Tempio delle scimmie, notte del 13° tehner pieno (16 settembre)
Dopo che Silvy ha inserito il codice si sente un sonoro "clack" provenire dall'altare. Dopo alcuni interminabili secondi di silenzio, la parte superiore ruota di pochi gradi, ma abbastanza da poter scorgere il contenuto. La voce spettrale prorompe nuovamente nella mente dei presenti e dice: “Le scimmie adorano le noci”.
L'altare contiene in effetti moltissime noci d'argento. Hanno lo stesso peso e consistenza delle normali noci, ma anche l'interno, incluso il mallo, sembrano d'argento. Per Diomira è chiaro che si tratta di magia pura.
Ciascuno dei presenti raccoglie diverse manciate di noci, ipotizzando possano servire per risolvere un altro enigma.
Svelato il mistero dell'altare, l'attenzione si rivolge alla porta sulla destra. Delle figure geometriche sembrano rappresentare una fontana stilizzata. Giannunzio la esamina e, ritenendola sicura, la apre senza sforzo semplicemente spingendola. Il corridoio dietro di essa prosegue per circa otto metri per poi svoltare a destra in una stanza rettangolare con un passaggio a sinistra ed un'enorme pila di grandi sfere di roccia.
Bastiano continua a non vedere. Wotan esamina le pietre e nota che sono ricoperte di una resina particolare che sottoposta a pressione e leggero calore diventa appiccicosa.
L'apertura sulla sinistra conduce tramite alcuni gradini ad una stanza ottagonale al centro della quale c'è un largo pozzo rotondo. Si sospetta che i massi tondeggianti siano una trappola, di cui però non si trova alcun meccanismo. Rodrigo si convince che sotto i massi possa essere nascosto qualcosa, ed usando delle coperte per evitare di restare incollato fa rotolare a terra la pietra più alta. Ma non c'è nascosto nulla. Wotan si convince che le pietre possano essere delle uova o forse delle creature che vanno in letargo pietrificandosi, perciò impedisce a chiunque di danneggiare le rocce, giacché qualcuno ha proposto di aprirle in due.
Rodrigo si avvicina incuriosito al pozzo. Si immagina che possa nascondere dei tesori e lo osserva meglio. All’interno ci sono uncini arrugginiti posti come se dovessero sostenere qualcosa, e quattro fori ben evidenti sotto il livello del pavimento.
A giudicare dal senso di stanchezza è notte fonda, ci si accampa quindi nella stanza dell'altare. Saranno fatti turni di guardia tenendo d'occhio l'ingresso dall'altra parte delle piattaforme sospese. I corni si sono fatti vicini e si inizia a sentire vociare provenire all’esterno. Bastiano cede a malincuore il cripto che rende incorporeo e lo affida a chi è di guardia: in caso di irruzione dei cavalcalupi, oltre a dare l'allarme la sentinella avrebbe dovuto recuperare la chiave. Il cripto di Bastiano sarebbe poi stato utilizzato per raggiungere gli altri qualora il portone si fosse richiuso da solo.
Bastiano dormirà subito fuori il portone, preferendo una morte orribile per mano di una orda di cavalcalupi piuttosto di una, per lui, ben più atroce da sepolto vivo.
Tempio delle scimmie, alba del 13° enhor pieno (17 settembre)
Alle prime luci dell’alba il vociare all’esterno si fa più intenso, ma nessuno entra nel tempio. Del resto essendoci una solo uscita conosciuta i cavalcalupi potrebbero avere modo e occasione di preparare un agguato. Si decide per proseguire senza chiudere le porte attraversate per mantenere una via di uscita aperta.
Rodrigo è talmente interessato al contenuto del pozzo da andare a controllarne il fondo di persona. Gli altri saranno pronti a riportarlo fuori tramite una corda che si è assicurato attorno alla vita.
Dopo averne saggiato la profondità legando un martello ad un'altra corda, si immerge. Scende facilmente per nove metri, e arrivato sul fondo trova una pietra rialzata di un paio di centimetri. Gli risulta naturale premerla. In quell'istante dai bordi esterni del pozzo scattano delle lame ad altezza caviglia che tutti riescono ad evitare tranne il povero Bastiano, ancora bendato. Silvy, innervosita più che preoccupata, strattona furiosamente Rodrigo facendogli uscire l'aria dai polmoni. Il combattente riemerge tossendo, e le sue proteste vengono immediatamente rimbottate da quelle di tutti i presenti, al che Rodrigo decide di mordersi la lingua.
In quel momento Silvy ha un'intuizione: le grosse pietre vanno gettate nel pozzo, che funge da "troppo pieno". Quando l'acqua sale entra nei quattro fori azionando così un meccanismo e forse sbloccando qualche nuovo passaggio.
Nel gettarle nel pozzo però bisognerà prestare attenzione a non rimanere attaccati alla resina delle pietre, altrimenti...
Fine quarantasettesima puntata.
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