lunedì 30 giugno 2025

La gentil carezza della Dea

Vastara, the Hanged One by Ana Fedina

Collina delle Ossa, sera del 3° enhor crescente (9 aprile)

Nel cuore della foresta, il gruppo — JJ, Leucosia, Azlyn, Autolicus Belletto — conclude la faticosa caccia al cinghiale. La carne, nonostante sia stata pulita con attenzione, ha un sapore sgradevole, e l’Arcibarone si rifiuta di mangiarla preferendo le poche razioni rimaste.

La sera vengono notati strani aculei conficcati negli alberi attorno al campo: sembrano simili a quelli trovati nel corpo del cinghiale. Azlyn ne raccoglie uno, pensando di regalarlo ad Aliberto Divini. 

Collina delle Ossa, mattino del 4° ahner crescente (10 aprile)

Tutti tranne Belletto e l’Arcibarone si svegliano sfiniti: hanno sofferto di lancinanti crampi allo stomaco per tutta la notte, forse un effetto della carne consumata.

Rimessosi in marcia e giunto al bivio, il gruppo decide di esplorare l'altro ramo dove le tracce del cinghiale si inoltrano, ma l’Arcibarone è titubante. Mentre discutono,  Belletto e Autolicus notano una strana roccia: intagliata a scacchiera e procede oltre una curva. Autolicus ha una rivelazione: potrebbe trattarsi delle squame di un serpente pietrificato, ed anzi sembrano corrispondere come forma e dimensione alla pietra che da' il nome al sentiero del serpente.

Mente si inoltra in esplorazione il terreno sotto i piedi di Belletto cede, facendolo scivolare tra dei rovi le cui spine violacee fanno pensare a del veleno. Fortunatamente non viene ferito, ma si complicano molto le operazioni di estrazione da parte di JJ e Autolicus.

Una volta al sicuro, Autolicus ricorda e racconta una leggenda dell’infanzia: 

Si racconta di una nobildonna affetta da una malattia incurabile che l'avrebbe portata presto alla morte. La nobildonna decise di percorrere il sentiero del serpente per recarsi all'albero sacro alla dea Anui, matrona della morte, e offrirle in sacrificio la vita di una sua domestica in cambio di una lunga esistenza. La dea non vide di buon occhio l'offerta e maledisse la nobildonna: sarebbe vissuta in eterno, ma al servizio della dea e vincolata all'albero. Le sue carni sarebbero lentamente avvizzite mentre uomini e donne si sarebbero recati da lei in cerca di una risposta in cambio di un dono. Fino alla fine dei tempi avrebbe assaporato la letizia di un dono adeguato e l'amarezza di un dono indegno.

Azlyn disegna la scultura del serpente.

Il gruppo prosegue e attraversa una galleria buia, decorata con graffiti che rappresentano un grande albero e figure umane ambigue. Uscendo dal tunnel, il paesaggio si fa spettrale: l’aria è inquieta, i colori sbiadiscono. Scoprono che la “collina” che hanno visto poco prima è in realtà la chioma di un albero gigantesco, simile a un teschio ricoperto di lanugine e fogliame folto.

Sotto l’albero trovano ciondoli metallici e figurine umane a testa in giù, fasciate. Azlyn, presa da terrore, si allontana con il maggiordomo Makovr. JJ si avvicina all’albero e prega la dea, offrendo la fibbia della sua cintura.

A quel punto appare Vastaara l’Appesa, spirito legato all'albero metaforicamente e fisicamente: i suoi arti sono avvolti in spesse corde o liane che la tengono appesa come un burattino. In risposta al suo dono, JJ riceve un messaggio criptico riguardo al suo desiderio di apprendere l’arte della spada: deve convincere il suo futuro maestro che non ripeterà i suoi stessi errori.

Autolicus offre tutti i suoi soldi, ma Vastaara li rifiuta. Solo donando un pezzo del suo corpo meccanico riesce a ottenere una risposta al suo quesito: i suoi genitori sono vivi, ma ignari della loro condizione. Non è nato dall’amore. Vastaara sembra toccata dalla tristezza che le sue parole portano nel cuore del ragazzo, ed avvicinandosi lo accarezza con un gesto amoroso. "Ricorda che nonostante tutto resti quello che sei. Te stesso è il dono più grande che hai, non sottovalutarlo e non dimenticarlo mai."

Azlyn dona un anello di alluminio e chiede se sia sicuro per lei tornare nella corporazione. Vastaara le risponde con durezza, mettendo in dubbio i valori dell’organizzazione. In cambio di un secondo dono, Azlyn chiede l’origine del luogo e riceve l'invito a intraprendere un viaggio per apprendere le ragioni della dea. Solo alla fine del cammino, se degni, potranno ritrovare questo luogo.

Fine ventunesima puntata.


Diario a cura di Azlyn
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Ana Fedina

lunedì 5 maggio 2025

Il cinghiale istrice

Bristling Boar by Zezhou Chen

Collina delle Ossa, sera del 3° tehner crescente (8 aprile)

A seguito del furto di gran parte delle provviste la compagnia è costretta a razionare il cibo, ma l'arcibarone non è della stessa opinione e con strafottenza mangia a sazietà.

Dopo una chiacchierata con Leucosia, che tenta inutilmente di convincerlo a non esagerare, chiede uno spettacolo. Nonostante sia improvvisato il Palco 51 riesce ad entusiasmarlo tanto da proporre una scommessa. Assisterà ad uno dei prossimi spettacoli del Palco 51, se si divertirà finanzierà la compagnia, altrimenti il Palco 51 sarà costretto a smettere di recitare.

Collina delle Ossa, metà mattino del 3° enhor crescente (9 aprile)

Autolycus, Jean Jaques e Choro tornano da una sessione di caccia con qualche provvista, tra cui un coniglio.

Dopo aver disfatto il campo, in attesa che l'arcibarone si svegli, Autolycus racconta di una leggenda udita da bambino e tornatagli in mente dopo aver visto la roccia del serpente.

“Una nobildonna colpita da una malattia grave, non rassegnandosi alla morte, sacrificò una sua domestica sotto un albero sacro alla dea della morte Anui. La dea non vide di buon occhio il sacrificio e della nobildonna non si seppe più nulla.”

Secondo la leggenda per arrivare all'albero sacro è necessario seguire il “sentiero del serpente”.

Attesi i comodi dell'arcibarone ci si rimette in cammino seguendo le tracce del cinghiale. Giunti ad un bivio (ossia dove le tracce del cinghiale si dividono) si decide di seguire il sentiero che va verso l'alto.

Dopo circa un'ora di cammino Leucosia sente uno strano odore, ma è interrotta da Choro che indica quello che si rivelerà essere il cinghiale.

E' enorme, e dal suo corpo spuntano numerosi rostri di differente lunghezza e dimensione. La battaglia si rivela ardua per l'incredibile forza e robustezza del cinghiale, in grado di travolgere tutti con una sola carica e dalla pelle spessa come quella di un rinoceronte. Grazie soprattutto alla reazione rapida di Jean Jaques viene impedito alla bestia di fuggire, ed in poco viene sopraffatta.

I rostri si rivelano essere pungiglioni ricurvi conficcati nel corpo della bestia nell'arco di anni. Tramite i suoi poteri arcani Autolycus capisce che la bestia è nata con una mutazione che la rende immune al veleno di qualunque cosa gli abbia infilato quei pungiglioni addosso, sebbene tra i suoi muscoli esistano tutt'ora delle cisti contenenti il suddetto veleno.

La bestia viene macellata con estrema cura da Jean Jaques, Leucosia e Belletto, mentre il resto della compagnia appronta il campo a qualche centinaio di metri di distanza dalla carcassa. Sembra essere stata l'idea giusta, perché qualcosa di ronzante sembra esserne attratto. I nostri non restano a controllare di cosa si tratta e si allontanano più in fretta che possono.

Fine ventesima puntata.



Diario a cura di Belletto Fortunato
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Zezhou Chen

lunedì 3 marzo 2025

Tra Choro e Leucosia interferire è eresia

Roccia del Serpente

Collina delle Ossa, metà giornata del 3° tehner crescente (8 aprile)

Klik arretra allontanandosi dalla battaglia per sentirsi più sicuro mentre JJ si lancia all’attacco colpendo con lo stocco qualcosa di legnoso dentro l’armatura del cavaliere. Leucosia continua a lanciare improperi allo spettro per mantenerlo in fuga e l’arcibarone impartisce ordini a tutti gestendo al meglio la battaglia per poi tentare di colpire col suo pesante maglio. Il cavaliere fa un balzo avanti mulinando la spada con un ampio arco teso a colpire tutti i presenti alla mischia. Con un balzo Choro supera tutti affronta il cavaliere e assesta un colpo che lo fa barcollare. 

Rollo si rivolge di nuovo agli spettri con voce profonda e convincente: “Fratelli! Ascoltate la storia di Batta, Chango e Tussuk. Di come sono morti... come voi!!! Morti perché hanno osato oltrepassare la pietra del serpente. Tornate a dimorare nell’oscurità. Anime maledette!” 

Gli spettri si sono lanciati uno sguardo e appaiono meno determinati e pericolosi e Rollo avendo ottenuto quello che si era prefissato si defila nascondendosi nella boscaglia.

Dalla testa mozzata esce un liquido nero denso che si appiccica all’avambraccio del povero Klik. Solo Azlyn riesce a farglielo saltare via prima che faccia troppi danni. Belletto da' il suo contributo con una frase caustica portando “sciagura” al cavaliere e Klik si ributta nella mischia lanciando lampi taglienti. Leucosia osserva un luccichio nel luogo dove era seduto il cavaliere e sempre maldicendo lo spettro si avvicina lentamente per indagare. La battaglia impazza, JJ ubbidisce agli ordini dell’arcibarone impegnando gli spettri mentre il cavaliere continua ad incassare colpi, Klik viene temporaneamente paralizzato dalla paura e Rollo cerca di capire dove sia rotolata la testa, la troverà solo a scontro finito. Leucosia finalmente giunta all’albero raccoglie un medaglione composto da un mosaico di vetro raffigurante il simbolo di un cervo. Lo impugna e rivolgendosi al cavaliere ottenendo di paralizzarlo per un istante, quanto basta all’arcibarone per sferrare il colpo finale. L’armatura crolla, il medaglione si incrina e gli spettri lanciano un terribile urlo prima di svanire.

Nei pressi vengono rinvenute le spoglie, vecchie di una decina di anni, di tre persone che vengono seppellite con un gesto di misericordia da Belletto. JJ si appropria della spada e dello scudo, entrambi imbevuti di potere magico, mentre Leucosia si infila in tasca il medaglione che ha alcune proprietà interessanti. Rollo infila in un sacco il cranio e l’elmo del cavaliere per riportarlo in città. Il resto del corpo e l’armatura viene seppellito con l’intento di, magari, ritornare a prenderlo qualora la famiglia si mostrasse interessata e volesse pagare una lauta ricompensa.

Lo stemma secondo Makrov appartiene alla famiglia Alberone dell’ Orunet, sembra che molti anni fa la famiglia dell’arcibarone abbia rubato dei meriti sul campo di battaglia; l’arcibarone non sembra interessato a riportare le spoglie per riappacificarsi con loro.

La battuta al cinghiale prosegue e dopo poco viene raggiunta una formazione rocciosa che somiglia ad un serpente. Rollo mette a conoscenza il gruppo del contenuto del diario e della pericolosità del luogo dove sono giunti e l’arcibarone decide di spostare lì il campo per proseguire la sua avventura. Ordina ad una parte del gruppo di tornare a smontare il campo. Belletto, Leucosia, Rollo e Choro si mettono in cammino, una volta giunti al campo notano subito che qualcosa non va. Il campo è stato saccheggiato da qualche animale che, a dispetto dei sospetti iniziali, non sembra essere il cinghiale. Le provviste sono sparite. Quattro persone dovranno portare le cose di otto e Leucosia si rifiuta di caricarsi come un mulo. Scoppia un litigio furibondo con Choro che in un primo momento subisce la presenza terrificante ed è costretta a fuggire ma quando la morsa magica viene rilasciata ritorna più arrabbiata che mai e riesce a darle due poderosi pugni prima che Belletto e Rollo riescano a separarle. 

Caricandosi più del dovuto, ma facilitati dall’aver perso il peso delle provviste, il gruppo si riunisce e viene preparato il nuovo campo. Alcune cose non di vitale importanza sono rimaste indietro e verranno recuperate all’indomani mattina o nel viaggio di ritorno. La notizia della perdita del cibo viene accolta con preoccupazione da Makrov che si augura che la caccia al cinghiale vada a buon fine per evitare di dover finire prematuramente la battuta. 

Presi da parte solo i componenti del Palco 51 Leucosia inizia una discussione sull’accaduto e su eventuali provvedimenti da prendere nei confronti di Choro...

Fine diciannovesima puntata.


Diario a cura di Eros Rollone
Revisione a cura di Ohmnibus

lunedì 17 febbraio 2025

Lo spirito del Serpente

headless knight by Anastasiya Alexeeva

Collina delle Ossa, sera del 3° ahoer crescente (7 aprile)

Stanco di aspettare il cinghiale anche l'arcibarone raggiunge il campo base poco dopo il suo allestimento. Rollo si dedica per il resto del giorno alla lettura del diario.

Il nome dello scrittore nella seconda di copertina è ormai cancellato dal tempo e dall’umidità.

I primi tempi la resistenza si stava facendo valere, almeno finché i llud non iniziarono a battere a tappeto e in forze la foresta costringendoli a ritirarsi sempre più in profondità. Quei luoghi erano considerati anche all’epoca pericolosi. Il diario si interrompe nell’estate del 72 mentre faticavano a trovare cacciagione e il morale era basso.

Durante il primo turno di guardia Leucosia approfondisce la conoscenza di Choro, è stata a Kobe nel Wirtar dove viveva il maestro che le ha insegnato, ora è in cerca di qualcuno che la sconfigga per imparare qualcosa e diventare più forte per rimettersi poi ancora alla ricerca.

Improvvisamente un forte stridio di grilli sveglia tutti, dall’intensità dei rumori devono essere una dozzina di esemplari di almeno 20 kg, oltre questa prima cerchia sembrano essercene infiniti altri e solo la creazione di tappi di cera presa da candele consente al gruppo di riprendere sonno. Con la luce dell’alba le creature smettono di rumoreggiare e l’arcibarone decide di rimanere a riposare fino a tardi per recuperare. 

Collina delle Ossa, mattino del 3° tehner crescente (8 aprile)

Klik si mette all’opera per costruire dei paraorecchi con muschio resina e sughero. Azlyn va in cerca di tracce nel bosco e trova delle orme di cinghiale vecchie di alcuni giorni che portano lontano dalla tana . Rollo continua la sua lettura:

Le creature della zona si erano inselvatichite oltremodo ed erano diventate un problema più grosso dei llud per loro, qualcuno andato in cerca di cibo non era mai ritornato. Il Batta, per il quale usa un tono dispregiativo, viene definito vigliacco e sembra che rovinasse il morale con delle storie sullo “spirito del serpente” a cui Chungo e Tussuk credono. Lo scrittore non crede che le storie siano vere ma in ogni caso esiste un luogo chiamato "Pietra del Serpente" oltre cui è meglio non andare e si sentono intrappolati fra l’incudine e il martello.

Quando l'arcibarone si sveglia decide di seguire le tracce del cinghiale viste da Azlyn. Senza disfare il campo base ci si incammina lungo quello che sembra essere uno dei percorsi abituali della bestia. Da terra le ossa che spuntano sembrano man mano aumentare e Klik scavando si rende conto che sono molto numerose.

Dopo un paio di ore viene raggiunta una radura con uno scheletro in armatura appoggiato ad un albero come si stesse riposando. Accanto a lui un arma appoggiata al suo fianco ed uno scudo semicoperto da radici e muschio. Leucosia si insospettisce immediatamente e si ricorda di alberi che emanano spore velenose, dal terreno sembrano esserci molte più ossa e se ne vedono di umane. Rollone è spaventato senza sapere il motivo e non vuole fare nemmeno un passo all’interno della radura mentre JJ e l’arcibarone sembrano molto interessati alle armi del cavaliere. Dopo le prime accurate osservazioni JJ rompe gli indugi e con circospezione si avvicina lateralmente.

Dalla parte opposta della radura una persona che nessuno aveva notato prima si alza in piedi e mette mano alla spada. Nel digrignare i denti gronda sangue dalla bocca.

“Chi è venuto a violare il sonno del cavaliere?” La figura molto emaciata è come sfocata e sembra essere un fantasma. “Io e i miei fratelli veglieremo sul corpo del cavaliere per sempre, anche se dovessimo divorarci tra di noi per sopravvivere”

Le minacce dello spettro fanno scattare JJ che si sente sfidato e il combattimento ha inizio mentre altri due spettri compaiono come dal nulla.

JJ porta un colpo che apparentemente non causa danni poi salta di lato scoprendo un fianco del nemico su cui si abbatte il martello dell’arcibarone. Gli spettri tentano di parare e schivare gli attacchi come fossero vivi anche se le armi non sembrano ferirli. Azlyn con un attacco mentale sembra finalmente riuscire a ferire lo spettro mentre Klik corre al corpo del cavaliere e afferra il teschio: forse separarlo dal corpo metterà fine a quella stregoneria. Ma ottiene solo di far infuriare gli spettri .

Uno di loro lo colpisce con la spada. Al posto di una ferita di taglio le carni si congelano dolorosamente. Uno dei fratelli lo prende a male parole causandogli una dolorosa visione a cui riesce a stento a resistere. Leucosia usa una delle sue arti mentali per terrorizzare il terzo fratello, riuscendo a metterlo in fuga.

Rollo si era visto sfumare la possibilità di negoziare un lasciapassare dopo la decapitazione delle spoglie così, giocandosi tutte le sue carte, avanza con voce cavernosa ed intima ai soldati di inchinarsi di fronte all’arcibarone Renyjak!

Per un attimo il tempo si ferma. Il silenzio è rotto da un debole fruscio misto a cigolio e scricchiolio alle spalle di Klik… l’enorme corpo del cavaliere è in piedi, al posto della testa una fiamma blu dalla quale proviene una voce ultraterrena:

“Miei fedeli alzate la testa! I Renyjak hanno recato grande offesa alla mia famiglia e costui, loro discendente, ora ripagherà l'onta con sangue e lacrime!”

Fine diciottesima puntata.


Diario a cura di Eros Rollone
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Anastasiya Alexeeva

lunedì 13 gennaio 2025

Il soffione e il gioco del piedibuca

Arcibarone Bergljot Renyjak (母者,組織暴力輩 and Gravedigger & Zombie by seok young choi)

Palco 51, sera del 3° nehener crescente (6 aprile)

Dopo una veloce ma accurata scrittura il contratto, con tanto di postille, è pronto per essere firmato, Autolicus lo legge senza capirlo ma firma subito fidandosi delle capacità di Rollone perché si sa, “lui di cose ne scrive tante e ha molta esperienza”. Gli altri si riserbano del tempo per prendere una decisione magari al ritorno dalla collina delle ossa stretti intorno ad un tavolo con un paio di birre in corpo.

Porta Nord di Belkar, alba del 3° ahoer crescente (7 aprile)

All’appuntamento alla porta nord il barone si presenta con un ora di ritardo, Belletto e Rollo in testa al gruppo fanno da guida mentre il barone viene mantenuto al sicuro all’interno del gruppo. Belletto fa l’errore di chiedere al barone dei racconti di guerra e il nobilastro, come lo ha subito definito JJ alle spalle, si rivela essere un insopportabile cafone guerrafondaio.

All’inizio il bosco è abbastanza comune con sentieri ben tracciati e segni di attività di boscaioli. Poi all’improvvisco il bosco si infittisce le fronde lasciano l’area in penombra e tutto sembra coperto da una spessa coltre di muschio. Dopo un po iniziano a vedersi dgli strani segni per terra, strisce irregolari lasciate sembra dal passaggio di numerosi grossi insetti, Belletto identifica un odore strano provenire dalle striscie e Autolicus ricorda aver visto da bambino delle formiche che migravano in colonne lasciando una scia simile a quella. JJ si siede spazientito per terra mentre Autolicus analizzando l’area scopre che sono insetti che comunicano con tracce olfattive e la scia più fresca passa proprio dove si è seduto JJ impregnandosi le brache di quel cattivo odore.

La scia viene seguita nella speranza di trovare un grosso animale che si ciba di quegli insetti e finisce dento un buco tra le rocce. Nei pressi si trovano delle ossa di animali di taglia media. Rollone lancia una pietra dentro la tana per fornire una preda al barone, dopo poco si inizia a sentire del trambusto ed escono una dozzina di esemplari di insetti color ambra che sembrano gonfi come dei palloncini. Il primo comincia a fremere e l’aria si satura di cattivo odore. Gli insetti attaccano, un buona metà si dirigono verso JJ probabilmente sentendo l’odore della scia di cui si è sporcato. Belletto ne congela alcuni Rollone con una pietra ne fa rotolare uno a lato mentre JJ con un colpo di spada ne uccide uno che esplode schizzando un liquido misterioso che schiva agilmente per un soffio. Il barone con una potente martellata ne schiaccia un altro e viene investito da un getto di acido poi si disinteressa della battaglia per lavarsi via il liquido con la scorta di acqua. Choro (la Giada nera) vedendo questa scena si trattiene dal portare il colpo per evitare di fare la stessa fine. Gli altri insetti a pochi metri iniziano a rotolare e tentano di mordere i garetti, uno di questi con un gesto suicida esplode ai piedi di Autolicus ferendolo.

Autolicus uccide un paio di insetti a distanza poi Rollo al grido di “ora invento un nuovo gioco” con un potente e preciso calcio col collo del piede lancia nella tana un insetto gridando “PIEDIBUCA!!!”, dopo questa scena Choro con un preziosismo alza una pietra col piede e la calcia contro l’ultimo degli attaccanti uccidendolo.

Analizzando le carcasse Autolicus capisce che vivono in grandi comunità e sono delle mutazioni non “naturali” Klik inoltre ricava una sorta di granata corrosiva dal corpo non esploso di uno di loro. Rollo esaminando l’entrata della tana trova una vecchia sacca col simbolo del soffione e all’interno una corda mezza mangiata da una strana muffa nera che si rivela essere utile per corrodere all’occorrenza una certa quantità di materiale. 

All’ora di pranzo il barone pretende di fermarsi per mangiare, durante il pattugliamento dei dintorni vengono rinvenute le tracce di un grosso cinghiale. Seguendo le tracce si arriva all’entrata di una grotta, il piano del Barone è far entrare un piccolo gruppo per stanare la bestia per poi attaccarla all’aperto. La grotta è vuota ma all’interno ci sono dei vecchi giacigli umani e si trova un’altra sacca col simbolo del soffione con un libretto malconcio dentro. Rollo la mette da parte per leggerla con più calma ed evitare visto le sue condizioni che gli si sfaldi in mano.

Viene creato un campo nelle vicinanze e il barone con altri di scorta si appostano sotto vento in attesa di fare un agguato all’animale. Rollo stende una coperta all’asciutto e mette mano al libretto che per la verità è meno delicato di quanto pensasse, sembra che abbia messo mano ad un diario che risale ai tempi della resistenza...

Fine diciassettesima puntata.



Diario a cura di Eros Rollone
Immagine (c) seok young choi

lunedì 25 novembre 2024

La lista del piombo

Jonathan P. Stolavich (Sketches 4 by Grigory Davidov)

Cittadella Gadhir, mattino del 3° sener crescente (5 aprile)

La sera precedente si è conclusa con una discussione sulla gestione della bacheca che ha lasciato l'amaro in bocca a tutti. Rollone si arrovella per gran parte della notte finché non gli viene l'idea di stilare un contratto da far firmare ai suoi compagni. Illustra l'idea mentre sono in cammino verso la cittadella Gadhir per definire i dettagli sulla missione di scorta, ma nessuno dei suoi sodali condivide il suo entusiasmo.

Il discorso si interrompe quando arrivano alla cittadella, dove si è formata una lunga fila per entrare. Le guardie imperiali, protette da un'armatura composta da un materiale simile alla grafite, interrogano tutti quelli che vorrebbero entrare. I componenti del Palco 51 non vengono ritenuti adeguati per entrare e sono costretti a fare il giro delle mura interne per entrare dalla porta nord, più vicina alla meta.

All’interno della cittadella accedono ad una tenuta con giardini e campi coltivati, dove trovano l'arcibarone. Il nobile committente è un omone spocchioso coperto di un cappotto sotto al quale sfoggia il torso istoriato di tatuaggi. Nella stalla la cavalcatura del barone si rivela essere un’alce gigantesca. Alla battuta parteciperanno l'arcibarone e il suo assistente Makorv che organizzerà la spedizione. Viene compilata una lista di equipaggiamento necessario. Klik prova a richiedere cose per i suoi progetti come acciaio, piombo e calamite, tutte cose abbastanza improbabili che vengono scartate dall’uomo.

La partenza viene fissata all’alba del secondo giorno (il 3° ahoer - 7 aprile). Il luogo d’incontro è la porta nord/est della città.

Resto del 3° sener crescente (5 aprile)

Rollone va ad avvisare la Giada Nera, poi corre a casa per cominciare a scrivere il contratto. Klik termina la costruzione della casetta per Ignea e le promette mirabolanti migliorie quando reperirà altro materiale in cambio della sua collaborazione futura.

Belletto e Azlyn vanno in osteria e apprendono da Ariagarn che Clarmont, un suo ex fornitore, potrebbe sapere qualcosa di più sulla collina delle ossa. Il tizio vive al distretto Dalnyr, all'incrocio col bivio del porto.

Jean Jaques si incontra con Aline e le rivela di essere suo fratello da parte del padre, il conte De Gavrillac de Bourbon, infrangendo tutti i sogni d'amore della ragazza. Jean Jaques ribadisce che farà tutto quello che è in suo potere per impedire al bieco marchese Noël De Maynes di mettere le grinfie su di lei, e che per farlo dovrà allenarsi con la spada per poterlo affrontare in duello. Lei fa fatica ad accettare la realtà. Dopo essersi sfogata gli rivela l’identità del migliore maestro di spada di Belkar, Selna Doukoon.

Belkar, 3° nehener crescente (6 aprile)

Azlyn si dedica alla produzione di poncho mimetici, mentre Klik riesce a produrre un prototipo di piccione meccanico che ancora però non è in grado di coprire grandi distanze (circa 200 metri).

Gli altri raggiungono in un paio di ore il distretto Dalnyr. La parte più esterna della macchia sembra essere relativamente sicura tanto che è frequentata da cacciatori e boscaioli ma addentrandosi nella parte più scoscesa i pericoli sembrano aumentare. C’è una fauna tipica dei boschi ma ascoltando i racconti di chi ci è stato anche creature strane e insetti più grandi del normale. Il bosco sembra essere anche particolarmente buio e le spedizioni trovano spesso ossa tutte spolpate apparentemente più numerose rispetto al numero di uomini di cui si conosce la scomparsa. Belletto osservando con attenzione la collina sembra scorgere il profilo di un corpo femminile, e grazie a questa "mappa mentale" è abbastanza sicuro di sapersi orientare in futuro. Rollone vuole parlare con un brone per avere dettagli sulla leggenda della "collina delle ossa". Interpellato il bracciante Stolavich si scopre che la storia risale a circa quindici anni prima, qualche anno dopo la conquista da parte del Llundian. Un nobile, forse un cavaliere, si addentrò nel bosco e non fece più ritorno. Le spedizioni inviate successivamente per cercarlo ebbero la stessa sorte. Rollo non può fare a meno di pensare ad una buona storia: la resistenza brone coperta dalla leggenda della collina delle ossa.

Dopo una breve e infruttuosa ricerca di erbe al limitare del bosco si torna in città, Belletto vorrebbe acquistare delle erbe repellenti per insetti e dopo una furibonda lite fra i tre (Rollone, Belletto e Jean Jaques) sull’utilizzo della cassa comune si opta per lasciare le erbe sullo scaffale. Rollo si convince sempre di più dell’esigenza di un buon contratto che regoli le questioni interne del Palco 51...

Fine sedicesima puntata.


Diario a cura di Eros Rollone
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Grigory Davidov

lunedì 18 novembre 2024

Adrenalina

Choro, la Giada Nera (Brawler by Choro Choi)

Orfanotrofio San Argabar, notte del 3° ahner crescente (3 aprile)

Il giro notturno di ispezione all’orfanotrofio promette bene, le finestre basse non hanno tutte le inferiate ed è abbastanza facile riuscire ad entrare non visti nella struttura sia perché il piccolo cortile è pieno di ombre sia per l’assenza di guardie nella zona.

Belletto, che si è visto bocciare l'idea di far scorte di dolciumi, si sente comunque abbastanza sicuro da anticipare l’effrazione, e assistito da Rollone in veste di scassinatore scavalcano le mura di cinta.

Dopo aver forzato una finestra col piede di porco affrontano l’oscurità a tentoni fino a quello che dovrebbe essere l'archivio. La serratura chiede in pegno un grimaldello, che Rollone dovrà ricomprare, ma riescono ad entrare senza allertare nessuno.

Accesa una candela, Belletto trova nelle sue ispezioni un documento relativo ad una grossa donazione. Ha già visto da qualche parte il tipo di carta anticata utilizzata, ma non ricorda dove.

Rollone che nel frattempo rovista negli schedari non trova la cartella di Autolycus che l'amico gli aveva richiesto. E' più fortunato con la cartella di Torrin Xuti. Si scopre che è diventato orfano durante l’invasione del Llundian. Non si è mai integrato con gli altri bambini ed è stato spesso vittima di bullismo. Per sfuggire alle angherie si nascondeva in strette intercapedini dove nessuno oltre a lui era in grado di infilarsi grazie alla sua corporatura esile. Prima della sua fuga dall'orfanotrofio pare abbia avuto contatti con altri ragazzi poco raccomandabili fuori dell’orfanotrofio, uno dei quali aveva un tatuaggio di uno scudo.

Uscendo dall’edificio i due vengono sorpresi da un bambino destatosi per i rumori e riescono a rimandarlo a letto dietro compenso di 40 drog, dato che non avevano dolciumi. Allontanatisi velocemente dalla zona, Rollone medita di tagliarsi i baffi e si annota nel diario di non passare per un po’ nei pressi dell’orfanotrofio per non farsi riconoscere.

Palco 51, mattino del 3° tahner crescente (4 aprile)

All’indomani mattina la scritta col sangue “Sarò la tua Sciagura” imbratta l’entrata del teatro. Appare subito chiara al solo interessato; un inquietante messaggio d’amore di un certo pagliaccio per Belletto…

Accademia dell'Ancora, mattino del 3° tahner crescente (4 aprile)

Il terzetto si toglie di torno e va a cercare informazioni all’Accademia dell'Ancora. Secondo Ariagan lo scudo potrebbe essere il simbolo degli antagonisti dell’ARCA, il “Sodalizio dei leali vigilanti”, la cui base principale si trova nel distretto di Tolnir. Le cose si fanno troppo pericolose per andare avanti oltretutto non ci sono più questioni in sospeso con loro che giustifichino eventuali rischi. La bacheca delle missioni è ben fornita, la richiesta di un teatro di burattini gratis per l'orfanotrofio viene scartato per evitare di essere riconosciuti, il recupero di un relitto è infattibile per evidenti mancanza di mezzi e competenze necessarie. Belletto decide di partecipare come cavia ad una sperimentazione di farmaci, mentre Rollone è interessato, in qualità di improvvisato impresario di Autolycus, alla richiesta della di una guerriera che offre soldi per essere affrontata in combattimento. Autolycus vuole convincere Rollone ad accettare una pericolosa missione per scortare un barone in una battuta di caccia alla Collina delle ossa. Il barone è un nobile del Niduven, nel Llundian, che sembra essere stato mandato al fronte alcuni mesi prima perché "scomodo". Le voci su di lui dicono che cavalchi un alce. La Collina delle ossa, il cui nome ufficiale riportato sull'ingaggio è "Macchia di Dalnyr", è tristemente nota perché chiunque vi si avventuri non torna e di lui si trovano solo le sue ossa. Qualcuno ha commentato scrivendo sul biglietto che la missione è una follia…

La donna nordan che si fa chiamare "La Giada Nera" e che cerca qualcuno in grado di sconfiggerla, ha affittato un magazzino dove vive e si allena. Sembra moto ben preparata e pericolosa. Autolycus e Belletto vogliono convincerla a partecipare alla spedizione alla Collina delle ossa confidando che l’impresa possa portarle l’adrenalina che va cercando, lei accetta per 1250 drog a patto di avere un incontro con Autolycus. Lui si convince solo dopo che Rollone si è offerto di combattere al suo posto.

Dopo un primo tentativo poco convinto Autolycus perde il controllo e va in berserk. Il suo colpo sprigiona un onda di energia che, schivato agilmente dalla donna, colpisce in pieno il povero Belletto. La Giada Nera blocca in una morsa il braccio di Autolycus facendo leva fino a quasi romperlo. Un gesto inconsulto del ragazzone lo porta però a rompersi il braccio da solo…

Con l’impegno di avere in futuro un altro scontro la donna accetta di prender parte alla spedizione. Rollone e Belletto, corrono a prendere il biglietto della missione e si incamminano verso la dimora del barone per avere i particolari...

Fine quindicesima puntata.



Diario a cura di Eros Rollone
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Choro Choi