Giungla di Tiwia, mattino del 3° sener calante (4 ottobre)
La torcia guida il gruppo in modo da aggirare ogni ostacolo, ed il viaggio procede molto rapidamente, tanto da raggiungere già nel primo giorno la sponda del lago più vicina a Torana.
La torcia non sembra più sotto il controllo di Diomira: passate oltre 24 ore la sua luminosità non si attenua come avrebbe dovuto.
Giungla di Tiwia, pomeriggio del 3° nehener calante (5 ottobre)
Mentre Bastiano sfrutta tutte le pause per istruire Wotan nell’uso della lancia, Rodrigo è di cattivo umore a causa di piccole sfortune come il cucchiaio che scivola nella zuppa, il bicchiere che si rovescia quando posato, ecc.
Le piccole sfortune aumentano di intensità, ed inizia ad essere chiaro che non si tratta di un caso. Giunti nei pressi della Grotta del Naga (ormai crollata) Diomira riesce a percepire una presenza estranea nell’accampamento. Dopo alcuni rituali la Prima Messaggera stabilisce che le cause della sfortuna sono da attribuire da un naga che in qualche modo è legato alla maschera. Dice trattarsi di un naga selvaggio, ed essendo incontrollato è troppo pericoloso per essere lasciato libero di fare danni. Secondo Bastiano distruggere lo spirito rappresenterebbe un eccesso di legittima difesa, ma nonostante le sue rimostranze il naga viene esorcizzato prima che possa arrecare danni seri a Rodrigo o al gruppo. Mentre scompare in un urlo di angoscia per un attimo se ne scorge la sagoma, ed in base al vestiario si suppone essere un antico abitante del luogo.
Forse l’uso della maschera ha come effetto collaterale l'attirare ogni spirito malevolo nelle vicinanze. Usarla nuovamente non sarà un'azione da prendere alla leggera.
Wotan, che parla per (e con) la terra, capisce che dopo il loro ultimo passaggio due gruppi di umanoidi sono stati in quel luogo. Bastiano verifica le sue affermazioni e riesce a trovare tracce non fresche del passaggio di cavalcalupi.
Diomira usa uno dei suoi poteri naga per osservare un luogo lontano e si concentra sulla La Solitaria, la locanda di Torana, per avere notizie dal paese. La locanda è vuota e sembra abbandonata. Da fuori l'unico suono che arriva è un misterioso ronzio.
In molti ritengono quella l'ultima notte prima del sempre più probabile scontro con Ungaraf, e si addormentano a fatica.
Giungla di Tiwia, 3° ahoer calante (6 ottobre)
L’indomani mattina Diomira tenta di osservare nuovamente Torana, stavolta dal porto. Qualcosa va storto e quella che appare una scena del tutto normale si rivela essere una sua memoria e non l'effettiva osservazione degli eventi.
Ci si affretta dunque in direzione del paese. Lungo il tragitto Wotan e Silvy si imbattono in un cadavere umano colpito dalle frecce nere del cavalcalupi. In un momento di distrazione Silvy fa scattare una trappola e cade in una stretta buca. Non è molto profonda ma è irta di spuntoni e sul fondo qualcosa della consistenza del fango le intrappola i piedi. Viene estratta a fatica e curata dall'infezione causata dalla "melma". Non solo nessuno riesce a riconoscere l’uomo, ma Carenna resta ferita nel tentativo graffiandosi con una punta di freccia avvelenata.
Dopo aver prestato i primi soccorsi ed essendo ormai a soli 20 km dalla città, Diomira manda in volo Nimrod per accertarsi delle condizioni di Torana. Non c’è fumo, quindi nessun incendio ma anche nessuna attività umana. Inoltre sembra che il faraglione non ci sia più... Ungaraf deve essersi già svegliato.
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