lunedì 27 novembre 2023

Il risveglio del gigante

DAREV JUNGBAU by Ricardo Padierne Silvera for SIXMOREVODKA STUDIO

Giungla di Tiwia, 3° ahoer calante (6 ottobre)

Lungo il sentiero per Torana vengono trovate ed evitate altre trappole senza troppi problemi, finché Bastiano e Rodrigo si accorgono che più avanti è in corso una schermaglia, probabilmente tra cavalcalupi ed umani. I primi guizzano ai margini del bosco scagliando piccole frecce avvelenate a quello che sembra un accampamento. I difensori impugnano armi di fortuna e stanno avendo la peggio: quando tentano di attaccare un cavalcalupo questo fugge via mentre gli altri se ne approfittano per scagliare frecce.

Dopo essersi avvicinati quanto basta Diomira apre un portale direttamente alle spalle del capo degli assalitori. Wotan sparisce nella giungla mentre Rodrigo e Bastiano si apprestano ad attraversare il portale. Il capotribù si accorge del portale e fa per muoversi verso Diomira, ma Aileen con uno sguardo ed una frase instilla un pensiero terribile nella sua mente facendolo urlare di dolore. Rodrigo se ne approfitta per ferirlo in modo doloroso. In quel momento la cavalcatura si frappone il cavalcalupi, ed azzanna le caviglie del Ferretti. La creatura sbarra la strada anche a Bastiano, che però impugna la spada a due mani e con tutta la furia uccide prima lui e poi il suo padrone.

Diomira tenta di disarcionare un altro assalitore, ma riesce solo ad attirare l’attenzione su di sé. Rodrigo lo carica, costringendolo a focalizzarsi su di lui. Wotan usa i suoi semi infuocati per attaccare quattro cavalcalupi: sottili strisce di fuoco tracciano archi nel cielo e concludono la parabola addosso agli avversari che avvampano. Fuggono, ma le fiamme li divorano in pochi secondi. L'attacco si interrompe, e solo uno degli assalitori riesce a mettersi in fuga.

Bastiano immediatamente fruga i caduti per recuperare armi e frecce da passare ai coloni per difendersi. Nell'accampamento ci sono alcuni volti noti, tra cui Arkkon. E' stato ferito durante lo scontro e mentre viene curato racconta cosa è accaduto a Torana: una notte di due settimane prima il faraglione si è risvegliato ed ha attraversato Torana distruggendo tutto quello che ha incontrato. Dal presidio della Corporazione è stato attivato un macchinario che lo ha bloccato. La città è stata dichiarata insicura e la popolazione si è stabilita nella giungla dove lotta giorno per giorno per trovare di che sostentarsi. Qualcuno è rimasto in paese, mentre alcuni personaggi di rilievo si sono stanziati nella serra appena fuori Torana. I cavalcalupi hanno approfittato della situazione per attaccare gli accampamenti. Di Nico e la sua banda non sa nulla: Bastiano non vede tatuaggi dell’ancora che ha visto sugli sgherri che ha affrontato.

Forse a causa della figura volante che accompagna il gruppo, Diomira si accorge di sguardi ostili nei suoi confronti e ritiene che un sermone possa migliorare la situazione. Tuttavia un pescatore, tal Marcello Schiatta, si dimostra ostile e la accusa di aver portato sventura a Torana. Secondo la filosofia di Diomira “le fiammelle vanno spente subito per evitare che appicchino un incendio”, e intimorisce il pescatore facendo sfoggio di tutta la sua aura minacciosa.

Wotan si accorge che le risorse della zona sono quasi esaurite, e dà a Arkkon alcuni consigli di sopravvivenza. Diomira e Bastiano lasciano alcune delle loro razioni di cibo al campo.

Interrogata in merito, Yelena conferma che l’ing. Frontrogru aveva notato delle fluttuazioni di energia nel faraglione, poco prima della partenza del gruppo, e potrebbe aver preparato qualcosa per fronteggiare la minaccia.

Torana, sera 3° ahoer calante (6 ottobre)

Dopo aver superato un altro accampamento, più grosso del precedente ma nella stessa situazione, il gruppo arriva a Torana. Oltre al ciglio del dirupo, al centro della baia dove sorge Torana, nel buio si scorge un'enorme sagoma. Dal presidio della Corporazione irradia un debole fascio di luce violacea che arriva alla testa del gigante. In lontananza si sente uno strano ronzio.

La serra è ben più illuminata di come l'avevano vista l'ultima volta, ed il piazzale antistante è presidiato di guardie. Il primo soldato Tiralonga accoglie il gruppo e subito sono raggiunti da Lord Pendelton ed il professor Velkan della Corporazione. La discussione continua all’interno, dove però ci sono segni di tensione tra Diomira ed i due uomini. Sono accolti un una saletta interna dove li attendono anche la Baronessa Ellaria, la dottoressa Dimitrescu, la lettrice Qualhata ed il segretario Benson. Il capitano Shurmak è di ronda per carenza di personale.

Il prof. Velkan spiega che il gigante è stato immobilizzato grazie ad un dispositivo che ne assorbe l’energia, tuttavia non è possibile dissiparla abbastanza velocemente ed il rischio che si sovraccarichi aumenta ogni giorno. Non è certo che riesca a reggere prima dell'arrivo della Ithaqua, ma in ogni caso l'imbarcazione non sarà in grado di mettere in salvo tutti. Il sovraccarico del dispositivo potrebbe portare ad una potente deflagrazione in grado di distruggere gran parte della città. L'unica consolazione è che un'esplosione del genere probabilmente distruggerà anche il gigante - ma anche di questo non c'è garanzia. La teoria di Velkan è che, prima di essere immobilizzato, il gigante si stesse dirigendo verso la zona più popolosa di Torana. Occorre parlare con Frontrogru - che è al presidio - per capire se il raggio potrebbe avere effetti deleteri sulle persone o sull’arma inviataci dagli dei - così viene chiamata la donna fluttuante.

Fine sessantottesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus

lunedì 20 novembre 2023

L’ultima notte prima del destino

Ancient Goddess by Jakub Kuzma

Giungla di Tiwia, mattino del 3° sener calante (4 ottobre)

La torcia guida il gruppo in modo da aggirare ogni ostacolo, ed il viaggio procede molto rapidamente, tanto da raggiungere già nel primo giorno la sponda del lago più vicina a Torana.

La torcia non sembra più sotto il controllo di Diomira: passate oltre 24 ore la sua luminosità non si attenua come avrebbe dovuto.

Giungla di Tiwia, pomeriggio del 3° nehener calante (5 ottobre)

Mentre Bastiano sfrutta tutte le pause per istruire Wotan nell’uso della lancia, Rodrigo è di cattivo umore a causa di piccole sfortune come il cucchiaio che scivola nella zuppa, il bicchiere che si rovescia quando posato, ecc.

Le piccole sfortune aumentano di intensità, ed inizia ad essere chiaro che non si tratta di un caso. Giunti nei pressi della Grotta del Naga (ormai crollata) Diomira riesce a percepire una presenza estranea nell’accampamento. Dopo alcuni rituali la Prima Messaggera stabilisce che le cause della sfortuna sono da attribuire da un naga che in qualche modo è legato alla maschera. Dice trattarsi di un naga selvaggio, ed essendo incontrollato è troppo pericoloso per essere lasciato libero di fare danni. Secondo Bastiano distruggere lo spirito rappresenterebbe un eccesso di legittima difesa, ma nonostante le sue rimostranze il naga viene esorcizzato prima che possa arrecare danni seri a Rodrigo o al gruppo. Mentre scompare in un urlo di angoscia per un attimo se ne scorge la sagoma, ed in base al vestiario si suppone essere un antico abitante del luogo.

Forse l’uso della maschera ha come effetto collaterale l'attirare ogni spirito malevolo nelle vicinanze. Usarla nuovamente non sarà un'azione da prendere alla leggera.

Wotan, che parla per (e con) la terra, capisce che dopo il loro ultimo passaggio due gruppi di umanoidi sono stati in quel luogo. Bastiano verifica le sue affermazioni e riesce a trovare tracce non fresche del passaggio di cavalcalupi.

Diomira usa uno dei suoi poteri naga per osservare un luogo lontano e si concentra sulla La Solitaria, la locanda di Torana, per avere notizie dal paese. La locanda è vuota e sembra abbandonata. Da fuori l'unico suono che arriva è un misterioso ronzio.

In molti ritengono quella l'ultima notte prima del sempre più probabile scontro con Ungaraf, e si addormentano a fatica.

Giungla di Tiwia, 3° ahoer calante (6 ottobre)

L’indomani mattina Diomira tenta di osservare nuovamente Torana, stavolta dal porto. Qualcosa va storto e quella che appare una scena del tutto normale si rivela essere una sua memoria e non l'effettiva osservazione degli eventi.

Ci si affretta dunque in direzione del paese. Lungo il tragitto Wotan e Silvy si imbattono in un cadavere umano colpito dalle frecce nere del cavalcalupi. In un momento di distrazione Silvy fa scattare una trappola e cade in una stretta buca. Non è molto profonda ma è irta di spuntoni e sul fondo qualcosa della consistenza del fango le intrappola i piedi. Viene estratta a fatica e curata dall'infezione causata dalla "melma". Non solo nessuno riesce a riconoscere l’uomo, ma Carenna resta ferita nel tentativo graffiandosi con una punta di freccia avvelenata.

Dopo aver prestato i primi soccorsi ed essendo ormai a soli 20 km dalla città, Diomira manda in volo Nimrod per accertarsi delle condizioni di Torana. Non c’è fumo, quindi nessun incendio ma anche nessuna attività umana. Inoltre sembra che il faraglione non ci sia più... Ungaraf deve essersi già svegliato.

Fine sessantasettesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Jakub Kuzma

lunedì 13 novembre 2023

Dove tira il vento

Bartula by Bobby Rebholz

Tempio del guado, mattino del 3° sener calante (4 ottobre)

L'enorme cavalcatura non arresta la sua carica, e nel raggiungere Wotan travolge anche Diomira. Entrambi sono sbalzati lontano dall’urto.

Grimock estrae da sotto l’armatura un ossicino con venature dorate, e quando lo spezza tra le dita le sue ferite iniziano a rimarginare. Nel frattempo pronuncia parole arcane che Aileen riesce ad interpretare come l'invocazione di qualcosa chiamato Bartula. Al centro di un vicino acquitrino viene partorita dalla terra un'enorme, orribile creatura di tre metri dalle zampe filiformi.

Rodrigo sfrutta il vantaggio dell'invisibilità per colpire profondamente Grimock, che tossisce sangue. Wotan si rialza e si prepara a difendersi imbracciando il suo scudo di quercia. Bastiano approfitta della distrazione di Grimock, causata dal dolore, per assestargli il colpo fatale... il gigante sta quasi per crollare addosso al combattente, ma fortunatamente si schianta a terra dall'altra parte. I nastri d'ombra evocati da Aileen non sono abbastanza per trattenere Bartula, che compie un balzo altissimo per piombare su Wotan tentando di colpirlo con i tentacoli. La cavalcatura, impazzita di rabbia per la morte del suo cavaliere, cerca di calpestare Rodrigo e Bastiano. Rodrigo per sottrarsi agli zoccoli tenta di saltare in groppa all’animale, ma viene sbalzato di lato. Bastiano affonda la lama e ancora una volta uccide l'avversario, per poi accorciare le distanze con Bartula. 

Diomira adopera un'esplosione concussiva per ferire l’insettoide e spingerlo indietro di tre metri. Aileen riesce ad incantare Bartula, che resta immobile il tempo necessario agli altri di avvicinarsi. Il cielo si oscura, e qualche fenomeno meteorologico sembra si stia avvicinando rapidamente da ovest. Bastiano non ci bada troppo ed infligge il colpo decisivo alla creatura.

Sul campo di battaglia torna la calma. Nei dieci minuti seguenti Aileen perquisisce il corpo di Grimock e rinviene un altro ossicino venato d'oro. Bastiano raccoglie invece l'arma: troppo scomoda per essere usata, probabilmente può essere venduta a buon prezzo.

Wotan analizza la creatura, che sembra uno dei lupi dei cavalcalupi ingrandito e mutato. Sospetta che uno dei componenti che ha contribuito a questa mutazione sia una delle erbe che hanno fatto crescere a dismisura il maiale a Torana. Silvy concorda, e per precauzione decide di sventrare la bestia per prelevare quello che ha nello stomaco.

Ma ai margini della radura, nel più completo silenzio, da altrettanti acquitrini sorgono altre tre Bartula.

Nel momento in cui il gruppo si accorge delle creature un boom sonico assorda tutti: ciò che l'ha causato sta fluttuando a una decina di metri sopra il centro della radura. E' una figura femminile che subito ricorda quella dei graffiti. E' silenziosa ed impassibile a quanto sta per accadere più in basso.

Aileen non perde tempo e usa nuovamente i suoi nastri di vuoto per intrecciare una delle tre creature, ma le altre due piombano addosso alla whirn e a Rodrigo, agitando i propri tentacoli.

Diomira attacca la creatura piombata su Aileen, ma la ragazza si lancia in difesa della Bartula subendo i danni a posto suo. Con orrore la whirn si rende conto che, pur mantenendo la propria coscienza, il tocco dei tentacoli l'ha resa una marionetta senza il controllo del suo corpo.

Bastiano per evitare di colpire Aileen scatta verso l'unica creatura disimpegnata, quella intrecciata dai nastri di vuoto. Giunto a contatto la colpisce ferocemente spezzando una delle sue lunghe zampe.

Rodrigo impone la sua volontà di ferro su quella della Bartula, e in risposta al tentativo di controllo afferra rabbiosamente uno dei tentacoli e lo strappa con brutalità.

Wotan lancia uno dei suoi semi incandescenti e colpisce la Bartula che ghermiva Aileen, liberandola dal suo controllo.

La figura femminile, mantenendo il suo atteggiamento impassibile, spalanca la bocca ed emette un grido di potenza inaudita, tale da far incendiare l'aria. Le tre Bartula sono centrate dalla potenza del grido e vengono vaporizzate. La compagnia invece, a parte un fastidioso acufene che li accompagnerà per giorni, è illesa.

La figura scende fino ad un metro dal suolo. Non risponde a nessuna delle domande, ed anzi sembra notare solo l'esistenza delle armi degli eroi - in particolare la torcia.

Potrebbe essere stata mandata dal cielo a cavallo della stella cadente per seguire gli eroi e distruggere Ungaraf. All’accensione della torcia la sera prima è stata richiamata dal punto di impatto della stella fino al teatro dello scontro. La fiamma brucia in direzione di Torana a dispetto delle correnti, il che fa supporre di dover affrettarsi in quella direzione per lo scontro finale col distruttore.

Aileen consultando i suoi libri stabilisce che la creatura non è di questo modo. Non si tratta di un naga, una divinità o un essere umano. Diomira è a conoscenza di alcuni artefatti piovuti dal cielo - come per esempio uno scudo in possesso dei brone realizzato in un materiale sconosciuto e pressoché indistruttibile.

Il gruppo si incammina verso Torana seguito a poca distanza dalla figura volante. Probabilmente quando la torcia si spegnerà - verso sera - tornerà al punto di schianto della cometa e bisognerà calcolare bene quando richiamarla in modo da averla al proprio fianco nello scontro col potente Ungaraf. Fortunatamente uno dei poteri della torcia permette di effettuare viaggi nelle terre selvagge nel minor tempo possibile.

Fine sessantaseiesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Bobby Rebholz