Campiglia, alba del 6° tahner crescente (25 aprile)
E’ l’alba, Diogenes trova alcune piume nere di grandi dimensioni e deboli segni di lotte.
“Da che parte erano fuggiti i corvi?” Domanda urlando Piotr.
Myristica si ricorda bene, verso nord.
Dopo aver rifiatato ma in debito di sonno si parte per la missione di soccorso dei due compagni rapiti.
Il cammino non è semplice per via del sottobosco inospitale. Dopo un po’ di faticoso cammino il gruppo viene accerchiato da 6 – 7 creature alate che si tengono ai tronchi e ai rami bassi. Nelle menti si sente il solito suono fastidioso poi una voce che chiede al capo di farsi avanti. Diogenes, ben protetto da Piotr, avanza verso le creature e i suoi compagni si preparano allo scontro.
Una creatura alata avvolta da una sorta di nebbia parla per i tengu direttamente nella mente di Diogenes al quale fa un poco di male alla testa ma nulla di incapacitante.
Roujinbi è il capo di quel clan di tengu, ha preso due prigionieri per stringere un accordo che ha due condizioni: non parlare a nessuno dei tengu e allontanare l’uomo che vive nella città abbandonata. Le abilità di Diogenes sono utili nella trattativa, riesce infatti a far liberare uno dei due ostaggi, il buon Ted. Galaele rimarrà ospite dei tengu fino all’allontanamento dell’uomo terribile e potente che ha ai suoi ordini moltissime piccole creature… gli omuncoli. L’unico interesse dei tengu è di essere lasciati in pace e vivere lontani dalle altre razze.
Piotr viene messo al corrente da Diogenes che tenta di scrivere le informazioni, c’è chi nel gruppo insinua che forse non sia in grado di leggere e al westan fischiano le orecchie ma non per la rottura del timpano.
Tornati al carro 6 tengu portano Ted imbavagliato e legato all’interno della rete, il viaggio è durato forse mezz’ora. Forse Galaele sarebbe stato in grado di fornire maggiori indicazioni del dipendente dei Von Matterhorn e sarebbe stato anche capace di guidare il carro senza costringere il suo maestro ad imparare queste arti povere. Mentre si discute, la solita scarica di Rayanna controllata male, rimbalza su di una pietra e per poco non manda a fuoco il suddetto carro che, grazie al rapido intervento di tutto il gruppo per spegnere le fiamme, subisce pochi danni.
Il filosofo psicoscienziato e vetturino improvvisato conduce il carro a Lisalania, si è scelto di andare a piangere dal dottor Zanoch.
Lisalania, mezzogiorno del 6° tahner crescente (25 aprile)
Per entrare in città militari e milizia eseguono controlli ed esigono un lasciapassare firmato dal conte Von Matterhorn per far entrare gli ospiti di Diogenes. Gli stranieri del gruppo si defilano verso un boschetto nelle vicinanze e i due llud entrano in paese. Dopo aver portato il carro alla residenza Von Matterhorn si recano per prima cosa dal capitano della guardia.
Lassaliti suggerisce per la ragazzina di rivolgersi alla guardia cittadina di Crestadorata e per quanto riguarda gli amici stranieri di Diogenes dovrà essere il conte ad assumersi la responsabilità. Ci sono stati ulteriori sviluppi in città, la popolazione è contraria alla presenza di stranieri… Ci sono stati altri due omicidi, Efedra Asteracei della milizia e la madre di uno dei miliziani responsabili dell’arresto del barbiere e allontanato per la sua sicurezza dalla città. La milizia è in subbuglio e su Diogenes potrebbero ricadere le loro attenzioni soprattutto se si fa vedere in giro con degli stranieri. Lassaliti si offre di far entrare il gruppo non visto ma Diogenes prende tempo per rifletterci.
Senza riferire al capitano gli sviluppi dell’indagine Diogenes e Fioravante vanno a casa del conte per un lasciapassare. Nel tragitto il filosofo fa finta di non sentire Fioravante che gli chiede per quale motivo non adotti lui la ragazzina così come lui è stato adottato.
Informato il patrigno della situazione e di Esterina, Diogenes è costretto a scrivere di suo pugno la lettera e a prendersi lui la responsabilità di far entrare stranieri in città. Il conte attesterà con la firma che Diogenes è suo figlio. E’ il periodo più buio di Lisalania Von Matterhorn implora il figlio adottivo di prestare attenzione.
Riunito il gruppo e nonostante il tentativo dei miliziani di contestare la lettera, viene fatto passare. Dopo una trafila piuttosto lunga per accedere alla corporazione, vengono ricevuti dal dottor Zanoch, l’argomento il sedicente professor Arliatark.
Zanoch conosce anche se non bene il professore, alcuni mesi prima era partito per un viaggio, è originario di Llus e ha avuto il permesso di attraversare il confine per fini scientifici. Sicuramente c’era almeno un auran che lo seguiva. Era uno dei più eminenti studiosi di psicoscienza ed ha studiato si dice anche rituali naga. I cristalli rinvenuti potrebbero essere in effetti opera sua ma sicuramente o ha cambiato aspetto oppure semplicemente non è lui.
Dal racconto del gruppo Zanoch si fa un'idea abbastanza chiara, è un assassino e i suoi intenti sono eticamente poco chiari ma non è sicuro che il suo operato sia contrario allo scopo finale della visita di Zanoch a Lisalania (resistenza). Purtroppo se Zanoch uscisse dalla sede per affrontare il professore verrebbe considerato un fuggiasco, può solo dispensare consigli. Lui assorbirebbe la sua energia per indebolirlo, ci sono dei dispositivi che potrebbero servire allo scopo e che potrebbe far avere al gruppo.
La discussione continua, avvisare la corporazione o non avvisarla come muoversi?
Fine quarantunesima puntata.
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