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Il gruppo si reca alla piazza centrale dove trovano una fitta calca tra partecipanti, venditori e soprattutto spettatori. In un lato della piazza è stato allestito un campo di tiro con quattro corsie dove i vari iscritti si possono misurare contro bersagli in paglia di riso. Al lato del campo sono allestiti degli spalti che ospitano alcuni personaggi illustri della città e lo stesso daimyo Edogawa.
La gara inizia con le categorie principianti ed intermedi, ma gli spettatori si dimostrano interessati solo quando iniziano a gareggiare gli arcieri esperti, tra cui Shomiryu (Shlom).
La gara è ad eliminazione diretta, e Shomiryu arriva senza problemi alla sfida finale contro niente meno che Masahiro, il pupillo del dojo Yamada. Per buona misura Soichiro (Sullivan) lancia una maledizione su Masahiro, ma la vittoria di Shomiryu è talmente schiacciante che non ce ne sarebbe stato bisogno.
Masahiro si rivolge allora al daimyo e chiede di poter sfidare a duello Shomiryu. Il daimyo sembra non attendesse altro, ed acceso di rinnovato interesse acconsente. Shomiryu si trova costretto ad accettare per non fare la figura del vigliacco, anche se Mitsuashi (Kaisho) protesta vivamente.
Il duello è così organizzato: i due avversari si dispongono a 20 metri di distanza dandosi la schiena. Hanno l’arco in mano e 3 frecce sono conficcate a terra ai loro piedi in modo da essere comodamente raccolte. Al segnale di un arbitro devono girarsi, incoccare e tirare contro l’avversario. Il primo ad essere colpito perde.
Per precauzione Radishin (Radish) evoca un naga protettivo su Shomiryu. Non gli avrebbe impedito di essere colpito, ma quanto meno avrebbe assorbito il danno della freccia.
Shomiryu dimostra ancora la sua superiorità colpendo Masahiro prima ancora che questi riuscisse ad incoccare la freccia, ma invece di fermarsi come avrebbe dovuto, l’allievo di Yamada bersaglia Shomiryu con le sue tre frecce. Shomiryu non subisce danni grazie al naga protettivo, ma il daimyo reagisce molto male alla scorrettezza di Masahiro e ne ordina l’arresto immediato. Lo stesso Maestro Yamada interviene chiedendo al daimyo il permesso di infliggere personalmente una punizione al suo allievo, ed il daimyo accetta dal momento che Yamada è il maestro di una delle palestre del sindacato dei dojo e quindi degno di rispetto.
Mitsuashi protesta nuovamente, ma oltre ad essere blandito dal daimyo subisce anche l’insultato di Yamada, che punisce il suo allievo semplicemente privandolo degli esercizi serali.
Alla sera, nonostante aver vinto i 5000 drog in palio per la gara, il gruppo si incammina verso il dojo piuttosto mestamente. Lungo la strada trovano l’annuncio di un’altra gara indetta dal daimyo come la precedente. Questa volta si tratta di una gara di evocazioni organizzata di lì a tre giorni per dar modo ai sacerdoti di far mostra delle proprie abilità, e Radishin si mostra disposto a partecipare. Una volta arrivati alla palestra il gruppo trova una lettera che specifica luogo e data della sfida dei dojo: in una taverna, di lì a due giorni.
L’indomani Mitsuashi si reca dal daimyo come da appuntamento. Il daimyo dice chiaramente che nonostante Zanoshin si fosse dimostrato uno dei maestri più abili la sua mancanza di umiltà nel sottostare al sindacato dei dojo lo aveva reso persona poco gradita al daimyo stesso, e spera che Mitsuashi sia in grado almeno in questo di essere migliore del suo maestro.
Concluso il colloquio Mitsuashi e gli altri decidono di ispezionare il luogo dell’incontro. Scoprono che si tratta di una taverna piuttosto popolare, composta da un unico ampio ambiente dove al momento ci sono una quantità di avventori soddisfatti. Il buon odore che giunge dalle cucine da una prima spiegazione alla soddisfazione dei clienti, ma il gruppo si interroga sul perché sia stata scelta proprio questa taverna.
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