lunedì 2 settembre 2024

Kaboom!

△kira Unit by Marcin Rubinkowski

Bosco ai margini del distretto Halda, tardo pomeriggio del 2° nehener crescente (30 marzo)

Mentre Belletto, Leucosia, Rollone e Aileen corrono lontano dalla tana, Autolycus, Jean Jaques e Klik fanno amicizia con la creatura rattogena.

La via davanti a loro è sgombra, essendo più veloci dei topi, ma arrivano dei corvi che “radunano” i roditori che li circondano. Sembra non esserci via di fuga.

La creatura rattogena abbraccia con inquietante gentilezza Autolycus, che lascia fare finché non si rende conto che le parti biologiche del rattogeno si stanno fondendo con le sue. I tre cambiano improvvisamente registro ed attaccano la creatura, finché questa non inizia a fumare al che i nostri pensano bene di darsela a gambe.

I quattro in fuga verso la fattoria iniziano ad avere mal di testa e percepiscono nelle loro menti la frase “Nemici dei corvi!”, al che capiscono trattarsi di una vendetta dei tengu. Leucosia parlamenta ed ottiene una tregua, ma mentre i corvi mettono in fuga i ratti, il tronco sradicato dietro di loro ed un’ampia parte di terreno esplode. L’onda d’urto stermina i ratti e manda i nostri a gambe all’aria.

Quando si ripigliano vanno a cercare i compagni e li trovano malridotti ma vivi. Una qualche forza li ha protetti dall’esplosione.

Avvisano Slavyach del lavoro completato e si vanno a fare un bagno.

Autolycus sogna di fuggire da un luogo pieno di vasche e cilindri pieni di liquido e qualcos’altro. Il suo corpo è piccolo e non sembra umano. Nella fuga scardina un tombino, che gli resta attaccato addosso e diventa parte di sé. Fugge per tubature buie fino ad arrivare al mare.

Bosco ai margini del distretto Halda, mattino del 2° ahoer crescente (31 marzo)

Il giorno dopo tornano sul posto per cercare i resti del rattogeno, ma non trovano nulla. Probabilmente qualcuno deve aver fatto sparire ogni traccia. La Corporazione?

Distretto Wenval, tarda mattinata del 2° ahoer crescente (31 marzo)

Tornano in città per parlare con i tengu. Questi non vogliono sentire ragioni: devono avere il colpevole della morte di Breda.

Jean Jaques non è per niente contento della situazione, ma alla fine acconsente, insieme a Belletto, di tornare a parlare con Alish. I due si scusano di quanto accaduto con i compagni e lo avvisano che l’anello è un oggetto pericoloso. Alish sembra essere scosso quando apprende che l’oggetto è stato costruito con lo scopo di assorbire energia vitale, ma si rifiuta di dire chi glielo ha dato.

Belletto non insiste, e dopo essersi fatto firmare la ricevuta per poter riscuotere il premio della missione, saluta cordialmente. Quello che non dice è che si apposterà per pedinare Alish.

Fine decima puntata.

Diario a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Marcin Rubinkowski

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