Bosco di Altavalle, mattino dell’8° tahner crescente (9 maggio)
Dopo essersi accertati dell’assenza di passaggi segreti, il gruppo discute su come superare il “guardiano”.Il gigante di roccia si è “attivato” quando Kaisho ha tentato di aprire la porta. Data la loro esperienza con i naga, ritengono che sia proprio quello l’evento che scatena la furia del guardiano; decidono quindi di risolvere il problema alla radice bruciando la porta.
Fanno ricorso alle boccette d’olio per lanterna di Medòm ed una freccia infuocata di Bodo. Dopo alcuni minuti della porta e di parte della parete non resta che cenere fumante.
Medòm è il primo che, con molta circospezione, supera i resti del passaggio. Gli altri lo seguono quando capiscono che il guardiano non è più una minaccia.
Il corridoio li porta ad un’ampia sala avvolta nel buio. In lontananza, a circa 5 metri di altezza, delle torce forniscono una luce insufficiente per cogliere i dettagli dell’ambiente circostante. Nella sala si ode chiaramente il suono di un corso d’acqua, ed ancora più chiaramente il suono di quattro voci intente a giocare a carte. Le voci provengono da una porta sulla destra. Il tono degenera rapidamente, e prima che la compagnia possa fare alcunché la porta si apre ed esce un uomo, adirato. Vede la compagnia, ma Medòm lo assale fulmineamente. Grazie all’elemento sorpresa il guerriero delle dune mette fuori combattimento l’uomo senza dargli il tempo di allertare gli altri.
Kaisho si nasconde nelle ombre e procede da solo, mentre gli altri aggirano la stanza e salgono una rampa di scale adiacente alla parete di destra.
La scala porta ad un camminatoio che passa sopra il corso d’acqua. E’ qui che la compagnia viene individuata, e viene dato l’allarme.
Nella fuga Maliny perde l’equilibrio e cade nel corso d’acqua sottostante. Grazie alla psicoscienza riesce a sfuggire alla corrente attivando il potere di levitazione, ma predono secondi preziosi ed all’improvviso l’antro viene illuminato a giorno.
Quella che vedono è una caverna naturale del diametro approssimativo di 40 metri. Al centro scorre da nord a sud un piccolo fiume sotterraneo. Sulla riva ovest sono tirate in secca tre piccole imbarcazioni a remi. Ad un’altezza di 4 metri circa c’è un camminatoio scolpito nella roccia che percorre il perimetro della grotta in senso antiorario da nord-est a sud est. Sia al livello del fiume che in corrispondenza del camminatoio si aprono alcuni corridoi.
Da questi corridoi escono circa dieci uomini. Tra tutti spicca un volto noto: quello di Artemio. Sembra sinceramente sorpreso della presenza della Compagnia. Maliny e Medòm tentano di convincerlo a lasciar andare la contessa Elminia, ma il bandito replica che le condizioni non sono cambiate: la contessa per la reliquia. Si lascia anche sfuggire di essere in combutta con Efrone. La situazione degenera quando Maliny fa notare che non sono più in possesso dell’oggetto. Dal momento che sono divenuti inutili ai suoi scopi e, soprattutto, conoscendo l’ubicazione del rifugio, Atremio ordina che siano tutti messi a tacere.
Mentre alcuni banditi bersagliano la compagnia da lontano, altri cercano il corpo a corpo. Kaisho usa la sua fine capacità di nascondersi e, non visto, imbocca la galleria dalla quale il gruppo è arrivato. Gli altri saltano nel corso d’acqua sotterraneo, cercando di raggiungere le imbarcazioni.
Maliny utilizza un potere per spingere l’imbarcazione sulla quale è salita nel flusso del torrente, fino a sparire nella buia galleria sotterranea a sud. Anche Bodo e Medòm sono riusciti a salire nell’imbarcazione, ma entrambi sono stati colpiti più volte dalle frecce e sono piuttosto malconci.
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