lunedì 11 dicembre 2023

Campioni, armi e dèi

Destroyer Beam Mounted Weapon by Sherif Habashi

Torana, sera del 3° ahoer calante (6 ottobre)

Prima di riposare Bastiano cerca il capitano Shurmak per comunicarle che una volta sconfitto il colosso di Tiwia si sarebbe messo a sua completa disposizione. Il capitano accoglie le intenzioni di Bastiano con freddezza, probabilmente perché sfinita dalla dura giornata di lavoro.

Diomira diffonde la parola di Tiretsu-keru nell'accampamento, ma si rende conto che in molti le riservano un atteggiamento freddo quando non addirittura ostile: anche qui sembra aver attecchito la convinzione che l'attacco del colosso sia stata conseguenza dell'arrivo del culto nell'isola.

Silvy passa la sera a costruire archi e frecce da mettere a disposizione per difendersi dai cavalcalupi. Rodrigo scruta la città alla ricerca di segni di vita, e individua dei movimenti nei pressi delle case in costruzione (o meglio quello che ne resta dopo l'attacco del colosso).

Wotan si isola per pregare gli dèi della natura. Lo fa con tale trasporto che cade in trance e percepisce la volontà dell'isola ad aiutarlo, pur essendo ferita. Questa zona del bosco è come una ferita aperta che non riesce a rimarginarsi, probabilmente a causa dello sfruttamento intenso da parte dei Toranesi.

Per la prima volta dopo molti giorni il gruppo si concede una notte di sonno senza doversi preoccupare di dover stabilire turni di guardia.

Torana, mattino del 3° tehner calante (7 ottobre)

Al risveglio ci si rende conto dell’immensità di Ungharaf: circa duecento metri di altezza, un nemico contro cui nulla possono fare gli uomini. L’unica possibilità è che la creatura volante sia in grado di neutralizzarlo.

Diomira si propone di prestare soccorso ai feriti ed ai bisognosi, ma scopre che c'è una bella ragazza dai capelli neri ad aver assunto il ruolo di cerusico e farmacista. Si risolve allora di aiutare nella preparazione del primo pasto della giornata.

Un paesano ferma il gruppo intenzionato a scendere a Torana chiedendo i loro nomi: è una procedura stabilita dal primo soldato Tiralonga per conoscere le possibili vittime nel caso in città avvengano incidenti. In quell'occasione Skidso si ricorda che la "creatura volante" secondo la cultura dei cavalcalupi viene chiamata Unghanei.

Centro di Torana, metà mattino del 3° tehner calante (7 ottobre)

Arrivati in piazza ci si rende conto della distruzione: crateri e case crollate ovunque. L’emporio, la mensa e l’oppieria sono stati completamente distrutti, l'edificio del fabbro e la chiesa solo parzialmente danneggiati. La serratura della stanza di Bastiano è stata forzata e le sue armi rubate.

Wotan corre alla fattoria per accertarsi delle condizioni del maiale ipertrofico, e quello che trova non è un bello spettacolo: il suo arrivo mette in fuga dozzine di gabbiani che stavano pasteggiando con i resti dell'enorme carcassa.

Bastiano e Rodrigo, decisi a saldare i conti con Nico, cercano segni di vita nei pressi dell'oppieria, ma falliscono nei loro intenti e dopo poco non resta loro che riunirsi al resto del gruppo.

Diomira e Aileen esaminano Ungharaf da vicino. Non sembra essere un naga, ed anzi nel corpo di pietra sembrano essere incastonati minuscoli cristalli che si illuminano debolmente di azzurro all’avvicinarsi di Diomira. Pare che a farli reagire sia la chiave che la prima sacerdotessa porta con sé, e quindi sono probabilmente dello stesso materiale della cometa. Aileen cerca indizi su come neutralizzarlo ma senza successo, tuttavia sente agitarsi dentro di sé la presenza del dio felino, probabilmente pronto a scontrarsi col gigante. La natura, il dio felino e Unghanei sembrano essersi schierati contro il distruttore ma non è ben chiaro chi siano i loro campioni.

Il gruppo accede alla Corporazione liberamente, tuttavia Weng-Xi, l'addetto alla sicurezza, appare loro vicino ricordando che Aileen non dovrebbe essere in città.

Trovano il prof. Wallenban e l'ing. Frontogru alle prese con un macchinario. L'ingegnere sottolinea con un tono preoccupato quanto poco sia opportuna la presenza di Aileen in città. Wallenban fa da mediatore e dice che ora che è qui non sarebbe educato farla allontanare, anche perché non è stata notata alcuna interferenza, ma l'ingegnere lo corregge dicendo che ci sono state eccome, e proprio dalla sera precedente quando il gruppo è arrivato a Torana. Yelena ammette di essersi dimenticata e chiede scusa per la sua mancanza di professionalità.

L'ing. Frontogru spiega che il macchinario emette un raggio in grado di assorbire l'energia del colosso, ma egli ne genera molto più del previsto, tanto che non è possibile dissiparla tutta ed entro pochi giorni il macchinario rischia di esplodere. Non è possibile spostarlo in quanto costruito in tutta fretta su una torretta fissa. Spegnere momentaneamente il raggio - magari per far dissipare parte dell'energia accumulata - si rivela essere troppo pericoloso in quanto se Ungharaf dovesse spostarsi fuori dalla portata di tiro del macchinario sarebbe impossibile immobilizzarlo nuovamente.

Diomira parla di Unghanei, che è rimasta ferma ai margini della piazza della città. I due corporativi accompagnano il gruppo per vederla da vicino ed analizzarla. Mentre Wallenban fa domande sul comportamento di Unghanei, dal presidio arriva l'acuto suono di un allarme, e dopo pochi istanti il ronzìo ed il raggio si interrompono bruscamente. Pare che i cavalcalupi che nei giorni precedenti hanno tentato inutilmente di attaccare il presidio siano riusciti in qualche modo a penetrare e fermare il macchinario.

Più in alto, tetri scricchiolii di roccia preannunciano il risveglio di Ungharaf...

Fine sessantanovesima puntata.




Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Sherif Habashi for Microsoft


lunedì 27 novembre 2023

Il risveglio del gigante

DAREV JUNGBAU by Ricardo Padierne Silvera for SIXMOREVODKA STUDIO

Giungla di Tiwia, 3° ahoer calante (6 ottobre)

Lungo il sentiero per Torana vengono trovate ed evitate altre trappole senza troppi problemi, finché Bastiano e Rodrigo si accorgono che più avanti è in corso una schermaglia, probabilmente tra cavalcalupi ed umani. I primi guizzano ai margini del bosco scagliando piccole frecce avvelenate a quello che sembra un accampamento. I difensori impugnano armi di fortuna e stanno avendo la peggio: quando tentano di attaccare un cavalcalupo questo fugge via mentre gli altri se ne approfittano per scagliare frecce.

Dopo essersi avvicinati quanto basta Diomira apre un portale direttamente alle spalle del capo degli assalitori. Wotan sparisce nella giungla mentre Rodrigo e Bastiano si apprestano ad attraversare il portale. Il capotribù si accorge del portale e fa per muoversi verso Diomira, ma Aileen con uno sguardo ed una frase instilla un pensiero terribile nella sua mente facendolo urlare di dolore. Rodrigo se ne approfitta per ferirlo in modo doloroso. In quel momento la cavalcatura si frappone il cavalcalupi, ed azzanna le caviglie del Ferretti. La creatura sbarra la strada anche a Bastiano, che però impugna la spada a due mani e con tutta la furia uccide prima lui e poi il suo padrone.

Diomira tenta di disarcionare un altro assalitore, ma riesce solo ad attirare l’attenzione su di sé. Rodrigo lo carica, costringendolo a focalizzarsi su di lui. Wotan usa i suoi semi infuocati per attaccare quattro cavalcalupi: sottili strisce di fuoco tracciano archi nel cielo e concludono la parabola addosso agli avversari che avvampano. Fuggono, ma le fiamme li divorano in pochi secondi. L'attacco si interrompe, e solo uno degli assalitori riesce a mettersi in fuga.

Bastiano immediatamente fruga i caduti per recuperare armi e frecce da passare ai coloni per difendersi. Nell'accampamento ci sono alcuni volti noti, tra cui Arkkon. E' stato ferito durante lo scontro e mentre viene curato racconta cosa è accaduto a Torana: una notte di due settimane prima il faraglione si è risvegliato ed ha attraversato Torana distruggendo tutto quello che ha incontrato. Dal presidio della Corporazione è stato attivato un macchinario che lo ha bloccato. La città è stata dichiarata insicura e la popolazione si è stabilita nella giungla dove lotta giorno per giorno per trovare di che sostentarsi. Qualcuno è rimasto in paese, mentre alcuni personaggi di rilievo si sono stanziati nella serra appena fuori Torana. I cavalcalupi hanno approfittato della situazione per attaccare gli accampamenti. Di Nico e la sua banda non sa nulla: Bastiano non vede tatuaggi dell’ancora che ha visto sugli sgherri che ha affrontato.

Forse a causa della figura volante che accompagna il gruppo, Diomira si accorge di sguardi ostili nei suoi confronti e ritiene che un sermone possa migliorare la situazione. Tuttavia un pescatore, tal Marcello Schiatta, si dimostra ostile e la accusa di aver portato sventura a Torana. Secondo la filosofia di Diomira “le fiammelle vanno spente subito per evitare che appicchino un incendio”, e intimorisce il pescatore facendo sfoggio di tutta la sua aura minacciosa.

Wotan si accorge che le risorse della zona sono quasi esaurite, e dà a Arkkon alcuni consigli di sopravvivenza. Diomira e Bastiano lasciano alcune delle loro razioni di cibo al campo.

Interrogata in merito, Yelena conferma che l’ing. Frontrogru aveva notato delle fluttuazioni di energia nel faraglione, poco prima della partenza del gruppo, e potrebbe aver preparato qualcosa per fronteggiare la minaccia.

Torana, sera 3° ahoer calante (6 ottobre)

Dopo aver superato un altro accampamento, più grosso del precedente ma nella stessa situazione, il gruppo arriva a Torana. Oltre al ciglio del dirupo, al centro della baia dove sorge Torana, nel buio si scorge un'enorme sagoma. Dal presidio della Corporazione irradia un debole fascio di luce violacea che arriva alla testa del gigante. In lontananza si sente uno strano ronzio.

La serra è ben più illuminata di come l'avevano vista l'ultima volta, ed il piazzale antistante è presidiato di guardie. Il primo soldato Tiralonga accoglie il gruppo e subito sono raggiunti da Lord Pendelton ed il professor Velkan della Corporazione. La discussione continua all’interno, dove però ci sono segni di tensione tra Diomira ed i due uomini. Sono accolti un una saletta interna dove li attendono anche la Baronessa Ellaria, la dottoressa Dimitrescu, la lettrice Qualhata ed il segretario Benson. Il capitano Shurmak è di ronda per carenza di personale.

Il prof. Velkan spiega che il gigante è stato immobilizzato grazie ad un dispositivo che ne assorbe l’energia, tuttavia non è possibile dissiparla abbastanza velocemente ed il rischio che si sovraccarichi aumenta ogni giorno. Non è certo che riesca a reggere prima dell'arrivo della Ithaqua, ma in ogni caso l'imbarcazione non sarà in grado di mettere in salvo tutti. Il sovraccarico del dispositivo potrebbe portare ad una potente deflagrazione in grado di distruggere gran parte della città. L'unica consolazione è che un'esplosione del genere probabilmente distruggerà anche il gigante - ma anche di questo non c'è garanzia. La teoria di Velkan è che, prima di essere immobilizzato, il gigante si stesse dirigendo verso la zona più popolosa di Torana. Occorre parlare con Frontrogru - che è al presidio - per capire se il raggio potrebbe avere effetti deleteri sulle persone o sull’arma inviataci dagli dei - così viene chiamata la donna fluttuante.

Fine sessantottesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus

lunedì 20 novembre 2023

L’ultima notte prima del destino

Ancient Goddess by Jakub Kuzma

Giungla di Tiwia, mattino del 3° sener calante (4 ottobre)

La torcia guida il gruppo in modo da aggirare ogni ostacolo, ed il viaggio procede molto rapidamente, tanto da raggiungere già nel primo giorno la sponda del lago più vicina a Torana.

La torcia non sembra più sotto il controllo di Diomira: passate oltre 24 ore la sua luminosità non si attenua come avrebbe dovuto.

Giungla di Tiwia, pomeriggio del 3° nehener calante (5 ottobre)

Mentre Bastiano sfrutta tutte le pause per istruire Wotan nell’uso della lancia, Rodrigo è di cattivo umore a causa di piccole sfortune come il cucchiaio che scivola nella zuppa, il bicchiere che si rovescia quando posato, ecc.

Le piccole sfortune aumentano di intensità, ed inizia ad essere chiaro che non si tratta di un caso. Giunti nei pressi della Grotta del Naga (ormai crollata) Diomira riesce a percepire una presenza estranea nell’accampamento. Dopo alcuni rituali la Prima Messaggera stabilisce che le cause della sfortuna sono da attribuire da un naga che in qualche modo è legato alla maschera. Dice trattarsi di un naga selvaggio, ed essendo incontrollato è troppo pericoloso per essere lasciato libero di fare danni. Secondo Bastiano distruggere lo spirito rappresenterebbe un eccesso di legittima difesa, ma nonostante le sue rimostranze il naga viene esorcizzato prima che possa arrecare danni seri a Rodrigo o al gruppo. Mentre scompare in un urlo di angoscia per un attimo se ne scorge la sagoma, ed in base al vestiario si suppone essere un antico abitante del luogo.

Forse l’uso della maschera ha come effetto collaterale l'attirare ogni spirito malevolo nelle vicinanze. Usarla nuovamente non sarà un'azione da prendere alla leggera.

Wotan, che parla per (e con) la terra, capisce che dopo il loro ultimo passaggio due gruppi di umanoidi sono stati in quel luogo. Bastiano verifica le sue affermazioni e riesce a trovare tracce non fresche del passaggio di cavalcalupi.

Diomira usa uno dei suoi poteri naga per osservare un luogo lontano e si concentra sulla La Solitaria, la locanda di Torana, per avere notizie dal paese. La locanda è vuota e sembra abbandonata. Da fuori l'unico suono che arriva è un misterioso ronzio.

In molti ritengono quella l'ultima notte prima del sempre più probabile scontro con Ungaraf, e si addormentano a fatica.

Giungla di Tiwia, 3° ahoer calante (6 ottobre)

L’indomani mattina Diomira tenta di osservare nuovamente Torana, stavolta dal porto. Qualcosa va storto e quella che appare una scena del tutto normale si rivela essere una sua memoria e non l'effettiva osservazione degli eventi.

Ci si affretta dunque in direzione del paese. Lungo il tragitto Wotan e Silvy si imbattono in un cadavere umano colpito dalle frecce nere del cavalcalupi. In un momento di distrazione Silvy fa scattare una trappola e cade in una stretta buca. Non è molto profonda ma è irta di spuntoni e sul fondo qualcosa della consistenza del fango le intrappola i piedi. Viene estratta a fatica e curata dall'infezione causata dalla "melma". Non solo nessuno riesce a riconoscere l’uomo, ma Carenna resta ferita nel tentativo graffiandosi con una punta di freccia avvelenata.

Dopo aver prestato i primi soccorsi ed essendo ormai a soli 20 km dalla città, Diomira manda in volo Nimrod per accertarsi delle condizioni di Torana. Non c’è fumo, quindi nessun incendio ma anche nessuna attività umana. Inoltre sembra che il faraglione non ci sia più... Ungaraf deve essersi già svegliato.

Fine sessantasettesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Jakub Kuzma

lunedì 13 novembre 2023

Dove tira il vento

Bartula by Bobby Rebholz

Tempio del guado, mattino del 3° sener calante (4 ottobre)

L'enorme cavalcatura non arresta la sua carica, e nel raggiungere Wotan travolge anche Diomira. Entrambi sono sbalzati lontano dall’urto.

Grimock estrae da sotto l’armatura un ossicino con venature dorate, e quando lo spezza tra le dita le sue ferite iniziano a rimarginare. Nel frattempo pronuncia parole arcane che Aileen riesce ad interpretare come l'invocazione di qualcosa chiamato Bartula. Al centro di un vicino acquitrino viene partorita dalla terra un'enorme, orribile creatura di tre metri dalle zampe filiformi.

Rodrigo sfrutta il vantaggio dell'invisibilità per colpire profondamente Grimock, che tossisce sangue. Wotan si rialza e si prepara a difendersi imbracciando il suo scudo di quercia. Bastiano approfitta della distrazione di Grimock, causata dal dolore, per assestargli il colpo fatale... il gigante sta quasi per crollare addosso al combattente, ma fortunatamente si schianta a terra dall'altra parte. I nastri d'ombra evocati da Aileen non sono abbastanza per trattenere Bartula, che compie un balzo altissimo per piombare su Wotan tentando di colpirlo con i tentacoli. La cavalcatura, impazzita di rabbia per la morte del suo cavaliere, cerca di calpestare Rodrigo e Bastiano. Rodrigo per sottrarsi agli zoccoli tenta di saltare in groppa all’animale, ma viene sbalzato di lato. Bastiano affonda la lama e ancora una volta uccide l'avversario, per poi accorciare le distanze con Bartula. 

Diomira adopera un'esplosione concussiva per ferire l’insettoide e spingerlo indietro di tre metri. Aileen riesce ad incantare Bartula, che resta immobile il tempo necessario agli altri di avvicinarsi. Il cielo si oscura, e qualche fenomeno meteorologico sembra si stia avvicinando rapidamente da ovest. Bastiano non ci bada troppo ed infligge il colpo decisivo alla creatura.

Sul campo di battaglia torna la calma. Nei dieci minuti seguenti Aileen perquisisce il corpo di Grimock e rinviene un altro ossicino venato d'oro. Bastiano raccoglie invece l'arma: troppo scomoda per essere usata, probabilmente può essere venduta a buon prezzo.

Wotan analizza la creatura, che sembra uno dei lupi dei cavalcalupi ingrandito e mutato. Sospetta che uno dei componenti che ha contribuito a questa mutazione sia una delle erbe che hanno fatto crescere a dismisura il maiale a Torana. Silvy concorda, e per precauzione decide di sventrare la bestia per prelevare quello che ha nello stomaco.

Ma ai margini della radura, nel più completo silenzio, da altrettanti acquitrini sorgono altre tre Bartula.

Nel momento in cui il gruppo si accorge delle creature un boom sonico assorda tutti: ciò che l'ha causato sta fluttuando a una decina di metri sopra il centro della radura. E' una figura femminile che subito ricorda quella dei graffiti. E' silenziosa ed impassibile a quanto sta per accadere più in basso.

Aileen non perde tempo e usa nuovamente i suoi nastri di vuoto per intrecciare una delle tre creature, ma le altre due piombano addosso alla whirn e a Rodrigo, agitando i propri tentacoli.

Diomira attacca la creatura piombata su Aileen, ma la ragazza si lancia in difesa della Bartula subendo i danni a posto suo. Con orrore la whirn si rende conto che, pur mantenendo la propria coscienza, il tocco dei tentacoli l'ha resa una marionetta senza il controllo del suo corpo.

Bastiano per evitare di colpire Aileen scatta verso l'unica creatura disimpegnata, quella intrecciata dai nastri di vuoto. Giunto a contatto la colpisce ferocemente spezzando una delle sue lunghe zampe.

Rodrigo impone la sua volontà di ferro su quella della Bartula, e in risposta al tentativo di controllo afferra rabbiosamente uno dei tentacoli e lo strappa con brutalità.

Wotan lancia uno dei suoi semi incandescenti e colpisce la Bartula che ghermiva Aileen, liberandola dal suo controllo.

La figura femminile, mantenendo il suo atteggiamento impassibile, spalanca la bocca ed emette un grido di potenza inaudita, tale da far incendiare l'aria. Le tre Bartula sono centrate dalla potenza del grido e vengono vaporizzate. La compagnia invece, a parte un fastidioso acufene che li accompagnerà per giorni, è illesa.

La figura scende fino ad un metro dal suolo. Non risponde a nessuna delle domande, ed anzi sembra notare solo l'esistenza delle armi degli eroi - in particolare la torcia.

Potrebbe essere stata mandata dal cielo a cavallo della stella cadente per seguire gli eroi e distruggere Ungaraf. All’accensione della torcia la sera prima è stata richiamata dal punto di impatto della stella fino al teatro dello scontro. La fiamma brucia in direzione di Torana a dispetto delle correnti, il che fa supporre di dover affrettarsi in quella direzione per lo scontro finale col distruttore.

Aileen consultando i suoi libri stabilisce che la creatura non è di questo modo. Non si tratta di un naga, una divinità o un essere umano. Diomira è a conoscenza di alcuni artefatti piovuti dal cielo - come per esempio uno scudo in possesso dei brone realizzato in un materiale sconosciuto e pressoché indistruttibile.

Il gruppo si incammina verso Torana seguito a poca distanza dalla figura volante. Probabilmente quando la torcia si spegnerà - verso sera - tornerà al punto di schianto della cometa e bisognerà calcolare bene quando richiamarla in modo da averla al proprio fianco nello scontro col potente Ungaraf. Fortunatamente uno dei poteri della torcia permette di effettuare viaggi nelle terre selvagge nel minor tempo possibile.

Fine sessantaseiesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Bobby Rebholz

lunedì 30 ottobre 2023

Prede

Grimock (Bone Crusher by Michał Przybiński)

Tempio del guado, mattino del 3° sener calante (4 ottobre)

La sera prima, su richiesta di Rodrigo, Diomira esamina la “maschera del morto”. Si tratta di un potente artefatto che permette di rivolgere ai trapassati una domanda sul luogo dove si passa la notte. Una volta ottenuta la risposta la maschera dovrebbe staccarsi dal volto. Le informazioni sono accompagnate da un monito di Diomira: “il rapporto con i morti porta un grave fardello”…

E' così che durante la notte nei suoi sogni Rodrigo incontra Azibar, spirito del luogo. Gli chiede se nel tempio ci sono ricchezze non ancora rinvenute, e viene a sapere che tale Sartudef ha una "sepoltura opulenta". Per ottenere tale tesoro occorrerebbe violare dei sepolcri. Non che sia un problema in sé, ma dover ridiscendere nel cuore del tempio fa desistere il Ferretti dai suoi intenti.

Il mattino si discute il da farsi. Si tenta di far reagire le tre chiavi con le armi seguendo una intuizione sbagliata di Bastiano. Quel che ne risulta è che le chiavi sembrano comportarsi solo come deboli rilevatori di magia.

Wotan si trasforma ancora una volta in pantera, e fondendosi con le ombre della foresta riesce ad avvicinarsi abbastanza da capire la sua posizione. Il nemico, un enorme umanoide molto muscoloso, li attende in una piccola radura artificiale, creata abbattendo alcuni alberi. Si tratta di un punto strategico  che gli permette di tener d'occhio l'unica possibile zona di passaggio del gruppo. Grimock è intento a divorare un cervo intero, e non sembra aver notato Wotan. Ha con sé una lunga e robusta lancia, il cui manico sembra una betulla sfrondata, oltre ad una specie di grossa piccozza d'osso. La sua cavalcatura è veramente enorme e piena di speroni ossei pericolosi. Dalle dimensioni sembrano un gigante che cavalca un ippopotamo.

Si valuta l'idea di proseguire il viaggio verso il punto di impatto della cometa, forse più per il fatto che Grimock si trova fra il gruppo e Torana. Tuttavia l'opzione non presenta particolari vantaggi tattici: il terreno è svantaggioso per il gruppo, e Grimock può comunque raggiungerli ed attaccarli. Si decide di trasformare il cacciatore in preda: il piano consiste nell’avvicinarsi furtivamente con formazione a mezzaluna; i più furtivi ai bordi e Bastiano al centro a fare da esca. Giunti a distanza di ingaggio, mentre Bastiano si lancia in un corpo a corpo Rodrigo tenta di sottrargli l'arma - come ha già fatto con  Lucinda - e gli altri lo accerchiano.

Giungla di Tiwia, metà mattino del 3° sener calante (4 ottobre)

Le aspettative vengono disattese quando Giannunzio e Diomira si fanno scoprire prematuramente. Grimock con una accelerazione impressionante raggiunge Diomira e la schianta a terra, ferendola gravemente. La cavalcatura spunta da sinistra caricando a testa bassa Giannunzio. Il nordan viene mancato, meno fortunati sono Rodrigo e Yelena che erano a poca distanza. Bastiano sbuca dal sottobosco e colpisce violentemente la bestia. Wotan e Silvy combattono in piena sintonia, ma è il westan che sfrutta meglio la sua posizione e, non visto, colpisce sia la bestia sia Grimock con spietata precisione: la bestia resta accecata da un occhio, il gigante subisce una grave ferita.

Rodrigo si muove alle sue spalle per assestare il colpo finale, ma...

Fine sessantacinquesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Michał Przybiński

lunedì 16 ottobre 2023

La corsa dei prescelti

Ark: Scorched Earth - Skull Torch Skin by Jose David Cifuentes Ulloa

Tempio del guado, pomeriggio del 3° tahner calante (3 ottobre)

Bastiano avvisa Giannunzio che il suo piano non ha funzionato. Fortunatamente il campione non sembra avere intenzione di attaccare il tempio, ma con buona probabilità aspetterà che il gruppo si inoltri nella giungla. Skidzo riferisce di un cambiamento all’interno del tempio, dell’acqua fuoriesce dal pozzo e sembra che una sorta di pavimento sia stato spinto fino in cima alla piattaforma. La via di uscita è stata azionata, ma i compagni sono rimasti di sotto... preoccupati della loro sorte i tre decidono di salire sulla piattaforma e aspettare che ridiscenda verso il fondo. L'attesa è breve.

Bastiano fa di tutto per restare tranquillo, ma non riesce a trattenersi dall'alzare lo sguardo alla ricerca dell'unica luce proveniente dalla cima del pozzo. Quello che vede, però, è un piccolo cerchio bianco che si restringe fino a quasi sparire. Ingoiato dalla terra, viene colto da un intenso attacco di claustrofobia. Nel tentare una fuga impossibile aggredisce a graffi e calci entrambi i suoi compagni. A nulla valgono i tentativi di Giannunzio per far rinsavire il combattente.

Cuore del tempio, pomeriggio del 3° tahner calante (3 ottobre)

Silvy nell'attesa ispeziona le radici e trova una rarissima specie di muffa utile per la produzione di medicine. I tentativi di Carenna di accorciare le distanze con la older si scontrano con la di lei freddezza.

Gli altri, che si sono inoltrati nel corridoio laterale, arrivano in uno slargo cubico di circa cinque metri di spigolo. Sulla destra tre piedistalli con sopra altrettanti oggetti: una lancia spezzata, un arco senza corda ed una torcia consumata. Le armi degli eroi dell'isola. Alle spalle degli oggetti la parete reca delle incisioni con dei motivi geometrici che ricordano, rispettivamente, delle fiamme, il vento e delle nubi.

Diomira percepisce una forte aura arcana provenire dagli oggetti e capisce che questo potere è stato acquisito per via di qualcosa che si è verificato attorno a loro, o per come sono stati utilizzati.

Sulla parete opposta un'incisione occupa la parete nella sua interezza. Rappresenta Ungharaf circondato da montagne. Il suo occhio è chiuso e la figura delle nuvole è sopra la sua testa.

L'esplorazione è interrotta da un forte rumore proveniente dalla stanza principale: l'ingresso all'ascensore si è aperto e ne sono usciti Bastiano, Giannunzio e Skidso in una mischia furibonda. Libero dallo spazio angusto il westan si infiamma e scotta il guerriero, che finalmente si riprende. Dopo un momento di tentennamento sembra chiaro che la crisi sia stata superata, per cui si riprende l'ispezione del tunnel. Bastiano però resterà nella stanza principale, dove c'è più luce e più spazio.

Secondo Wotan il tempio è stato costruito in memoria degli eroi che hanno compiuto l'impresa. Giannunzio afferma che loro si trovano lì perché destinati ad essere i nuovi eroi. Secondo Diomira invece sono lì solo perché sono un gruppo di testardi tombaroli.

Dopo essersi accertata che non ci fossero trappole, Diomira prende la torcia. Nelle sue mani l'oggetto si rigenera, tornando ad essere integra, quindi avvampa emettendo una luce molto intensa. La sacerdotessa viene pervasa da un senso di euforia e completezza. Ora percepisce chiaramente un enorme potere nell'oggetto. Proclama sé stessa "La Portatrice di luce", e rimugina su quale possa essere un nome consono per l'artefatto.

Silvy osserva l'arco: non riconosce il legno con cui è stato costruito, ma sembra chiaro che l'oggetto abbia fatto il suo tempo: oltre a mancare del tutto la corda, il legno ha perso elasticità ed ha un aspetto molto fragile. Ma come per la torcia, non appena viene impugnato questo riacquista vigore ed una corda appare dal nulla. Non solo l'arma emana un'aura portentosa, ma la ragazza si accorge che incoccando una delle frecce magiche trovate al tempio delle scimmie avviene un qualche tipo di sinergia.

Wotan, un po' titubante, afferra infine la lancia. Questa si ripara sotto il suo sguardo, la punta smussata di ossidiana torna ad essere affilata come un rasoio, la sua oscura brillantezza assorbe e riflette la luce emessa dalla torcia di Diomira. Piume dai colori sgargianti - di creature che Wotan non riconosce - appaiono alla base della punta. Pur non essendo esperto il westan si rende conto che l'arma è molto leggera e maneggevole.

Rodrigo pretende di poter maneggiare la lancia, ma ci si rende conto che nelle sue mani torna nello stato in cui l'hanno trovata. Sembra chiaro che funzioni solo nelle mani di chi ha toccato per primo l'oggetto. Secondo Bastiano questo spiega il perché nelle incisioni ai piani superiori è rappresentata una  moltitudine di persone che corre freneticamente verso la fossa.

Proseguendo l'esplorazione si giunge ad un vicolo cieco dopo circa venti metri. La roccia delle pareti sembra diventare più chiara man mano che si avanza, probabilmente perché il corridoio è stato allungato nel tempo.

Giannunzio si concentra sui volti rappresentati nei riquadri. Si accorge che sono rappresentati in tre stili differenti, probabilmente ad ogni stile corrisponde un gruppo etnico. Tra questi volti ne individua uno particolarmente somigliante al Re Scimmia, anche se manca della caratteristica corona. Wotan si accorge che la roccia entro i riquadri suona vuota, e si conviene che ognuno è una tomba. Sì ma di chi? Degli eroi? Dei custodi del luogo? Di quanti hanno superato la prova? O semplicemente di persone importanti?

A gruppi di due - tre persone si risale in superfice tramite l'ascensore idrico.

Tempio del guado, sera del 3° tahner calante (3 ottobre)

Dopo aver fatto una rapida ispezione, Wotan conferma quanto supposto da Bastiano: Grimock è lontano dal tempio ma probabilmente in una posizione che gli permette di sapere se il gruppo dovesse mettersi in movimento.

Mentre si prepara l'accampamento, Diomira, Silvy e Wotan cercano di capire di più sugli artefatti.

La torcia, ribattezzata da Diomira "Torcia divina" o "Luce di Tiretsu-keru", una volta attivata resta accesa per 24 ore, durante le quali chi la impugna può variare l'intensità della luce emessa. In questo periodo aiuta ad orientarsi nelle terre selvagge arrivando a dimezzare il tempo necessario per raggiungere una meta.

La lancia, oltre ad essere molto affilata, conferisce a chi la impugna la capacità di mettere in atto alcune tecniche di combattimento che obbligano l'avversario a mantenersi a distanza ed è in grado di infliggere ferite che causano gran sanguinamento.

Silvy non è altrettanto fortunata, e non riesce a capire quali sono le caratteristiche dell'arco.

Ad ogni modo sembra proprio che i nuovi oggetti dovranno essere usati presto: passata quest'ultima notte al riparo del tempio il gruppo dovrà rimettersi in cammino e sembra inevitabile un incontro con il campione dei cavalcalupi...

Fine sessantaquattresima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus

lunedì 9 ottobre 2023

Il destino di chi non è degno

The Temple's Guardian by Emiliano Delgado

Gli scivoli, mezzogiorno del 3° tahner calante (3 ottobre)

Osservando il naga appena evocato, Diomira riesce a dare una spiegazione al suo senso di deja-vù: il serpente alato ha ispirato delle divinità pagane. La creatura, per la sua maestosità o per la sua pericolosità, ha colpito la fantasia di alcune comunità isolate che si sono convinte trattarsi di una divinità. L'assenza di un custode o uno sciamano hanno fatto attecchire queste convinzioni pagane, che Diomira ha avuto occasione di studiare in passato - anche se non approfonditamente come ora vorrebbe.

Mentre la custode è assorta nei suoi pensieri, il combattimento fra le due creature infuria. La femmina si avvinghia al corpo del naga e gli morde violentemente il muso, lacerandolo e causando un fiotto di fluidi corporei che rendono il pavimento ancora più scivoloso. Aileen e Rodrigo riescono a mantenere l’equilibrio, ma nonostante la sua forma felina Wotan perde aderenza e scivola oltre la fine della discesa, cadendo ed impattando impatta pochi metri più in basso in un terreno pianeggiante. Rodrigo valuta di afferrare la coda del mostro per tirarlo verso il basso, ma si rende subito conto che l'azione è estremamente difficile. Decide dunque di correre in soccorso di Silvy, ancora impegnata con i cuccioli. La creatura emette un forte grido che lascia tutti temporaneamente assordati. Aileen è pervasa da un senso di inutilità e si spaventa a tal punto da cercare l'aiuto del dio felino. Improvvisamente la whirn si ritrova in una zona oscura e, spariti i suoi tentacoli, cade a terra - anche se nessun tipo di pavimento risulta visibile. Appare un'enorme pantera che le se avvicina con aria minacciosa: “La morte è il destino di chi non è degno”, dice il dio, e Aileen dovrà dimostrare di esserlo superando una prova. La visione si interrompe improvvisamente. Dalle pareti fuoriesce un'enorme quantità di oscuri tentacoli brulicanti . Uno di questi afferra Aileen, salvandola dal rovinare fino al fondo della discesa. Gli altri si avvinghiano alle creature volanti - anche il naga evocato da Diomira - e le stritolano violentemente, tingendo le pareti di icore e frattaglie.

Tempio del guado, esterno, mezzogiorno del 3° tahner calante (3 ottobre)

All’esterno il campione sta avvicinandosi al tempio. Bastiano è intenzionato a fare da esca per attirarlo dentro, in modo che Giannunzio, nascosto nei cunicoli laterali, possa attaccarlo ai fianchi. Bastiano sente avvicinarsi la fine e affida la sua arma a Skidzo, con la richiesta di riconsegnarla a Wotan assieme alle sue cose.

Cuore del tempio, primo pomeriggio del 3° tahner calante (3 ottobre)

Nella sua forma felina Wotan si rialza da terra e si guarda intorno. Il corridoio prosegue in due direzioni: proseguendo secondo l'inclinazione della discesa da cui arriva il cunicolo si interrompe dopo una dozzina di metri, nella direzione opposta si giunge invece ad una stanza dopo una trentina di metri. La stanza ha sei colonne molto ravvicinate alle pareti, ed è divisa in due parti. Nella prima parte, quella più vicino all'ingresso, scalini portano ad una zona ribassata il cui pavimento è decorato con un volto - il dio del sole. La seconda parte, cui si giunge dopo essere risaliti tramite scalini dalla zona ribassata, c'è una colonna di almeno tre metri di diametro, molto più grande delle altre e, a differenza di queste che sono ottagonali, è perfettamente rotonda. Robuste radici si sono fatte strada nella stanza ed hanno ricoperto parte delle pareti.

Senza rendersene conto Wotan fa scattare una trappola. Alle sue spalle dei detriti cadono dal soffitto, ma non si tratta di una frana, giacché i detriti si alzano in piedi nella forma di un enorme essere di pietra. Alla sua destra la colonna centrale si apre e ne esce un secondo essere di pietra munito di scudo. Il suo corpo è tempestato di gemme azzurre da cui sembra tragga energia. Anche la colonna di sinistra è sul punto di aprirsi, ma le radici cresciute su di essa la tengono bloccata.

I costrutti sono lenti a muoversi ma portano dei colpi veloci e micidiali. Wotan li evita a fatica dando il tempo ai suoi compagni di raggiungerlo. L'automa più piccolo oltre allo scudo sembra essere protetto anche da un campo di energia. L’esperienza di Rodrigo contro creature mostruose e la potenza della forma felina di Wotan hanno la meglio sui guardiani, anche se hanno subito alcuni duri colpi, tanto che Wotan perde il controllo ed infierisce su uno dei costrutti morenti mentre riassume la sua forma umana. La presenza del westan nudo genera un certo imbarazzo in Yelena ed una curiosità interessata in Carenna.

Tempio del guado, esterno, primo pomeriggio del 3° tahner calante (3 ottobre)

In superficie il campione si avvicina ulteriormente, tanto che Bastiano ne scorge la sagoma e viene assalito dal dubbio che non possa passare dall'ingresso del tempio. Ad ogni modo non sembra intenzionato ad avvicinarsi ulteriormente: forse qualcosa gli impedisce di mettere piede sul terreno sacro del tempio. Bastiano attende sulla porta sperando che presto i suoi compagni riemergano almeno per poter essere in superiorità numerica. Ma il tempio non potrà proteggere il gruppo per sempre, al massimo il giorno dopo dovranno mettersi in cammino per il viaggio di ritorno e il campione avrà tutto il tempo di attaccarli lungo la via.

Cuore del tempio, pomeriggio del 3° tahner calante (3 ottobre)

La grossa colonna risulta cava, come un tubo che va verso l’alto. Ai lati si trovano due piedistalli: su quello di sinistra sono allineate otto tessere di pietra, recante ognuna un simbolo diverso, mentre su quello a destra ci sono quattro cavità della stessa dimensione delle tessere. Oltre la porta a sinistra dell'ingresso si apre un corridoio le cui pareti sono caratterizzate da due file di riquadri scolpiti sulle pareti. Al centro di ognuno un bassorilievo recante un volto stilizzato, ognuno differente dall'altro. A Rodrigo ricordano qualcosa, ma non riesce a capire cosa. Aileen intanto prova ad inserire negli alloggiamenti le tessere con i quattro simboli cardinali individuati nella stanza del pozzo. Dopo pochi istanti dalla colonna proviene un rumore di movimento meccanico, e l’apertura si chiude scorrendo lateralmente. Rodrigo tenta di bloccarla mettendoci qualcosa in mezzo, ma non riesce a reagire abbastanza rapidamente. Subito dopo si sente un forte rumore di acqua e qualcosa che si muove  verso l'alto all'interno della colonna-tubo. Sembra chiaro trattarsi di un dispositivo per la risalita, ma l'occasione di utilizzarlo sembra essere sfumata. Aileen tenta altre combinazioni, ma quello che accade è che la colonna di destra - quella bloccata dalla radice - scatta nuovamente e sembra sul punto di liberarsi dalle radici. Per giusta misura Wotan utilizza i suoi poteri per rinforzare il groviglio che tiene chiusa la colonna. Dopo poco la stanza piomba nuovamente nel silenzio.

Fine sessantatreesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Emiliano Delgado

lunedì 25 settembre 2023

Il campione

Quetzalcoatl: repaint by Camelid

Tempio del guado, mattino del 3° tahner calante (3 ottobre)

Il mattino arriva senza inconvenienti, tuttavia Diomira e Rodrigo raccontano di aver sentito qualcosa di grosso che si muoveva nel bosco, a circa venti metri oltre il cortile del tempio. Diomira ha anche avuto l'impressione di sentire una cupa e secca risata sardonica.

Ci si divide in due gruppi. Bastiano, che si è svegliato male, accompagnato da Skidzo e Silvy andranno in pattuglia nei dintorni del tempio, con la speranza di procurarsi qualche provvista. Gli altri rimangono nel tempio per studiare un piano per la discesa.

Il secondo gruppo dopo un'ora di ispezione dei quattro tunne ciechi si rendono conto che non ci sono passaggi segreti. L'inutilità dei cunicoli è anomala, ci si convince che la loro funzione potesse essere quella di nascondere delle guardie per tendere una imboscata a degli eventuali intrusi.

Il gruppo all'esterno nota, ad una ventina di metri dal cortile del tempio, tracce di un quadrupede di grosse dimensioni. A giudicare dai danni provocati alla vegetazione si è trattato di una bestia molto forte e dotata di corna o rostri ossei. Le impronte sono ovali con tre tozze unghie frontali. Le stesse impronte sono state notate il mattino del giorno prima, prima di arrivare al tempio. Silvy nota delle anomalie nei pressi delle tracce e conclude che potrebbero essere causate da un bastone o una lancia impugnata da qualcuno a cavallo della bestia.

Interpellato, Skidzo ritiene non possa trattarsi di una cavalcatura della sua gente perché loro utilizzano solo lupi o grosse lucertole di fiume, che però sono molto più piccole di quanto suggeriscano queste tracce. Poi tutto ad un tratto inizia a tremare, il colorito che lo abbandona: "Tribù evocato Grimock. No buono! Grimock è campione di cavalcalupi e cavalca un lupo gigantesco!". Incalzato, racconta altri dettagli: pare si nutra di carne viva. Oltre ad essere molto forte e veloce conosce anche i poteri degli sciamani. I racconti dicono che per evocarlo è necessario lo sforzo congiunto di dieci sciamani per la realizzazione di una "pozione" miracolosa. La sua fabbricazione, molto complessa, richiede al culmine della procedura il sacrificio di dieci cavalcalupi.

Il gruppo di cacciatori fa immediatamente al tempio ritorno per avvisare i compagni e valutare il da farsi.

Vista la pericolosità della situazione alcuni sono dell'idea di tornare immediatamente a Torana, mentre altri intendono proseguire: ora che il tempio è stato aperto (e visto che togliendo le chiavi non si richiude) ciò che custodisce potrebbe cadere nelle mani dei cavalcalupi, se non viene recuperato prima.

La cosa si mette ai voti, e nonostante le premesse vince quasi all'unanimità l'idea di proseguire.

Bastiano, Giannunzio e Skidzo restano all’esterno, pronti a respingere un attacco e proteggere l’uscita per i compagni. Magari attirando nel corridoio centrale il grosso lupo potrebbero attaccarlo di sorpresa spuntando dai corridoi ciechi laterali, anche se Bastiano preferirebbe di gran lunga una morte alla luce del sole.

All’interno si scende nel buco. Silvy con calma e decisione è la prima, Wotan arriva sul bordo e dopo essersi spogliato si trasforma in una sinuosa pantera nera. Scivola scivola nell’oscurità mentre Aileen, incantata, non riesce a smettere di fissarlo. La whirn si avvale dei suoi tentacoli neri per scendere, come ha fatto anche il giorno prima. Diomira in modo più convenzionale segue i compagni, con l'aiuto però di tre dei suoi naga. Yelena è più incerta, e ad un certo punto della discesa scivola, ma il fulmine la proietta nuovamente in cima alla caverna, illesa. Il secondo tentativo non è migliore, ma stavolta è Carenna, che la aiuta dando sfoggio della sua agilità. Chiude la fila a fatica Rodrigo, che sembra trarre forza dalla sequela di imprecazioni che non smette di mormorare nemmeno per un momento.

Wotan, che nella sua forma felina è il più agile, si ferma a controllare l'origine della frana che il giorno prima ha quasi travolto Diomira e Aileen. Giunge ad un vicolo cieco dove un meccanismo in legno sembra aver spinto i massi in avanti. Il meccanismo non sembra essersi riarmato, per cui la discesa dovrebbe essere più sicura.

Raggiunti e superati i suoi compagni, prosegue quindi in avanscoperta, e vede appesa al soffitto un'enorme sacca di pelle scura - probabilmente il serpente volante visto dalle sue compagne. Vicino a questa altre "sacche" più piccole. Le creature non sembrano essere disturbate dal passaggio di Wotan, che prosegue e si accorge che dopo la terza rampa si arriva finalmente ad una zona pianeggiante. Torna indietro per avvisare i compagni tracciando segni sul terreno.

Iniziano tutti la discesa, ma a metà strada un grido stridulo lacera il silenzio, seguito dal suono di ali membranose: il serpente piomba su di loro. Silvy scatta in avanti per allontanarsi dalla creatura ma cade rovinosamente in uno dei buchi profondi in prossimità delle piattaforme, restando frastornata. Viene subito aggredita da uno sciame di creature più piccole - si tratta di non più di tre esemplari, ma delle dimensioni di un'aquila. Ferita dai cuccioli, riesce ad uscire dal buco, al quale resta aggrappata per non scivolare verso il fondo della rampa. Woran la supera con un balzo, piombando su una delle creature e sbranandola selvaggiamente. Quando il primo smette di muoversi balza immediatamente sul secondo: nella sua forma bestiale sembra essere mosso da una brama di carne insaziabile.

La creatura più grande cerca di ghermire Diomira con la sua coda, ma la custode riesce a divincolarsi dalla presa prima che questa la immobilizzi. In tutta risposta alza in alto il quo bastone ed incanala i poteri dei sacri rituali per invocare un enorme naga quasi identico al serpente alato. Quello evocato ha una pigmentazione nettamente più appariscente e ricorda a Diomira l'aspetto di alcune divinità pagane venerate in luoghi remoti. Il mostro, come se se l’aspettasse, avvolge la sua coda sull’antagonista alato appena apparso e lo morde sul muso. Diomira non sa ci vincerà la lotta: l'importante è avere una possibilità di allontanarsi da lì e di certo non se la farà sfuggire.

Fine sessantaduesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Camelid

lunedì 21 agosto 2023

La discesa

WAR BAT by dopepope

Tempio del guado, pomeriggio del 3° ahner calante (2 ottobre)

Wotan e Diomira rompono gli indugi e iniziano cautamente la discesa. Dopo aver assicurato una fune ad uno dei robusti portafiaccola in muratura procedono verso il basso. L'idea è quella di piantare dei picchetti per formare una linea vita, ma il loro peso fa abbassare il portafiaccola, e dopo un distinto "clack" delle pietre regolari si protendono per alcuni centimetri dal pavimento e dalle pareti in corrispondenza dell'inizio della discesa. Le pietre fanno quindi un rapido movimento a tenaglia e slittando l'una sull'altra tranciano di netto la corda. I due perdono l'equilibrio ed iniziano a scivolare verso l'oscurità, finché Diomira fa allungare il bastone del Re scimmia, che si incastra alle pareti e rallenta fino ad arrestare la caduta dei due. Riguadagnato l'equilibrio i due riprendono la preparazione della linea vita, che però a questo punto è assente per i primi venti metri.

Rodrigo e Bastiano vogliono provare ad attivare i due portafiaccola per vedere cosa succede ed eventualmente bloccarli per sfruttare le pietre spuntate. Sono smaniosi e a più riprese sono lì lì per attivarle prima ancora della conferma di Diomira e Wotan. Alla fine metteranno in atto il loro piano, ma si renderanno conto che le pietre spuntate dal terreno e dalle pareti non sono particolarmente utili, probabilmente una trappola per far perdere l'equilibrio a chi è impegnato nella discesa.

Diomira e Wotan proseguono la discesa, e dopo altri dieci metri circa lo scivolo finisce nel vuoto. Circa sette metri più in basso vedono un altro scivolo, inclinato però in senso opposto: in pratica prosegue sotto i loro pedi. Il soffitto è puntellato di stalattiti e gremito da pipistrelli.

Esaurita la corda e la baldanza i due risalgono per fare il punto. Bastiano è convinto ci sia un meccanismo nel pozzo che possa sbloccare le trappole, ma dopo un accurato esame non sembra essere così. Tuttavia il gruppo individua due fori ai lati del pozzo, in corrispondenza del secondo gradone. A giudicare dai segni di trascinamento nelle pareti interne del pozzo, sembra che qualcosa possa alzarsi da sotto e spingere l'acqua attraverso questi fori nelle scanalature sul pavimento, per poi scolare via.

Inoltre sui gradoni del pozzo ci sono incisi quattro simboli, ma visti prima, che secondo Wotan rappresentano "i punti del mondo", l'equivalente (ma non il corrispondente) dei punti cardinali.

Si decide per un altro tentativo di discesa, stavolta utilizzando i poteri. Diomira si fa trasportare dal falco Nimrod, mentre Aileen evoca i tentacoli di buio che la fanno scivolare nel buio, con buona pace di Bastiano, preoccupato di richiamare l'attenzione dei cavalcalupi.

Come accaduto nel tempio del Re scimmia, i pipistrelli attaccano Diomira in volo, ma l'impiccio viene superato rapidamente. Discesi nella seconda rampa - che sembra in tutto e per tutto simile alla prima - Diomira decide di testare una delle piccole piattaforme - dietro le quali nota esserci un buco largo un metro - poggiandoci un piede. Questa, pur non cedendo, scatta con un "clack", e subito dopo dalla parte alta dello scivolo arriva un rombo in rapido avvicinamento. Si rivela essere un'enorme pietra che nella discesa ha accumulato un gran numero di altri detriti più piccoli. Le due tentano di tornare indietro, ma si accorgono che la frana ha già superato la salita per la prima rampa, e si trovano quindi bloccate. Si appiattiscono quindi come possono nella parte superiore del tunnel, e  Diomira disintegra i detriti più grossi utilizzando il suo lampo tagliente. La frana le supera, lasciandole praticamente illese. Più sotto, a giudicare dal rumore, la grossa pietra finisce in una pozza di fango.

Più in basso la rampa si conclude nel vuoto, come la precedente. In questo caso però sotto c'è un pianerottolo. Più avanti si apre in un pozzo da cui proviene un odore acre, mentre dall'altra parte (sotto ai loro piedi) inizia una terza rampa. Di fronte a loro, oltre al pozzo, una parete verticale porta verso l'alto, ma è evidente che questo non è lo stesso pozzo incontrato nella stanza di sopra.

Le due ragazze riprendono la discesa, ma dopo una decina di metri sentono provenire dall'alto il grido stridulo che fa gelare loro il sangue nelle vene. Un serpente alato piomba su di loro, ma non si fanno cogliere di sorpresa: prontamente Diomira apre un tunnel spazio-temporale che la riporta più in alto, nella seconda rampa. Subito lo imbocca, ma si trova esattamente sopra uno dei buchi vicini alle piccole piattaforme, e ci cade dentro. Nimrod ed Aileen attraversano a loro volta il tunnel, ma fa altrettanto anche la coda del serpente alato, che ghermisce Aileen. Diomira, dolorante, chiude il tunnel, a la coda del serpente alato sparisce. In lontananza sentono il grido frustrato della creatura.

Il buco in cui è caduta Diomira è così stretto da non permetterle di alzare le braccia, usa un altro rituale per compiere un salto prodigioso, prontamente afferrata da Nimrod.

Spaventate, le due ragazze tornano sui loro passi per raccontare ai compagni l'accaduto e valutare come procedere.

Intanto ci si organizza per passare la notte, soprattutto per quanto riguarda i turni di guardia: sembra assodato che il gruppo riceverà presto una visita dai cavalcalupi.

Fine sessantunesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) dopepope

lunedì 14 agosto 2023

Risposte, non domande!

Sirius Aliens'Remains in Maya by Pangda 胖达

Terre brulle di Tiwia, mezzogiorno del 2° nehener calante (28 settembre)

La pioggia torrenziale non sembra avere il coraggio di varcare una soglia invisibile, tuttavia l'eccesso idrico ha creato veri e propri acquitrini nei pressi di questo confine. La vegetazione della foresta inizia a farsi largo nei terreni aridi, ma al termine della stagione delle piogge tornerà ad arretrare.

I nostri si fanno coraggio e passano - quasi senza soluzione di continuità - da un deserto arido ad una giungla pluviale.

Viaggio verso il Tempio del guado

Durante il viaggio Rodrigo continua ad avere strani sogni. Bastiano gli suggerisce di stabilire una connessione mentale con le sue apparizioni. Trattandosi di "estranei" potrebbe funzionare, e Rodrigo si ripromette di farlo alla prima occasione. Al momento si concentra sullo studio della "tibia del morto", che si rivela essere un potente artefatto taumaturgico.

Bastiano inizia a pensare al futuro sull'isola, e decide di stringere amicizia con Skidzo dato conosce i luoghi e le abitudini dei suoi nemici.

Anche Wotan lega con Skidso, e si fa raccontare i pericoli della foresta. Uno di questi è un albero  che lui chiama "mugugnino": emette dei suoni mugugnanti o lamentevoli per attrarre delle prede, ma quando queste si avvicinano sprigiona dalla corteccia delle spore. Le spore uccidono la preda tra atroci sofferenze, per poi tramutarla essa stessa in "mugugnino". Il gruppo passa nei pressi di una zona dove secondo Skidso crescono questi alberi. Per fortuna la compagnia accoglie le sue paure e se ne tiene alla larga.

Durante il viaggio vengono rinvenute tracce di un animale molto grande e forte che aveva incrociato il sentiero, ma complice la pioggia non riescono a seguirle né a ricavare altri dettagli.

Tempio del guado, mezzogiorno del 3° ahner calante (2 ottobre)

Il Tempio del guado è come lo avevano lasciato, tranne per il fatto che le piogge torrenziali hanno ripulito la superficie dello spiazzo antistante il portone dal fango per lasciare spazio ad un tappeto di detriti.

Le indagini sullo spiazzo non rivelano nuovi dettagli oltre quelli già scoperti. I tre blocchi su cui inserire le chiavi riportano altrettanti volti, ed i loro dettagli lasciano pensare ad individui ben precisi del passato. Probabilmente Re o eroi popolari.

Wotan si aggira per il cortile e raccoglie indizi. Si accorge che la struttura è stata costruita circa seicento anni fa, ed il portone è stato aperto per l'ultima volta circa trecento anni fa.

Si procede quindi al posizionamento delle chiavi, ma prima Bastiano ci tiene ad incidere sulla parete la nuova data di apertura del tempio.

Le tre chiavi vengono unite da un sottile raggio di luce azzurra, e con un forte rumore di roccia stridente il portone si abbassa, rivelando un passaggio largo quattro metri ed alto cinque.

Ai lati del corridoio si aprono quattro passaggi, due par lato, uno di fronte l'altro. Proseguono per alcuni metri prima di curvare, e per il momento vengono ignorati.

Aileen, frustrata per non poter utilizzare i suoi poteri, si mette a disegnare una mappa della zona. Bastiano osserva che la mappa somiglia ad un quadrupede.

Si giunge in una grande stanza quadrata di circa venti metri, alla quale si accede da uno spigolo. Al centro un ampio piedistallo largo circa dieci metri, costituito da tre gradoni di mezzo metro di altezza e profondità. Il piedistallo è ruotato di 45° rispetto alla stanza, per cui presenta un fianco - e non uno spigolo - a chi entra. Sulle pareti sono raffigurate scene di calca di persone, tra le quali si riconosce una figura molto simile al Re scimmia. Le figure sembrano impegnate nel raggiungere - ognuna prima delle altre - la parte opposta della stanza, dove la bocca di un'enorme rappresentazione del Dio Sole si apre su un altro corridoio.

Sul pavimento un solco traccia un cerchio intorno al piedistallo. Dal cerchio si irradiano altri quattro solchi fino al centro delle pareti, in corrispondenza di un foro del tutto simile a quelli visti nel cortile. Probabilmente i solchi rappresentano delle canalette di scolo.

Al centro del piedistallo c'è un pozzo apparentemente molto profondo. Il Ferretti, scevro da ogni preoccupazione, getta una patata, e dal ritardo con cui arriva il suono del tonfo valuta che la profondità è di ben oltre cinquanta metri.

Si decide di tornare sui propri passi per ispezionare i quattro passaggi. Tutti si risolvono in una breve spirale quadrata, ma nel primo si chiude con l'incisione di un felino i cui occhi sono stranamente bui, tanto che le luci delle fiaccole sembra affievolirsi. Aileen la vuole esaminare con i suoi occhi, ma quando gli arriva di fronte sparisce sotto gli occhi attoniti di Wotan e Skidso che la stavano accompagnando.

La ragazza si ritrova in uno spazio buio e vuoto. Una voce - quella dell'entità felina che ha già udito in passato - le chiede se è pronta per la prova. Aileen chiede dove si trova, e la voce ribatte che esige risposte, non domande. La ragazza chiede chi ha creato questo posto, e l'entità evidentemente stizzita la rimanda indietro.

Il gruppo si riunisce e si varcano le fauci del Dio Sole. Ci si ritrova in una caverna naturale formata da una spaccatura orizzontale verso il basso. Infiltrazioni hanno formato negli anni numerose stalattiti nel soffitto, mentre il pavimento è stato lavorato per renderlo regolare. L'inclinazione del pavimento è di circa 45°, e lo spazio si allarga più in basso verso l'oscurità.

Bastiano si convince che si tratti del punto di impatto della cometa caduta nel passato, e che il tempio sia stato costruito intorno.

A giudicare dall'inclinazione sembra possibile discendere senza attrezzatura, sebbene perdere la presa significhi scivolare verso il fondo senza possibilità di fermarsi, nonostante ad intervalli irregolari siano state piazzate alcune strette piattaforme...

Fine sessantesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Pangda 胖达

lunedì 31 luglio 2023

Gli intrusi

NeoFrag Show - Tesla by Yannick Castaing

La voragine, tardo pomeriggio del 2° sener pieno (27 settembre)

I nostri eroi valutano il modo migliore per recuperare il cristallo. Nel frattempo Aileen esamina attentamente la stanza in cerca di indizi sulle origini antropologiche del tempio. Sembra ovvio che sia dedicato al dio del sole, ed in misura minore alla dea della luna. Il cristallo rappresenta la fonte di energia che tiene vivo il tempio, ed il suo potere è stato in qualche modo sacrificato in onore delle due divinità.

Nel frattempo Silvy ha un'intuizione: la creatura fuggita non sembra essere stata bruciata dal raggio luminoso, per cui si avvicina ad una delle carcasse e ne rimuove parte del carapace. La scaglia dorsale prelevata sembra un ottimo strumento per coprire la luce abbagliante del cristallo, ed in pochi attimi riesce a recuperare la terza chiave.

Rimosso il cristallo il tempio si "spegne" e tutte le porte si chiudono, tranne il passaggio segreto che era stato trovato da Diomira e presidiato da Wotan, che al contrario si apre.

Rodrigo nel frattempo non ha mai staccato gli occhi dall'Osso del morto. Desidera con tutto sé stesso quell'oggetto dall'aspetto estremamente prezioso, e approfitta della distrazione offerta dal passaggio segreto. Utilizza uno dei rituali appresi per trasferire la presenza dell'Osso del morto dalla gabbia alla sua mano. La natura sovrannaturale dell'oggetto rende difficoltosa l'azione, cionondimeno riesce nel suo intento.

Imboccando il passaggio appena aperto si torna alla stanza centrale, dove ad attenderli trovano Bastiano in piena crisi claustrofobica: ora che le rampe si sono ritratte come potranno mai fare a tornare in superficie?

Aileen prova a calmarlo ma le sue parole sembrano indisporlo. Sembra che la situazione riporti alla mente del combattente qualcosa di oscuro avvenuto nel suo passato.

A netta maggioranza (o meglio con Bastiano come unico voto contrario) si decide di approntare il campo per tornare in superficie l'indomani.

Rodrigo fa sogni molto strani, in cui sono presenti delle persone che in qualche modo sono intrusi. La loro lingua è incomprensibile e il loro vestiario è strano e fuori posto. Primitivo direbbe Rodrigo. Che vivano dentro la maschera?

La voragine, mattino del 2° nehener pieno (28 settembre)

Nel descrivere i suoi sogni agli altri Rodrigo realizza che probabilmente gli "intrusi" appartengono allo stesso popolo che ha realizzato il tempio: il vestiario ed in genere l'aspetto è simile a quello delle viarie incisioni (per quanto queste siano rappresentate in uno stile molto astratto). Si convince che deve esserci un legame tra gli "intrusi" e la maschera, e questo legame è la chiave per rimuoverla.

Prima di uscire il gruppo si concede un po' di tempo per esaminare le tre chiavi. In tutti e tre i casi si tratta di una gemma azzurra incastonata in una struttura che ne fa da contenitore e sigillo; tuttavia le tre strutture sono di fattura estremamente diversa e si giunge alla conclusione che possano essere state realizzate da tre popoli diversi.

La risalita avviene lentamente, utilizzando la stessa tecnica adottata nella discesa. A metà giornata, con enorme giubilo di Bastiano, il gruppo è fuori dal pozzo.

Senza ulteriore perdita di tempo la compagnia si incammina nella direzione da cui è arrivata.

Fine cinquantanovesima puntata.


Diario a cura di Rodrigo
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) by Yannick Castaing

lunedì 24 luglio 2023

La sfida

Bone Relic by Francisco Marcen

La voragine, pomeriggio del 2° sener pieno (27 settembre)

Il corridoio, come gli altri, è parecchio lungo ed angusto: l’arco a trapezio del soffitto dà la sensazione di essere fatto su misura di qualcuno o qualcosa… dalla stanza in cui conduce arriva un bagliore diffuso azzurro.

Anche qui ci si trova in una stanza cubica con spigolo di venti metri circa. Al centro una colonna più tozza delle altre incontrate finora, alla cui sommità si trova un dispositivo che genera un raggio di luce azzurra molto intenso che si perde in un'apertura a cinque metri di altezza sul muro di destra, con tutta probabilità in direzione della prima stanza. Quattro colonne ottagonali dividono la stanza in nove aree di dimensione omogenea. Queste colonne sono di arenaria e riportano incisioni di scene mondane. Attorno all’obelisco centrale, sul pavimento, sono disegnati dei cerchi concentrici. L'obelisco stesso è diverso dagli altri in quanto il blocco che ne definisce la forma include una scalinata a chiocciola concentrica che conduce alla sua sommità, ovvero dove c'è lo strano dispositivo.

Diomira non trova trappole nella stanza, eppure si sente irrequieta. Nei pressi dell'obelisco centrale, inizialmente nascosta da una delle quattro colonne c'è una struttura a forma di ziggurat simile a quella vista nella stanza centrale. Al posto della maschera c'è uno strano osso - probabilmente un femore umano - parzialmente ricoperto d'oro. Wotan nell'iscrizione alla base della ziggurat legge "Osso del morto".

Sulla parete a sinistra rispetto all'ingresso un'enorme incisione di cinque metri ritrae Ungharaf nell'atto di seminare distruzione.

Non sembrano esserci altre uscite ma Diomira in uno spigolo trova dei segni che sembrano indicare la presenza di un passaggio segreto.

Aileen e Silvy salgono sulla sommità dell'obelisco centrale, dove in un alloggiamento di ossidiana dall'interno riflettente trovano un oggetto azzurro di forma piramidale che emette luce azzurra - con tutta probabilità la terza chiave che stanno cercando.

Sul soffitto, intorno alle colonne, sembra esserci una decorazione a sbalzo che rappresenta cerchi concentrici.

Le incisioni alla base delle colonne raccontano la storia delle persone che portarono nel tempio questo oggetto triangolare, ma viene indicato solo l'atto, non le ragioni per cui viene compiuto né l'origine dell'oggetto.

Mentre tutti sono intenti ad esaminare la stanza l'urlo di Aileen lacera l'aria: dal soffitto lungo le colonne stanno scendendo quattro enormi scolopendre. In un attimo uno degli insetti colpisce Aileen, per poi ghermirla tra le spire. Bastiano e Wotan schivano e contrattaccano mentre tentano di avvicinarsi alla ragazza catturata per salvarla, tanto basta per attrarre l'attenzione dell'insetto e permettere di Aileen di tentare di divincolarsi, purtroppo invano. Le creature sembrano essere in grado di sferrare morsi velenosi: ne è testimone Silvy che, oltre al dolore, sente irrigidire i muscoli e viene ghermita come la compagna.

Diomira evoca uno spirito dalle sembianze di un robusto gorilla che, dopo essersi rapidamente arrampicato lungo una delle colonne, raggiunge la creatura che trattiene Aileen e dando sfoggio della sua forza bruta la smembra selvaggiamente, per poi prendere al volo la whirn prima che precipiti a terra.

Wotan è in qualche modo offeso da queste creature che tentano di ucciderlo senza motivo, e si poroduce in un impressionante colpo rotante che ferisce gravemente le tre restanti. Bastiano, punto sul vivo, tenta la stessa manovra: non risulta abbastanza aggraziata, ma facendo leva sulle sue spiccate competenze da combattente riesce nondimeno ad abbattere due degli artropodi.

Silvy nel frattempo era riuscita a sgusciare dalla ferrea presa dell'ultimo insetto rimasto, rimanendo saldamente aggrappata nel tentativo di ferirlo. Il centopiedi però riesce a liberarsi dalla presa attorcigliandosi, per poi mettersi al sicuro sul soffitto della stanza. La caduta della older viene attutita da Nimrod, lo spirito-falco di Diomira, e appena messo piede atterra scaglia le sue ultime frecce verso la scolopendra. Come fosse una gara fra combattenti, Bastiano estrae i semi di fuoco sottratti tempo prima dalla sacerdotessa dei cavalcalupi lanciandoli verso l'insetto. Non sono però efficaci come quelli scagliati poco dopo da Wotan, ancora preso dal suo furore. L'insetto infine, gravemente ferito e bruciacchiato, nonostante gli attacchi di Diomira e Aileen riesce a mettersi in salvo infilandosi nella stretta apertura in cui passa il raggio di luce azzurro - anche grazie a Wotan che, calmatosi, si rifiuta di cedere il suo arco a Bastiano impedendogli quindi di contribuire all'attacco.

Il passaggio dell'insetto interrompe temporaneamente il raggio luminoso, ma dai suoni dei pesanti meccanismi sembra chiaro che poco dopo questo viene ripristinato. Bastiano decide di andare a verificare la situazione nella stanza centrale, forse per paura di restare intrappolato o nella speranza di mettere fine al tentativo di fuga dell'insetto ferito.

Fine cinquantottesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) by Francisco Marcen

lunedì 3 luglio 2023

Lotta con la morte


La voragine, mattino del 2° sener pieno (27 settembre)

Bastiano in preda alla fobia dei luoghi ristretti fugge da Rodrigo, ma invece di mettere distanza tra sé e l'inseguitore cade malamente e viene raggiunto. Probabilmente a causa della maschera da teschio, i tentativi del Ferretti di calmare l'amico non hanno successo, tanto che abbandona i suoi propositi e si vede costretto ad usare un rituale.

Nel frattempo il resto del gruppo supera il lungo cunicolo e si trova in una nuova stanza cubica con spigolo di venti metri. Per la maggior parte del suo spazio la stanza è occupata da un intrico di travi di roccia che escono dalle pareti, dal soffitto e dal pavimento. Solo una piccola sezione triangolare dalla porta al centro della stanza - dove si innalza il solito pilastro di ossidiana - è sgombro. Subito si nota l'assenza del pavimento oltre la sezione triangolare libera da travi.

Subito ci si mette alla ricerca del cristallo da porre in cima all'obelisco, ma non viene trovato. Diomira non sa dire dove sia, ma qualcosa le suggerisce che se è nella stanza, non è caduto oltre la sezione pavimentata.

Intanto Rodrigo, pur odiando con ogni sua fibra questo rituale, non vede alternativa ed entra in contatto mentale con Bastiano per calmarlo. Per un istante Bastiano vomita immagini terribili nella mente di Rodrigo, che però riesce a bloccare immediatamente senza farsi trascinare nell'abisso della follia. Ripreso il controllo, gli fa capire che la via di uscita è bloccata, e l'unico modo per uscire è andare avanti fino in fondo. Il suo tentativo riesce ed i due tornano dal resto del gruppo.

Quando i due arrivano Silvy è appena arrivata in cima all'obelisco, dove trova l'alloggiamento del cristallo e, tra le travi, scorge qualcosa sulla parete alla loro destra. Wotan ispeziona meticolosamente tutto il bordo supponendo che il cristallo sia in una nicchia più in basso, ma così non è; tuttavia rialzandosi in piedi nota un fagotto a terra, proprio al lato dell'ingresso: è il cristallo avvolto in fibre di cocco.

Nel posizionare il cristallo Silvy viene colpita in un occhio da uno dei due raggi di luce riflessi. Uno è orientato in un buco che potrebbe condurre nel pozzo centrale, mentre l’altro si riflette una miriade di volte in minuscole pietre riflettenti sulle pareti, intrecciandosi alla perfezione con i pilastri senza tuttavia toccarli. Si innesca un complesso meccanismo che fa rientrare tutte le travi e fa salire il pavimento nel resto della sala. Al posto delle travi restano migliaia di raggi che si riflettono senza lasciare apparentemente spazio di passaggio. Sulla parete destra si nota una porta chiusa, mentre al centro delle altre due pareti (quella frontale e quella di sinistra) si nota una macchia scura. Wotan allunga un machete per vedere cosa succede interrompendo il fascio di luce: con una velocità impressionante le travi si estendono nuovamente ed il pavimento collassa, tanto che una delle travi colpisce l'arma strappandola dalle mani del westan, per poi ritrarsi nuovamente quando il raggio di luce non è più bloccato.

Mentre Bastiano e Wotan vanno nel pozzo centrale per controllare se qualcosa è cambiato, gli altri fanno dei tentativi per aprire la porta: appurate che le due macchie scure sono delle piastre a pressione, Diomira e Silvy utilizzano rispettivamente il bastone del Re Scimmia ed una freccia appesantita per premerle, ed in effetti la porta si apre, per poi chiudersi dopo circa dieci minuti: resta il problema di come raggiungerla senza interrompere il raggio luminoso.

Nel pozzo centrale si nota immediatamente che il raggio luminoso si riflette in un cristallo in una delle nicchie del pilastro centrale e poi in tutti i cristalli già incontrati lungo la discesa, e le sezioni di scalinata sono tutte estese. Wotan è preoccupato che altri possano scendere mentre Bastiano si rende conto che asportando dal tempio la pietra azzurra che probabilmente origina il raggio questo si interromperebbe bloccando la via di fuga.

I due tornano indietro ed il gruppo si riunisce nuovamente. Si nota che alcune decorazioni del pavimento sembrano indicare un sentiero che conduce prima alla piastra a pressione di sinistra, poi a quella frontale ed infine alla porta. Il sentiero non è libero da raggi luminosi, ma sembra possibile evitarli - anche se non si tratterebbe di un compito semplice.

Rodrigo taglia la testa al toro ed esegue un rituale che lo rende temporaneamente invisibile. Anche i raggi luminosi lo attraversano senza risultare deviati né interrotti: riesce così ad azionare i pulsanti ed entrare nella porta, che si apre in un altro corridoio buio. Poco più avanti in una nicchia trova la leva che blocca l'apertura e disinnesca la trappola. Non resta che percorrere anche questo corridoio: in fondo un debole bagliore azzurro preannuncia forse l’ultima delle stanze...

Fine cinquantasettesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus

lunedì 12 giugno 2023

La danza del sole e della luna

Ix Chel - Moon Goddess by BalamTzibtah

La voragine, sera del 2° tahner pieno (26 settembre)

La stanza è un cubo di venti metri le cui pareti ai lati dell’ingresso sono orientate apparentemente come le "vele" in superficie. Nella stanza si trovano due semi circonferenze composte da otto statue ciascuna, alte circa tre metri ed incise con lo stesso stile astratto delle incisioni viste finora. In una serie di statue è raffigurato il dio sole, nell'altra la dea luna. La stanza è attraversata da un raggio di luce così intenso da sembrare solido, che esce da un buco quadrato a cinque metri di altezza al centro della parete di sinistra e finisce contro il muro opposto. Di fronte ad ogni statua c'è una pietra leggermente rialzata che reagisce al peso. Tutte le statue sono orientate verso il centro della stanza, dove un pilastro di ossidiana si alza fino a pochi centimetri dal raggio luminoso. Nella parete di destra c'è un passaggio sbarrato da una lastra di pietra. Le pareti sono decorate in modo alternato da motivi che ricordano praterie e motivi che ricordano alghe.

Ai piedi del pilastro viene rinvenuto un prisma simile a quello che azionava le scale e che si rivela essere uno specchio. Quando viene posizionato da Nimrod sopra il pilastro il raggio di luce viene riflesso con precisione in un'altra apertura sopra la porta di pietra, che però resta chiusa.

Seguono diversi coraggiosi tentativi alla cieca per azionare le piattaforme senza però capire la logica del meccanismo quando un'intuizione di Carenna riporta tutti sulla giusta via: non si tratta di un calendario lunare come ipotizzava Bastiano, bensì una danza le cui statue ripropongono le posizioni principali. Azionando all'unisono le piattaforme opposte secondo il ritmo suggerito dalle statue si arriva a toccare la parete ai lati della porta. Dopo alcuni tentativi sfortunati (Carenna si sloga una caviglia) e rivelazioni inaspettate (Wotan ha il dono innato della danza), la porta si sblocca e lentamente si alza lasciando intravedere un altro corridoio. Il gruppo decide di festeggiare il successo accampandosi per la notte.

La voragine, mattino del 2° sener pieno (27 settembre)

Bastiano, preoccupato di avere sempre chiara la via di fuga da quel luogo soffocante, traccia con cura una mappa del luogo e intuisce così che si sta girando attorno al pozzo centrale.

Più lungo del precedente, il corridoio in totale misura sessanta metri, ma già dopo venti iniziano ad aprirsi innumerevoli nicchie in entrambi i lati ed al cui interno sono riposti dei vasi di arenaria o terracotta, ognuno di forma diversa dagli altri. In fondo al corridoio si apre un’altra stanza delle stesse dimensioni della precedente. Qui non ci sono statue, ma solo un obelisco di ossidiana, sempre al centro. Vi è incisa una rappresentazione della scissione di una figura umanoide in due parti distinte, una diventa il sole mentre l’altra una figura dai lineamenti felini. La stanza è debolmente illuminata da un raggio di luce che proviene da un foro sopra il passaggio da dove è arrivato il gruppo. Anche qui alla base dell'obelisco si rinviene un cristallo come i precedenti, ed anche questa volta Nimrod lo posiziona sopra l'obelisco, ma qui terminano le analogie: infatti il raggio di luce non viene semplicemente rifratto ma moltiplicato in cinque altri raggi di luce. Uno entra in un buco nella parete di destra, sopra un passaggio chiuso, gli altri quattro sono direzionati verso gli spigoli della stanza. In quel momento la terra trema e dal pavimento si sollevano quattro monoliti di ossidiana. Diomira, che casualmente era su uno di questi, cade rovinosamente a terra. Nel punto in cui la luce colpisce gli obelischi si trova una nicchia vuota e alle spalle di ciascuno c'è la raffigurazione di una scena.

Diomira chiede un momento di silenzio, e si concentra per decifrare il significato delle scene. Nella prima c'à il dio sole che sembra osservare dall'alto tante piccole figure umanoidi al lavoro nei campi. La seconda è simile ma al posto del sole c’è la figura felina e al di sotto gli umanoidi si trasformano in tentacoli. La terza è simile alla prima ma gli umani hanno le braccia alzate al sole alcuni piangono altri sono in ginocchio. L’ultima scena rappresenta il sole che con un gesto scuoia il felino e ne fa uscire la dea luna. La pelle del felino afflosciata a terra ricorda la raffigurazione già vista dietro al piedistallo a forma di ziggurat, ed inoltre secondo Yelena somiglia al profilo dell’isola di Tiwia.

La luce colpisce le nicchie tracciando delle forme i cui profili ricordano dei vasi. E' subito chiaro che il passo successivo è trovare i vasi corrispondenti, e tutti si mettono subito a cercare. Diomira è la più fortunata e per prima trova un vaso che corrisponde ad uno dei profili, ma quando sta per sollevarlo sente un "click", per cui si immobilizza. In quel momento l'improvvisa apparizione di uno scorpione da dietro un altro vaso fa piombare nel panico un Bastiano già duramente provato dalla sua claustrofobia. Nel correre verso l'uscita urta violentemente Diomira che cade portandosi dietro il vaso. In quell'istante si apre una botola sotto i suoi piedi, e solo grazie ai suoi riflessi riesce ad attivare un rituale che la fa saltare sul corridoio appena in tempo per evitare di restare intrappolata dalla botola che subito si è richiusa.

Bastiano è fuggito e le sue grida rieccheggiano lontane. Rodrigo gli corre dietro per controllare che non si faccia del male. I restanti tre vasi vengono individuati e raccolti, dopo che Wotan identifica una trappola che si attiva se non vengono sollevati contemporaneamente. Posizionati nelle rispettive nicchie degli obelischi, la porta si apre rivelando l'ennesimo corridoio che si perde nel buio.

Fine cinquantaseiesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) BalamTzibtah

lunedì 5 giugno 2023

Discesa verso il passaggio ad ovest

Kranion by Metzae

La voragine, pomeriggio del 2° tahner pieno (26 settembre)

"Cosa simboleggia il tempio?" si domanda Bastiano con voce sommessa. Non abbastanza per non essere sentito da Diomira, che parte con un suo personalissimo "spiegone".

La luce che sconfigge l’oscurità? La dualità tra luce ed ombra che unite proteggono il tempio? Oppure è forse una prigione per qualcuno? Di certo nella zona c’è una forte presenza divina.

Mentre Diomira parla di cose complicate (o anche cose semplici ma spiegate in modo complicato), Wotan trova e decifra alcune scritte che fanno da cornice all'enorme volto scolpito. Rappresentano due date, ed il gruppo conviene che potrebbe trattarsi dei solstizi.

Prima di tentare la discesa si eseguono alcune prove per testare il comportamento delle piattaforme: sembra possibile attivare le piattaforme in modo di averne sempre almeno due estese ed eventualmente una terza, quindi è possibile procedere in sicurezza. Bastiano e Carenna per maggior sicurezza legano due corde con asole all’estremità e le usano come fune di sicurezza aggrappandole ai portatorce. Purtroppo la corda non sarebbe in grado di reggere l'intero gruppo, e la sua utilità è principalmente psicologica.

Poco dopo aver iniziato la discesa una delle piattaforme si blocca dopo essersi estesa per soli trenta centimetri. Il passaggio così ristretto risulta molto pericoloso, ma fortunatamente l'imprevisto viene superato senza troppi problemi.

A metà discesa si iniziano a distinguere alcuni dettagli. In corrispondenza del fondo e per tutto il perimetro ci sono incisioni. In alto, dalla parte opposta rispetto al volto incontrato nella prima piattaforma, c'è un altro volto delle stesse dimensioni. Dettagli di questa incisione indicano chiaramente che fa riferimento alla luna. Ad ovest, quindi esattamente sotto al volto incontrato all'inizio, c'è un passaggio che si inoltra nell'oscurità. A destra di questo passaggio qualcosa di simile ad una piccola gabbia, e dall'interno si irradia un debole riflesso viola.

Ed è proprio sopra a questo bagliore viola che, quando l'ennesima sezione di scala si estroflette dalla parete, causa una piccola frana che va ad ingombrare il passaggio. Fortunatamente sembra possibile superare i detriti senza troppo sforzo, ma Rodrigo si accorge che nel ritrarsi la scala lascerebbe cadere le macerie sull'oggetto dai riflessi viola. Rodrigo ritiene inammissibile la distruzione di quello che potrebbe essere un tesoro prezioso, Bastiano è invece più preoccupato di risvegliare qualcosa sigillato in quell'oggetto. Il gruppo impiega quindi il tempo necessario per rimuovere i detriti e farli cadere il più lontano possibile.

Arrivati in fondo si notano ulteriori dettagli. Nella parete est, a circa cinque metri d'altezza viene notato un foro quadrato di circa 25 cm di lato di cui non si vede il fondo. Probabilmente da lì arriva la luce che attiva le scale.

Ad ovest il passaggio relativamente angusto (1,5 metri per 2 di altezza, la volta è a trapezio) che pure si perde nell'oscurità. Circa dieci metri a destra un piedistallo a forma di ziggurat alto circa un metro e mezzo e sormontato da una gabbia metallica di circa 35 cm di lato, con all'interno una meravigliosa maschera in oro ed ametista che rappresenta un teschio umano. Piedistallo e gabbia sembrano privi di trappole, sempre che la maschera non lo sia essa stessa. Bastiano è convinto di vedere qualcosa muoversi nel buio, ma ulteriori indagini non rivelano nulla... che si sia autosuggestionato per via delle precedenti esperienze con le trappole?

Tutti si allontanano a distanza di sicurezza mentre Diomira utilizza un rituale per praticare un'apertura nella gabbia. Rodrigo raccoglie la maschera prima che gli altri possano fare un passo, e la trova così invitante che non ci pensa due volte prima di indossarla. La brama si trasforma in stupore e poi in preoccupazione quando la maschera resta attaccata al suo volto come se si fosse fusa con la pelle. Altrettanto preoccupante è come la maschera ora rifletta i movimenti ed anche le espressioni del volto di Rodrigo. Diomira tenta un rituale per "scollarla", ma non sortisce nessun esito. La custode tranquillizza il Ferretti dicendogli che proverà di nuovo dopo una notte di sonno.

Per analizzare in modo dettagliato tutte le iscrizioni occorrerebbe almeno una settimana di sforzi congiunti, per cui ci si divide in quattro gruppi divisi nei quattro punti cardinali nella speranza di comprendere almeno il senso delle incisioni.

Sono rappresentate figure con uno stile molto complesso, astratto ed onirico. Dopo che si è fatto l'occhio allo stile è possibile comprendere che si tratta di figure umane occupate in varie attività quotidiane, come la raccolta del mais, la caccia, la pesca. Di tanto in tanto una figura guarda dall'alto, ed è chiaro che si tratta della stessa rappresentata all'ingresso del complesso (e la stessa rappresentata nella chiave sferica).

Osservando le scene nella parte sinistra (ovest) viene rappresentato il volto che oramai sembra chiaro essere associato al sole, mentre nella parte destra (est) questa figura lascia il posto a quella che rappresenta la luna, in corrispondenza a scene che rappresentano attività notturne.

Dietro al piedistallo a gradoni si notano scene che stonano con le restanti: alcuni individui sembrano impauriti o preoccupati da un felino minaccioso rappresentato in prossimità del pavimento e di è visibile solo una parte della testa, come se ci fosse stato timore anche solo nel rappresentarlo.

Si decide quindi di affrontare l'unico passaggio disponibile, con grande sgomento di Bastiano. Dopo una ventina di metri il passaggio si apre in un'ampia stanza in cui si accede dallo spigolo. Rodrigo, che è avanti, è il primo ad entrare, e non riesce a trattenere un'esclamazione di meraviglia per quello che gli si para innanzi...

Fine cinquantacinquesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Metzae