Bivio per Karahim, sera del 3° Ahoer pieno (7 luglio)
La compagnia cerca di allontanarsi in fretta dai territori dei
Teurati. Alla sera arrivano ad un’importante biforcazione della via che stanno percorrendo. Un edificio abbandonato e pericolante una volta adibito a stazione di posta indica che la via doveva essere molto frequentata.
Ad ovest si prosegue verso
Karahim, una cittadina pedemontana, mentre a sud si ricongiunge alla
Grande Via Nord. Nonostante il gruppo preferisca tenersi alla larga da quest’ultima, deviare verso
Karahim li porterebbe troppo fuori strada.
Stanno valutando sul da farsi quando sentono una specie di ronzio meccanico, sempre più forte. Una nube di polvere indica l’arrivo di qualcuno. Dopo pochi secondi arrivano quattro uomini a cavallo di
centauri meccanici - veicoli che
Medòm e
Bodo hanno visto durante il loro breve soggiorno a
Llun.
Gli uomini - di certo affiliati alla
Corporazione - si fermano e si avvicinano al gruppo con il pretesto di fare quattro chiacchiere. Ma la loro insistente curiosità per le condizioni del “malato” li mette in allarme. Mentre quello che sembra il capo dei nuovi arrivati fa conversazione, uno degli altri tre estrae un congegno grande come un libro. Il congegno emette bip sommessi sempre più frequenti fino a che esplode come un petardo. Tutti si girano verso di lui, e l’uomo strofinandosi le mani si rivolge al capo: “La lettura è fuori scala, deve essere lei”. Un altro estrae un talismano, traccia dei simboli su di esso e lo lancia in aria. Il lembo di pergamena invece di essere trasportato dal vento schizza via verso sud più veloce di una freccia.
Il capo dei quattro, che si presenta come
Dott. Yorasil, spiega la vera ragione per cui si trova lì: sono venuti per recuperare la bambina. Non hanno intenzione di far del male a nessuno, ma faranno di tutto per compiere la loro missione.
Bodo e
Medòm da un lato vorrebbero disfarsi degli scocciatori, dall’altro si rendono conto che potrebbero essere degli ossi duri. Senza contare che il talismano usato probabilmente è una richiesta di rinforzi.
Bodo chiede che tutta la compagnia possa seguire
Luce.
Yorasil è molto accomodante. Dopo pochi minuti arriva un velivolo di trasporto della
Corporazione e
Yorasil invita tutti ad entrare.
Anudahabi non si fida, e memore della visione avuta qualche giorno prima di nascosto chiede a
Luce di cantare. Sulle prime la bambina non sa che fare, poi le torna in mente una canzone udita non sa quando, e la intona. Tutti - sia gli uomini della
Corporazione che la scorta di
Luce - vengono colti da un’improvviso colpo di sonno, e si addormentano.
Luogo sconosciuto, ora e giorno sconosciuti
Bodo è il primo a svegliarsi. Si trova in una stanza ben illuminata dalle pareti bianche dove sono allineati molti letti. Ad occuparli sono i suoi amici, e si affretta a svegliarli. I due monaci sono assenti.
La porta della stanza è aperta, ed oltre c’è un lungo corridoio con numerose porte. Si inoltrano nel corridoio, e dopo pochi minuti vedono un uomo - probabilmente uno studioso - dallo sguardo folle. L’uomo si dirige verso di loro, e prima che possano dire qualcosa intima loro di sparire dalla sua vista usando parole e toni molto pesanti. In quel momento interviene
Yorasil, che li accompagna lontano dall’uomo. Il
Dott. Eracleo - questo il nome del folle - nonostante le apparenze è uno dei maggiori esperti nel suo campo. Aggiunge che non è lì per salvarli dai modi irosi di
Eracleo, ma per condurli dal suo superiore, il
Prof. Joram. Lungo la strada racconta di come, stranamente, quasi tutti siano improvvisamente caduti addormentati. Fortunatamente un membro dell’equipaggio del velivolo di trasporto ha saputo resistere all’impellente bisogno di assopirsi, ed ha svegliato i suoi colleghi. Per quanto riguarda i membri del gruppo, dormivano troppo bene per essere svegliati...
Presidio della Corporazione di Faer, mattino del 3° Tehner pieno (8 luglio)
Il
Prof. Joram è un uomo avanti con l’età. A colpire però non sono le sue rughe o i suoi capelli bianchi, ma il numero di innesti meccanici sul suo volto (e probabilmente sul resto del corpo). La sua voce suona vagamente metallica mentre rassicura il gruppo sul destino della ragazza. Ora non possono andare a trovarla, ma la
Corporazione sta facendo del suo meglio per farla sentire a suo agio, ed ovviamente gli esperimenti che stanno effettuando sono del tutto innocui per lei. Le voci sul sacrificarla per farne un’arma? Esagerazioni. Alcuno uomini dello spiritualismo non hanno saputo accettare il fatto che il
Tempio abbia concesso la ragazzina alla
Corporazione per effettuare degli studi, e spargono dicerie per metterne in cattiva luce la reputazione.
Piuttosto il vero pericolo sono i brone.
Faer è l’ultima città libera, e l’avanzata del
Bronerun è ad ora inarrestabile. Quello che serve sono uomini abili e coraggiosi disposti ad appoggiare l’esercito
Llundian ed impedire agli avversari di portare morte e distruzione.
Bodo,
Medòm,
Anudahabi e gli altri si rendono conto che
Joram sta parlando di loro.