lunedì 20 dicembre 2021

Missione suicida o solo maledetta routine?

Aged Bronze Smart-Material by Vishwesh Taskar

Tomba di Re Gorundo, tarda mattinata del 10° tehner pieno (26 agosto)

La compagnia ammira a lungo i bassorilievi della tomba, che tra l'altro sembrano narrare le gesta di tre figure umanoidi di cui una cornuta. La mancanza di contesto non permette però di comprendere il susseguirsi delle immagini.

Diomira, con grande sorpresa di Jabka che inizialmente pensa ad un furto, estrae la pietra blu in suo possesso per verificare eventuali interazioni con quello che sembra essere un pezzo di meteorite. Scopre così che il pezzo in suo possesso vibra se orientato in direzione della reliquia sulla tomba del Re.

La sacerdotessa non può esimersi dall’eseguire una qualche cerimonia commemorativa che tuttavia provoca borbottii infastiditi dal pubblico - specialmente da Jabka, per cui dopo poco si imbocca il sifone subaqueo, il generale Jabka in coda. Il sospettoso Bastiano vedendo la scena dall’asciutto teme che Jabka non visto possa avere attivato qualche protezione magica nella tomba, ma del resto a lui poco importa perché mai entrerà in una grotta buia e per aggiunta subacquea.

Il generale si avvicina a Rodrigo - col quale sembra avere un rapporto di simpatia migliore che con gli altri - e tiene un lungo discorso che spazientisce notevolmente il llud, soprattutto perché non è in grado di comprenderlo. Dopodiché i hroak se ne vanno, riportandosi via la loro "imbarcazione".

Si accende quindi l'ennesima discussione sulla convenienza o meno del sottrarre la pietra agli hroak. Volano parole grosse ma alla fine si conviene che se la pietra sparisse proprio in quel momento sarebbero sicuramente incolpati, attirando l'ira dell'unico popolo di Namia che non ha dimostrato loro aperta ostilità. Si riparte dunque per la grotta abbandonata con l'intento di recuperare l’altra pietra senza creare incidenti diplomatici.

Bastiano manifesta le sue preoccupazioni per i cavalcalupi che potrebbero arrivare fino a Torana e propone di esplorare il terreno fra la città e la palude per non farsi trovare impreparati. Dato che i cavalca-lupi l'hanno già attaccato in ben tre occasioni differenti, sono diventati il suo nemico principale e li vedrebbe volentieri sterminati.

Grotta del naga, sera del 10° tehner pieno (26 agosto)

Preparato un nuovo accampamento sugli spazi rimasti dal precedente, nel gruppo si innesca un altro litigio, stavolta sul modo di procedere nei confronti del naga, o meglio se ucciderlo o controllarlo. Diomira è convinta di essere in grado di controllarlo il tempo sufficiente per sottrarre il tesoro dalla stanza, ma se dovesse fallire si rivolterebbe contro di lei diventando un nemico pericoloso. Distruggere il vincolo sarebbe complicato quanto abbattere il naga, ma almeno non risponderebbe ai colpi. In ultimo il ponte si trova ancora pericolosamente sopra una conca piena di gas tossico e forse esplosivo; dovesse caderci un torcia per errore sarebbe un grosso problema. Si decide di tentare la sorte: Giannunzio molto saggiamente si impone di non prendere fuoco a contatto col gas, e insieme Rodrigo affiancheranno Diomira nella stanza del naga mentre Wotan, Silvy e Yelena dall’altro lato del ponte saranno pronti con arco e frecce. Il claustrofobico Bastiano dall’esterno, come dice, si occuperà di tenere libera la ritirata...

La notte passa senza problemi anche se si ha la sensazione di essere osservati, forse nell’ombra i cavalca-lupi tengono d’occhio la situazione.

Grotta del naga, mattino del 10° enhor pieno (27 agosto)

Giannunzio ha uno di quei sogni premonitori che gli capitano di tanto in tanto... Non ricorda il sogno a parte lo strano dettaglio che la stanza del naga è stata creata 610 anni fa, informazione storica interessante se volesse condividerla con gli altri o con il conte.

Wotan, poco prima che Diomira tenti di controllare il naga decide di esaminare il terreno dell’ingresso della stanza. Mentre Silvy e Yelena sono concentrate sull'altra metà del gruppo, il westan mette un piede in fallo provocandosi una brutta distorsione e precipita giù dal ponte. Il salto non è alto, ma finisce nella zona satura di gas e comincia a boccheggiare. Prima di riuscire ad alzarsi perde conoscenza subendo diversi danni a causa del gas. Silvy si accorge del compagno faccia in giù e chiama a gran voce gli altri mentre tenta il salvataggio senza successo: Wotan è troppo pesante per lei e comincia a subire essa stessa danni dal gas. Rodrigo reputa "le ragazze" - come le chiama lui - in grado di gestire da sole la situazione e rimane in attesa dall’altra parte del ponte. Giannunzio reputa di non riuscire ad attraversare in tempo il ponte e quindi di non poter essere di aiuto, e subisce le male parole di Silvy con una scrollata di spalle. Diomira sembra l'unica ad aver compreso la gravità della situazione e in grado di intervenire tempestivamente: battendo il bastone a terra spicca un balzo orizzontale che in un batter d'occhi la porta dai compagni in difficoltà. Sebbene a fatica, Wotan viene recuperato. Ha le labbra cianotiche e ci vorrà tutto l'impegno di Diomira per farlo tornare cosciente. Quando rinviene tra un misto di confusione e rabbia per l'accaduto decide di uscire, malmostoso, per respirare un po’ di aria fresca.

La missione comincia male, già un membro in meno e ancora non si è fatto nulla.

Diomira non si perde d'animo, e torna dall'altra parte del ponte. Appena oltrepassato il vincolo il naga si manifesta come previsto. La sacerdotessa pronuncia le parole del potere ed in risposta la creatura si irrigidisce per poi farsi da parte. Rapidamente la custode recupera la pietra le erbe notate la volta precedente, per poi utilizzare il resto del tempo per memorizzare i pittogrammi disegnati sul muro, sperando di mantenere la presa sul naga abbastanza a lungo.

Esce quindi dalla stanza fa rientrare la creatura nel suo vincolo. Solo allora ci si rende conto che da alcuni secondi si percepisce una vibrazione che rapidamente aumenta di intensità fino a diventare un vero e proprio rombo. Rocce cominciano a cadere dal soffitto: la grotta sta crollando. Senza perdere tempo tutti si mettono in fuga verso l’esterno.

Dalla grotta escono nell’ordine Silvy, Yelena, Diomira e Giannunzio. Quest'ultimo seguito da una densa nube di polvere. Solo dopo quelli che sembrano interminabili istanti anche Rodrigo fa capolino, completamente bianco di pulviscolo. "Solo maledetta routine", dice producendosi in un largo sorriso.

Appena ripreso fiato, Diomira si annota tutto quello che ricorda dei pittogrammi osservati prima del crollo: le solite tre figure umanoidi con in pugno rispettivamente una torcia, una freccia e una lancia, stavolta sono seguite da un altra figura volante e si dirigono verso due simboli, uno triangolare in alto (che Bastiano è convinto essere una montagna ma potrebbe essere un tempio o qualunque altra diavolo di cosa) ed uno tondo con un viso stilizzato all’interno.

L’oggetto recuperato dovrà essere studiato con calma da Diomira, che ne capisce sicuramente più di Rodrigo (benché abbia dato dimostrazione di conoscere almeno in parte i rituali naga). Ha l'aspetto di una sfera bronzea dalla quale filtra una luce azzurra. Sembra che all'interno dell'oggetto ci sia un frammento più grande e potente di quello ottenuto dai cavalca-lupi, e molto più preciso. Indica infatti tre punti ben definiti nello spazio tutti nell’arco di 60 gradi. Bastiano si arrampica per avere una visuale migliore e capire se uno dei punti segnati è una montagna, ma è difficile poterlo dire con certezza.

Infine le erbe si rivelano essere un potente anti-veleno. Probabilmente sono state lavorate in qualche modo che hanno permesso loro di restare integre anche a distanza di secoli.

Fine ventiquattresima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine by Vishwesh Taskar

lunedì 13 dicembre 2021

Complotto

Frog of War by Tram Drey

Giungla di Tiwia, sera del 10° nehener pieno (24 agosto)

Una volta scarnificata la mandibola superiore del serpente gigante, il gruppo si rende conto che si è fatto troppo tardi per tornare al campo base allestito dagli hroak sulla riva del lago.

Dopo una breve discussione si decide di accamparsi nei pressi della palude, non lontano da dove abbiamo affrontato la creatura.

Consumata la cena Yelena e Giannunzio si appartano lontano dalle orecchie indiscrete dei loro compagni e la ragazza rivela al nordan che è lei stessa ad amplificare e modificare i poteri sciamanici dell’uomo; appurato che non si tratta di un effetto pericoloso, anzi, Giannunzio propone a Yelena di allenarsi insieme per controllare ancora meglio gli effetti di questa commistione di poteri. La ragazza accetta di buon grado e i due si allenano insieme. Quando ritornano dai loro compagni si decidono i turni per la notte, e solo all’ultimo di essi, quello di Silvy e Romilda, la older sente dei gorgoglii provenire dalla mezzaluna d’acqua nei pressi del quale era in agguato il serpente. A parte questo inquietante dettaglio la notte passa tranquilla.

Giungla di Tiwia, mattino del 10° ahoer pieno (25 agosto)

La mattina il gruppo riparte in direzione del lago Hruka, trascinandosi dietro la preziosa preda. Durante il tragitto Rodrigo e Diomira discutono animatamente perché l’uomo vorrebbe raccontare degli hroak al Conte Divini, mentre la sacerdotessa gli ricorda che avevano promesso a quel popolo di non farlo; Yelena, chiamata in causa, risponde in modo sibillino evitando di scontentare uno dei due. A fare strada c’è Romilda che, con l’aiuto di Alona, ci guida indietro sui nostri passi con sicurezza.

Lago Hruka, tarda mattinata del 10° ahoer pieno (25 agosto)

Arrivati alla riva del lago, il gruppo trova l’accampamento invaso dai hroak soldati che stanno distruggendo le tende e le panche allestite dai hroak fedeli alla Regina, mentre questi ultimi sono spaventati e intimoriti anche dalla presenza del generale Jabka.

Rodrigo e Giannunzio si fanno avanti sbattendo il trofeo ai piedi del generale, mentre Diomira amplifica il rumore del tonfo, rendendo la scena ancora più intimidatoria. La scena produce un certo effetto sugli hroak al servizio del generale, che si inginocchiano, mentre Jabka porge la sua lancia a Rodrigo, che la accetta perplesso e la solleva in aria in segno di vittoria; alcuni hroak si gettano in acqua, probabilmente per avvertire la Regina.

Mentre il gruppo sistema alla meno peggio l’accampamento, Rephona e Pepe emergono dal lago e la Regina chiede cosa sia successo. Diomira le risponde con la verità e, dato che Rephona esprime tristezza per la morte del serpente, prova a porgerle l’uovo ancora vivo, su consiglio di Rodrigo. Purtroppo la Regina ritiene il gesto offensivo, Diomira si scusa e le chiede se Pepe può aiutarci a comunicare al generale il desiderio di visitare la tomba del Re Gorundo, ora che è stata data prova del valore del gruppo. Rephona acconsente.

Jabka, però, preferisce non parlare tramite Pepe e preferisce comunicare a gesti. Seduti all’interno di una delle tende rimesse in piedi, il generale cerca di convincere il gruppo, rivolto più che altro a Rodrigo, ad uccidere la Regina in cambio dell’accesso alla tomba. La reazione del gruppo è negativa, ma Rodrigo decide di instaurare un legame mentale con Jabka per convincerlo a farci visitare la tomba comunque. Instaurato il legame, non senza fatica, Rodrigo e Jabka stringono un rapporto di fiducia basato sull’odio per Pepe, e all’insaputa del resto del gruppo promette di ritornare insieme a Giannunzio per uccidere Rephona. Il generale accetta di condurli alla tomba, anche se il gruppo non sa quale sia il prezzo di questa visita.

Prima di addormentarsi Giannunzio si apparta per celebrare un rituale sciamanico da eseguire in presenza della luna piena.

La notte passa tranquilla.

Lago Hruka, mattino del 10° tehner pieno (26 agosto)

La mattina seguente si attraversa il lago con gli stessi mezzi usati all’andata. Giunti alla sponda da cui il gruppo era arrivato, Jabka fa cenno di seguirlo e dopo essersi spogliati, alcuni più di altri, si tuffano seguendo i hroak in acqua. Dopo aver superato uno stretto cunicolo subacqueo, si riemerge all’interno della cripta già vista dagli occhi della testa del serpente di roccia. All’interno c’è un sarcofago che richiama la sagoma di un hroak a braccia incrociate con una lancia più grande di lui. Sul suo addome è poggiata un’urna a sezione quadrata da cui esce una luminosità di colore simile al pezzo di roccia in nostro possesso. Il sarcofago è stato scolpito direttamente dalla roccia e sui suoi lati è presente una serie di bassorilievi che narrano i combattimenti del Re Gorundo e dei hroak sia contro il Grande Serpente che contro altre creature. Anche l’urna, che ha un coperchio, presenta delle incisioni su tutti i quattro lati. Alcune di queste incisioni presentano delle fessure da cui filtra la luce della pietra all’interno esaltando alcune delle forme scolpite.

Su ogni lato dell’urna è rappresentata una creatura umanoide dalla capigliatura simile a quella dei pittogrammi già visti nella grotta del naga. Ogni figura impugna un oggetto diverso: una torcia la cui fiamma è illuminata, una freccia la cui punta è illuminata, una lancia la cui punta è illuminata. Sull’ultimo lato c’è una creatura umanoide dai tratti approssimativi la cui intera figura è scolpita in modo che la luce proveniente dall’interno della scatola la inondi e circondi di un’aura luminosa. Rodrigo di nuovo si connette mentalmente a Jabka che gli rimanda la visione di tre umanoidi (uno uguale a Wotan) che arrivano dopo che dal cielo cade un globo di luce bianca. Successivamente lo stesso globo sembra seguire gli umanoidi ovunque vadano e li aiuta a sconfiggere il Grande Serpente. Sia la pietra in nostro possesso che quella nella scatola sono frammenti del globo di luce.

Fine ventitreesima puntata.


Diario a cura di Diomira
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine by Tram Drey

lunedì 1 novembre 2021

Lotta nel fango

beast by Roman Semenenko

Giungla di Tiwia, pomeriggio del 10° nehener pieno (24 agosto)

Wotan istintivamente si butta di lato ed evita la maggior parte del veleno nebulizzato che irrita la pelle, brucia i polmoni e intorpidisce i muscoli. Un istante dopo il serpente si inabissa nell'acquitrino, evidentemente più profondo di quanto sembri a prima vista.

La pozza d'acqua tra il gruppo ed il serpente si estende verso la loro sinistra formando una mezzaluna.  Bastiano immaginando l'angusta profondità delle acque opta per una fuga repentina, non prima di aver afferrato un uovo - ossia la cosa più preziosa in quel luogo a parte le loro vite. A nulla valgono i suoi incitamenti a seguirlo.

Sulla sinistra un'"esplosione" d'acqua annuncia la presenza del serpente, le cui spire si dimenano generando vistosi spruzzi. Sospettando che si possa trattare di un naga, Diomira usa un potere di scongiuro che di fatto colpisce violentemente la bestia con un’onda d’urto che ne scuote il corpo. 

Wotan afferra a sua volta un uovo e dopo essersi sottratto alla vista degli altri lo nasconde nel terreno per evitare che cada nelle avide grinfie della corporazione.

L'enorme coda si solleva e spazza l’intera area con un colpo che, vuoi per fortuna vuoi per abilità, tutti riescono ad evitare.

Bastiano nel frattempo viene colpito da frecce scoccate dalla boscaglia. Stordito dal veleno decide di cercare riparo dietro un tronco. Wotan vede delle figure muoversi velocemente tra i cespugli e si avvicina per poterla attaccare.

Rodrigo si avvicina ed entra nello specchio d'acqua fino alle cosce, disposto a far da esca pur di poter attaccare il serpente. L'attacco del bestione non si fa attendere, e Giannunzio, che non aspettava altro, lo colpisce con un fulmine fiammeggiante. Rodrigo invece viene afferrato per i piedi e trascinato sott'acqua.

Altre tre frecce vengono scagliate contro Bastiano, ma stavolta si conficcano nell’albero che aveva scelto come copertura. Le radici dell'albero però si animano e tentano di afferrarlo. Decide di ritornare indietro per ricompattare il gruppo (che a parte lui e Wotan è già compatto) ed avvisare tutti della presenza di uno sciamano nascosto ed esorta Wotan (anche se non sa dove si trovi) a suonare nel fischietto per chiamare in aiuto i Hroak.

Sott'acqua Rodrigo non si fa prendere dal panico e mira agli occhi del serpente riuscendo a fargli allentare la morsa quel tanto che basta per permettergli la fuga. Scalcia violentemente le acque per tornare in superficie, ed Alona lo aiuta ad uscire dal pantano. Nello stesso momento due enormi ragni, probabilmente parte della "nidiata" incontrata il giorno prima, cadono addosso a Diomira e Wotan intrappolandoli in una trappola di tela. Stessa sorte capita ad uno dei cavalca lupi.

Wotan si libera agilmente della tela ed attacca il ragno, amareggiato di un tale segno di irriconoscenza dopo aver lasciato libero un suo fratello. Abbatte pesantemente il suo machete uccidendolo sul colpo.

Bastiano viene avvolto da un fitto sciame di insetti che limita i suoi movimenti, ma nonostante questo carica il ragno che imprigionava Diomira assestandogli due colpi in rapida successione, uccidendolo. Il combattente depresso esorta spazientito gli altri a lasciar perdere la serpe e concentrarsi sui cavalca lupi.

Rodrigo accecato dall’ira ignora il compagno e scaraventa la pesante carcassa di ragno nell’acqua con l'intento di attirare il serpente in superficie. L’attacco del serpente non tarda ad arrivare e come previsto dal burbero llud addenta la carcassa di aracnide. Giannunzio, in attesa del riemergere del serpente, nonostante sia bersagliato dalle piccole frecce avvelenate dei cavalca lupi non si lascia sfuggire l'occasione e lo colpisce con un'altra delle sue sfere infuocate, che ancora una volta si manifesta come fulmine fiammeggiante. Il serpente si gira e cade all'indietro, restando pancia all'aria. Rodrigo lancia un ringhio gutturale verso il compagno per avergli "rubato la preda".

I cavalca lupi dopo aver combattuto il ragno che li aveva attaccati battono in ritirata, lasciando sul campo un caduto. Diomira è l'unica che ha l'idea di perquisirlo, e nella sua bisaccia troverà tra le altre cose alcuni smeraldi, che intasca per finanziare la sua nascente chiesa senza dire nulla agli altri.

Wotan si immerge nella pozza e scopre che è profonda almeno una decina di metri; ci sono inoltre delle correnti sommerse.

Una delle uova del nido è scomparsa, un'altra l'ha presa Bastiano ed al nido ne restano due, una delle quali è senza vita. Bastiano fa per prenderle tutte ma Yelena insiste per lasciarne una, quindi viene raccolta solo quella senza vita.

Dal corpo del serpente viene estratto del veleno che sarà conservato in una borraccia. Wotan inoltre riesce a prelevare un ampio lembo di pelle delle dimensioni di un lenzuolo. La testa viene quindi mozzata e sezionata in modo di rimuovere la mandibola: è ferma intenzione di tutti trasportarla come trofeo agli uomini rana, ma le dimensioni sono ragguardevoli e quindi è necessario ridurle come possibile.

Fine ventiduesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine by Roman Semenenko

lunedì 25 ottobre 2021

L’aria diventa elettrica

Toad Texturing by Piotr Wilk

Giungla di Tiwia, sera del 10° sener pieno (23 agosto)

Attorno al fuoco da campo la sera il gruppo discute su diverse ipotesi riguardo all’origine di questi naga giganteschi, alla seconda creazione e alla sua differente interpretazione tra sciamani e custodi. Secondo Romilda, Diomira dice cose strane - e che sanno di eresia - per essere una custode. Giannunzio prende da parte la sacerdotessa le chiede se sia saggio far tornare Romilda a Torana prima di averla "guarita" dalla sua maledizione portatrice di sventure. Si decide di restare un altro giorno per cacciare e magari trovare un trofeo per impressionare il generale prima di ripartire verso Torana.

Durante il loro turno di guardia Wotan e Giannunzio discutono sul fatto che quest'ultimo abbia appiccato il fuoco ad un albero e si propone di aiutarlo a controllare il suo potere. In effetti la zona ha modificato gli effetti dei poteri del nomade rendendo le fiamme cariche di elettricità, senza contare che Silvy è entrata in connessione con lui ed anche lei viene avvolta dalle fiamme quando il nordan le invoca. Si tratta decisamente di una cosa molto strana sulla quale è il caso di indagare.

Il rumore di qualcosa di grosso che si avvicina trascinandosi li interrompe. I due decidono di indagare e svegliano Diomira per avvisarla. Una grossa sagoma esce dall’oscurità e si rivela essere un enorme rospo molliccio di due metri, identico al rospo fatto apparire da Alona quel pomeriggio. La lingua saetta verso Wotan, che però la schiva. La punta bulbosa della lingua colpisce invece uno dei ripari, e quando la ritrae questa inaspettatamente si strappa come se la creatura si stesse disfacendo. Il rospo tenta quindi di saltare in avanti, ma invece inizia a rotolare velocemente in avanti appallottolandosi e lasciando a terra lembi di tessuto filamentosi. In un istante è addosso al gruppo, ed in quel momento esplode investendo tutti con una copiosa quantità di icore acido. Nel momento in cui questo inizia a bruciare dolorosamente la pelle dei tre, questi si svegliano di soprassalto urlando: era un incubo. Wotan e Giannunzio si erano addormentati durante il turno ed hanno fatto entrambi lo stesso incubo, come pure Diomira. L'incubo era così realistico da averli provati come se fosse stato vero.

Giungla di Tiwia, sera del 10° nehener pieno (24 agosto)

E’ l’alba, Bastiano si sveglia molto bene forse per il fatto che ha saltato il suo turno di guardia.

Alcuni hroak cominciano a preparare un buffet e Diomira cuoce alcuni pezzi di cibo per evitare brutte sorprese digestive. Dopo poco una dozzina di altri uomini-rana armati si avvicina al buffet spintonando i loro paesani e cominciano ad abbuffarsi buttando a terra con disprezzo il cibo cotto. Bastiano che si era svegliato bene raccoglie il cibo e lo rilancia addosso alle rane scortesi che chiaramente sono dei provocatori mandati dal generale. Sta per scoppiare una rissa quando Diomira si intromette riuscendo con la sua magia a intimidire la sporca dozzina che si allontana senza altri problemi dopo poco.

Si parte per l’esplorazione. L'idea è quella di cercare una via che aggiri il lago passando a sud est per poter tornare senza dover attraversarlo con imbarcazioni, dato che gli uomini del generale potrebbero rappresentare un serio pericolo.

L’ambiente si fa subito cupo e molto umido. Silvy non perde l’orientamento e Bastiano, aiutato da Romilda, evita al gruppo di impantanarsi, ma il viaggio è comunque molto difficoltoso. A mezzogiorno diventa ormai chiaro che si è entrati in una palude che corre lungo un fiume emissario del lago.

Di lì a poco trovano una sorta di totem costituito da un palo annerito dall'umidità su cui è incastrato il teschio di un "cinquemani" adornato con dei rametti a raggera che fanno pensare ai palchi di un cervo. La logica suggerisce che sia il confine del territorio dei cavalcalupi, anche se Bastiano non riesce a trovare prove che confermino questa sua teoria: forse a causa della troppa umidità è difficile trovare delle tracce.

Si decide di tornare verso il lago cercando di cacciare qualcosa da mettere sotto i denti. Bastiano, di nuovo aiutato da Romilda, come solo un cacciatore esperto sa fare, nei pressi di un boschetto riesce a trovare delle uova di grosse dimensioni semi-coperte dal terriccio. Wotan le riconosce immediatamente come essere di serpente ma hanno un diametro di 25cm che è inconcepibile. Non dovrebbero esistere. Nella mente di Rodrigo risuona la parola naga! Le uova sono cinque, ma una sembra essere priva di vita. I gusci non sono rigidi al tatto. Bastiano alla parola serpente alza gli occhi verso gli alberi aspettandosi di trovare la madre delle uova appostata su di un ramo pronta all’attacco, ed in quel momento si accorge che un enorme albero lì vicino si rivela essere un serpente gigantesco, sicuramente oltre i venti metri. Rodrigo estrae la sua arma e si accorge che in quell'esatto momento la carica elettrica infusa da un crypto il giorno prima perde tutta la carica. Una frazione di secondo dopo il serpente sputa un ampio cono di veleno che investe tutto il gruppo.

Gorilla e ragni giganti, esplorazioni difficoltose... non sarà che veramente Romilda porti sventura? Questo è quello che si chiederebbero tutti se non avessero questioni più urgenti da sbrigare...

Fine ventunesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine by Piotr Wilk

lunedì 18 ottobre 2021

“Ananas”

Blackwood spider by Wietze Fopma

Giungla di Tiwia, primo pomeriggio del 10° sener pieno (23 agosto)

Improvvisamente un ragno cade addosso a Bastiano e lo imprigiona con una rete di ragnatela tenuta fra le zampe. Rodrigo va a vuoto e Wotan non riesce ad imprigionare un altro ragno.

Giannunzio lancia un'altra sfera di fuoco, ma stavolta sente il braccio formicolare ed il globo è avvolto da scariche elettriche. Il colpo è molto più potente di quanto si aspettasse e abbatte il ragno che muore accartocciandosi. Il colpo successivo si manifesta invece come un fulmine fiammeggiante. Qualcosa di strano è all’opera evidentemente in quella zona dell’isola.

In lontananza si sentono rumori di lotta e i terribili colpi fanno tremare il terreno. Bastiano strappa la ragnatela che lo imprigiona appena in tempo per difendersi dai due ragni che tentano di morderlo.

Invisibili fili di ragnatela tesi ovunque iniziano ad intralciare i movimenti di tutti tranne Giannunzio, che è fiammeggiante, e Wotan, che è al sicuro nella sua tana di rovi.

All’improvviso e con grande fragore le fronde degli alberi sono schiantate da un enorme "tronco" peloso che cade su Alona, Rodrigo e Bastiano, quest'ultimo colpito in modo particolarmente violento. L'oggetto, che si rivela essere una zampa del ragno "madre", separa il gruppo in due parti. Altri ragni "cucciolo" arrivano sul campo di battaglia. Alona usa un suo potere per trasportare nella realtà l'immagine onirica di un enorme, grasso rospo che dardeggia la sua lingua molliccia per tentare di divorare i ragni sul campo di battaglia, tenendoli alla larga. Dall’altra parte dell’enorme arto reciso Diomira viene colpita alla spalla. Il veleno le brucia nella ferita e sta quasi per svenire, ma si afferra con tutte le forze al suo bastone e, per una volta infuriata, raccoglie tutte le sue energie per scagliare un lampo arcano verso la creatura che l’aveva colpita tagliandola di netto in due parti.

La battaglia infuria e infine i ragni vengono sconfitti. Rodrigo ne uccide uno intrappolato dai viticci di Wotan, ma il westan aveva intenzione di calmarlo e mandarlo via. L'inutile atto di crudeltà innescherà una discussione tra i due.

Bastiano si è accorto che durante il combattimento Wotan non lo ha mai aiutato; non è certo delle cause anche se suppone sia legato alle azioni dei suoi avi.

Le discussioni stanno per prendere una brutta china quando Yelena è costretta ad intervenire per evitare che si protraesse oltre il necessario.

Alona e Diomira tentano invano di estrarre del veleno dalle carcasse. Giannunzio recupera una ghiandola sericigena che pare possa esplodere sull’obiettivo invischiandolo. Vengono inoltre recuperate alcune zanne che possono essere di interesse per il conte.

Alona spiega che il rospo gigante era una sua "illusione onirica", e dice che se il gruppo vede cose strane probabilmente è opera sua. Tuttavia, giacché di cose strane ne incontrano molte, si decide di stabilire una parola di sicurezza per avvisare il gruppo. Diomira propone scherzosamente "ananas", ma Yelena la trova un'ottima idea: una parola abbastanza esotica da essere inequivocabile.

Nel frattempo lo scontro tra il ragno ed il primate è terminata, e del secondo non c'è più traccia. Il gruppo raggiunge ed ispeziona la carcassa del ragno gigante. La chitina sembra stranamente molliccia tanto da non rendere possibile la sua esistenza di una creatura così grossa e cosa ancora più strana sembra si stia decomponendo molto velocemente. Sulle zampe viene rinvenuto del muschio il che fa pensare che si tratti di una creatura antica o che è stata immobile a lungo. Diomira e Rodrigo rinvengono sull'addome della creatura un enorme simbolo che rappresenta un vincolo, ma non è possibile capirne i dettagli. La creatura è dunque un naga anche se è strano che possa riprodursi. Forse è stata l’anomalia (o seconda creazione come la chiama Diomira) ad aver prodotto un simile mostro. 

Bastiano, che non sta passando una buona giornata, nel tentativo di estrarre uno degli occhi viene spruzzato con un liquido che pare inchiostro e gli lascia una strisciata indelebile sul volto e pure sui denti.

Si torna all’accampamento nella baia e nella notte, durante il turno di guardia di Wotan e Giannunzio, qualcosa si avvicina al campo...

Fine ventesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine by Wietze Fopma

lunedì 11 ottobre 2021

Bozzolo inamovibile vs forza devastante

Prop Design by Maya Louw

Giungla di Tiwia, sera del 10° tahner pieno (22 agosto)

Per l’esperienza di Rodrigo la creatura è più alta di quanto pensi Bastiano, forse anche 12 metri e non ha mai sentito di creature di simili dimensioni. Tornati al campo si decide di non cibarsi dei resti del pranzo perché ad alcuni il banchetto ha fatto parecchio male. Nonostante si temesse qualche sorpresa del generale la notte passa senza altre particolari turbolenze oltre a quelle intestinali.

Giungla di Tiwia, mattino del 10° sener pieno (23 agosto)

Bastiano si sveglia particolarmente inadatto e depresso per dei sogni che lo vedevano rincorrere una creatura immensa per lui inarrivabile che gli rovineranno l’umore per tutta la giornata.

Una rana si avvicina a Wotan e consegna in modo solenne un flauto di pregevole fattura intagliato in una canna dai colori sgargianti apparentemente naturali. Sulla spiaggetta intanto alcune rane si sono radunate, Bastiano nella speranza di trovare Pepe il traduttore riesce ad offenderne mortalmente due che se ne vanno inabissandosi fra borbottii. Allora, visibilmente alterato, cerca di convincere Diomira che le enormi impronte siano di una bestia della profezia e che l’uomo cornuto Wotan sia apparso nel momento del pericolo e la prega di riferire tutto alle rane per sapere se sanno qualcosa di questa creatura. Riuscita a conferire con Pepe si apprende che non ha mai sentito parlare di una cosa gel genere, e che se si tratta di una creatura terrestre non dovrebbe costituire un pericolo per la tribù.

Rodrigo tenta di convincere il gruppo ad uscire per la caccia grossa per ottenere qualche trofeo da rivendere a caro prezzo al conte, Yelena tenta di far capire a tutti che stanno parlando di un suicidio e il povero Bastiano vorrebbe ritornare a Torana per mettere al sicuro oggetti e informazioni.

Si parte per l’esplorazione, ufficialmente per fare scorte di cibo, ma mentre Bastiano cerca di seguire le prede per riempire il piatto, Rodrigo lo indirizza nei luoghi dove la bestia potrebbe risiedere, fino a che non ottiene quello che vuole: tracce fresche di gigante che ad una prima analisi sembra anche muoversi in armonia con l'ambiente circostante.

Silvy si arrampica sulla cima di un albero per godere di una visuale migliore e proprio in quel momento un enorme gorilla alto una ventina di metri si gira nella sua direzione e con un tremendo ruggito comincia a caricare; allora l’esploratrice si avvolge in una coperta ed usa un cripto in suo possesso per renderla inamovibile. Giannunzio si infiamma e lancia una sfera fiammeggiante verso l’enorme creatura senza infliggerle alcun danno. Bastiano riesce a superare la spessa e coriacea pelle solo col secondo di una rapida sequenza di colpi, lordandosi del suo sangue. Il gorilla travolge il "bozzolo" in cui è avvolta Silvy facendolo sbalzare via, poi oltrepassa anche tutti gli altri caricando. Solo in quell'istante tutti si accorgono che sta andando in direzione di un enorme ragno della sua stessa taglia.

Col primo colpo qualcosa nel dorso del mostro aracniforme si spacca. Prima del contrattacco dal suo addome cade una moltitudine di ragni più piccoli - ma pur sempre della dimensione di un umano - che si allontanano dallo scontro in tutte le direzioni.

Scartata l'opzione della fuga, ci si prepara all’arrivo dei ragni. La prima ondata ne conta cinque che non sembrano puntare il gruppo, almeno fino a quando non lo vedono… Non sembrano per la verità molto precisi nei loro attacchi e Rodrigo infilando una spada fra le mandibole di uno di loro riesce a farne colare a terra il veleno, rendendolo momentaneamente meno pericoloso degli altri.

Fine Diciannovesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Immagine by Maya Louw

lunedì 20 settembre 2021

Dejà-vu

Rephona (Deep one by  douzen)

Giungla di Tiwia, mattino del 10° tahner pieno (22 agosto)

La barca esce a rilento da “baia del serpente” sospinta e sostenuta a fatica dagli uomini-rana e imbarcando acqua. Il lago rapidamente diventa molto profondo e una leggera foschia non permette di vedere l’altra sponda. Il lago è comunque molto grande. Tutti sembrano distratti e non tengono traccia dello spostamento perdendo subito l’orientamento. Improvvisamente ci si risveglia al mattino come dopo aver fatto uno strano, ma estremamente vivido, sogno.

Bastiano vuole vedere come si comporta la pietra blu in prossimità della caverna subacquea e infatti il sospetto che possa essere attirata da ogni pezzo di cometa diventa quasi una certezza. Diomira spronata ad indagare da Bastiano sostiene che delle potenti forze soprannaturali sono state all’opera. Giannunzio invece tiene per se una premonizione: il lago nelle profondità è salato.

Sponde sud del lago Hruka, primo pomeriggio del 10° tahner pieno (22 agosto)

Gli eventi della mattinata si ripetono uguali con un senso di dejà-vu che scompare dopo qualche ora lasciando i componenti del gruppo con una sensazione transitoria di intorpidimento come appena destati. Dopo 3 ore di viaggio arrivati quasi all’altra sponda la barca devia in una insenatura ben nascosta di una trentina di metri sulla cui spiaggia con dei tavoli improvvisati è stato allestito un banchetto per i visitatori. Una trentina di uomini rana escono dall’acqua per l’evento. Tutti gli occhi sono per Wotan nonostante cerchino di rubargli la scena Giannunzio la polena maschile a torso nudo e Diomira magicamente illuminata a magnificenza.

Anuran invita a gustare il cibo e mentre si pensa ad accendere un fuoco per rendere commestibile le “crudità di lago” tutte le rane gracidando e si girano in direzione di nuovi arrivati. Una rana più piccola delle altre (apparentemente una femmina a parere di Bastiano) seguita da una creatura umanoide con capelli da polpo e mani e piedi palmati e uncinati non certo rassicurante. La rana si chiama Pepe, e grazie ai suoi poteri telepatici fa da traduttore. La creatura è la regina eletta Rephona dei hroak del lago Hruka.

La leggenda narra di un gruppo di terrestri aiutati a sconfiggere il "grande serpente" e la regina si chiede perché mai i terrestri ora abbiano tentato di distruggere la camera sepolcrale del loro antico eroe Re Gorundo. Estrarre la pietra blu ha come effetto il dover dare ulteriori spiegazioni per evitare di esser scambiati per ladri.

Durante il banchetto di benvenuto un gruppo di uomini rana armati cappeggiati dal generale Jabka esce dall’acqua e inizia una discussione con la regina. Il generale non si fida dei terrestri e si viene a sapere che preferirebbe che la regina fosse sostituita da altri in particolare da una rana maschio. Forse occorrerebbe dare prova al generale di esser degni della sua fiducia per poter visitare la tomba anche se lui non ritiene questi terresti in grado nemmeno di affrontare tale prova figurarsi di superarla. Il generale è molto fisico ed è una mente semplice, serve una idea semplice. Un trofeo più grande della testa di serpente gigante che usa come elmo potrebbe funzionare.

Andato via il generale il pranzo diplomatico continua.

Pare che le femmine hroak non possiedano la sacca vocale e prima che la regina inventasse il nuovo linguaggio non potessero parlare. Tuttavia l’abitudine ad usare la vecchia lingua nei maschi è molto forte. Il generale sembra infastidito dal fatto che la regina abbia dato un modo alle femmine di comunicare.

La regina come il grande Re Gorundo discende dalla sacra bottarga del profondo e ha poteri particolari. Le leggende inoltre dicono che nelle profondità le acque siano velenose (il sale per una creatura di acqua dolce forse è sufficiente ad essere considerato veleno forse).

Il popolo degli uomini rana è molto riservato e ci tiene al proprio isolamento, ritiene inoltre il lago sacro. Chiunque rispetti bosco fiume e lago non sarà mai considerato nemico. La regina è preoccupata delle intenzioni dei terrestri e che altri possano arrivare fino alle sponde del loro territorio. Bastiano rimarca il fatto che i terrestri sono esploratori e che cercano amici, i cavalca-lupi non si sono rivelati tali ma la speranza è di vivere pacificamente almeno con gli uomini-rana. Di altri popoli e pericoli particolari la regina non fa menzione, solo di grandi serpenti pericolosi nel bosco e nei fiumi.

Per le emergenze i terrestri potranno comunicare con loro con uno strumento che sarà affidato a Wotan (l’unico degno di fiducia per la sua somiglianza con l’antico eroe terrestre) ma se altri lo useranno sarà considerato tradimento. La leggenda dice che quando compare il terrestre cornuto un grande pericolo incombe. Se ciò dovesse accadere, gli uomini-rana onoreranno le leggende aiutando i terrestri.

La regina prima di andare avverte il gruppo di guardarsi le spalle dal generale che potrebbe tendere loro un agguato.

Pepe viene lasciato col gruppo perché possa comunicare con le rane incaricate di predisporre dei ripari per la notte. Finalmente si accende un fuoco per cuocere il cibo e molte rane curiose si avvicinano per degli scambi culturali. Diomira cerca di imparare qualche parola e la lingua delle femmine sembra più facile da riprodurre rispetto a quella gracidante dei maschi.

Dopo il banchetto si decide di partire in esplorazione nei dintorni. Giannunzio che è stato tutto il tempo a prua per vedere la rotta è certo della posizione attuale: a metà della sponda sud del lago. Mentre Wotan guida il gruppo nella giungla sconosciuta, Bastiano cerca tracce di grandi animali. Il suo occhio esperto nota la regolarità anomala degli avvallamenti sul loro cammino. Sono orme enormi di una creatura bipede probabilmente alta otto metri che è passata di li da più di un mese. Le orme vengono seguite fino a che spariscono in un ruscello. Salendo su di un albero Wotan vede in lontananza delle alture. Arrivato ormai l’imbrunire si decide di tornare al campo.

Fine diciottesima puntata.

Diario a cura di Bastiano
Immagine by douzen

lunedì 2 agosto 2021

Eroi o dèi?

Anuran (Anuran Warrior by Nate Hallinan)

Giungla di Tiwia, sera del 10° ahner pieno (21 agosto)

Gli ostaggi vengono liberati dando loro telepaticamente un appuntamento all’indomani mattina per essere scortati al villaggio del lago a bordo della loro strana imbarcazione vista nella comunicazione mentale.

Diomira ha chiesto di fare il primo turno di guardia che con Rodrigo. La sacerdotessa è particolarmente interessata all’origine dei poteri dimostrati dal compagno di viaggio. Non c’è sintonia tra loro e le domande inopportune di quella “donnetta petulante” distraggono Rodrigo che non si avvede del pericolo incombente. Dei viticci magici lo imprigionano mentre Diomira riesce a dare l’allarme. Bastiano si gira infastidito dall’altro lato dormendo ancora un po’ mentre gli altri riescono a destarsi anche se non immediatamente. Almeno quattro creature si muovono veloci nella boscaglia accerchiando l’accampamento e iniziano a volare le frecce. Wotan si nasconde estraendo il machete ed avvicinandosi ai rumori. Silvy con sicurezza afferma che si tratta del popolo della palude. Bastiano mentre ancora si stiracchia pensa che arrivino per recuperare la pietra blu immaginando che la ritengano una sorta di reliquia.

Diomira dopo essersi cinta del solito campo di risonanza viola, accende il suo bastone di una luce blu nell’intento di impressionare gli attaccanti, ma riesce solo ad attirare le frecce nemiche che la colpiscono e si rivelano essere avvelenate. Wotan invano tenta con i suoi poteri di liberarla.

Giannunzio si sposta ad una ventina di metri dal campo per intercettare i fruscii che sembrano girare intorno. Silvy viene imprigionata a sua volta mentre Rodrigo a mani nude sradica finalmente i viticci continuando a schivare le frecce in arrivo.

Bastiano appena destato e privo di armatura decide di utilizzare il suo crypto protettivo e si avvicina a Silvy per darle assistenza, ma la older si libera agilmente e si avvicina a Giannunzio per dargli manforte. Wotan con un potente colpo di machete disarciona uno dei cavalieri rompendogli al contempo l’armatura. Anche Giannunzio ingaggia battaglia con un’altra creatura. Rodrigo libero dai viticci viene attaccato da uno sciame magico che lo infastidisce ma si getta ugualmente nella boscaglia per intercettare il terzo cavaliere urlando a Bastiano di muovere le chiappe e fare il suo lavoro e infatti come una scheggia parte intercettando l’ultimo fruscio.

I cavalieri vengono rapidamente eliminati ma rimane uno sciamano nascosto nell’ombra. Nimrod viene inviato a stanarlo. Lo sciamano appiedato tenta la fuga ma viene raggiunto e ucciso. Dopo una rapida perquisizione dei corpi, Bastiano decide di accatastare i caduti lungo le rive del lago per mostrarli agli uomini rana l’indomani.

Giungla di Tiwia, mattino del 10° tahner pieno (22 agosto)

In tarda mattinata un'imbarcazione di una decina di metri si avvicina alla riva sospinta da una mezza dozzina di creature. Non sembra essere realmente funzionante e nemmeno sembrerebbe poter galleggiare per più di pochi secondi. Un uomo rana più grosso rispetto gli altri si fa avanti e sembra rivolgersi a Wotan. Bastiano con poca grazia usando gesti e urli tenta di comunicare con lui mostrandogli la pila di cadaveri dei paludosi e cercando di far cadere il merito su Wotan per ingraziarseli ulteriormente e magari farlo passare per eroe o chissà addirittura un dio. Diomira tenta di fare le presentazioni, il rospo grosso probabilmente il capo si chiama qualcosa come Anuran mentre gli avventurieri vengono parimenti storpiati in Botan, Bilby, Brastiano, ecc.

Tutto il gruppo viene invitato sulla barca chiamata “Uebbè” che, scricchiolando imbarca acqua ancora da ferma. Del resto gli uomini rospo sono più piccoli rispetto agli umani e si capisce subito che non tutti potranno salire. Quindi si opta per dividere il gruppo e utilizzare la barca gonfiabile della corporazione. L’operazione di gonfiaggio compiuta da Yelena lascia le creature meravigliate.

Mentre gli altri useranno il "battello pneumatico a propulsione termica", Wotan, Diomira e Giannunzio saliranno sulla barca del popolo del lago...

Fine dicassettesima puntata.

Diario a cura di Bastiano
Immagine by Nate Hallinan

lunedì 26 luglio 2021

Echi dal passato

UE4 - Frog Warrior Spearman by Alexander Sychov

Giungla di Tiwia, tardo pomeriggio del 10° ahner pieno (21 agosto)

L’uomo-rana spuntato dal nulla colpisce con una lancia Rodrigo che incespica all’indietro.

Bastiano allora come un fulmine accorre in aiuto del compagno menando due veloci ma imprecisi fendenti, mentre Diomira e Alona si difendono con il loro scudo magico.

Diverse creature sbucano dal nulla e iniziano ad accerchiare il gruppo. Wotan ancora nascosto ne avvinghia uno con dei tralicci magici prima che possa lanciar loro contro qualcosa. In quel momento da differenti punti del bosco dei cappi fatti di alghe vengono lanciati con l’intento di immobilizzare gli umani. Rodrigo schiva agilmente e Bastiano lacera i cappi lanciati nella sua direzione, mentre Alona e Diomira vengono immobilizzate entrambe da due cappi tesi ai lati opposti del loro corpo.

Bastiano con altri due colpi stavolta più precisi dilania la creatura che aveva affrontato prima osservandone la consistenza gracile. Alona e Diomira tentano inutilmente di liberarsi usando i loro poteri. Silvy risvegliandosi dall’alto del suo nascondiglio gode di una visuale migliore del campo di battaglia e nota un uomo-rospo più grosso degli altri che si mantiene a distanza e lo centra con una freccia. La creatura sorpresa fa un balzo indietro di tre metri e comanda altri rospi mandandoli in direzione dell’arciera.

Rodrigo va in soccorso di Alona tagliando una delle corde che la immobilizzavano e questa viene tirata dall’altra parte e buttata a terra. La selvatica estrae l’arma per difesa ma nessuna creatura si interessa a lei e Yelena si accuccia per non essere presa di mira. I due uomini-rospo senza corde spiccano un balzo di sei metri su Bastiano che viene sbilanciato e per un soffio non viene ferito mentre Rodrigo viene bersagliato da un cappio e un balzo. Lo spietato combattente intuisce le due traiettorie e ispirato da qualcosa che i più maliziosi potranno chiamare fortuna riesce a mettere il cappio al collo del rospo saltandogli addosso e iniziando al contempo a strangolarlo con un ghigno dipinto sul volto.

Silvy viene presa da un cappio, ma si divincola senza problemi. Wotan ancora nascosto decide di lanciare i “semi della furia” al rospo capo nelle retrovie. Questi piccoli semi incandescenti gli piovono addosso da trenta metri come se fossero degli insetti emofagi affamati si attaccano sfrigolando alla pelle, trasformandolo in breve in una torcia urlante. In pochi secondi il rospo diventa un mucchietto di carne flaccida inerme avvolta da fiamme. A quella vista gli uomini rana strabuzzano gli occhi lasciano cappi e lance fuggendo in ogni direzione. Bastiano, sempre attento alla sua sfera di influenza sul campo di battaglia, coglie l'occasione per ferire gravemente uno dei fuggitivi.

Vengono fatti due prigionieri. Il capo aveva un oggetto di metallo, probabilmente stagno, ormai fuso. Sugli altri copri si trova poco o nulla se non lance di legno con punta di osso o pietra tagliente e un paio di armature di chitina di un animale (o insetto) non ben definito. Dopo essersi allontanati un centinaio di metri ed aver allestito il campo, Rodrigo tenta nuovamente la connessione mentale. Wotan viene proposto per essere messo in connessione con le creature, ma non sembra particolarmente favorevole e la discussione sugli intenti del gruppo scivola quasi in una faida interna. Wotan accusa Bastiano e la sua famiglia di aver distrutto un bosco sacro al suo dio, Bastiano non crede che le colpe dei padri (o del nonno Felice) debbano ricadere sui figli e sta già mettendo mano all’elsa quando Diomira si intromette portando ad una tregua. Sembra che sessant’anni prima nonno Felice Contrari distrusse quel bosco sacro e Diomira insinua che l’elsa della spada di bastiano possa essere fatta di legno sacro e che possa essere la causa dei mali interiori del combattente, ma Bastiano sa bene che non è quella la causa. Cercherà di porre rimedio al danno causato dal nonno quando si capirà in che modo farlo.

Come la prima volta il dialogo avviene per immagini. Gli uomini-rana mandano immagini poco nitide su umani come fossero storie raccontate e non vissute in prima persona.

Cometa in cielo che cade nel bosco – terremoto – un serpente gigante esce dal bosco e inghiotte l'intero lago – arrivano degli umani (abitanti dell’isola del passato) – un uomo-rana forse un re indica loro il luogo dove è caduta la cometa – gli umani tornano con la cometa che è un globo luminoso fluttuante e la scagliano contro il serpente che viene pietrificato e rimane per sempre sulle rive del lago – questo re con aura di autorità è seppellito in sarcofago dentro il teschio del serpente nella grotta con accesso subacqueo (e forse un altro pezzo della cometa come la pietra blu, suggerisce qualcuno) – le creature sono eccitate da una visita di Wotan e gli altri umani al loro villaggio – sono disposti ad andare a chiamare altri per scortarlo su una improbabile nave che anche agli occhi inesperti da navigatore quale è Wotan pare impossibile che possa galleggiare – banchetto allestito in onore di Wotan e gli umani con entusiasmo sottolineano ogni portata, pesce alghe e larve da gustare ancora vive particolarmente gustose perché si muovono ancora in bocca e nello stomaco – sembra che gli uomini della palude siano soliti attaccare gli uomini-rospo fingendo di cadere nelle trappole per attirarli fuori dall’acqua e buttando piante tossiche nel lago.

Fine sedicesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Immagine by Alexander Sychov

lunedì 5 luglio 2021

Uno scambio di coppie pieno di sorprese


Giungla di Tiwia, pomeriggio del 9° enhor pieno (20 agosto)

Diventa chiaro che il cristallo punti alla grotta del naga, probabilmente le creature della palude adorano gli stessi dei degli antichi abitanti dell’isola oppure semplicemente hanno rinvenuto il gioiello fra le rovine dell’antico villaggio. Si riprende il cammino in direzione del lago consci che questo popolo del lago tende trappole per trascinare in acqua chi si avvicina alle sponde.

Ormai quasi a sera si sentono delle voci provenire dal bosco che secondo Diomira appartengono a qualche specie di uccelli imitatori. Si pensa di catturarne alcuni esemplari, ma al ritorno, per evitare di portarsi dietro degli uccelli starnazzanti incatenati quando servirebbe silenzio.

Mentre viene costruito il campo per la notte gli imitatori iniziano ad emettere suoni simili a gracidii e subito si pensa di essere nei pressi del lago, anche se nelle immediate vicinanze non c’è acqua. Silvy si accorge che la maggior parte dei suoni del bosco, anche gli insetti, viene fatta da questi strani uccelli.

Yelena richiede di fare il turno di guardia con Rodrigo e le solite coppie vengono rimescolate. Gli avventurieri cominciano a fare conoscenza.

Yelena reputa Rodrigo essere pieno di sorprese, uno che si professa uomo d’arme ma utilizza poteri così particolari è interessante ai suoi occhi. Rodrigo però non ha voglia di parlare del suo passato e si rivolge alla ragazza dandole della “signora” a dir suo per rispetto, anche se Yelena ritiene che sia per mantenere il distacco. Il successivo svicolare del combattente diverte molto la giovane che si lascia andare ad un sorriso.

Diomira è molto incuriosita dal passato di Alona, e vuole sapere dove abbia imparato le arti magiche. Fra le due donne c’è attrito, capiscono di pensarla diversamente su alcune cose quali religione e magia... Alona chiede informazioni sul falco di Diomira e pensa che sia strano ed interessante e che sia rassicurante averlo intorno.

Gli uccelli imitatori disturbano il sonno del gruppo ma non abbastanza da portare conseguenze come accaduto con le scimmie impertinenti della notte precedente.

Giungla di Tiwia, primo pomeriggio del 10° ahner pieno (21 agosto)

Il viaggio prosegue e all’improvviso la giungla si apre su di un lago immenso sulle cui coste adagiato si trova un gigantesco antico scheletro di mostro.

Il falco mandato in avanscoperta non trova trappole allora Wotan, Silvy e Bastiano saltando su alcune rocce si avvicinano per ispezionare lo scheletro. Silvy che si rivela essere una studiosa di molte materie differenti più che una esploratrice, nota che il muschio non cresce su questa roccia.

Mentre Wotan studia minuziosamente il teschio, Bastiano si arrampica 4 metri più su verso l’apertura dell’occhio, ma un grosso uccello bianco arrabbiato sbuca all'improvviso attaccandolo al viso e facendolo cadere rovinosamente.

Diomira intanto cerca intorno delle trappole ben protetta da Rodrigo. Rinviene una corda fatta di alghe che un tempo aveva costituito sicuramente una trappola e delle impronte costituite da 4 tozze dita palmate.

Wotan fa alcune ricerche minuziose sull'area, domandandosi se questi resti possano mai animarsi, ma conclude che si tratta di un fossile antichissimo e ne esclude la possibilità. In quel momento vede volare giù Bastiano, ed ovviamente la sua prima preoccupazione è per l'animale che riesce a calmare. Dopo essersi arrampicato ed avergli offerto dei semi riesce a sporgersi per guardare all’interno. Oltre il nido si apre una cavità, nella calotta cranica si intravede una pozza d'acqua circolare che, a giudicare dal suo movimento, probabilmente è collegata col lago. Nella cavità c'è anche un parallelepipedo (di roccia o di argilla indurita) con alcuni piccoli oggetti al di sopra. Nel "teschio" si aprono altre piccole aperture, e in corrispondenza di ognuna c'è un nido.

Silvy prova a sbirciare da un buco in corrispondenza della mandibola, ma il passaggio è molto stretto. Cerca allora impulsivamente di allargare l’apertura colpendola con una grossa pietra. La pietra usata si spacca in due cadendole addosso, ma cosa peggiore è il rumore innaturalmente violento sprigionato dal colpo, che sembra riverberare per tutta la lunghezza del fossile ed eccheggia lontano.  Probabilmente l’acqua avrà diffuso il suono in ogni punto del grande lago. Tutti gli uccelli che hanno nidificato nel teschio urlano il loro fastidio, aumentando la confusione.

Temendo l’arrivo del popolo del lago il gruppo si ritira appostandosi appena dentro la boscaglia per studiare il da farsi. Dopo un po’ il pelo dell’acqua viene disturbato e cinque creature anfibie armate di lancia d’osso emergono dal lago. Si dividono in due gruppi, il primo si inabissa in direzione del teschio e l’altro si dirige in direzione opposta, apparentemente senza aver notato il gruppo. Rodrigo vorrebbe approfittare del loro vantaggio ed attaccare, ma gli altri (in particolare Yelena) lo fanno desistere essendo sicuri di non essere stati notati. Decidono di aspettare: una volta andati via gli anfibi avrebbero potuto entrare nel fossile per indagare meglio su quanto visto da Wotan.

Il gruppo rimane appostato per due ore senza che accada nulla, poi Silvy, che si era arrampicata su di un albero, si addormenta stremata mentre Rodrigo ha un lieve capogiro. Dopo essersi stropicciato gli occhi vede un anfibio spuntare dal basso che lo sta attaccando armato di arma in asta e istintivamente lancia un grido di allarme...

Fine quindicesima puntata.

Diario a cura di Bastiano
Revisione di Ohmnibus
Immagine by Hugo FREDOUEIL

lunedì 14 giugno 2021

Cinico e barbaro

Blue Aqua Aura Quartz by Louis Martin

Giungla di Tiwia, pomeriggio del 9° tehner pieno (19 agosto)

Mentre Diomira, Giannunzio, Silvy e Wotan si occupano degli incendi, Rodrigo, Bastiano e Alona si occupano del prigioniero legandolo. Il fuoco viene domato grazie ai poteri di Wotan, che fa "allontanare" la vegetazione, e ad una serie di fortunate coincidenze. Intanto il prigioniero viene privato dei suoi averi: la punta della lancia è di ossidiana, mentre il resto degli oggetti è principalmente in osso, con alcune piccole eccezioni (fibbie, borchie) in metallo. La pelle è molliccia al tatto e odora di muffa e torba. In fondo alla schiena ingobbita spunta una corta coda glabra. Le gambe sono articolate come le zampe posteriori di un canide, mentre le braccia sono più lunghe del normale. Il volto ha un che di raccapricciante. L'assenza del naso e l'irregolarità generale lo fanno apparire parzialmente corroso dall’acido, e non è chiaro se si tratti del risultato di un incidente, uno sfregio o se sia naturale. Anche la cavalcatura sembra bardata in modo simile al cavaliere, ossia cinghie di pelle nera e fasciature di rinforzo o protezione. Il cavaliere aveva con sé anche un astuccio contenente alcuni dardi ed una piccola sacca da cintura contenente un piccolo blocco di torba. All'interno della torba alcune teste di anguilla e pezzi di carne - forse di cinquemani. L’arco è molto corto e fatto di due parti in osso unite tra loro da una fasciatura di cuoio.

Dopo che Bastiano intimorisce il prigioniero puntandogli la lama alla gola, Diomira esamina il suo corpo in cerca del marchio di un vincolo magico, ma senza successo. Tenta allora di ispezionare con più cura il corpo del caduto, ma anche in questo caso non trova nessuna traccia di eventuali vincoli. Si discute brevemente sull'origine di questi nativi, evidentemente diversi da quelli rappresentati nel graffito trovato: forse alla seconda creazione sono avvenute delle mutazioni negli abitanti dell’isola. O forse potrebbe essere il frutto di un esperimento, ma sembra altamente improbabile che siano stati creati dalla corporazione: pur essendo vero che questo tipo di esperimenti sono stati eseguiti, è molto strano che la corporazione abbia autorizzato e sostenuto una spedizione in un luogo dove ciò è avvenuto.

Dal momento che non sembra possibile alcun tipo di comunicazione, si discute se liberare o uccidere il prigioniero. Rodrigo, dimostrando di essere ben altro che l’avventuriero cinico e barbaro che tutti credono sia, dice di essere in grado di mettere in comunicazione la creatura con uno dei compagni grazie ad un suo potere, ma non prima di aver raggiunto il campo base.

Silvy esamina la cavalcatura uccisa da Rodrigo. Fisicamente è simile ad un lupo ma le zampe anteriori sono molto più massicce e la pelliccia è a chiazze. Una ferita è stata ricucita e pur essendo privo di briglie è dotato di finimenti utili ad essere cavalcata. Il muso, come il volto del cavaliere, sembra come corroso dall’acido.

Bastiano sembra essere l’unico contrario al piano di portare il prigioniero al campo e risponde stizzito anche a Yelena pensando che fosse più sicuro liberare la creatura e spostare il campo base il più lontano possibile. Yelena fa notare che sarebbe inutile liberare il prigioniero sperando che il gesto venga apprezzato, e spostare il campo sarebbe inutile perché non sarebbero in grado di nascondere le loro tracce ed i nativi, che sono a cavallo di lupi, sono in grado di muoversi molto più velocemente di loro e quindi li avrebbero comunque raggiunti.

Yelena cerca di rassicurare la creatura dandole da bere, mentre Diomira le cura le ferite. Quando ci si sta per incamminare per tornare al campo, Romilda rinviene un borsellino caduto al fuggitivo con della torba e all’interno di essa un lembo di pelle e una gemma azzurra debolmente luminescente. La pelle è finemente incisa e si rivela essere un talismano di scongiuro, mentre la gemma - a detta di Diomira - è chiaramente infusa di energia arcana.

Bastiano allestisce delle trappole sonore lungo le tracce lasciate di ritorno al campo, dato che eventuali inseguitori probabilmente arriverebbero da quella direzione. Rodrigo si appresta a effettuare il collegamento mentale tra il prigioniero e Giannunzio, dimenticandosi di dire che sarebbero rimasti connessi per un’ora… La prima immagine che arriva a Giannunzio mentre cerca di trasmettere sensazione di pace è la creatura che lo sta strangolando a morte… Dopo un lungo scambio di immagini le cose non vanno per il meglio, la creatura è molto ostile e non sembra credere alle buone intenzioni degli umani. Poi Giannunzio centra l’obiettivo dimostrandosi dispiaciuto per la perdita della cavalcatura...

In una delle immagini condivise dal nativo si vede nei pressi di un villaggio nella palude una sena di tumulazione nella torba di una cavalcatura, al termine della quale viene piantato un rametto di una particolare infiorescenza palustre.

Giannunzio mostra la meta del gruppo: il lago. La creatura si chiede se la motivazione sia di uccidere le creature anfibie umanoidi che sembrano essere ostili nei loro confronti. Dopo un ulteriore scambio si giunge ad una sorta di accordo, mantenersi sufficientemente lontani dalla palude per non essere attaccati da loro. La creatura viene liberata e ci si corica per la notte.

Prima di dormire Diomira esamina la gemma e scopre essere un artefatto che opportunamente illuminato vibra, ma il particolare più importante è che vibra in base al suo orientamento; tuttavia non è possibile capire quale sia il funzionamento.

Nel suo turno di guardia Silvy sente suonare le trappole sonore di Bastiano e sveglia tutto il campo. L'allarme è stato generato da una mezza dozzina di scimmie, che vengono prontamente scacciate, ma il sonno di tutti è stato ormai spezzato.

Giungla di Tiwia, mattino del 9° enhor pieno (20 agosto)

Prima di ripartire vengono fatti alcuni esperimenti sulla pietra. L'intensità della vibrazione è proporzionale alla quantità di luce alla quale è esposta. Si nota inoltre che in qualche modo i suoi riflessi luminosi siano "maggiori del normale", tanto da portare Diomira a pensare che sia una sorta di amplificatore luminoso. Sembra chiaro che si tratti di una sorta di bussola perché la sua vibrazione dipende dal suo orientamento, ma a causa della forma irregolare non è possibile stabilire quale sia il luogo indicato. Si decide quindi di controllarla con regolarità per cercare di capire se, spostandosi, vibri con un orientamento diverso, ed in base a queste informazioni dedurre quale sia l'eventuale luogo indicato.

Dopo aver smontato il campo si riprende in cammino verso il lago. Dopo pochi km si controlla nuovamente il cristallo, e risulta subito chiara quale sia la direzione a cui punta…

Fine quattordicesima puntata.

Diario a cura di Bastiano
Revisione di Ohmnibus
Immagine by Louis Martin

lunedì 7 giugno 2021

Fuoco e fiamme

Kragan (Swamp Tribe Classes by Fred Rambaud)

Giungla di Tiwia, pomeriggio del 9° tehner pieno (19 agosto)

Dopo essere stati colpiti dalle frecce, Wotan e Giannunzio sentono un leggero intorpidimento, ma non sembrano soffrire altri sintomi.

Il gruppo, colto di sorpresa, si sparpaglia. Fruscii crescenti tra la vegetazione mettono in allarme gli esploratori che si preparano a fronteggiare l’imboscata.

Giannunzio, ammantatosi di lingue di fuoco, si dirige verso il punto da cui sembra essere provenuta la freccia, alla ricerca degli assalitori, si sposta cautamente verso alcune palme aggirandole, ma non riesce a scorgere nessuno.

Wotan, si distacca dal gruppo, trovando riparo tra la vegetazione e intercettando due creature che, a breve distanza, stanno mirando al gruppo di compagni che sono rimasti in attesa dell’evolversi degli eventi.

Silvy si arrampica su di un albero, pronta ad incoccare le sue temibili frecce, quando si rende conto di essere avvolta dalle fiamme. Gannunzio l’ha nuovamente coinvolta, suo malgrado, nello strano fenomeno.

Il fruscìo tra le palme si fa sempre più crescente, rivelando la posizione degli assalitori in due punti distinti, probabilmente ci sono due coppie di ricognitori che si aggirano nella foresta, pronte ad attaccarli. Mentre il rumore cresce, dal terreno si innalzano rovi e radici che si intrecciano a dar forma ad una piccola cupola posizionata a mo' di gabbia, al margine dell’area in cui il gruppo staziona. Altre frecce piovono in varie direzioni, bersagliando Diomira e Giannunzio, prima, Rodrigo poi, ma nessuno sembra ferito gravemente. Anche Silvy scorge due figure nella foresta e cerca di tenerle a tiro, ma le fiamme iniziano a bruciare il suo nascondiglio costringendola a rinunciare al suo proposito e spostarsi.

Il gruppo che è rimasto compatto viene avvolto da uno sciame di insetti apparso da nulla, che gli impedisce di agire liberamente, solo il provvidenziale intervento di Diomira, che genera un’onda d’urto, riesce a disperderli, ma all’improvviso un enorme cerchio di fuoco li circonda. Diomira, Rodrigo, Yelena, Alona, Silvy e Romilda finiscono imprigionati dietro una barriera incandescente che impedisce loro di interagire con l’esterno o fuggire. Divisi e sparpagliati tra la vegetazione, i compagni non riescono a coordinarsi e anche le iniziative personali non sembrano portare al risultato sperato, solo Wotan, poco distante e ben nascosto, riesce ad individuare due creature e ne imprigiona prontamente una, tra la vegetazione che si piega al suo volere. All’interno del cerchio incandescente le caviglie di Rodrigo vengono avviluppate da viticci che emergono dal terreno, pervaso da una furia incosciente, si libera dai viticci e si lancia verso le fiamme, deciso a sfidare la sorte, ma nuovi rovi emergono dal terreno a trattenerlo. Il guerriero, indomito, si libera nuovamente e si lancia tra le fiamme, mentre Yelena lo rassicura sulla natura illusoria del cerchio di fuoco. La conferma che si tratti di una protezione e non di una prigione, arriva da Alona che si scopre esserne l’artefice. Mentre Wotan si ritrova da solo a fronteggiare le due creature che nel frattempo lo hanno individuato, Rodrigo si sofferma ad osservare la cupola di rovi, all’interno della quale scorge due piccoli occhi luminosi. Altre due creature si avvicinano per attaccarlo, mentre l’illusione fiammeggiante si dissolve consentendo a Silvy di mettere a segno il tanto agognato colpo, diretto ad una delle due creature che stanno fronteggiando Wotan. Giannunzio ripiega anche lui verso la cupola di rovi, incendiandola mentre tenta con molta difficoltà di romperla a mani nude, mentre Rodrigo, lì accanto, continua strenuamente a divincolarsi dai rovi che continuano ad attanagliarlo, liberatosi individua due creature e ne afferra fortunosamente una. Mentre schiva i colpi di lancia che gli vengono inferti abilmente, nota uscire da un’apertura posta dietro la cupola, una creatura simile alle altre, senza cavalcatura e con abiti leggermente più elaborati.

I fronti di combattimento vedono da una parte Silvy e Wotan che riescono ad abbattere la creatura imprigionata nella vegetazione, mentre l’altra si da alla fuga; dall’altra Rodrigo e Diomira (anch’essa resasi conto della figura nascosta dalla cupola), che riescono ad atterrare un cavaliere, abbattendone la cavalcatura e mettere in fuga l’altro. Giannunzio, resosi conto troppo tardi che il suo avversario era fuggito dal retro della cupola, si lancia al suo inseguimento, perdendolo tra la vegetazione nonostante fosse stato rallentato da un’onda d’urto scagliata da Diomira. Rodrigo afferra saldamente la sua preda vestita di pelli nere, la scruta, disgustato dall’olezzo di muffa, sudore ed escrementi, ne osserva il corpo deforme, la schiena bitorzoluta e la coda corta, ne valuta la statura di circa un metro e mezzo e ne osserva la particolare conformazione degli arti inferiori a guisa di capra, gli occhi del llud brillano di malvagi propositi, me forse è solo il riflesso del piccolo incendio che sta divampando poco distante...

Fine tredicesima puntata.

Diario a cura di Giannunzio
Immagine by Fred Rambaud

lunedì 31 maggio 2021

Altro cunicolo altro regalo

Mount by Fred Rambaud

Giungla di Tiwia, grotte, tarda mattinata del 9° ahoer pieno (18 agosto)

Rodrigo cerca qualcosa di valore tra i resti umani, ma trova solo piccoli accessori di metallo (fibbie o bottoni) fusi alle ossa dalle concrezioni calcaree. Lo scheletro sembra quello di un'individuo di giovane età, anche se le concrezioni rendono impossibile stabilirlo con certezza e soprattutto stabilire le cause del decesso. Alona raccoglie un frammento dello scheletro (una costola) pensando che al conte possa interessare fare delle analisi. Giannunzio, il più esile, si insinua nella strettoia per verificare l'eventuale presenza di altri oggetti interessanti. Rinviene un oggetto di metallo allungato, di circa 15 cm per 3, e più avanti sembrano esserci altre ossa, ma il passaggio è veramente troppo stretto e rischia di restare incastrato. L’oggetto si rivela essere appuntito e triangolare, probabilmente una lama, ricoperta di incrostazioni ed ossido. Non emana alcuna aura magica, ma Diomira percepisce un leggero alone di magia residua, come se un oggetto comune fosse stato in contatto con qualcosa di molto potente.

Altro cunicolo laterale che si dirama in altri tre cunicoli. In circa due ore viene rinvenuto un altro corpo  al che si decide di tornare all’accampamento. Tuttavia, notando che la lunghezza dei cunicoli sembra aumentare andando verso l’uscita, la curiosità spinge il gruppo ad esplorare un ultimo cunicolo; rinvengono così i resti di un ennesimo individuo in posizione supina. Yelena, su suggerimento di Rodrigo, effettua una misurazione dello scheletro e secondo Alona si tratta di una femmina alta circa un metro e 60. L'occhio attento di Alona deduce, dalla conformazione delle ossa, che si tratta di resti appartenuti ad una donna adulta che dovrebbe aver avuto dei figli.

Giungla di Tiwia, campo, pomeriggio del 9° ahoer pieno (18 agosto)

Per non perdere la giornata e per cercare di portare l’esplorazione lontano dalla grotta, Bastiano ispeziona i dintorni. Dopo un paio di svolte ad ovest la strada riconduce all’acquitrino, ma nell’altra direzione si dirama verso sud est si riesce faticosamente a rivelare solo poche centinaia di metri.

Ricongiunto il gruppo si inizia una discussione teologica sull’opportunità di affrontare il naga e distruggerlo. L’oggetto protetto dal naga è sicuramente prezioso per la conoscenza e per il valore monetario e anche le iscrizioni sarebbero molto interessanti.

Seguendo la strada potrebbe essere possibile rinvenire un villaggio, magari un tempio e delle iscrizioni che possano portare alla conoscenza i rituali per poi accedere alla stanza protetta dal Naga.

Giungla di Tiwia, campo, notte del 9° ahoer pieno (18 agosto)

Durante la notte Diomira sceglie di fare il turno di guardia con Bastiano per conferire con lui, e gli racconta che la spada del nonno Felice sembra avere il sigillo di un vincolo. Si offre di studiarla quando sarà più brava nelle sue arti anche se Bastiano non è molto convinto della cosa temendo possa rovinarsi. Durante la discussione Bastiano si accorge che c’è qualcosa di strano. Tutti si stanno agitando nel sonno. Infatti tutta la notte il gruppo ha fatto incubi molto vividi. Cose terribili che non sono familiari, come delle paure non loro. Tutti si svegliano fisicamente riposati ma con una sorta di terrore che li attanaglia e li rende inquieti.

Giungla di Tiwia, primo pomeriggio del 9° tehner pieno (19 agosto)

Seguendo la via seminascosta dalla vegetazione, nel primo pomeriggio si arriva in una zona disseminata di collinette alte due metri. Ogni collinetta rappresenta i resti di una abitazione di roccia molto antichi inglobati nella vegetazione.

A coppie si esaminano le collinette. Silvy e Wotan durante l’ispezione notano un movimento nel sottobosco poco lontano, un ombra di una creatura a quattro zampe simile ad un grosso lupo con delle zanne accentuate che nel momento in cui guardano casualmente in quella direzione fugge via. Secondo Wotan si sta nascondendo. Il westan trova infatti alcune tracce che confermano la presenza in zona della creatura e protetto dall’arco di Silvy tenta di inoltrarsi nella boscaglia per cercarla. In lontananza intravede la creatura, ma stavolta si accorge che ha qualcosa o qualcuno sulla schiena, forse una scimmia, ed è molto più grande di un lupo... Avvicinandosi furtivamente, aiutato dal mantello adattivo in suo possesso, riesce a vedere meglio la creatura. E' una creatura deforme vagamente canide, dal muso scarnificato con una sorta di equipaggiamento composto da cinghie e sella. Un umanoide alto circa un metro e mezzo dalla pelle grigio-itterico è inginocchiato sul dorso della bestia. Indossa una maschera che copre il volto dal naso in giù, degli indumenti rudimentali ed è armato di lancia e arco.

Wotan cerca di attirare l’attenzione delle due creature, che però fuggono spaventate a grande velocità.

Le colline più grosse sono edifici di pietra a costruiti a secco, quelle più piccole probabilmente di legno. Le uniche iscrizioni rinvenute sono solo di tipo decorativo. Per evitare problemi con la creatura appena vista si propone di allontanarsi sperando di far perdere le tracce. Nimrod viene inviato di vedetta ma la vegetazione è molto fitta.

Durante la discussione sul da farsi Wotan e Giannunzio vengono colpiti da corte frecce di legno annerito che intorpidiscono la zona colpita e...

Fine dodicesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione di Ohmnibus
Immagine by Fred Rambaud

lunedì 10 maggio 2021

Oltre le proprie possibilità

Il naga guardiano (Master's suit ,The HUNTER - by Andrei Riabovitchev)

Giungla di Tiwia, grotte, tarda mattinata del 9° nehener pieno (17 agosto)

Prima di ispezionare il luogo sacro si valuta la situazione. Il naga imprigionato nella "barriera" sembra molto potente e forse al di là della portata degli avventurieri, per altro spossati dall'attraversamento della sacca di gas tossici. Distruggere il vincolo potrebbe essere l’unica possibilità di successo, ma per evitare che il naga si manifesti ed attacchi è necessario che ciò avvenga in un unico colpo. Diomira propone di attraversare la barriera e vedere che succede, sperando che non si tratti di un naga ostile. 

Esaminando con più attenzione la stanza si nota una stalagmite tozza e tronca, sopra alla quale è posto un un oggetto grande come un pugno che emana un tenue bagliore. Alla base numerose ciotole e brocche di cui è impossibile stabilire il contenuto. Sulla parete di sinistra rispetto all'ingresso c'è una incisione i cui dettagli sono nascosti da uno strato di polvere. Rodrigo suppone si debba fare una offerta ai piedi di quello che potrebbe essere un altare.

Si decide di tornare indietro dopo una pausa ristoratrice, per tornare più preparati, anche se c'è il timore che l'ossigeno nella sala sia limitato. Nel frattempo Diomira ed Alona studiano con attenzione il cordone che rappresenta la "barriera" alla ricerca di un punto debole. I dubbi crescono. Il vincolo è in ottime condizioni nonostante i secoli e per romperlo la custode stima che sarebbe necessario un attacco molto potente in quanto potrebbe assorbire parte del danno.

Non avendo trovato altre opzioni per tornare indietro, si è costretti a passare sul fondo della grotta, dove ci sono i gas tossici. Dopo essersi coperti la bocca con stracci e indumenti, si corre in fila indiana  verso l'altra parte, in testa Rodrigo. Diomira a metà strada incespica e viene soccorsa da Rodrigo, che è costretto a rallentare. La sacerdotessa non è molto agile, ed a causa della scarsa illuminazione e del terreno pieno di irregolarità continua ad incespicare. I gas tossici le fanno perdere le forze, nonostante questo rifiuta seccamente l'offerta di Rodrigo di prenderla in spalla. Fortunatamente riescono comunque a raggiungere l'altra parte della grotta e tirare un sospiro di sollievo. Mezz'ora dopo il gruppo è fuori dalla grotta.

Giungla di Tiwia, campo, primo pomeriggio del 9° nehener pieno (17 agosto)

Bastiano, animato da un insolito entusiasmo, descrive il loro incontro con il "moscone terricolo spazzino", quindi gli altri narrano del tempio con il potente naga.

Si decide che la priorità è ricostruire il ponte, e si valuta su come intervenire. Bastiano, che di certo non entrerà mai più là sotto, propone di tornare in futuro con una seconda spedizione, muniti di strumentazione della corporazione adatti alla respirazione; altri propongono di usare materiali naturali per ricostruire delle corde con le quali riparare il ponte. Wotan pensa di praticare un ingresso dall'alto, ma ciò richiederebbe uno scavo di circa 10 metri di roccia, senza per altro essere certi sul punto preciso in cui scavare.

Viene vagliata e poi abbandonata l'idea di interrogare le creature per avere ulteriori informazioni.  Anche se Silvy è scettica sull'idea di riparare il ponte si fa accompagnare nella grotta per esaminarne lo stato.

La corda si è spezzata a circa metà del ponte, dove l'altezza dal suolo è di circa otto metri. Yelena valuta che qualcuno di sufficientemente agile potrebbe riunire le cime con parte del cordame che hanno a disposizione, e rimetterle in tensione torcendole con un bastone. Dopo che Diomira ha tentato invano di convincere Silvy, è Wotan a farsi avanti. Il tentativo sarà però messo in atto l’indomani mattina, dopo aver recuperato il materiale necessario.

Rodrigo, spossato dagli eventi della giornata, decide di dormire tutta la notte. Bastiano farà un doppio turno, dato che non entrerà nella grotta e quindi potrà riposarsi tutta la giornata.

La notte passa apparentemente tranquilla.

Giungla di Tiwia, grotte, tarda mattinata del 9° ahoer pieno (18 agosto)

Prima di affrontare la traversata in equilibrio, Wotan si alleggerisce dello zaino, tenendo solo una corda e gli attrezzi per la riparazione, che porta a termine con successo. A parte alcune assi mancanti nel punto di giunzione il ponte è stato ripristinato. Dopo che tutti hanno attraversato ci si ritrova di fronte al dilemma: distruggere il vincolo o superare la "barriera" per vedere cosa succede.

Diomira tenta la seconda opzione, convinta sia possibile stabilire un dialogo con il naga. Per giusta misura, però, attiva un potere protettivo prima di strisciare sotto al cordone. In effetti qualcosa accade: dapprima delle onde nell'aria, simili a quelle create da un sasso gettato in uno stagno, si formano in corrispondenza della barriera, quindi lo stesso cordone inizia ad attorcigliarsi su sé stesso, crescere di dimensioni ed estrudere delle protuberanze. Nel giro di pochi istanti il naga si rivela come una creatura umanoide di circa due metri e mezzo, che con la sua mole blocca il passaggio quasi fosse stato sagomato sulle sue forme. Il guardiano emette un sommesso ronzio a bassa frequenza.

Diomira prontamente fa un balzo indietro, e dopo essersi presentata chiede perdono per aver violato il suo sonno, dichiarando le sue intenzioni pacifiche. Il ronzio aumenta di intensità ed i presenti percepiscono - non solo con l'udito - le risposte del guardiano: "Questi dèi, il cui nome non può essere pronunciato, non sono i vostri dèi".

"Essendo il popolo dell'isola sparito da tempo", fa notare Diomira, "l'unico modo di tenerli in vita è che qualcuno li veneri."

"L'estraneo devoto il cui cuore è umile può passare e fare un'offerta", replica il guardiano.

Diomira quindi entra e dopo aver riempito alcune ciotole con delle sue razioni si inginocchia per offrire una preghiera. Quindi cerca di cogliere ogni dettaglio possibile della stanza, approfittando della sua posizione: sull'"altare" si trova una sfera di bronzo. Attraverso la polvere che la copre si intravvedono delle incisioni che emettono un debole bagliore azzurro. La custode percepisce dell'energia arcana essere emessa dall'oggetto. Nella maggior parte delle ciotole le offerte sono annerite o sparite del tutto a causa del tempo, ma in altre ci sono ancora delle foglie secche; forse qualcuno le ha poste in tempi non così remoti. Il graffito nella parete di sinistra non è comprensibile a causa dello spesso strato di polvere che lo ricopre.

Anche Wotan vorrebbe offrire una preghiera, ed offre la statuetta del "cinquemani" che ha intagliato il giorno prima, ma questa non viene gradita: "Il flagello del popolo!"

Diomira si avvicina al graffito con l'intenzione di rimuovere la polvere, ma il guardiano non sembra apprezzare così la sacerdotessa esce dalla stanza. Superata la soglia, il guardiano riassume l'aspetto del cordone, lasciando la stanza nel silenzio.

Valutando il potere del guardiano oltre le proprie possibilità, il gruppo decide di tornare al campo, ma non prima di aver esplorato qualche diramazione secondaria. Uno dei primi cunicoli affrontati diventa sempre più stretto, e proprio quando stanno per tornare indietro si accorgono di qualcosa incastrato tra le rocce: è quasi irriconoscibile per le concrezioni calcaree che lo ricoprono, ma senza dubbio si tratta di uno scheletro...

Fine undicesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione di Ohmnibus

lunedì 3 maggio 2021

Il crollo


"La paura di tutte le paure è la paura di misurarsi con la paura del giudizio."

Giungla di Tiwia, mattino del 9° nehener pieno (17 agosto)

Le parole impietose di alcuni compagni fanno crollare Bastiano. Con occhi carichi di lacrime ed il volto sfigurato da un'espressione di intensa sofferenza si rivolge a Yelena: "Ecco mia signora, i nostri compagni hanno ragione su di me, mi spiace terribilmente averti delusa, ho fallito miseramente nella mia missione, ma questa giungla è maledetta!! Ha colto prima me perché sono più... sensibile... ma coglierà tutti voi! Uno dopo l’altro moriremo tutti... come la spedizione prima di noi... non posso andare oltre questo punto e non credo esista nulla di umano o soprannaturale che possa spingermi dentro quella grotta... io-non-servo-più-a-nulla... attenderò qui il mio destino o il vostro ritorno...". Dopo queste parole si spegne in una espressione vuota, lo sguardo verso un punto indefinito oltre la sua interlocutrice.

Le parole di Yelena aiutano il povero Bastiano a trovare un po’ di conforto: "Tutti hanno difetti e abbiamo scoperto nel modo peggiore quello di Bastiano, che comunque ha dimostrato di essere un combattente formidabile. Il compito di ognuno di noi è usare i nostri punti di forza per aiutare laddove gli altri incontrano difficoltà. Nessuno sarà lasciato indietro."

Bastiano resterà al campo insieme a Silvy e Romilda. Il resto si inoltrerà nella grotta con l'idea di tornare entro la sera. Se non dovessero tornare significa che è accaduto loro qualcosa e sarebbe quindi necessario l'aiuto di quanti rimasti al campo. Bastiano non è felice all'idea, ma Alona gli dà una tisana calmante eventualmente da bere prima di entrare nelle strette oscurità della grotta. In caso di emergenze il falco Nimrod sarà inviato per chiedere aiuto.

Giungla di Tiwia, grotte, mattino del 9° nehener pieno (17 agosto)

Si decide di usare l'incisione all'ingresso come mappa. Il gruppo procede senza intoppi anche se Yelena richiede frequenti fermate per analizzare gli ambienti. Alona segna il passaggio con un carboncino. Dopo l'ottavo ed ultimo bivio il tunnel si allarga in una grotta naturale. Un rialzo composto da un'enorme roccia lavorata mantiene in pianura la via (che altrimenti declinerebbe verso il basso) per alcuni metri, ed alla sua estremità è saldamente ancorato un ponte di corda e legno che si estende nell'oscurità. Al di sotto di esso la grotta si abbassa gradualmente fino ad un'altezza di circa 6-7 metri. Sul fondo si intravedono alcuni detriti: probabilmente rocce ma da questa distanza è impossibile dirlo con precisione anche usando la potente torcia elettrica di Yelena.

Il ponte di legno è largo circa un metro e privo di corrimano. Non ha segni di marciscenze ma è decisamente molto vecchio. Wotan si offre di attraversarlo legandosi ad una corda, ma dopo un breve scambio di idee si decide di scendere nel fondo della grotta per non correre il rischio di cadere.

Giungla di Tiwia, campo, mattino del 9° nehener pieno (17 agosto)

Non essendoci molto altro da fare, Bastiano aiuta Silvy a cercare tracce di altri animali (oltre ai cinquemani), ma si trova poco altro. Durante queste ricerche percepiscono qualcosa che si muove tra i cespugli. Bastiano aggira la creatura per prenderla alle spalle. Giunto a circa cinque metri sente dei ronzii intermittenti, come emessi da un grosso insetto, quindi una creatura alta circa un metro esce dal fogliame e si gira verso Bastiano, piegando la testa di lato per studiarlo. Il corpo è tozzo e carnoso, anche se l'aspetto è quello di un enorme insetto a sei zampe. Strofina fra loro i suoi arti frontali in modo spasmodico. La cosa fa un passo propendendo un appendice verso Bastiano, e poi lancia qualcosa ai suoi piedi. Sembrerebbe la coscia di qualche piccolo animale, apparentemente essiccata. Bastiano a sua volta lancia un pezzo di cibo verso la bestia che sembra gradirlo molto. Poi segue l’esploratore dagli altri due compagni. Dopo un attimo di panico da parte di Romilda per l'aspetto ributtante della creatura, avviene altro scambio di cibo, che la creatura mette in una sorta di sacca addominale - non è chiaro se sia naturale o se indossi un qualche tipo di borsa. La bestia sembra intelligente e tenta di comunicare. Sembra che voglia essere seguita. Una trappola? Non sembra ostile... per ora.

Giungla di Tiwia, grotte, tarda mattinata del 9° nehener pieno (17 agosto)

Mentre Yelena attende sul rialzo, gli altri discendono verso il basso nella grotta. Dopo una decina di metri si accorgono che alcuni dei detriti visti poco prima sono in verità piccoli animali riversi sul fianco o sulla schiena, le carcasse ancora integre. In quel momento Rodrigo si accorge di uno strano formicolio alla punta delle dita e subito realizza di trovarsi in una sacca di gas tossico. Allerta gli altri e tutti tornano di corsa presso il rialzo, appena in tempo prima di crollare a terra a causa degli improvvisi malori.

Mentre gli altri discutono su come attraversare il ponte, Wotan trattenendo il respiro torna sul fondo per raccogliere i corpi di un paio di roditori, è allora che si accorge che sono mummificati.

Legando tra loro le tre corde a disposizione (per un totale di circa 40 metri), si tenta la traversata. Wotan si offre come volontario, e Rodrigo gli mette in mano un capo della corda prima che potesse completare la frase.

Il ponte scricchiola sinistramente e si piega sotto il peso del westan, ma regge senza torcersi troppo e dopo qualche minuto arriva a circa 10 metri dall’altro lato del ponte quando la corda finisce... Così il resto della traversata avviene senza "sistema di sicurezza". Tutto sembra procedere per il meglio ma quando è il turno di Rodrigo, ultimo ad attraversare, una delle due funi di sostegno si spezza ed il combattente fa appena in tempo ad aggrapparsi con le mani all'altra, restando appeso. Nimrod viene inviato in direzione di Rodrigo per portargli un capo della corda, ma il guerriero è troppo impegnato a trattenersi e non riesce a prenderla. Aggrappato alla fune con tutta la sua forza comincia a sentire il solito formicolio alle dita ed allarmato getta alle ortiche la sua dignità e chiama aiuto a pieni polmoni...

Giungla di Tiwia, campo, metà mattino del 9° nehener pieno (17 agosto)

Silvy riesce a capire che l’animale ha terrore dell’acqua o di quello che nasconde (i cinquemani o forse anche altro). La creatura li invita a seguirli e li conduce verso sud ovest fino ad una radura con - a giudicare dal rumore - un vicino ruscello. Un altra creatura simile ma più piccola si sta lavando gli arti anteriori nel ruscello. Questa, quando vede gli umani, fugge velocemente verso una sorta di capanna di rami e foglie con un ingresso nascosto. La creatura vorrebbe invitare all’interno Bastiano e Silvy. Il primo punta i piedi ("non ci entro in quel buco!") mentre la older, infischiandosene degli avvertimenti di Romilda, cede alla curiosità ed entra, non prima di essersi assicurata ad una corda ed averne dato un capo a Bastiano.

Dentro al nido ci sono in tutto quattro creature due delle quali di taglia inferiore. E' impossibile per Silvy stabilire quale delle due più grandi è quella che li ha condotti lì, ma una di loro rovista in un mucchio di foglie e ne estrae una specie di ovulo fatto di argilla cruda grande come un melone. Dopo averne rotta un'estremità la porge alla ragazza. Dentro c'è un liquido denso e biancastro, che dall'odore è un qualche tipo di tubero fermentato. Il sapore non è male. Silvy a sua volta offre alcune erbe trovate i giorni prima nei pressi di Torana. La creatura seleziona accuratamente alcune tra le erbe e radici e le ripone nello stesso mucchio di foglie dove ha preso l'ovulo, mentre le altre le getta via in modo piuttosto plateale. Silvy è intenzionata a scoprire da quale pianta e soprattutto con quale procedimento viene prodotto il liquido biancastro con l'idea di arricchirsi vendendolo. Tenta quindi di comunicare con le creature, purtroppo con scarso successo. Salutate le creature i tre tornano al campo ripercorrendo i propri passi. Sicuri di avere fatto un’altra scoperta sensazionale, si ripropongono di portare in quel luogo Wotan per approfondire la conoscenza con la specie senziente.

Giungla di Tiwia, grotte, tarda mattinata del 9° nehener pieno (17 agosto)

Rodrigo a forza di braccia comincia a spostarsi lungo la corda, sforzandosi al contempo di resistere alle esalazioni. Il resto del gruppo è a circa 30 metri e lo stanno incitando a fare del suo meglio, impotenti di fronte a quello spettacolo. A causa dello sforzo aspira ampie boccate di veleno, ed oltre alle forze inizia a mancargli anche la vista. Giunto a metà strada è sul punto di abbandonare quando sente il consiglio di Yelena "Lasciati andare dalla fune e prosegui a piedi! Lì sei a solo tre metri di altezza, poi potrai correre fin qui!" Tutto va secondo i piani e nell'ultimo tratto è aiutato da Wotan. Quando arriva stramazza al suolo. "E' in aritmia", spiega Yelena, "fatemi un po' di spazio...", e così dicendo lo rianima con una scarica elettrica scaturitale dalle mani. Diomira lo cura ulteriormente utilizzando il suo pratico kit di primo soccorso.

Il corridoio prosegue per tre metri e si apre in una stanza quadrata che non sembra avere altre uscite. Nel centro si trova una specie di stalagmite. All'ingresso c’è una corda di fattura insolita che Diomira riconosce molto bene: si tratta di una barriera sacra. Probabilmente è un vincolo che contiene un naga, ed anche molto potente... La barriera potrebbe essere stata messa lì per non far passare i naga, o forse al tentativo di passaggio potrebbe innescarsi qualcosa. Sulla parete nord sembra esserci un graffito, ma da dov'è il gruppo non è possibile capirne i dettagli. Il falco-naga, telepaticamente in comunicazione con Diomira, non sente di essere respinto dalla barriera, ma vorrebbe non doverla oltrepassare. Ad un comando della sacerdotessa, Nimrod si "scompone" in spirali di denso fumo bianco e viene riassorbito dal bastone della custode. Bruciando il vincolo con il naga all’interno lo si distruggerebbe, ma è più probabile che riesca a liberarsi. Sarebbe stato utile avere tutta la potenza del gruppo nella sua interezza...

Fine decima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione di Ohmnibus
Immagine by autore sconosciuto