Belkar, 1° enhor crescente (26 marzo) dell’89° anno dalla Rivelazione di Dolgas
L’area messa a disposizione dall'ARCA (Accademia di Ricerca e Composizione Artistica) alla compagnia "Palco 51" non è molto grande, il palco misurerà 80 metri quadrati e la piccola sala accoglie una dozzina di posti, solitamente riservati a critici ed addetti ai lavori. Da un corridoio laterale si accede ad uno stanzone che viene solitamente usato come unico grande camerino.
Mentre la compagnia è intenta a effettuare le prove de “La locandiera” di Rollone, la porta si spalanca e la loro impresaria Alissa Redwine entra e si accomoda su una poltrona accendendosi una sigaretta su un lunghissimo cannello. Dopo aver assistito alla rappresentazione ed essersi complimentata con i suoi attori, invita tutti a seguirla per prendere una boccata d’aria, ma conoscendo l'impresaria c'è sicuramente qualcosa sotto.
Alissa conduce il gruppo al porto dove di fronte ad una nave attraccata c’è concitazione. Sale per conferire con gli occupanti e lascia la compagnia all’esterno, dove un capannello di astanti sta facendo confusione attorno ad un marinaio apparentemente ubriaco che vola per terra mentre un altro, dall’aspetto tipico del pescatore, ride sguaiatamente. Sulla spalla di quest'ultimo pende, tranciato, un enorme tentacolo.
Leucosia si informa dalla guardia della nave, un brone di nome Runcil, e viene a sapere che la nave appartiene al conte Aliberto Divini. Rollo è più interessato alla storia del tentacolo fuori misura e si avvicina al “pescatore” Alain Berset, che evidentemente non vedeva l’ora di raccontare la sua storia. Per giorni la creatura li aveva inseguiti mandandoli fuori rotta poi la avevano condotta verso un branco di squali che l’avevano sbranata e lui coraggiosamente le aveva dato il colpo di grazia staccandole un tentacolo. L’altro marinaio per scommessa ha mangiato il tentacolo avente evidentemente effetti allucinogeni.
Alissa conosce bene il conte Divini anche se non lo vedeva da diverso tempo e ha organizzato uno spettacolo teatrale per l’equipaggio direttamente a bordo, inoltre la compagnia dovrà occuparsi della sicurezza del carico.
La nave conta un equipaggio di sette marinai più il conte e il suo braccio destro; è moderna e al centro è parcheggiata una macchina volante che desta immediatamente l’interesse di Klik. Mettendo in acqua il velivolo si creerà spazio sufficiente alla rappresentazione. Con un breve giro di ispezione si identificano i due accessi alla stiva dove si consiglia di non andare se non per emergenze. Da sopra una pesante grata è rimuovibile da una gru e viene usata per effettuare il carico della nave, mentre da un corridoio laterale si accede con una porta per ispezione senza alcuna serratura. Gli oblò sono bloccati dall’interno. Il carico è prezioso e molto vario, in parte è vivo e “pericoloso” e potrebbe far gola a molti ladri su commissione. La maggior parte dei magazzini del porto è controllata dalla Mercantile Grigia, ma in città lavora anche il Sodalizio dei Leali Vigilanti, che però non svolgono solo servizio di vigilanza. Sono famosi per portare a termine il loro ingaggio senza accettare di essere corrotti da altri, cosa che si traduce in una sorta di racket... chi vuole stare tranquillo paga i Leali. La ARCA e Leali si pestano i piedi frequentemente...
Si decide di mettere in scena un loro cavallo di battaglia, "Il Cosmo nel Cointreau" e poco prima della rappresentazione Rollo fa il solito discorso motivazionale a favore della meno esperta attrice Leucosia e di chiunque voglia ascoltarlo:
Un giorno, il mio maestro di recitazione mi assegnò un compito particolarmente difficile: recitare un lungo monologo tratto da un testo antico, pieno di parole complesse e concetti astrusi.
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Mi immersi nello studio del testo con zelo e dedizione. Passavo ore e ore a memorizzare le parole, cercando di capire il significato di ogni frase. Ma più studiavo, più il testo sembrava sfuggirmi, come se fosse scritto in una lingua sconosciuta.
...
Con il passare dei giorni, la frustrazione aumentava. Mi sentivo impotente di fronte a quel testo, convinto di non essere in grado di interpretarlo con successo. Ne parlai col mio maestro e lui mi disse che “la recitazione è come un viaggio, devi lasciarti trasportare dalle parole e permettere al personaggio di prendere vita dentro di te."
...
Mi suggerì di "non concentrarti troppo sulle parole, di comprendere il sentimento che si nasconde dietro ogni frase, di immaginare di essere il personaggio e di vivere le sue emozioni più profonde."
Inspirato dalle sue parole sagge decisi di approcciare il testo in modo diverso. Abbandonai l'idea di dover memorizzare ogni singola parola e mi concentrai invece sul significato generale del monologo.
Le mie parole fluirono naturalmente, cariche di emozione e intensità.
...
Fine prima puntata.
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