Ketet (Kirsten), accompagnata da 4 guardie e dai suoi servi, si appresta a mettere in atto il piano per dissimulare la sparizione del suo medaglione. Il tutto procede secondo copione ed il medaglione viene fatto sparire come sperato.
Ketet viene condotta a casa dove viene consolata dalla madre e dal padre, che sono evidentemente più preoccupati del trauma psicologico subito dall'amata figlia rispetto alla perdita del gioiello.
Nel frattempo gli altri membri del gruppo vengono contattati da Ieyasu, che si complimenta con loro. La loro capacità di movimento in casa Hatorisis li rende indispensabili, ed infatti viene subito affidato loro il compito di recuperare i documenti relativi all'imminente spedizione navale in modo da sabotarla. La spedizione è composta da più di 500 navi, ed i ribelli hanno bisogno delle informazioni su tutte le navi e e relativi capitani. Fortunatamente Pasht (il padre di Ketet) è uno dei partecipanti e promotori della spedizione ed ha una copia di tutti questi documenti. Ieyasu lascia il gruppo ad arrovellarsi su come recuperare l'incartamento. Certo rubarlo non sarebbe difficile, ma c'è il rischio che una volta appurato il furto Pasht cambi le navi impiegate nella spedizione o prenda altre contromisure nel caso abbia il sospetto di un sabotaggio.
Fortunatamente gli schiavi possono contare su Ketet, che si mosta ben disposta in tal senso. Si reca dal padre, e facendo leva sull'eredità della famiglia dice che si sente pronta ad apprendere i rudimenti del mestiere. Le viene così permesso di insediarsi nel suo studio e presidiare la maggior parte dei colloqui di lavoro del genitore. Nei frequenti momenti in cui Pasht si deve allontanare, Ketet, Kaisho e Radichi (Radish) copiano forsennatamente i documenti richiesti da Ieyasu per poi consegnarglieli nottetempo.
Nell'arco di alcuni giorni tutti i documenti necessari sono stati copiati e consegnati, ed i ribelli dispongono di circa venti giorni per sabotare la spedizione. Ma c'è di più: ormai i tempi sono maturi, e quando gli effetti del sabotaggio si sarebbero palesati la rivolta sarebbe scoppiata.
I venti giorni passano rapidamente.
Moltissime tra le famiglie-bene sono presenti al molo nel momento in cui le 575 navi salpano verso il Whirthar. Alcuni si commuovono, altri festeggiano, tutti salutano le navi augurando buon viaggio. Ma presto la parola "fuoco" inizia a serpeggiare tra la folla, finché le fiamme non diventano chiaramente visibili a tutti. Alte lungue di fuoco lambiscono le navi, che sembrano essere avvampate tutte nello stesso momento. Sembra che l'oceano stia andando in fiamme. Le grida di furore degli whirn e quelle di dolore degli auran confermano che la rivolta è scoppiata. Nell'arco di pochi istanti l'atmosfera festosa si tramuta in un incubo: gruppi di whirn si lanciano furiosi sulle guardie disarmandole e trucidandole, donne e bambini vengono uccisi e gettati in mare senza troppi complimenti, viene appiccato il fuoco alle case dei nobili ed a qualsiasi simbolo caro agli auran, i morti sono così numerosi che rivoli di sangue dai pontili si gettano in acqua tingendola di rosso ed attirando i predatori del mare...
Dopo una piccola sosta di Kaisho (che doveva saldare un conto con la madre di Ketet) il gruppo tenta di farsi largo in mezzo al caos per portare in salvo Ketet. Cercano di rifugiarsi in una locanda, ma lungo il cammino incappano in un vicolo invaso da una densa nube di fumo. Sono tutti colti da tosse violenta e conati di vomito, tanto da essere costretti in ginocchio, poi il fumo acquista un odore gradevole, quasi come fosse....
...incenso. Si ritrovano tutti seduti sulle loro ginocchia, assopiti ed avvolti dal gradevole odore dell'incenso, quando una giovane voce li desta dal torpore:
"Onorevole Maestro Mitsuashi! Onorevole Maestro Mitsuashi!"
Il giovane whirn si rivolge a Kaisho, che ora ha una lunga barba grigia e si accorge di essere in una sorta di tempietto privato, gradevolmente arredato in legno e con bastoncini di incenso ai lati del ritratto di un'anziano dall'aria saggia.
"Uhm... che succede?" chiede cercando di riprendersi dallo stordimento
"Onorevole Maestro Mitsuashi, i dojo hanno mandato una lettera di sfida!"
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