lunedì 29 febbraio 2016

[RdL] Alla ricerca di fortuna

Imboscata!

Grande via Nord, tardo pomeriggio del 1° ahner pieno (19 giugno)

Il gruppo è in viaggio verso il fronte, alla ricerca di fortuna.
Lungo la via decidono di fare una piccola deviazione alla ricerca di una locanda, per evitare di dormire ancora una volta all’addiaccio. Il cartello indica Rulta nel Capobosco.
Lungo la via vedono un carro coperto. C'è del movimento concitato intorno al carro, ed avvicinatisi odono delle voci che che sbeffeggiano qualcuno. Ci si rende subito conto della realtà: è in corso un atto di brigantaggio. Senza pensarci due volte Bodo imbraccia il suo arco ed interviene. I malviventi, che sono solo in tre, vista la superiorità numerica dei nuovi arrivati se la danno a gambe.
A condurre il carro erano due custodi in abito monastico. Uno giace riverso sulla cassetta, trafitto al petto da una freccia. L’altro è molto sofferente a causa del pestaggio subito. Il nordan senza nome tenta di salvarlo, ma questo spira tra le sue braccia, le ultime parole appena sussurrate: “Non lasciatela cadere in mani sbagliate”.
Il carro ha l’aspetto molto spartano. E’ completamente in legno, non ha finestre e sul retro l’unica porta è chiusa da un lucchetto rugginoso ma molto robusto. Non è possibile trovare delle chiavi, per cui Jaser con molta fatica scassina il lucchetto.
Il carro è vuoto ad eccezione di una cassa alta un metro e mezzo con base un metro per un metro. Il legno è scurito e di buona qualità, e lungo gli spigoli reca dei motivi decorativi tipici dello spiritualismo. In uno dei lati, quello rivolto verso l'ingresso, c’è uno sportello a due ante, chiuso da una pesante sbarra. La sbarra, sostenuta da due staffe, non è bloccata in nessun modo tranne che per un sigillo in ceralacca dall’aspetto molto vecchio.
L’aspetto innocuo della cassa mette il gruppo sul chi vive, e si decide di lasciarla chiusa.
Decidono di portare il carro a Rulta, nella speranza ci sia un tempio. Dopo aver nascosto i corpi nel bosco si avviano.
Durante il tragitto Bodo e Jaser hanno l’impressione che dalla cassa provengano dei rumori, ed ascoltando attentamente si accorgono che quella che hanno udito è una vocina di bimba. Fanno domante alla “vocina”, ed ottengono delle risposte, ma sono tutte vaghe: non sa perché sia dentro la cassa e nemmeno da quanto tempo. Non sa qual’è il suo nome né perché sia in viaggio. Tutto quello che sa è che da molto tempo non ha contatti con nessuno, e l’ultima volta l’hanno semplicemente chiamata “lei”.

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