che solo il fuoco può tenere lontano”.

Wotan accende la fossa ad est e la lingua di fuoco comincia ad avanzare lentamente in una direzione incidente all’altra linea che però non è ancora stata accesa. Lo sciame ha già oltrepassato le difese abbassate del campo ed ha attaccato uno dei raccoglitori ancora legati. L'uomo soccombe in pochi attimi, sotto gli occhi atterriti del suo compagno di lavoro, conscio di essere il prossimo. Giannunzio riesce ad individuare la fossa ad ovest e la accende con un tiro lunghissimo della sua sfera di fuoco. Cambia quindi direzione e corre verso lo sciame. Bastiano dopo aver liberato gli ultimi lavoratori si affianca al nordan, imitato da Diomira. Intanto Rodrigo entra nelle capanne in cerca di riparo. Trova numerose casse, e dopo aver scartato l'idea di accatastarle per fare una barricata cede alla curiosità e ne apre una, che si rivela essere piena di... patate. La linea difensiva composta da Bastiano, Diomira, Yelena e Giannunzio regge il primo impatto, nonostante si ritrovino tutti con almeno una dozzina di lucertole addosso, ad esclusione di Giannunzio le cui fiamme sono un deterrente sufficiente per tenerle lontane o abbrustolirle.

La battaglia prosegue ed arriva il fuoco di copertura di Silvy, che avvampata come Giannunzio scaglia frecce infuocate che si abbattono sulle creaturine come colpi di mortaio. I fendenti di Bastiano si abbattono nel mucchio e Giannunzio strappa di dosso a mani nude le lucertole dai compagni facendo a brandelli quelle che non muoiono bruciate subito. Tutti, tranne Rodrigo che si è attardato a svelare il contenuto delle casse, convergono nello scontro...

Fine trentacinquesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine by Aaron Sims

lunedì 11 luglio 2022

La corsa più pazza di Tiwia

Ebaroth Plesil (Red eyes by Jens Claessens)

Torana, sera del 12° ahner pieno (4 settembre)

Lo scambio di accuse fra Diomira e Bastiano si interrompe alla sonora imprecazione di Rodrigo. Attraverso il cannocchiale stava analizzando la situazione: numerosi lavoratori chini nei campi intenti a raccogliere i papaveri, poco lontano delle capanne improvvisate difese da niente meno che una ballista puntata verso il sentiero. Ma proprio quando la sua attenzione cade sul tizio che conoscono come Ebaroth, questo starnutisce e poi si gira immediatamente verso Rodrigo, forse attratto dal riflesso della lente.

Il gruppo si sparpaglia immediatamente nel tentativo di nascondersi al limitare della boscaglia. Non sembra accadere nulla, e il gruppo inizia a discutere sul da farsi. Ridrigo, Silvy e Bastiano sono propensi per attaccare il campo per liberare i prigionieri (ed eventualmente appropriarsi dell'attività), ma Yelena e Carenna sostengono che non sono qui per questo, e che se vogliono aiutarli il modo migliore è tornare a Torana ad avvertire le autorità - anche perché sarebbero comunque dovuti tornare per riaccompagnarli in città.

La discussione fa distrarre il gruppo, a spesa di Silvy che viene colpita da un dardo di balestra. Ebaroth, Il Brillo ed Il Piccozza si sono avvicinati a portata ed hanno sferrato il primo attacco.

Rodrigo avanza incautamente, e lancia una bomba-ragnatela che imprigiona Il Brillo. Viene seguito da Bastiano e Giannunzio, intenzionati ad ingaggiare gli aggressori. Bastiano come un fulmine è sul punto di raggiungere Il Picozza, che però fugge in direzione della ballista, Giannunzio è leggermente indietro rispetto a Rodrigo, e scaglia sfere infuocate. Tutti e due sembrano aver individuato in Ebaroth il capo e tentano di ingaggiarlo in corpo a corpo, ma anche lui opta per una ritirata strategica.

Il Picozza beve da una bottiglietta e sputa una fiammata sulla ragnatela che lo imprigiona, ma fa male i calcoli e viene avvolto egli stesso dalle fiamme.

Ebarot lancia un dardo poi arretra. Viene superato da un proietto di ballista che centra Rodrigo: il guerriero per un attimo viene affascinato dalla precisione con cui è stato scagliato come una falena viene affascinata dalle fiamme, ed allo stesso modo si accorge troppo tardi dello sbaglio. Il colpo genera un'esplosione di dolore alla spalla, e l'impatto lo schianta a terra lasciandolo frastornato.

Diomira, con l'aiuto degli spiriti, spicca un balzo innaturalmente lungo ed atterra a fianco di Rodrigo per prestargli soccorso.

Silvy prima di scendere dall'albero colpisce il Brillo, ancora avvolto dalle fiamme, e lo stesso fa Wotan. Sembra che, in qualche modo, i due traggano mutuo beneficio quando imbracciano un arco contro lo stesso avversario.

Il Brillo è stato colpito anche ad un ginocchio ed è limitato nei movimenti. Giannunzio infierisce ulteriormente con un'altra sfera infuocata. Il criminale divampa ancor più intensamente per poi accasciarsi e spegnersi con un ultimo grido di dolore.

Giannunzio tenta quindi di accorciare le distanze con Ebaroth, ma inciampa e cade malamente. Da un punto della boscaglia scaturisce un fulmine che cade accanto a Giannunzio, e dove impatta col terreno appare Yelena, visibilmente preoccupata per il nordan.

Silvy e Wotan iniziano a loro volta a discendere la china, un po' insicuri sui loro passi, nel frattempo Il Santo sta ricaricando la ballista.

Bastiano dopo avergli fatto perdere l'equilibrio raggiunge Il Piccozza e si appresta a colpirlo.

Rodrigo si alza sibilando il suo odio verso Ebaroth. Diomira, constatato che il compagno è a posto, spicca di nuovo un salto sovrannaturale oltre Ebaroth per sbarrargli la strada. Il capo dei banditi la scosta con facilità, per poi entrare in un disco di ombra solida che si è creato alle spalle della sacerdotessa. Il disco scompare ed Ebaroth appare da un altro disco simile nei pressi della ballista.

Bastiano attacca due volte in rapida successione Il Piccozza, mancandolo. Anche alle spalle di questo appare un disco nero, e lui lo attraversa per mettersi in salvo. Il disco sparisce e dietro ad esso il guerriero vede un dardo di ballista in rapido avvicinamento, ma fortunatamente riesce ad evitarlo.

Ormai Contrari è in fuga da solo avanti al gruppo, unico bersaglio della ballista. Di fianco ad essa Lucinda sta mantenendo aperto il disco di ombra facendo toccare i pomoli dei suoi pugnali, e da questo appare Il Piccozza con aria beffarda. Insieme ad Ebaroth aiutano Il Santo a riarmare la pesante arma da assedio, ma non fanno i conti con la furia di Bastiano che li raggiunge prima che possano scoccare un altro colpo. Ebarot riesce ad attaccare Bastiano con la sua balestra, dopo di ché tutti i malviventi si mettono in fuga seguendo traiettorie diverse. Bastiano intende attaccare Il Piccozza, ma fra di loro si trova Lucinda che dopo aver schivato con apparente semplicità i suoi colpi fa di nuovo toccare i pomoli dei suoi pugnali. Questa volta il disco di ombra si apre alle sue spalle e ne esce una folata di vento nero simile ad uno stormo di pipistrelli spettrali che investono in pieno Bastiano facendolo arretrare di qualche metro e consentendole l'ennesima fuga tattica.

Fine trentaquattresima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine by Jens Claessens

lunedì 4 luglio 2022

Un’altra talpa

Rando (Random Portrait sketches by Léo Lasfargue)

Torana, pomeriggio dell'11° enhor pieno (3 settembre)

Dopo l'offerta del pranzo della Chiesa del Nuovo Ordine, Alona si mette al servizio dei fedeli per somministrare cure ma qualcosa va storto e provoca una frattura alla spalla di uno dei pazienti. Prima che Diomira possa intervenire, dalla folla iniziano ad inveire contro Alona, ed in molti iniziano ad andarsene criticando la scarsa qualità del pranzo.

Wotan intende cercare erbe per distillare una droga soporifera per addormentare gli animali prima che il gruppo li uccida. Alona vanta una certa esperienza nel campo e si offre di aiutarlo. Hanno molta fortuna e trovano una rarissima pianta che dovrebbe esistere solo in Arborea e per giunta fuori stagione.

Bastiano e Rodrigo cercano lavoro come manovali nella costruzione di alcuni edifici nel nord di Torana. Bastiano ha un incidente sul lavoro e ne ricava un braccio destro rotto. Chiede ad Alona di curarlo e lei gli da anche delle erbe per sopportare il dolore. Per paura di essere escluso dalla spedizione chiede a lei ed a Rodrigo di non parlare con gli altri della sua condizione. Dovrà stringere i denti per una o due settimane e i suoi colpi non saranno più così letali.

Diomira, su richiesta di Rodrigo, chiede a Giusilda informazioni sui traffici loschi al mercato del pesce. La ragazza è convinta che una certa Esterina venda il suo corpo con la copertura di qualche organizzazione criminale, e che provi anche piacere nel farlo. Giusilda pare non si sia ancora abituata alla estrema tolleranza della chiesa del nuovo ordine in queste e altre faccende.

La prima messaggera si reca quindi a Palazzo Torana da Ovidio, il segretario di Pendelton, per delegare la consegna della copia dell'atto di donazione a Giusilda, ma Ovidio le dice che è pronta e glie la consegna. In cambio le chiede di mettere una buona parola per lui con Carenna. Ed ovviamente se dovessero chiederle mai qualcosa lui non le ha mai consegnato alcuna copia del contratto.

Il gruppo comincia a stilare un listino prezzi dell’emporio di Torana. Questa volta Altezza spilla 20 drog a Wotan per due pezzuole di stoffa, da usare nella costruzione di dardi da cerbottana. Silvy si offre di vendere frecce, e lei è disposta ad acquistarne per 1 drog cadauna. Altezza è sprovvista delle provette e pinzette chieste da Silvy, ma in compenso ha molte posate whirn che, secondo lei, possono essere adattate allo scopo.

Tutti dormono bene, tranne Bastiano. I suoi sonni sono agitati per via del dolore al braccio, nel mezzo della notte si sveglia e decide di fare una passeggiata al buio nei pressi della fattoria del maiale gigante. A quel punto vuota un sacco nella mangiatoia dal quale escono enormi tocchi di carne sanguinolenta come quella volta che... ma improvvisamente si sveglia dall'incubo urlando. Le tremende imprecazioni del compagno di camera Rodrigo lo riportano alla dura realtà.

Torana, mattino dell'12° ahner pieno (4 settembre)

La mattina ci si prepara all'imminente partenza. E' presente anche Carenna, che è stata evidentemente giudicata idonea. Yelena ha portato alcuni gingilli nuovi come un dispositivo che inibisce tutte le energie magiche nel raggio di 15 metri che potrà forse essere molto utile. 

Si parte.

Dopo alcune ore di viaggio salta all’occhio che molte persone sono passate da quelle parti. Ci sono tracce di stivali di diversi gruppi di persone alcune anche di ritorno. Carenna si rivela essere un'ottima fonte di informazione: si è accorta che manca parecchia gente in città, gente che ha debiti e anche il cerusico. Fatto due più due tutti si rendono conto che la malavita locale è andata al campo di papaveri non per bruciarlo, come pensavano, ma per sfruttarlo, vista la presenza del cerusico. Chi ha rivelato l'ubicazione della valle? Sembra strano che per qualche seme sopra un tetto un intera organizzazione si sia mossa su un territorio inesplorato, forse una talpa dall’interno ha dato loro informazioni dettagliate, un corporativo o con più probabilità qualche lord...

Bastiano si rende conto che le tracce più recenti sono di poche ore prima e mentre pensava di accelerare il passo si accorge che Silvy è sparita. Diomira manda il falco alla sua ricerca, ma viene attaccato da un grosso condor e per poco non finisce male. Mentre Silvy tenta di costruire una freccia segnaletica Bastiano come un segugio riesce a ritrovarla perdendo però tempo prezioso.

Quasi giunti alla valle di papaveri si sentono due guardie bisbigliare di un certo Ebaroth loro capo e fare commenti poco delicati su alcune donne.

Mentre Rodrigo silenziosamente tenta di arrivar loro alle spalle, Diomira accorcia le distanze e risponde loro a tono. Bastiano scatta in avanti, arma in pugno, superando Diomira ed arrivando in corpo a corpo, pronto a reagire in attesa di una loro mossa. Uno si gira di soprassalto cercando di colpire  istintivamente e maldestramente Bastiano, l’altro fa un passo indietro e mette mano ad un corno per dare l’allarme. Come un fulmine Bastiano lo colpisce furiosamente, uccidendolo sul colpo e facendo rotolare via il corno. Poi tenta un secondo attacco sulla seconda guardia, che però si salva miracolosamente dal morso dell'acciaio quando incespica e cade all'indietro, spaventato dalla furia omicida di Bastiano. Wotan, nascosto tra i cespugli, dà vita a dei viticci che si attorcigliano sulla guardia, immobilizzandola. Silvy corre ad impadronirsi del corno: potrebbe essere utile usarlo dopo aver preparato delle trappole ed organizzato un agguato.

Rodrigo e Bastiano legano quindi il prigioniero ed iniziano ad interrogarlo. L'esperienza lascerà sicuramente segnato il poveretto, che dice di chiamarsi Rando ed essere un pesce piccolo. L'altra guardia si chiamava Ludovico, poi ci sono altri cinque scagnozzi in una tenda nel campo: Ebaroth, il Picozza, il Santo, il Brillo e Lucinda la fidanzata di Nico. Questo Nico sembra essere il capo dell’organizzazione criminale che gestisce un'oppieria, una bisca, un bordello ed ovviamente il contrabbando. L’oppieria si trova dietro al fabbro in un grosso edificio dove si trova una scala verso il basso, parola d’ordine per entrare “Papavero”

Ci sono inoltre una dozzina di persone al lavoro nei campi, fra cui anche il cerusico.

Rodrigo prende il cannocchiale per dare un'occhiata giù nella valle, e appena mette a fuoco esclama "Oh, cazzo..."

Fine trentatreesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine by Léo Lasfargue

lunedì 20 giugno 2022

La scrofa

Anya Dimitrescu (GOW Anya by James Hawkins)

Torana, mattino dell'11° enhor pieno (3 settembre)

Al mattino Wotan e Bastiano si recano dal contadino, l’uno per vedere i progressi del maiale gigante e l’altro per recuperare il nuovo fodero. Mentre Wotan parla col maiale, Bastiano sottovoce suggerisce a Giaronne di macellarlo prima che cambino ancora le sue dimensioni, ma trattandosi di una scrofa il contadino progetta di farla riprodurre ed avviare un allevamento di maialini giganti.

Il fodero è di dubbio gusto, prodotto con pelle di maiale cucita come fosse uno zampone, ma assolve al suo compito e Bastiano è contento del fatto che renda la spada meno appetibile per i ladri (o almeno così crede). Visto che le sue spade hanno un nome gli sembra che quello che aveva pensato ("Mulo") non vada più bene, data la qualità del fodero e sta valutando nomi alternativi... non riesce a togliersi dalla testa “Scrofa”.

Giannunzio va in cerca di Carenna e si reca alla locanda dove lavora. Siede a cavalcioni di una sedia e ordina la colazione. Parlando la donna rivela che sembra esserci più disperazione del solito in paese, poi dopo che Giannunzio facendo il piacione si vanta di dover partire per l’entroterra l’indomani lei si propone per unirsi alla spedizione e dopo uno scambio di appellativi quali “bambina” e “sciocchino” lui acconsente a mettere una buona parola per lei in corporazione.

Diomira va al mercato per procurarsi del pesce. Intende infatti offrire un pasto ai suoi fedeli e chiede a Giusilda di spargere la voce, ma solo tra quanti ella ritenga degni, e possibilmente meno di 30 persone dato che le casse della chiesa non le permettono oltre.

Rodrigo va dal fabbro ancora prima dell’appuntamento per non rischiare di pagare un sovrapprezzo e ritira la sua armatura perfettamente riparata. Va poi in cerca dei compagni e incontra Diomira di ritorno dal mercato che lo invita al pranzo dei fedeli. Lui accetta di buon grado un pasto gratis, ma lei gli propone di sdebitarsi in cambio di una commissione, e gli allunga 100 drog per comprare due secchi e portarli al pranzo pieni di acqua. In un primo momento Rodrigo si sente offeso rimbotta che non intende essere trattato come la sua servetta, poi ci ripensa e adducendo che 100 drog sono pochi per due secchi, se ne fa dare il doppio progettando di farci la cresta.

Prima di svolgere la commissione va al mercato per spiare la pescivendola che qualche giorno prima sembrava parlare in codice, e magari trovare dei secchi. Effettivamente assiste a delle contrattazioni tra la ragazza e diversi clienti che iniziano sempre con lo stesso scambio di battute. Si accorge inoltre che alcuni dei valori contrattati rappresentano degli orari. Inoltre dal fare civettuolo della ragazza si potrebbe dedurre che si tratti di un giro di prostituzione.

Rodrigo si decide a pedinare uno dei clienti, ma non è particolarmente fortunato per cui si sgancia e va all'emporio per comprare i secchi. Ma come spesso succede con Altezza Gramaccini si entra con l’intento di acquistare due secchi e si esce con un costoso otre da 5 litri.

Bastiano, che si è svegliato bene, ricorda a Wotan gli oggetti recuperati dalle spoglie dei primi esploratori in missione non ufficiale. Si tratta di un machete ed un borsellino con le iniziali J. I. Secondo Carenna l'arma era di Kerdal, che non ha parenti a Torana. Wotan decide quindi di tenere per sé l'oggetto. Il borsellino era invece del fratello di Xatar, che si dimostra emozionato e grato ai due per averglielo riportato.

Giannunzio va in Corporazione per perorare la causa di Carenna, ma viene convocato dalla dottoressa Dimitrescu per avere dettagli sul reperto consegnato il giorno prima. Durante il tragitto all'interno dell'enorme campus corporativo attraversano un giardino interno dove, lo informa Qualhata, stanno avvenendo delle ricerche in merito alla crescita stranamente rigogliosa della vegetazione autoctona.

La dottoressa Dimitrescu rivolge domande al nordan in merito alla creatura, ma non sembra particolarmente interessata alla risposta quanto all'aitanza del giovane, tanto che ad un certo punto interrompe una sua esposizione con un bacio appassionato, prontamente corrisposto. L'aria si infiamma metaforicamente e letteralmente. Le fiamme sprigionate da Giannunzio lambiscono i due corpi senza causare danni anzi accentuando la passione del momento.

Dopo essersi ricomposti ed aver constatato che il lettino è stato fuso dalle fiamme, la dottoressa torna al suo solito atteggiamento formale e pone numerose domande al giovane. Sembra che gli artigli della creatura esercitino una sorta di potere telecinetico sui materiali terrosi. Giannunzio osserva che nei cunicoli scavati c'erano vere e proprie gallerie, e non semplice terra smossa come dal passaggio di una talpa che "scava davanti per buttare la terra dietro", quasi come se il materiale di scavo fosse sparito. Sostiene inoltre che nell'isola ci siano delle forze sconosciute che fanno funzionare in modo diverso i suoi poteri. La dottoressa si ripropone di parlare con l'ing. Frontogru affinché fornisca degli inibitori al gruppo, non tanto per limitare le loro abilità arcane quanto per affrontare avversari che ne fossero dotati.

Nella strada verso l'uscita dalla Corporazione Giannunzio incontra Yelena che gli mostra una mappa datale dall'ing. Frontogru. Nella mappa sono identificate tre aree entro le quali sono gli oggetti indicati dalle "bussole". Sarà senz'altro utilissima nella spedizione, e Giannunzio la prende in custodia.

Yelena sembra essere gelosa quando apprende che un'altra donna, Carenna, vorrebbe partecipare alla spedizione. Giannunzio riesce comunque a convincerla almeno a parlarci per valutare le sue capacità.

Diomira va dal cerusico per acquistare del materiale per il primo soccorso, dato che ha usato tutto quello che aveva nella scorsa spedizione, ma trova il posto chiuso. L'attività più vicina è l'emporio di Altezza, e chiedendo a lei scopre che si comporta in modo strano da qualche giorno e da ieri è sparito, forse ha dato fastidio alle persone sbagliate. Diomira si vede costretta ad acquistare il materiale da Altezza, i cui prezzi non sono esattamente concorrenziali.

Si reca poi dalla baronessa, e con non poca sorpresa scopre di essere attesa. La baronessa rifiuta l'offerta dei tre smeraldi trovati da Diomira, ed anzi le chiede a che gioco stia giocando: gettare del fango su lord Pendelton e lodare l'operato della baronessa rischia di inasprire il buon rapporto che c'è tra di loro due. Diomira sostiene che Pendelton abbia agito attivamente per impedire la costruzione della chiesa del Nuovo Ordine adducendo inesistenti problemi burocratici. La baronessa sostiene fermamente che questa non è una ragione valida per il suo comportamento: in mancanza di prove le supposizioni non hanno significato, e soprattutto la sacerdotessa non deve utilizzare la sua posizione per pilotare l'opinione pubblica secondo i suoi interessi personali, se non vuole mettersi contro la legge.

Fine trentaduesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine by James Hawkins