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“...ingiuste ed ingiuriose, ed è per questo che è stato tratto in arresto. Tuttavia, data la mia enorme stima per il rappresentante del sindacato dei dojo, ho deciso di lasciargli una possibilità. Se riuscirà a battere il mio campione, accetterò di ascoltare ancora una volta le sue richieste, e nel caso siano più ragionevoli di accoglierle. In caso contrario, marcirà in prigione come rejetto ed il suo nome verrà dimenticato.”
Mitsuashi raggiunge infine Tanaka e chiede spiegazioni. Sembra che Sakamoto il giorno precedente abbia ricevuto notizia che la quota di iscrizione al sindacato dei dojo fosse stata ingiustamente aumentata. Sakamoto allora ha deciso di recarsi in udienza dal daimyo per chiedere una riduzione della gabella, già fin troppo alta e difficile da sostenere anche per i dojo più prestigiosi. Da allora non è stato più visto fino a questa mattina, quando è stato annunciato l’incontro tra Sakamoto e Boro, il campione del daimyo.
Mitsuashi, che la sera precedente ha scoperto che il daimyo è coinvolto nella morte di Zanoshin, sente montare la collera, così pure gli altri membri del gruppo. Shomiryu medita di colpire il daimyo con una freccia, ma si trattiene solo perché non sarebbe stato in grado di garantire la sua morte con un solo attacco.
Intanto Sakamoto (che era ammanettato) viene liberato l’incontro ha inizio. Il maestro attacca con furore, e Boro si limita a schivare, ma le sue tecniche elusive non sono eccellenti ed anzi qualche colpo va a segno senza però avere conseguenze apparenti.
Poi Boro contrattacca. Colpi furiosi e poderosi si abbattono su Sakamoto, che fa del suo meglio per evitarli finché non viene colpito duramente al petto ed atterrato una prima volta. Sakamoto si rialza con difficoltà, e lo scambio di attacchi ricomincia. Boro ignora qualsiasi tecnica difensiva e viene colpito più volte, ma i colpi dell’avversario non sembrano infastidirlo. Il maestro Sakamoto attacca e difende, in modo molto efficace anche se il colpo subito ha indebolito le sue tecniche. Alla fine la stanchezza fa reagire il maestro con un’istante di ritardo, tanto basta a Boro per raggiungerlo all’addome. Sakamoto cade a terra privo di sensi. Boro fa un passo avanti ed infierisce sull’avversario inerte. Anche i più lontani dal ring vedono dopo poco i suoi pugni rossi di sangue. Il daimyo, ridendo divertito, si alza in piedi, ma non interrompe il suo campione.
Mitsuashi accecato dall'ira salta improvvisamente sul ring, sollevando un’ovazione ammirata dalla folla. Chiede di sfidare Boro per difendere l’onore di Sakamoto. Il daimyo, divertito, acconsente.
Boro e Mitsuashi si attaccano l’un l’altro contemporaneamente, ma mente Boro evita l’attacco, Mitsuashi non è altrettanto fortunato e subisce un poderoso colpo al volto che riempie il suo campo visivo di lucciole e lo mette quasi fuori combattimento. Un’ombra di pentimento offusca i pensieri di Mitsuashi, ma subito vengono scacciati ed il maestro riparte all’attacco. Colpisce Boro alla spalla, ma ancora una volta il campione del daimyo sembra immune al dolore. Boro attacca nuovamente, ed il suo pugno, come un maglio, impatta sul torace di Mitsuashi con tale violenza da mandarlo ko all’istante.
Gli spettatosi sono impietriti, ed il silenzio è spezzato solo dalle risate sguaiate del daimyo.
Shomiryu trasforma la fastidiosa risata in un urlo di dolore piantando una freccia in profondità nel ginocchio del daymio, ed a quel punto il mondo esplode. Il Edogawa sguinzaglia i samurai alla ricerca del colpevole, cosa che infiamma la folla già inferocita dalla crudeltà del daimyo e si scaglia verso di lui. Il torneo si trasforma in pochi istanti in una rivolta. I nostri, pressati dal flusso di persone, perdono conoscenza poco dopo aver visto gli spalti invasi dalla folla ed il daimyo risucchiato in un'ondata di whirn rabbiosi.
Si risvegliano tutti in un ambiente umido e freddo, dall’aria viziata. Sopra di loro una volta bianco-azzurra e nelle orecchie l’ululato di un demone. I loro corpi sono nuovamente cambiati, questa volta sono tutti giganti di oltre due metri dalla pelle di un azzurro livido: froster delle terre del nord.
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