lunedì 27 febbraio 2023

Come annegare in una pozzanghera

The King by Jorge Norgaard

Tempio delle scimmie, mezzogiorno del 13° enhor pieno (17 settembre)

Il portone si spalanca su una stanza ottagonale ancor più grande della precedente. Lo spazio centrale è occupato da una struttura composta da tre piattaforme concentriche alte un metro e mezzo circa ciascuna, unite da rampe di scale. Catturano lo sguardo decine, forse centinaia di scimmie appollaiate sulle piattaforme e sui due alberi di granito che si levano dalla seconda piattaforma. Svetta in cima alla struttura un'enorme statua in bronzo di almeno tre metri, con tutta probabilità raffigurante il Re Scimmia, nell'atto di levare al cielo un bastone da combattimento. Ai suoi piedi qualcosa emette un lieve bagliore azzurro.

Bastiano nota una somiglianza tra questa stanza e l'incisione nella stanza precedente, quella con il Re Scimmia in cima ad una ziggurat che sorge nel bosco attorniata da scimmie guardiano che guardano a sud-ovest.

Le pareti della stanza sono fittamente decorate da incisioni raffiguranti ambienti silvestri. Nella piattaforma più bassa ci sono un gran numero di scimmie di taglia medio-piccola, mentre nella seconda spiccano due grossi babbuini. Nella più alta, ai piedi della statua, un enorme gorilla.

Nel momento in cui il gruppo fa capolino, tutti i primati interrompono le loro attività e si concentrano sui nuovi arrivati, con un misto tra curiosità ed ostilità.

Bastiano e Giannunzio, sospettano possa esserci qualcosa a "sud-ovest", ossia in basso a sinistra nella stanza, ma non trovano nulla fuori dall'ordinario. Qualcuno propone di distrarre i primati con canti e balli, ma siccome nessuno è dotato di queste capacità l'idea viene rapidamente accantonata, prima ancora che Carenna abbia il tempo di offrirsi volontaria.

Giannunzio prova a lanciare una delle noci d'argento che viene immediatamente presa al volo da uno degli esemplari più piccoli che poi sgattaiola via sottraendosi alla vista.

Wotan individua nel gorilla il capobranco, decide quindi di donargli delle noci e, seguito a breve distanza da Giannunzio, supera la prima rampa di scale e si avvicina alla seconda. Le scimmie non sembrano apprezzare l'invasione e si fanno molto rumorose, arrivando a lanciare "sporcizia" sui due.

Nel frattempo Bastiano esamina le incisioni sul muro a sinistra: sembra sia narrata una storia ma è molto complicato seguirla perché non si capisce quali siano gli interpreti né il passaggio tra una scena e l'altra, essendo tutto rappresentato come un'unica immagine. Spiccano delle figure differenti dalle altre: una specie di creature canidi che al posto della bocca hanno una specie di becco al contrario. Vicino a queste creature ci sono scimmie che scappano, alcune con le mani alle orecchie o alla testa: probabilmente quel "becco" potrebbe essere qualcosa di simile ad un corno come quello usato dai cavalcalupi.

Wotan si avvicina alla piattaforma intermedia ed i babbuini si fanno minacciosi: è come se qualcosa li trattenesse dal superare i bordi della piattaforma, altrimenti l'avrebbero sicuramente attaccato. Noncurante di questo fatto il westan sale sulla piattaforma intermedia. E i babbuini tengono fede alle aspettative scagliandoglisi addosso. Wotan però si aspettava questa mossa e li supera prima che la loro forza bruta si abbatta su di lui. Una piattaforma più in basso anche Giannunzio viene improvvistamente aggredito da un grande numero di primati di taglia medio/piccola, ma riesce ad evitare gli attacchi più pericolosi.

Bastiano si convince che le scimmie siano suscettibili ai suoni intensi e grida a Silvy di usare il corno sottratto ai banditi. La ragazza esegue, ma l'esecuzione è fiacca e l'unico che ci rimette è Bastiano, al quale fischieranno le orecchie per una buona mezz'ora.

Giannunzio intanto inizia ad avere le prime difficoltà, e si accorge che una delle scimmie gli ha sottratto uno dei crypto.

Wotan scatta in avanti incurante dei babbuini e pone ai piedi del gorilla un'ampia manciata di noci, comunicandogli che loro vengono in amicizia. In quell'istante ha la certezza che non si tratti di un comune primato. Il gorilla infatti prende una manciata di noci, le mastica e si tramuta improvvisamente in pietra.

Nuovamente minacciato dai babbuini, afferra delle noci e dimostrando un'agilità incredibile le infila loro in bocca. Anche i babbuini si tramutano in pietra.

Nel frattempo Rodrigo, che non ha perso di vista l'obbiettivo della missione, utilizza un rituale naga per attirare a sé l'oggetto luminoso, che si rivela essere un cubo in cui è incastonata una pietra azzurra luminescente - la chiave cubica. Urla agli altri di fuggire, giacché hanno quello che stavano cercando, ma l'avidità degli altri ha la meglio.

Diomira ha capito subito che il bastone del Re Scimmia non fa parte della statua, ed intende prenderlo. Attende il momento adatto per spiccare uno dei suoi salti sovrannaturali, ed atterra sulle spalle della statua.

Intanto Bastiano sta falciando una scimmia dopo l'altra, ma si accorge di due cose: la prima è che i corpi dei primati si dissolvono velocemente come fossero fatti di fumo, la seconda è che dall'alto piovono tante scimmie quante lui ne abbatte.

Giannunzio, capito il punto debole dei primati, dopo essere avvampato inizia a lanciare le noci d'argento. Fortunatamente questo ha l'effetto desiderato: le scimmie perdono rapidamente interesse per il nordan e si lanciano sulle noci, per poi restare pietrificate una volta che le addentano.

Diomira da' nuovamente sfoggio della sua forza e riesce ad estrarre l'oggetto dalle mani della statua. In quel momento si accorge che l'incisione sulla parete alle spalle della statua è stilisticamente molto differente dalle altre. Incuriosita si prende qualche secondo per memorizzarlo, ma numerose scimmie stanno tentando l'ascesa della statua per raggiungerla, e per prendere tempo getta loro tutte le noci d'argento che ha in tasca.

Bastiano si rende conto di essere inutile perché ogni scimmia che abbatte torna letteralmente piovendo dall'alto. Urla ai compagni di fuggire via, ma quando alza gli occhi si accorge che la maggior parte dei primati è ormai pietrificata ed i pochi sopravvissuti sono alla ricerca delle pietrificanti noci d'argento.

Stanza del Re Scimmia, primo pomeriggio del 13° enhor pieno (17 settembre)

Tornata la calma Silvy passa in rassegna le statue, e nelle mani di una trova quattro frecce. Ne riconosce la fattura: gli anziani del suo villaggio le chiamavano "Saette di Leenia", note per non mancare mai il bersaglio, a patto che questo non sia una creatura vivente.

L'incisione alle spalle della statua viene osservata con attenzione e copiata. Ai bordi dell'immagine sono raffigurate le tre chiavi, mentre al centro si nota una creatura del cielo uscire da un meteorite precipitato. Tre uomini si prostrano a lei.

I due alberi sulla seconda piattaforma sembrano essere scolpiti nel granito, ma le fronde dimostrano una flessibilità non propria di quel materiale. Con molto sforzo ne vengono prelevati due rametti: Wotan intende farne una talea, Bastiano invece lo consegna a Yelena in modo che la corporazione possa fare delle ricerche sullo strano materiale.

Diomira approfitta del momento di calma per evocare un naga-sensore per controllare l'esterno. La situazione non è piacevole: i cavalcalupi sono arrivati, ed in gran numero. Ne stima una cinquantina, e tra questi uno sciamano femmina dal copricapo cornuto - probabilmente la stessa affrontata da Bastiano - e due creature massicce che sembrano incroci tra cavalcalupi e gorilla. Sembra che siano al lavoro per utilizzare dei tronchi d'albero per riparare il ponte.

L'agitazione inizia a serpeggiare nel gruppo e si valutano strategie di fuga. Il tempio non sembra presentare uscite nascoste. Bastiano propone di uscire in fretta e fuggire arrampicandosi sulla montagna, ma sarebbero esposti alle frecce dei cavalcalupi. Diomira pensa di poter intimorire, o quantomeno distrarre, i cavalcalupi con illusioni. Si ipotizza anche la via diplomatica tramite l'offerta di doni e la restituzione della pietra azzurra, ma anche a causa delle barriere linguistiche sembra impossibile da percorrere.

Bastiano a quel punto è sopraffatto dal senso di claustrofobia e corre verso l'esterno, inseguito dagli altri. Giunto alla porta semichiusa tra la stanza delle (furono) acque curative e quella del pozzo, si infila in tutta fretta nella fessura a faccia in giù, rischiando seriamente di annegare in pochi centimetri d'acqua. Superata l'empasse riprende la sua fuga dagli altri che tentano di afferrarlo, ma ormai è lanciato verso l’esterno...

Fine quarantanovesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Jorge Norgaard

domenica 19 febbraio 2023

XXVII

Ventisettesimo anniversario della nascita di LoK

Non mi sono dimenticato (ci mancherebbe!), ma tra impegni e stanchezza non sono riuscito a scrivere prima il consueto post celebrativo.

Sono molto felice della scelta della Monte Cook Games di rilasciare la Cypher System Open License, una nuova licenza d'uso del gioco che permette non solo di referenziare le regole, ma di includere tutto il Cypher System Reference Document, ossia buona parte del manuale.

Quindi, in parole povere, è possibile pubblicare un gioco basato sul Cypher System autonomo, che non richiede cioé l'acquisto del Cypher System Rulebook.

Il rovescio della medaglia è che queste licenze hanno valenza solo per il materiale in lingua inglese, e quindi non mi è possibile sfruttare la licenza per LoK.

La torta (qui la ricetta) è quindi di consolazione.

lunedì 6 febbraio 2023

I profanatori delle acque sacre

Rocky the Roly Poly - WIP Color & Rig by Neal Biggs

Tempio delle scimmie, mattino del 13° enhor pieno (17 settembre)

Il suggerimento di Silvy, ossia che sia necessario innalzare il livello dell'acqua nel pozzo, viene valutato dal gruppo. Bastiano pensa che i ganci nella parete interna potrebbero essere usati per impedire alle pietre di raggiungere il fondo ed azionare la trappola sul fondo, "magari con una rete", aggiunge Rodrigo. Ma trasportare le grosse pietre potrebbe essere pericoloso, oltre che faticoso, e non si dispone di una rete.

Intanto viene ispezionata la stanza successiva. Si tratta di un largo corridoio con una scanalatura al centro in leggera pendenza con dei fori ai lati, presumibilmente collegati a quelli del pozzo. Il canaletto arriva ad un portone di pietra massiccia decorata con un bassorilievo. La lastra di pietra sembra aderire perfettamente su tutti e quattro i lati, e non lascia intravedere nessun meccanismo di apertura. Ci si chiede come possa l’acqua causarne l’apertura, se non per magia. Dalla parete nord si accede ad una stanza dove ci sono numerose palle di pietra assicurate ad una catena che termina con un anello più grosso. Giannunzio propone di appenderle ai ganci del pozzo al posto delle più scomode pietre giganti, ma invece di occuparsi della questione torna ad esaminare le rocce sferiche più grandi. Con le sue fiamme scalda la resina che le ricopre fino a liquefarla, per poi prelevarne dei campioni per la Corporazione. Ma non appena si gira la roccia si sgretola e si "srotola" in un enorme onisco, secondo Wotan appena risvegliato dal letargo.

Nel frattempo Rodrigo, spazientito, comincia a spostare le palle incatenate, ma anche queste sono cosparse di resina e ne resta attaccato. Liberarsi gli costerà dolorose abrasioni. Giannunzio, che è come il prezzemolo, si disinteressa presto all'onisco ed aiuta Rodrigo a trasportare le sfere incatenate, ma cade maldestramente e si procura una dolorosa contusione al ginocchio. Nulla che non si possa sistemare con una decina di minuti di riposo. Sarà Diomira, che oramai ha dato più volte prova della sua forza straordinaria, a trascinare tutte le sfere ed appenderle ai ganci. Il livello dell’acqua sale  fino a raggiungere i troppo pieni. Si sente scorrere l'acqua sotto il pavimento, e dopo pochi secondi si riversa nel canale del corridoio vicino, fino a lambire il portone di pietra. Questo si alza di una dozzina di centimetri, per poi bloccarsi. Rodrigo e gli altri, con grande sforzo, riescono a sollevarla di un'altra manciata di centimetri, quanto basta per permettere a tutti di passare, anche se strisciando. Mentre Aileen, avvantaggiata dalla sua corporatura minuta, va in avanscoperta, gli altri pongono alcune palle di pietra sotto il portone per impedire che si richiuda accidentalmente.

Sulla porta è rappresentata una scena di scimmie impettite attorno ad una scimmia più grande delle altre contraddistinta da una corona. Tutte guardano nella stessa direzione, qualcosa fuori dalla scena verso sinistra. Alcune scimmie hanno armatura, altre una lancia. Nella parte bassa della scena alcune ballano festose distraendo le scimmie soldato vicino a loro. Aileen osserva che in tutti i disegni visti fino a quel momento la scimmia incoronata guardava verso sinistra.

Al momento di attraversare il passaggio angusto, temendo a giusta ragione un rifiuto di Bastiano, Rodrigo ingaggia con lui un lungo combattimento e infine con una presa riesce a fargli perdere i sensi. Quindi viene spinto sotto la porta... ma si incastra malamente, e Rodrigo non riesce a farlo passare. Ancora una volta Diomira, già passata dall'altra parte, risolverà la situazione.

Nel frattempo Wotan nutre e parla con la creatura - che chiama Katiusha - e usa i suoi poteri per capire qualcosa su di lei. Si trova li da molti decenni, forse secoli e deve essere stata trasportata in quel luogo già dopo essere entrata in letargo. Sembra essere confusa in quanto appena svegliata, e dice che non era il momento giusto per farlo. Wotan sospetta che solo alcune delle altre rocce siano creature come Katiusha.

Il gruppo avanza e dopo un corridoio di una decina di metri giunge in una stanza quadrata di circa 70 metri, con colonne ai bordi e nel mezzo che salgono fino a perdersi nel buio. Una breve scalinata porta ad una vasca profonda circa un metro di un'acqua limpidissima dall'aspetto salubre. Due statue di enormi gorilla reggono altrettante torce magiche. Ad est un altro portone di roccia a due ante decorato con incisioni in oro di scimmie in un paesaggio boscoso.

Rodrigo immerge le mani nella vasca e si accorge che le ferite si rimarginano. Intuendo le proprietà dell'acqua prende Bastiano e quasi lo getta nella vasca. Il guerriero recupera finalmente la vista e l'uso del polso. Tranne Silvy, Wotan, Carenna e Yelena, tutti riempiono le borracce della preziosa acqua, ma non appena Diomira si allontana di alcuni passi dalla vasca tutti i contenitori scoppiano come se l'acqua al loro interno sia improvvisamente diventata bollente. Le cinque nubi di vapore invece di disperdersi si compattano ed aggrediscono i profanatori.

Le armi normali passano attraverso il vapore senza apparentemente far danno, mentre sembrano efficaci gli scongiuri di Rodrigo e Diomira, e solo in parte l’arcanospada di Bastiano.

Aileen tenta di cancellare i ricordi di una creatura, ma la sua azione non sortisce effetti. Giannunzio si infuoca e lancia una delle sue sfere di fuoco misto a elettricità, ma passa attraverso il vapore e colpisce lo sfortunato Rodrigo dall'altra parte. Diomira grida parole arcane e battendo il bastone a terra sprigiona un'onda di energia che fa vacillare tutte le creature di vapore nella sala, indebolendole e danneggiandole. Bastiano si sussegue in colpi prodigiosi che danneggiano le creature solo una frazione del danno che dovrebbero infliggere normalmente, pur tuttavia distruggendone una.

Rodrigo ne fa evaporare un altro coi suoi poteri mentre Aileen, che ha subito più attacchi, è in difficoltà. Bastiano corre in suo aiuto sferrando anche colpi che come i precedenti sarebbero stati devastanti contro un qualsiasi altro avversario, ma bastano appena per dissipare una di queste creature. Alla fine la minaccia viene eliminata. Quando l'attenzione di tutti non è più catturata dagli avversari, si accorgono che le acque limpide della vasca ora sono di un disgustoso colore verde palude.

Mentre il gruppo si riprende dal combattimento, qualcuno si ricorda che la tavoletta di argilla rinvenuta all’esterno probabilmente conteneva un avvertimento riferito alle acque di questa vasca.

Prima di aprire il portone se ne osserva meglio l'incisione: raffigura una ziggurat in mezzo ad un bosco, con il re scimmia sulla cima e intorno una quantità smisurata di scimmie di varie specie.

Viene quindi spalancato il portone e...

Fine quarantottesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Neal Biggs