lunedì 7 novembre 2022

Troppi galli nel pollaio

Ovidio Benson ([#002] by Olga Slyusareva)

Torana, sera del 12° sener pieno (6 settembre)

Durante la preparazione della cena il gruppo discute il da farsi. Diomira con grande sforzo mentale esclude con sufficiente certezza che il simbolo dell’occhio fosse presente nei graffiti della grotta del naga, ora crollata.

Carenna porta una torta di patate per i compagni vegetariani, sperando ed ottenendo l'apprezzamento di Silvy. Poco dopo arriva anche Ovidio, per il quale Diomira ha riservato un posto vicino a Carenna. Giannunzio notando che i due sono seduti vicini e forse risentito dal rifiuto della donna ottenuto quel pomeriggio, si siede sguaiatamente tra i due irrompendo nella loro conversazione. Ma non sembra essere l'unico interessato a quella conversazione: Silvy poco prima aveva avuto uno screzio con il nordan per la questione della "fiamma condivisa", che lui aveva ritenuto questione di poco conto mentre per la older rappresenta un grosso cambiamento nel suo stile di vita. Lei decide allora di ripagarlo con la sua stessa moneta concentrandosi fortemente nel tentativo di avvampare... riuscendoci. Anche Giannunzio avvampa. Tutti saltano in piedi, Giannunzio per la sorpresa, tutti gli altri per lo spavento, soprattutto Ovidio che cade sulla schiena. Diomira prende molto male la situazione, che reputa a ragione un grave rischio per i presenti e per l'edificio della Chiesa del Nuovo Ordine, completamente in legno. Seguono attimi di tensione quando Giannunzio afferma di non essere avvampato per sua volontà. Yelena si preoccupa che il potere possa sfuggire al suo controllo, ma quando Silvy confessa la situazione si tranquillizza (anche se Diomira resta piuttosto scontenta dello "spirito scherzoso" di alcuni membri della compagnia).

Yelena, scortata da Bastiano, si accomiata per prima per portare in Corporazione tutte le importanti informazioni sull’occhio, nella speranza che queste siano di aiuto alle ricerche. Diomira fa conoscenza con le dodici anime salvate dai lavori forzati e aiuta come può quelli di loro che iniziano a mostrare i primi segni di astinenza da oppio.

Giungla di Tiwia, sera del 12° nehener pieno (7 settembre)

Dopo essere partiti con le prime luci del sole, il gruppo raggiunge il campo di papaveri dove non sembra essere cambiato nulla da quando l'hanno lasciato. Si decide per seguire le tracce lasciare dai banditi durante la fuga. La direzione delle tracce però è opposta a quella stabilita per il viaggio, quindi dopo alcune centinaia di metri - dopo aver valutato la strada presa dai banditi - si ritorna sui propri passi.

Giungla di Tiwia, pomeriggio del 12° tehner pieno (9 settembre)

Dopo due giorni di cammino la compagnia giunge ai resti del serpente enorme all'interno del quale è custodita la tomba del Re Gorundo. Bastiano si accerta che nessun occhio sia comparso sui resti della gigantesca creatura, e si convince che si tratti di un culto seguito solo dai cavalcalupi (dimenticando che gli stessi simboli esistono anche nella Repubblica di Barianor).

Si attraversa quindi il lago e Wotan acconsente a soffiare nel fischietto donatogli da Rephona per invocare l'aiuto dei hroak. Dal fischietto non sembra uscire nessun suono, fatto sta che dopo pochi minuti arrivano quattro hroak, ai quali chiedono udienza con la regina.

L'udienza viene accettata e si tiene la sera. Sembra che gli hroak non conoscano il simbolo dell'occhio, né hanno visto il passaggio della cometa, ma informati dell'evento entrano subito in agitazione e dicono che non c'è altro tempo da perdere: occorre recarsi sul luogo dell'impatto prima dell'avvento del grande serpente ed emulare le gesta degli antichi eroi.

Gli hroak si offrono di scortare il gruppo lungo il fiume per farli muovere più velocemente "almeno fino alle barriere, dove l'acqua scende dal cielo". La compagnia accetta l'idea ma non l'aiuto.

L'atmosfera si gela quando Wotan racconta candidamente alla regina che la promessa di mantenere segreta l'esistenza degli hroak non è stata mantenuta. Seguono interminabili attimi di silenzio in cui - probabilmente - la regina e Yelena comunicano telepaticamente. Dopodiché la regina - sempre tramite Pepe - si dice amareggiata, ma quel che è fatto è fatto e non c'è altro tempo da perdere.

Prima di congedarsi, da una domanda di Bastiano si viene a sapere che il generale Jabka, insieme ad alcuni fedelissimi, ha preso le distanze dalla regina e non si sa di preciso cosa stia facendo.

Giungla di Tiwia, pomeriggio del 13° ahner pieno (11 settembre)

Il gruppo ha esplorato il resto del lago e si è inoltrato in uno dei due rami principali che lo alimentano. L'idea è quella di recarsi sul luogo dell'impatto della cometa e nel frattempo seguire le indicazioni delle pietre azzurre.

Così facendo giungono in una zona dove il fiume si allarga e il fondale si abbassa, l’acqua è limpida e sarebbe un buon posto per un guado.

Abbandonate le imbarcazioni in secca, dopo poco viene raggiunta la prima meta del viaggio. Si tratta di una sorta di sito archeologico: degli affioramenti di strutture costruite da creature senzienti e i resti di una strada simile a quella nei pressi della grotta del naga. Seguendola si giunge ad una struttura molto più grande che potrebbe essere un tempio. Una sorta di ingresso allagato da due palmi di acqua ricoperta di una vegetazione verde brillante che la fa sembrare un prato. L'antro è circondato da mura per tre lati e mezzo, e dalla pozza si stagliano tre blocchi alti circa due metri rappresentanti volti rivolti verso il centro. Due si guardano vicendevolmente e il terzo dai piedi di una scalinata guarda verso l’ingresso dell’area. La scalinata alle sue spalle sale verso un portone abbellito da figure geometriche che sembra però murato, e le pareti laterali sono in procinto di essere lentissimamente inglobate da radici di possenti alberi. Nella parete di destra c'è un'enorme iscrizione circolare incisa nella parete, ma i cui dettagli sono resi illeggibili dall'intrico di vegetazione che la ricopre.

Fine quarantunesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine by Olga Slyusareva

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