lunedì 21 luglio 2014

[RdL] Allegra ma non troppo

(c) by Ignacio Bazán Lazcano

Everek, mattino del 3° nehener crescente (6 aprile)

Alla memoria di Maya si affaccia il ricordo di un sogno effettuato la notte precedente.
Un uomo, sotto la pioggia battente, arranca tra la vegetazione. E’ coperto da un mantello nero che ne cela le fattezze. Dall’aspetto sembra stremato e, ingobbito, avanza a fatica, un passo dopo l’altro… la vegetazione lascia infine spazio ad un ambiente roccioso dove crescono solo cespugli e piccoli arbusti. Ora si sta inerpicando per un’irta salita, e di tanto in tanto supera delle piccole formazioni rocciose scalandole. Guadagna infine la vetta di un’altura solitaria. Si toglie il mantello: è After. Il vecchio grida al cielo “Eccomi, sono pronto!”, ed in tutta risposta viene colpito da un fulmine. Maya si sveglia di soprassalto.
Lo sciamano racconta il sogno ai compagni, ed il gruppo decide di formulare le domande da porre ai suoi dei basandosi su quanto sognato.
Dopo aver fatto tutti i preparativi necessari a formulare l’arcano e dopo essersi consultata con i compagni, Maya pone le sue domande.
Il Maestro After è vivo ora? La voce di Aliena, gentile e premurosa come sempre, le sussurra all’orecchio un debole ma inequivocabile .
After ed Artemio sono insieme? E’ Sabo a rispondere. Il suo è un secco No.
In che località si trova After, ora? Brusteno, dio del sole che brucia in alto nel cielo e che tutto osserva, conosce la risposta e la comunica a Maya: Larentar.
Ironicamente nessuno della compagnia è del luogo e quindi non sanno cosa significhi o dove sia Larentar. Chiedono al primo passante che incontrano, il quale spiega loro che si tratta della vasta zona boscosa a nord-est di Everek, nella riva Est del fiume Mosione. Purtroppo però si tratta di un’area vastissima.
La compagnia deve mettere da parte i propri dubbi quando uno studente della Corporazione li avvicina: Il Professor Kimmen li desidera nel suo studio.

Studio del Prof. Kimmen, tarda mattinata del 3° nehener crescente (6 aprile)

Il Prof. Kimmen presenta alla Compagnia Degli Erranti Lord Farnel, Capitano della Luce d’Argento, e Lord Antorei, Capitano della Allegra ma non troppo.
Lord Antorei ha il compito di partire con il suo vascello aerostatico verso Nord per recuperare i corpi e l’equipaggiamento dei membri della squadra omega sconfitti da Brapir Akrak il giorno prima. Il Prof. Kimmen caldeggia la presenza di almeno uno della compagnia a bordo del vascello. Lord Farnel suggerisce di rimandare la missione dato che le condizioni meteorologiche stanno prendendo una brutta piega, ma Lord Antorei, un uomo corpulento il cui volto è incorniciato da vistosi baffoni, scherza sulla questione ed assicura che “ci vuol ben più di un temporale per mettere in difficolta la Allegra ma non troppo!”.
Tutti i membri della compagnia, non certo a cuor leggero, acconsentono di partecipare alla missione. La partenza è prevista di lì ad un’ora.

A bordo della Allegra ma non troppo, primo pomeriggio del 3° nehener crescente (6 aprile)

La Allegra ma non troppo è la nave volante che fin dal giorno prima era ancorata sopra il presidio della Corporazione. Nessuno della compagnia vi aveva dato molto peso, non immaginando che sarebbero dovuti salire a bordo.
Si tratta di un’enorme nave riadattata per solcare i cieli. Gli alberi sono stati rimossi ed al loro posto sono state installate delle vele che si estendono ai lati della nave a mò di ali. La nave è sovrastata da un’enorme pallone aerostatico al quale è ancorata tramite numerose funi. Molte parti della nave sono state modificate o ricostruite in modo da adattare il vascello a solcare i cieli. Queste parti sono state realizzate con leghe e tecnologie che non esistevano quando la nave è stata costruita, ed hanno un'aria decisamente futuristica, stridendo non poco con il resto. L’aspetto generale della Allegra non troppo fa pensare ad “un paio di vecchie brache rattoppate con drappi di seta”.
L’imbarco avviene tramite delle scialuppe calate dal vascello. A bordo i membri dell’equipaggio lavorano alacremente seguendo gli ordini che Antorei impartisce con serietà e competenza. Gli ormeggi vengono mollati e il velivolo si muove verso Nord.
Il viaggio prosegue indisturbato - a parte qualche raffica di vento laterale - per un paio d’ore, poi Chaim nota qualcosa nel bosco che stanno sorvolando: gli alberi si stanno piegando come fossero spighe di grano sotto l’effetto di una potentissima ed immensa folata di vento. Il brone non fa in tempo a dare l’allarme: il muro di vento, proveniente da babordo, colpisce la nave come un maglio. La Allegro non troppo scricchiola rumorosamente ed al suono di sartiame che si spezza seguono urla di dolore e di terrore. Il ponte si inclina pericolosamente a destra. Antorei, ripresosi dallo shock, dapprima sbraita ordini, poi da una mano egli stesso agli uomini dell’equipaggio per riprendere il controllo del vascello.
Nel frattempo, nonostante il caos, Chaim nota in lontananza, verso Est, un fulmine colpire la cima di una collina. Sta per voltarsi quando un altro fulmine colpisce la stessa collina, nello stesso posto. Poi un altro, ed un altro ancora. Chaim conta 7 fulmini, ed un senso di inquietudine lo assale.
L’inclinazione del ponte aumenta. Il Capitano Antorei chiede un volontario per tirare le funi di ancoraggio di babordo, ma nessuno ha il coraggio di proporsi. Sfoggiando un’agilità incredibile per la sua stazza scala egli stesso le sartie di arrampicamento di babordo, e nel farlo grida al suo secondo “Ufficiale Auromo! La Allegra ma non troppo è nelle tue mani, nel caso non dovessi farcela. Non disonorare la mia memoria!
Maya invoca le sue divinità affinché plachino i venti furiosi, ma prima che le sue preghiere abbiano effetto una raffica più forte fa cedere le funi sulle quali si sta arrampicando Antorei, che ora si trova sospeso nel vuoto.
Proprio quando sembra non esserci più speranza per il capitano, Parsic usa un’evocazione istantanea per portarlo in salvo, afferrandolo - nonostante la sua stazza - come mamma gatta afferra un suo gattino. Intano i venti si sono calmati, e l’equipaggio può effettuare le manovre per ridurre l’inclinazione del vascello.
Lord Antorei ringrazia la Compagnia degli Erranti per avergli salvato la vita, promettendo che il gesto non sarà dimenticato. Chaim e Maliny colgono l’occasione per chiedere di essere condotti dove sono caduti i fulmini. Antorei acconsente: la Allegro ma non troppo richiede urgenti riparazioni, ma accompagnarli è il minimo che può fare per sdebitarsi.

Colli del Larentar, pomeriggio del 3° nehener crescente (6 aprile)

La Compagnia degli Erranti viene calata nei pressi del colle dove Chaim ha visto abbattersi i fulmini. Il Capitano Antorei dice loro che li avrebbe aspettati per un’ora, dopo di che sarebbe tornato al presidio della Corporazione per far riparare la Allegra ma non troppo. Il Capitano promette che comunque sarebbe tornato a cercarli dopo le riparazioni.
Il gruppo dopo aver attraversato un tratto di foresta giungono alle pendici di una collina. E’ la stessa del sogno di Maya.
Dopo circa venti minuti sono sulla vetta, dove scoprono una sorta di enorme bozzolo pulsante, nero come la pece e grande come un bisonte lanoso.

lunedì 7 luglio 2014

[RdL] Ritorno alla normalità

(c) by Ondrej Soukup

Bosco a nord di Everek, mezzogiorno del 3° sener crescente (5 aprile)

Ancora frastornata per l’accaduto, la Compagnia degli Erranti osserva la carcassa della temibile creatura. Solo la sera prima stava seminando morte e distruzione ad Everek, ora giace immobile ai loro piedi. Dapprima è solo un’impressione, ma poi diventa evidente: dal corpo senza vita si sta innalzando una nebbia, che in breve diventa denso fumo. Sotto i loro occhi l’enorme carcassa evapora come una scultura di cera gettata in un rogo. Spirali di fumo nero si innalzano nel cielo sempre più intense, finché di Brapir Akrak non resta più nulla.
O meglio, quasi nulla. Kaisho nota che al centro della chiazza nera lasciata a terra c’è qualcosa. Si avvicina, e prima che i suoi compagni possano avvertirlo tocca la spada conficcata a terra. Tutti vedono un intenso lampo che scaglia Kaisho qualche metro più indietro, lasciandolo incosciente.
Kirsten e Maya corrono dal whirn e lo fanno rinvenire, ma per alcuni minuti resta inebetito. Quando si riprende, a fatica, racconta di aver avuto una visione… ha visto tutta la storia dell’universo dalla sua origine al momento preciso in cui ha toccato la spada! Racconta di aver visto qualsiasi dettaglio della creazione, con enorme precisione… ma non è in grado di ricordarne quasi nulla. Si sente come un bicchiere da saké nel quale si tenta di riversare il contenuto di una tinozza…
Kirsten e Maya si guardano incerte sulla parola del loro sodale, e decidono di credergli. Ad ogni modo ora devono prendere quella spada.
Dove prima c’era la carcassa di Brapir Akrak ora c’è una spada. Il suo aspetto è antiquato, e sembra fatta con tecniche antiche ed ampiamente superate. Dal punto di vista pratico sembra di poco meglio di una spada senza filo da allenamento. Ma c’è qualcosa di strano. Sembra emanare una sorta di aura che incute rispetto in chi la osserva. Il gruppo non sa dire se si tratta di una proprietà arcana o no, e decide di portarla al Maestro After. La avvolgono dunque in una coperta, la mettono nello zaino e si incamminano verso Everek.

Everek, pomeriggio del 3° sener crescente (5 aprile)

Lungo la strada il tempo si è ingrigito ed ha iniziato a piovere, ma la compagnia non si è persa d’animo ed anche se zuppa arriva in città senza perdere troppo tempo. Qui i lavori di ricostruzione ed i cittadini che piangono i loro morti ricordano loro che la vittoria ha richiesto un prezzo molto alto.
Si recano subito al Tempio di Shogiru, dove i novizi e gli adepti si stanno adoperando per portare le prime cure ai feriti. Kirsten chiede del Maestro After, ma gli viene comunicato che il Maestro non è reperibile dal giorno prima, quando è uscito per avvisare la Guardia Cittadina e la Corporazione del grave pericolo. Stupiti della cosa, gli avventurieri si rivolgono dapprima alla Guardia Cittadina poi alla Corporazione, ma in entrambe i casi la solfa è la stessa: il Maestro non è stato più visto dopo aver avvertito del pericolo imminente.
Nel frattempo è giunta sera, e la compagnia decide di sfruttare l’ospitalità offerta dalla Corporazione. Dopo aver fatto un dettagliato resoconto dell’accaduto (omettendo solo il dettaglio della spada) al Professor Kimmen, questi li ringrazia del prezioso aiuto e li invita a rendersi reperibili nei giorni a venire nel caso emergano nuovi dettagli.
Le stanze offerte dalla Corporazione sono comode, ma molto opprimenti. Kaisho e Kirsen sanno che i metodi della Corporazione non vanno molto per il sottile, e sospettano che After sia tenuto prigioniero da qualche parte. Kaisho vorrebbe effettuare delle indagini, ma non conoscendo il complesso non sa nemmeno da che parte cominciare.
Dopo aver stabilito dei turni di guardia per tenere sott’occhio la spada, la Compagnia si riposa.

Everek, mattino del 3° nehener crescente (6 aprile)

Il gruppo intende fermamente far luce sulla sparizione di After. Maya si dice disposta ad usare i suoi poteri di divinatrice, ma ha bisogno di erbe costose. Fortunatamente Tancredi è ancora in città e nella sua bottega ha le erbe necessarie. Il prezzo non è dei migliori ma Maya non discute e paga. Ora sono pronti per eseguire il rituale, mancano solo le giuste domande da porre.