lunedì 5 novembre 2012

[RdL] "La testa di pesce"

(c) Karina Faria
Le indagini iniziano da Filo Elioto, il locandiere, dal momento che è più facile da reperire.
Loreline, Parsic e Kirsten si recano sul posto e scoprono che si tratta di una bettola di bassa categoria nella zona Nord-Ovest della città. Si affaccia su una strada secondaria da una porta del tutto anonima, se non per una rozza insegna in legno con un’approssimativa incisione della testa di un pesce.
Entrano e, ignorando gli sguardi curiosi degli avventori, chiedono una stanza per la notte, la migliore, se possibile. Il locandiere ordina al garzone di accompagnare i signori di sopra, ma Loreline richiede di essere accompagnato dal proprietario. Il locandiere, sbuffando, li accompagna di sopra e la "stanza migliore" si rivela essere che è una cella appena sufficiente per due persone. Fanno cenno all’uomo di entrare per aprire la finestra per far prendere aria, questi ubbidisce ma una volta entrato anche gli altri entrano chiudendosi la porta e sbarrandogli la via di uscita.

Iniziano ad interrogarlo. Sulle prime il Filo è sulla difensiva, poi racconta quello che sa: un uomo, un tale Ezio Degani, si è presentato dicendogli di aver bisogno di alluron. Il locandiere l’ha mandato al diavolo, ma l’uomo ha insistito spiegandogli che avrebbe dovuto far da tramite e che avrebbe intascato un bel po’ di soldi. Sulle prime il Filo era perplesso, ma poi due suoi conoscenti garantiscono per Ezio ed allora accetta. Ora è piuttosto arrabbiato perché ancora non ha visto la sua parte ed è in perdita di 2000 drog. Si rifiuta di fare i nomi dei garanti, e dice che tanto varrebbe che lo uccidessero lì. Fornisce una descrizione di Ezio: basso, tarchiato, calvo, cicatrice al lato dell’occhio destro. Corrisponde con quanto detto da Elaine.
A questo punto Loreline diventa insistente e vuole assolutamente sapere dal locandiere TUTTO quello che sa. Filo Elioto si rifiuta, passa alle minacce e quando tenta di uscire dalla stanza c’è una breve colluttazione durante la quale vengono scagliate scosse elettriche e folate di vento. Filo viene atterrato e, benché cosciente, resta a terra finché il gruppo non decide di andarsene.
Quando attraversano la sala comune tutti gli astanti si alzano con fare minaccioso. Non compiono gesti inconsulti, ma i loro sguardi sono carichi d’odio. I tre escono e si allontanano della locanda, seguiti dagli sguardi minacciosi degli avventori.

E’ la sera del 12° Ahoer di Stagione Nuova (9 marzo).

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