Immagine (c) by Michaela Nienaber |
Everek, pomeriggio del 2° Nehener di Stagione Crescente (30 marzo)
La compagnia riporta i prigionieri ad Everek chiedendosi perché uno di loro tre sia stato ucciso. Loreline e Parsic dopo aver consegnato i due banditi alla guarnigione della città ottengono il permesso di interrogarli.Scoprono che l'uomo assassinato si chiamava Karish, e quando chiedono se ricoprisse ruoli chiave o se avesse dei nemici uno dei due prigionieri racconta che recentemente aveva avuto una discussione con Lario (omonimo del commerciante di tappeti), un bullo che non perde occasione per fare la voce grossa anche se non è nessuno di importante.
Nonostante i banditi sembrino disposti a parlare (più per paura che per volontà propria) il guardiano errante ed il custode non ottengono nessun'altra informazione interessante.
Nel frattempo Chaim parla con il maestro After, che si preoccupa molto per l’agguato subito dalla compagnia. Gli viene mostrato il cadavere di Karish, che dice di non aver mai visto prima. "Non che io conosca nessun'altro dei banditi, a parte Artemio" conclude.
Quindi la compagnia valuta di andare a parlare con Rossio, ma alla fine decidono di andare in locanda e prepararsi al giorno seguente, dimenticandosi di andare da lui.
Grande via a Nord di Everek, mattino del 2° Ahoer di Stagione Crescente (31 marzo)
Il giorno dopo i nostri si presentano al luogo pattuito per l’appuntamento: una zona pianeggiante e priva di nascondigli dove né la compagnia né Artemio avrebbero potuto nascondere uomini.Artemio si presenta con altri 4 uomini, tra cui Fardas, il bandito a capo del gruppo che ha teso gli agguati alla compagnia. Durante questi agguati ha mostrato di conoscere la psicoscienza.
L'incontro inizia in modo pacifico, tuttavia Artemio non è affatto interessato alle notizie su Rossio - anche se è un po' sorpreso che sia arrivato ad ingaggiare qualcuno per farlo fuori.
Dice invece che nei pressi del suo campo c’è un problema ben più grave che minaccia non solo i suoi uomini, ma tutta Everek e forse anche tutto il regno. Precisa che ha accettato l'incontro perché, dal modo in cui si sono salvati dai due agguati, forse la compagnia è in grado di aiutarlo.
Si propone di accompagnare la compagnia sul luogo, a patto che sia disarmata e si faccia bendare. Garantisce la sua protezione, sottolineando che non ha nulla contro di loro e che se li avesse voluti uccidere avrebbe fatto ricorso a metodi più semplici.
La compagnia accetta e viene condotta al campo dei banditi, molto simile ad un campo nomadi.
Di lì Artemio, da solo, scorta il gruppo nei pressi di quello che un tempo era il rudere di un tempio ma che ora si erige in tutto il suo splendore.
Seppur osservato da lontano il tempio appare maestoso, non il più grande visto dai personaggi ma probabilmente il più fastoso. Le colonne, i gradoni, le statue ed ogni singolo mattone sono minuziosamente istoriati con un linguaggio ormai perduto nel tempo. La testimonianza della sua antichità non deriva dai segni del tempo (che anzi sembrano del tutto assenti) ma dalla fitta vegetazione che lo avvolge e dal tipo di iconografia, che lo colloca agli albori dello spiritualismo. Stride con questo splendore l’acuto senso di malvagità sprigionato dal luogo, tanto forte da far svenire Maya.
Artemio racconta che inizialmente intendeva stabilire il suo campo all'interno del rudere: nascosto, robusto, ben difendibile… tutte caratteristiche che rendevano il luogo eccellente per stabilire il suo quartier generale. Ma dopo la prima esplorazione qualcosa deve essere cambiato. Forse lui o uno dei suoi uomini avevano risvegliato qualcosa, ed il giorno dopo il rudere era diventato lo splendido tempio che è ora. Lui ed un manipolo di uomini hanno tentato di esplorare il tempio, ma è successo qualcosa di cui non ha memoria, ed è svenuto. Si è ripreso nel luogo esatto da dove ora lui e la compagnia stanno guardando il tempio, ed ha visto una cosa orribile. Al posto del tempio c'era un groviglio di teste di serpente - sette ne ha contate - ognuna grande come un carro e nera come la notte senza stelle, e stava straziando i suoi uomini con fauci grondanti veleno. E' fuggito, ma una forza di cui non sa darsi spiegazione - forse il desiderio di dare sepoltura ai suoi uomini - l'ha indotto a tornare al tempio. Sulla soglia c'era un uomo dalla bellezza sovrumana ed inquietante. L'uomo gli ha ordinato che ogni mese, entro la luna piena, sia portato al cospetto del tempio un sacrificio corrispondente a sette barili di birra (o vino) ed una vergine. In caso contrario avrebbe distrutto il campo e tutte le città vicine.
Artemio, spaventato, ha eseguito gli ordini per sei volte, ma adesso che si avvicina il settimo sacrificio ha paura che possa succedere qualcosa di spiacevole.
Mancano due settimane alla luna piena e la compagnia deve decidere cosa fare.
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