Giungla di Tiwia, pomeriggio del 10° nehener pieno (24 agosto)
Wotan istintivamente si butta di lato ed evita la maggior parte del veleno nebulizzato che irrita la pelle, brucia i polmoni e intorpidisce i muscoli. Un istante dopo il serpente si inabissa nell'acquitrino, evidentemente più profondo di quanto sembri a prima vista.
La pozza d'acqua tra il gruppo ed il serpente si estende verso la loro sinistra formando una mezzaluna. Bastiano immaginando l'angusta profondità delle acque opta per una fuga repentina, non prima di aver afferrato un uovo - ossia la cosa più preziosa in quel luogo a parte le loro vite. A nulla valgono i suoi incitamenti a seguirlo.
Sulla sinistra un'"esplosione" d'acqua annuncia la presenza del serpente, le cui spire si dimenano generando vistosi spruzzi. Sospettando che si possa trattare di un naga, Diomira usa un potere di scongiuro che di fatto colpisce violentemente la bestia con un’onda d’urto che ne scuote il corpo.
Wotan afferra a sua volta un uovo e dopo essersi sottratto alla vista degli altri lo nasconde nel terreno per evitare che cada nelle avide grinfie della corporazione.
L'enorme coda si solleva e spazza l’intera area con un colpo che, vuoi per fortuna vuoi per abilità, tutti riescono ad evitare.
Bastiano nel frattempo viene colpito da frecce scoccate dalla boscaglia. Stordito dal veleno decide di cercare riparo dietro un tronco. Wotan vede delle figure muoversi velocemente tra i cespugli e si avvicina per poterla attaccare.
Rodrigo si avvicina ed entra nello specchio d'acqua fino alle cosce, disposto a far da esca pur di poter attaccare il serpente. L'attacco del bestione non si fa attendere, e Giannunzio, che non aspettava altro, lo colpisce con un fulmine fiammeggiante. Rodrigo invece viene afferrato per i piedi e trascinato sott'acqua.
Altre tre frecce vengono scagliate contro Bastiano, ma stavolta si conficcano nell’albero che aveva scelto come copertura. Le radici dell'albero però si animano e tentano di afferrarlo. Decide di ritornare indietro per ricompattare il gruppo (che a parte lui e Wotan è già compatto) ed avvisare tutti della presenza di uno sciamano nascosto ed esorta Wotan (anche se non sa dove si trovi) a suonare nel fischietto per chiamare in aiuto i Hroak.
Sott'acqua Rodrigo non si fa prendere dal panico e mira agli occhi del serpente riuscendo a fargli allentare la morsa quel tanto che basta per permettergli la fuga. Scalcia violentemente le acque per tornare in superficie, ed Alona lo aiuta ad uscire dal pantano. Nello stesso momento due enormi ragni, probabilmente parte della "nidiata" incontrata il giorno prima, cadono addosso a Diomira e Wotan intrappolandoli in una trappola di tela. Stessa sorte capita ad uno dei cavalca lupi.
Wotan si libera agilmente della tela ed attacca il ragno, amareggiato di un tale segno di irriconoscenza dopo aver lasciato libero un suo fratello. Abbatte pesantemente il suo machete uccidendolo sul colpo.
Bastiano viene avvolto da un fitto sciame di insetti che limita i suoi movimenti, ma nonostante questo carica il ragno che imprigionava Diomira assestandogli due colpi in rapida successione, uccidendolo. Il combattente depresso esorta spazientito gli altri a lasciar perdere la serpe e concentrarsi sui cavalca lupi.
Rodrigo accecato dall’ira ignora il compagno e scaraventa la pesante carcassa di ragno nell’acqua con l'intento di attirare il serpente in superficie. L’attacco del serpente non tarda ad arrivare e come previsto dal burbero llud addenta la carcassa di aracnide. Giannunzio, in attesa del riemergere del serpente, nonostante sia bersagliato dalle piccole frecce avvelenate dei cavalca lupi non si lascia sfuggire l'occasione e lo colpisce con un'altra delle sue sfere infuocate, che ancora una volta si manifesta come fulmine fiammeggiante. Il serpente si gira e cade all'indietro, restando pancia all'aria. Rodrigo lancia un ringhio gutturale verso il compagno per avergli "rubato la preda".
I cavalca lupi dopo aver combattuto il ragno che li aveva attaccati battono in ritirata, lasciando sul campo un caduto. Diomira è l'unica che ha l'idea di perquisirlo, e nella sua bisaccia troverà tra le altre cose alcuni smeraldi, che intasca per finanziare la sua nascente chiesa senza dire nulla agli altri.
Wotan si immerge nella pozza e scopre che è profonda almeno una decina di metri; ci sono inoltre delle correnti sommerse.
Una delle uova del nido è scomparsa, un'altra l'ha presa Bastiano ed al nido ne restano due, una delle quali è senza vita. Bastiano fa per prenderle tutte ma Yelena insiste per lasciarne una, quindi viene raccolta solo quella senza vita.
Dal corpo del serpente viene estratto del veleno che sarà conservato in una borraccia. Wotan inoltre riesce a prelevare un ampio lembo di pelle delle dimensioni di un lenzuolo. La testa viene quindi mozzata e sezionata in modo di rimuovere la mandibola: è ferma intenzione di tutti trasportarla come trofeo agli uomini rana, ma le dimensioni sono ragguardevoli e quindi è necessario ridurle come possibile.
Fine ventiduesima puntata.
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