Tempio del guado, mattino del 3° sener calante (4 ottobre)
L'enorme cavalcatura non arresta la sua carica, e nel raggiungere Wotan travolge anche Diomira. Entrambi sono sbalzati lontano dall’urto.
Grimock estrae da sotto l’armatura un ossicino con venature dorate, e quando lo spezza tra le dita le sue ferite iniziano a rimarginare. Nel frattempo pronuncia parole arcane che Aileen riesce ad interpretare come l'invocazione di qualcosa chiamato Bartula. Al centro di un vicino acquitrino viene partorita dalla terra un'enorme, orribile creatura di tre metri dalle zampe filiformi.
Rodrigo sfrutta il vantaggio dell'invisibilità per colpire profondamente Grimock, che tossisce sangue. Wotan si rialza e si prepara a difendersi imbracciando il suo scudo di quercia. Bastiano approfitta della distrazione di Grimock, causata dal dolore, per assestargli il colpo fatale... il gigante sta quasi per crollare addosso al combattente, ma fortunatamente si schianta a terra dall'altra parte. I nastri d'ombra evocati da Aileen non sono abbastanza per trattenere Bartula, che compie un balzo altissimo per piombare su Wotan tentando di colpirlo con i tentacoli. La cavalcatura, impazzita di rabbia per la morte del suo cavaliere, cerca di calpestare Rodrigo e Bastiano. Rodrigo per sottrarsi agli zoccoli tenta di saltare in groppa all’animale, ma viene sbalzato di lato. Bastiano affonda la lama e ancora una volta uccide l'avversario, per poi accorciare le distanze con Bartula.
Diomira adopera un'esplosione concussiva per ferire l’insettoide e spingerlo indietro di tre metri. Aileen riesce ad incantare Bartula, che resta immobile il tempo necessario agli altri di avvicinarsi. Il cielo si oscura, e qualche fenomeno meteorologico sembra si stia avvicinando rapidamente da ovest. Bastiano non ci bada troppo ed infligge il colpo decisivo alla creatura.
Sul campo di battaglia torna la calma. Nei dieci minuti seguenti Aileen perquisisce il corpo di Grimock e rinviene un altro ossicino venato d'oro. Bastiano raccoglie invece l'arma: troppo scomoda per essere usata, probabilmente può essere venduta a buon prezzo.
Wotan analizza la creatura, che sembra uno dei lupi dei cavalcalupi ingrandito e mutato. Sospetta che uno dei componenti che ha contribuito a questa mutazione sia una delle erbe che hanno fatto crescere a dismisura il maiale a Torana. Silvy concorda, e per precauzione decide di sventrare la bestia per prelevare quello che ha nello stomaco.
Ma ai margini della radura, nel più completo silenzio, da altrettanti acquitrini sorgono altre tre Bartula.
Nel momento in cui il gruppo si accorge delle creature un boom sonico assorda tutti: ciò che l'ha causato sta fluttuando a una decina di metri sopra il centro della radura. E' una figura femminile che subito ricorda quella dei graffiti. E' silenziosa ed impassibile a quanto sta per accadere più in basso.
Aileen non perde tempo e usa nuovamente i suoi nastri di vuoto per intrecciare una delle tre creature, ma le altre due piombano addosso alla whirn e a Rodrigo, agitando i propri tentacoli.
Diomira attacca la creatura piombata su Aileen, ma la ragazza si lancia in difesa della Bartula subendo i danni a posto suo. Con orrore la whirn si rende conto che, pur mantenendo la propria coscienza, il tocco dei tentacoli l'ha resa una marionetta senza il controllo del suo corpo.
Bastiano per evitare di colpire Aileen scatta verso l'unica creatura disimpegnata, quella intrecciata dai nastri di vuoto. Giunto a contatto la colpisce ferocemente spezzando una delle sue lunghe zampe.
Rodrigo impone la sua volontà di ferro su quella della Bartula, e in risposta al tentativo di controllo afferra rabbiosamente uno dei tentacoli e lo strappa con brutalità.
Wotan lancia uno dei suoi semi incandescenti e colpisce la Bartula che ghermiva Aileen, liberandola dal suo controllo.
La figura femminile, mantenendo il suo atteggiamento impassibile, spalanca la bocca ed emette un grido di potenza inaudita, tale da far incendiare l'aria. Le tre Bartula sono centrate dalla potenza del grido e vengono vaporizzate. La compagnia invece, a parte un fastidioso acufene che li accompagnerà per giorni, è illesa.
La figura scende fino ad un metro dal suolo. Non risponde a nessuna delle domande, ed anzi sembra notare solo l'esistenza delle armi degli eroi - in particolare la torcia.
Potrebbe essere stata mandata dal cielo a cavallo della stella cadente per seguire gli eroi e distruggere Ungaraf. All’accensione della torcia la sera prima è stata richiamata dal punto di impatto della stella fino al teatro dello scontro. La fiamma brucia in direzione di Torana a dispetto delle correnti, il che fa supporre di dover affrettarsi in quella direzione per lo scontro finale col distruttore.
Aileen consultando i suoi libri stabilisce che la creatura non è di questo modo. Non si tratta di un naga, una divinità o un essere umano. Diomira è a conoscenza di alcuni artefatti piovuti dal cielo - come per esempio uno scudo in possesso dei brone realizzato in un materiale sconosciuto e pressoché indistruttibile.
Il gruppo si incammina verso Torana seguito a poca distanza dalla figura volante. Probabilmente quando la torcia si spegnerà - verso sera - tornerà al punto di schianto della cometa e bisognerà calcolare bene quando richiamarla in modo da averla al proprio fianco nello scontro col potente Ungaraf. Fortunatamente uno dei poteri della torcia permette di effettuare viaggi nelle terre selvagge nel minor tempo possibile.
Fine sessantaseiesima puntata.
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