lunedì 25 settembre 2023

Il campione

Quetzalcoatl: repaint by Camelid

Tempio del guado, mattino del 3° tahner calante (3 ottobre)

Il mattino arriva senza inconvenienti, tuttavia Diomira e Rodrigo raccontano di aver sentito qualcosa di grosso che si muoveva nel bosco, a circa venti metri oltre il cortile del tempio. Diomira ha anche avuto l'impressione di sentire una cupa e secca risata sardonica.

Ci si divide in due gruppi. Bastiano, che si è svegliato male, accompagnato da Skidzo e Silvy andranno in pattuglia nei dintorni del tempio, con la speranza di procurarsi qualche provvista. Gli altri rimangono nel tempio per studiare un piano per la discesa.

Il secondo gruppo dopo un'ora di ispezione dei quattro tunne ciechi si rendono conto che non ci sono passaggi segreti. L'inutilità dei cunicoli è anomala, ci si convince che la loro funzione potesse essere quella di nascondere delle guardie per tendere una imboscata a degli eventuali intrusi.

Il gruppo all'esterno nota, ad una ventina di metri dal cortile del tempio, tracce di un quadrupede di grosse dimensioni. A giudicare dai danni provocati alla vegetazione si è trattato di una bestia molto forte e dotata di corna o rostri ossei. Le impronte sono ovali con tre tozze unghie frontali. Le stesse impronte sono state notate il mattino del giorno prima, prima di arrivare al tempio. Silvy nota delle anomalie nei pressi delle tracce e conclude che potrebbero essere causate da un bastone o una lancia impugnata da qualcuno a cavallo della bestia.

Interpellato, Skidzo ritiene non possa trattarsi di una cavalcatura della sua gente perché loro utilizzano solo lupi o grosse lucertole di fiume, che però sono molto più piccole di quanto suggeriscano queste tracce. Poi tutto ad un tratto inizia a tremare, il colorito che lo abbandona: "Tribù evocato Grimock. No buono! Grimock è campione di cavalcalupi e cavalca un lupo gigantesco!". Incalzato, racconta altri dettagli: pare si nutra di carne viva. Oltre ad essere molto forte e veloce conosce anche i poteri degli sciamani. I racconti dicono che per evocarlo è necessario lo sforzo congiunto di dieci sciamani per la realizzazione di una "pozione" miracolosa. La sua fabbricazione, molto complessa, richiede al culmine della procedura il sacrificio di dieci cavalcalupi.

Il gruppo di cacciatori fa immediatamente al tempio ritorno per avvisare i compagni e valutare il da farsi.

Vista la pericolosità della situazione alcuni sono dell'idea di tornare immediatamente a Torana, mentre altri intendono proseguire: ora che il tempio è stato aperto (e visto che togliendo le chiavi non si richiude) ciò che custodisce potrebbe cadere nelle mani dei cavalcalupi, se non viene recuperato prima.

La cosa si mette ai voti, e nonostante le premesse vince quasi all'unanimità l'idea di proseguire.

Bastiano, Giannunzio e Skidzo restano all’esterno, pronti a respingere un attacco e proteggere l’uscita per i compagni. Magari attirando nel corridoio centrale il grosso lupo potrebbero attaccarlo di sorpresa spuntando dai corridoi ciechi laterali, anche se Bastiano preferirebbe di gran lunga una morte alla luce del sole.

All’interno si scende nel buco. Silvy con calma e decisione è la prima, Wotan arriva sul bordo e dopo essersi spogliato si trasforma in una sinuosa pantera nera. Scivola scivola nell’oscurità mentre Aileen, incantata, non riesce a smettere di fissarlo. La whirn si avvale dei suoi tentacoli neri per scendere, come ha fatto anche il giorno prima. Diomira in modo più convenzionale segue i compagni, con l'aiuto però di tre dei suoi naga. Yelena è più incerta, e ad un certo punto della discesa scivola, ma il fulmine la proietta nuovamente in cima alla caverna, illesa. Il secondo tentativo non è migliore, ma stavolta è Carenna, che la aiuta dando sfoggio della sua agilità. Chiude la fila a fatica Rodrigo, che sembra trarre forza dalla sequela di imprecazioni che non smette di mormorare nemmeno per un momento.

Wotan, che nella sua forma felina è il più agile, si ferma a controllare l'origine della frana che il giorno prima ha quasi travolto Diomira e Aileen. Giunge ad un vicolo cieco dove un meccanismo in legno sembra aver spinto i massi in avanti. Il meccanismo non sembra essersi riarmato, per cui la discesa dovrebbe essere più sicura.

Raggiunti e superati i suoi compagni, prosegue quindi in avanscoperta, e vede appesa al soffitto un'enorme sacca di pelle scura - probabilmente il serpente volante visto dalle sue compagne. Vicino a questa altre "sacche" più piccole. Le creature non sembrano essere disturbate dal passaggio di Wotan, che prosegue e si accorge che dopo la terza rampa si arriva finalmente ad una zona pianeggiante. Torna indietro per avvisare i compagni tracciando segni sul terreno.

Iniziano tutti la discesa, ma a metà strada un grido stridulo lacera il silenzio, seguito dal suono di ali membranose: il serpente piomba su di loro. Silvy scatta in avanti per allontanarsi dalla creatura ma cade rovinosamente in uno dei buchi profondi in prossimità delle piattaforme, restando frastornata. Viene subito aggredita da uno sciame di creature più piccole - si tratta di non più di tre esemplari, ma delle dimensioni di un'aquila. Ferita dai cuccioli, riesce ad uscire dal buco, al quale resta aggrappata per non scivolare verso il fondo della rampa. Woran la supera con un balzo, piombando su una delle creature e sbranandola selvaggiamente. Quando il primo smette di muoversi balza immediatamente sul secondo: nella sua forma bestiale sembra essere mosso da una brama di carne insaziabile.

La creatura più grande cerca di ghermire Diomira con la sua coda, ma la custode riesce a divincolarsi dalla presa prima che questa la immobilizzi. In tutta risposta alza in alto il quo bastone ed incanala i poteri dei sacri rituali per invocare un enorme naga quasi identico al serpente alato. Quello evocato ha una pigmentazione nettamente più appariscente e ricorda a Diomira l'aspetto di alcune divinità pagane venerate in luoghi remoti. Il mostro, come se se l’aspettasse, avvolge la sua coda sull’antagonista alato appena apparso e lo morde sul muso. Diomira non sa ci vincerà la lotta: l'importante è avere una possibilità di allontanarsi da lì e di certo non se la farà sfuggire.

Fine sessantaduesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Camelid

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