lunedì 3 luglio 2023

Lotta con la morte


La voragine, mattino del 2° sener pieno (27 settembre)

Bastiano in preda alla fobia dei luoghi ristretti fugge da Rodrigo, ma invece di mettere distanza tra sé e l'inseguitore cade malamente e viene raggiunto. Probabilmente a causa della maschera da teschio, i tentativi del Ferretti di calmare l'amico non hanno successo, tanto che abbandona i suoi propositi e si vede costretto ad usare un rituale.

Nel frattempo il resto del gruppo supera il lungo cunicolo e si trova in una nuova stanza cubica con spigolo di venti metri. Per la maggior parte del suo spazio la stanza è occupata da un intrico di travi di roccia che escono dalle pareti, dal soffitto e dal pavimento. Solo una piccola sezione triangolare dalla porta al centro della stanza - dove si innalza il solito pilastro di ossidiana - è sgombro. Subito si nota l'assenza del pavimento oltre la sezione triangolare libera da travi.

Subito ci si mette alla ricerca del cristallo da porre in cima all'obelisco, ma non viene trovato. Diomira non sa dire dove sia, ma qualcosa le suggerisce che se è nella stanza, non è caduto oltre la sezione pavimentata.

Intanto Rodrigo, pur odiando con ogni sua fibra questo rituale, non vede alternativa ed entra in contatto mentale con Bastiano per calmarlo. Per un istante Bastiano vomita immagini terribili nella mente di Rodrigo, che però riesce a bloccare immediatamente senza farsi trascinare nell'abisso della follia. Ripreso il controllo, gli fa capire che la via di uscita è bloccata, e l'unico modo per uscire è andare avanti fino in fondo. Il suo tentativo riesce ed i due tornano dal resto del gruppo.

Quando i due arrivano Silvy è appena arrivata in cima all'obelisco, dove trova l'alloggiamento del cristallo e, tra le travi, scorge qualcosa sulla parete alla loro destra. Wotan ispeziona meticolosamente tutto il bordo supponendo che il cristallo sia in una nicchia più in basso, ma così non è; tuttavia rialzandosi in piedi nota un fagotto a terra, proprio al lato dell'ingresso: è il cristallo avvolto in fibre di cocco.

Nel posizionare il cristallo Silvy viene colpita in un occhio da uno dei due raggi di luce riflessi. Uno è orientato in un buco che potrebbe condurre nel pozzo centrale, mentre l’altro si riflette una miriade di volte in minuscole pietre riflettenti sulle pareti, intrecciandosi alla perfezione con i pilastri senza tuttavia toccarli. Si innesca un complesso meccanismo che fa rientrare tutte le travi e fa salire il pavimento nel resto della sala. Al posto delle travi restano migliaia di raggi che si riflettono senza lasciare apparentemente spazio di passaggio. Sulla parete destra si nota una porta chiusa, mentre al centro delle altre due pareti (quella frontale e quella di sinistra) si nota una macchia scura. Wotan allunga un machete per vedere cosa succede interrompendo il fascio di luce: con una velocità impressionante le travi si estendono nuovamente ed il pavimento collassa, tanto che una delle travi colpisce l'arma strappandola dalle mani del westan, per poi ritrarsi nuovamente quando il raggio di luce non è più bloccato.

Mentre Bastiano e Wotan vanno nel pozzo centrale per controllare se qualcosa è cambiato, gli altri fanno dei tentativi per aprire la porta: appurate che le due macchie scure sono delle piastre a pressione, Diomira e Silvy utilizzano rispettivamente il bastone del Re Scimmia ed una freccia appesantita per premerle, ed in effetti la porta si apre, per poi chiudersi dopo circa dieci minuti: resta il problema di come raggiungerla senza interrompere il raggio luminoso.

Nel pozzo centrale si nota immediatamente che il raggio luminoso si riflette in un cristallo in una delle nicchie del pilastro centrale e poi in tutti i cristalli già incontrati lungo la discesa, e le sezioni di scalinata sono tutte estese. Wotan è preoccupato che altri possano scendere mentre Bastiano si rende conto che asportando dal tempio la pietra azzurra che probabilmente origina il raggio questo si interromperebbe bloccando la via di fuga.

I due tornano indietro ed il gruppo si riunisce nuovamente. Si nota che alcune decorazioni del pavimento sembrano indicare un sentiero che conduce prima alla piastra a pressione di sinistra, poi a quella frontale ed infine alla porta. Il sentiero non è libero da raggi luminosi, ma sembra possibile evitarli - anche se non si tratterebbe di un compito semplice.

Rodrigo taglia la testa al toro ed esegue un rituale che lo rende temporaneamente invisibile. Anche i raggi luminosi lo attraversano senza risultare deviati né interrotti: riesce così ad azionare i pulsanti ed entrare nella porta, che si apre in un altro corridoio buio. Poco più avanti in una nicchia trova la leva che blocca l'apertura e disinnesca la trappola. Non resta che percorrere anche questo corridoio: in fondo un debole bagliore azzurro preannuncia forse l’ultima delle stanze...

Fine cinquantasettesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus

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