giovedì 24 ottobre 2019
ESTRATTO DA “IL SAPERE NUOVO - TUTTO SU DIOGENES” #11
In quel tempo, Diogenes aveva scoperto che anche in altre città vicine a Lisalania, come Coppetti, e persino nella capitale, altri, come lui, tenevano dissertazioni sulla religione e la politica da piccoli palchi.
Spinto dalla curiosità, Diogenes decise di recarsi nella capitale per ascoltare una di queste orazioni. L’oratore si chiamava Garbato, e tenne un discorso sgrammaticato e poco convincente sulla politica, sulla situazione della regione dopo l’invasione Auran e la necessità per il popolo di ribellarsi. Il discorso era mal posto, ma le idee interessanti e il Maestro era colpito da come si potessero esprimere in modo inappropriato concetti così interessanti. Il pubblico era comunque abbastanza numeroso e sembrava attratto in qualche modo da quell’orazione bislacca.
Mente Garbato continuava la sua orazione, Diogenes venne avvicinato da un nobile del luogo, che gli si rivolse così: “Voi che sembrate uomo di un certo rango, concorderete certamente con me che non è possibile esprimersi in questo modo in pubblico.”
Diogenes scrutò il nobile e rispose: “Concordo, ma ritengo che dal fango dell’orazione spuntino buone idee su cui riflettere.”
“Idee pericolose, di rivolta.” Replicò il nobile.
Fu allora che Diogenes sorrise e, mentre dava una pacca sulla spalla del nobile, rispose: “Amico mio, se un’idea è innocua, non merita affatto di essere chiamata idea.”
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