giovedì 7 maggio 2020

ESTRATTO DA “IL SAPERE NUOVO - TUTTO SU DIOGENES” #24


In quel tempo, Diogenes era un bambino, da poco arrivato alla Cittadella. Faceva fatica ad ambientarsi. Data la sua giovane età l’unica cosa che gli impediva di impazzire era la memoria di sua madre che gli ricordava sempre di essere felice e che la felicità avrebbe dovuto essere la più grande aspirazione di ogni essere umano, al pari della libertà.

Fu così che, durante una delle prime lezioni, l’insegnante chiese a tutti gli studenti di descrivere cosa avrebbero voluto essere una volta usciti dalla Cittadella e divenuti adulti. Diogenes, al suo turno, si alzò in piedi e disse con voce chiara: “Io voglio essere felice”. Molti dei suoi compagni risero ma furono zittiti dall’insegnante, il quale ribatté: “Credo che tu non abbia compreso la domanda figliolo.” Senza scomporsi, con decisione, Diogenes replicò: “Io credo, invece, che voi tutti” rivolto anche ai compagni, oltre che all’insegnante “non abbiate compreso la vita, né il suo significato.”

E fu così che Diogenes subì la sua prima punizione nel corso degli anni di studio alla Cittadella.

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